Oltrecanone
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Oltrecanone

Generi, genealogie, tradizioni

Anna Maria Crispino

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Generi, genealogie, tradizioni

Anna Maria Crispino

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Il canone, con la sua presunta natura di rigida normatività, è stato a lungo un caposaldo delle storie letterarie, nazionali europee e mondiali. Eppure è un dispositivo che nel tempo si è rivelato inevitabilmente provvisorio e contingente, data la mutevolezza del panorama culturale, la parzialità dei soggetti del discorso critico, la moltiplicazione dei luoghi di enunciazione. Il dibattito sul canone letterario appare dunque sempre necessario e allo stesso tempo in qualche modo inessenziale, specie nell'era dell'accesso di massa alla lettura e dell'aumentata centralità della figura del lettore/lettrice. Implicando perciò un continuo lavoro decostruttivo, un aggiornamento costante delle mappe interpretative, un sempre più puntuale approfondimento sia dei mutamenti interni a ciascuna tradizione letteraria sia delle connessioni e delle reciproche influenze tra le diverse storie letterarie.Da sempre interdisciplinari e interculturali, gli studi delle donne e la critica femminista hanno affrontato la "questione" del canone partendo dalla esclusione, dalla sottovalutazione o dall'oblio delle scritture femminili andando "oltre il canone". A oltre un decennio dalla loro prima pubblicazione, i saggi raccolti in questo volume – aggiornati o scritti ex novo – registrano un netto cambiamento di contesto e fanno il punto sul tema riattraversando in modo originale culture, tradizioni e discipline.A cura di Anna Maria CrispinoSaggi di: Clotilde Barbarulli, Luciana Brandi, Rita Calabrese, Adriana Chemello, Lidia Curti, Monica Farnetti, Laura Fortini, Luisa Ricaldone, Alessandra Riccio.

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Information

Risa antiche ed eco spezzata.
Christa Wolf, Anna Seghers
e la revisione del canone tedesco
Rita Calabrese
Risa antiche, di secoli.
L’eco, immane, più volte spezzata
C.Wolf, Lombra di un sogno

Autrice di culto anche in Italia, attraverso vicissitudini e sconfitte, Christa Wolf ha dimostrato fino allultimo la sua volontà di esserci e di continuare a interrogarsi, con la forza dellinattualità e la fiducia nel potere della parola, nonostante tutto. Che i suoi romanzi Il cielo diviso (1963), Riflessioni su Christa T. (1968), Trama dinfanzia (1976), Cassandra (1984), Medea (1996) siano opere ormai canoniche, sembra pressoché indiscutibile a chiunque li abbia letti e amati; quanto la scrittrice abbia a sua volta contribuito a modificare un canone particolarmente restrittivo – e non solo verso le donne – anche attraverso la sua attività di saggista e pubbliche prese di posizione, quando questo significava coraggio, attraverso una costellazione femminile, quando questo rappresentava una sfida, è un capitolo che vale la pena di ripercorrere come doveroso atto di memoria, come esempio in tempi oscuri.

Quando ha avuto origine…
«Io scrivo cercando»1 ha affermato Wolf nella sua Auto­in­ter­vista (1968) e in verità, fin dal primo romanzo Il cielo diviso, caratteristica della sua opera appare un incessante autosuperamento con la continua ridefinizione di norme e riferimenti, insieme alla scelta di argomenti non conformi alle direttive ufficiali. Ladesione allideologia marxista non ha escluso la riflessione critica, lappartenenza vigile si è accompagnata con la richiesta di miglioramento del sistema. Il suo sguardo si è volto dietro la facciata del trionfalismo rassicurante, per trovarne le contraddizioni, per registrare incertezze e debolezze degli individui:

La letteratura, come la nostra società [socialista] si prende cura proprio degli inquieti. Più noioso e sterile mi sembra descrivere personaggi cui quest’inquietudine è ignota: soddisfatti, piatti, conformisti. (LuS. p. 52)

A uno sguardo retrospettivo, tale intervista sembra un capolavoro strategico di conclamata osservanza della politica culturale per avallare, in realtà, nuovi arditi percorsi che la scrittrice stava allora sperimentando nella stesura del bellissimo e controverso Riflessioni su Christa T. La conclusione, con unindicazione precisa al coraggio della sfida e allampliamento degli orizzonti, non sembrerebbe lasciare dubbi in proposito:

Ma ho scoperto che si deve cercare ad ogni costo di spezzare e superare il cerchio di ciò che sappiamo o crediamo di sapere di noi stessi. (LuS. p. 55)

(Auto)convinzione o illusione che siano a dettare queste parole, la fiducia nella capacità del suo paese di accogliere le critiche e le speranze di cambiamento sono invece destinate ben presto a infrangersi definitivamente. Se già suscita clamore ed incontra censure e divieti di pubblicazione la ricostruzione controcorrente, sul filo della memoria, della vita di Christa T. – una perdente, soffocata dalla difficoltà di dire “io” in una società preordinata e forzatamente egalitaria che esclude laffermazione di individualità e non contempla il dirit...

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