Il nazismo e l'Antichità
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Il nazismo e l'Antichità

Johann Chapoutot, Valeria Zini

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  1. 536 pagine
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Il nazismo e l'Antichità

Johann Chapoutot, Valeria Zini

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«Non abbiamo un passato», diceva Hitler, rammaricandosi che gli archeologi SS si ostinassero in ricerche nei boschi della Germania, per poi trovarvi soltanto delle brocche orrende. Il passato della razza, quello che doveva riempire d'orgoglio i tedeschi, era da rintracciare in Grecia e a Roma. Cosa c'è di meglio di Sparta per costruire una società e un uomo nuovo? Quale miglior esempio di Roma per costruire un Impero? E quale piú efficace avvertimento delle guerre che opposero la razza nordica agli assalti della Persia e di Cartagine? L'Antichità greca e romana insegnava come perpetuarsi attraverso una memoria monumentale ed eroica, quella del mito. Il Reich succedette ad Atene e Roma in questa lotta millenaria, nella quale dovette fronteggiare gli stessi nemici e pericoli. Dai canoni dell'ideologia nazista, a partire dal Mein Kampf, agli edifici di Norimberga, passando attraverso i manuali scolastici, il cinema e le arti plastiche, l'Antichità greca e romana venne riletta e riscritta per fornire al lettore, alunno, studente, spettatore e suddito del nuovo Impero, un paradigma ideologico saldamente impiantato sulle due grandi civiltà del mondo classico. Johann Chapoutot esplora il cuore del progetto totalitario nazista: annettersi non solo gli spazi fisici del mondo, ma impadronirsi, per forgiare l'uomo nuovo, anche del passato, assegnandogli una funzione di esaltazione, modello e profetico avvertimento.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
ISBN
9788858426036

Note

INTRODUZIONE.

1. Cfr. Édouard Conte, Cornelia Essner, La quête de la race. Une anthropologie du nazisme, Hachette, Paris 1995, pp. 366-67 [trad. it. Culti di sangue. Antropologia del nazismo, Carocci, Roma 2004, pp. 244-45].
2. Colette Beaune, Naissance de la nation France, Gallimard, «Bibliothèque des Histoires», Paris 1985.
3. Claude Nicolet, La fabrique d’une nation. La France entre Rome et les Germains, Perrin, Paris 2003.
4. Otto Gerhard Œxle, Winfried Schulz (a cura di), Deutsche Historiker im Nazionalsozialismus, Fischer, Frankfurt-am-Main 1999, p. 367.
5. Peter Schöttler (a cura di), Geschichtsschreibung als Legitimationswissenschaft, 1918-1945, Surkhamp, Frankfurt-am-Main 1997, p. 344.
6. Alexander Scobie, Hitler’s State Architecture: The Impact of Classical Antiquity, Pennsylvania State University Press, Philadelphia 1990, p. 147.
7. Hannah Arendt, The Origins of Totalitarianism, 1951 [trad. it. Le origini del totalitarismo, Einaudi, Torino 2009, pp. 486 e 598].
8. Ibid., p. 486.
9. Ibid.
10. Ibid., p. 484.
11. Ibid.

Parte prima. L’annessione dell’Antichità.

1. Paul Valéry, Petit lettre sur les mythes, in Variété II, 1930 [trad. it. Piccola lettera sui miti, in ibid., pp. 54-55].

I. IL DISCORSO DELLE ORIGINI: EX SEPTENTRIONE LUX.

1. Nicole Loraux, Né de la terre. Mythe et politique à Athènes, Seuil, «Librairie du XXe siècle», Paris 1996, Les bénéfices de l’autochtonie, p. 27 [trad. it. Nati dalla terra. Mito e politica ad Atene, Meltemi Editore, Roma 1998, p. 41].
2. Michel Foucault, Nietzsche, la généalogie, l’histoire, ried. in Michel Foucault. Philosophie. Anthologie, Folio, Paris 2004, pp. 393-423 (p. 397) [trad. it. Il discorso, la storia, la verità. Interventi 1969-1984, Einaudi, Torino 2001, p. 46].
3. Ernest Renan, Qu’est-ce qu’une nation?, III [trad. it. Che cos’è una nazione, Donzelli, Roma 2004, p. 16].
4. Cfr. Hagen Schulze, Staat und Nation in der europäischen Geschichte, Beck, München 1994; Id., Gibt es überhaupt eine deutsche Geschichte?, Siedler, Berlin 1989; e Manfred Hättich, Deutschland, eine zu späte Nation, Hase & Koehler, Mainz 1990.
5. Cfr. Friedrich Prinz, Der Weisswurtstäquator, in Étienne François, Hagen Schulze, Deutsche Erinnerungsorte, C. H. Beck, München 2001, vol. I, pp. 471-84.
6. Cfr. Klaus von See, Barbar, Germane, Arier: die Suche nach der Identität der Deutschen, C. Winter Verlag, Heidelberg 1994.
7. Michael Werner, Die Germania, in Étienne François, Hagen Schulze, Deutsche Erinnerungsorte cit., pp. 569-86.
8. Cfr. Colette Beaune, Naissance de la nation France cit., e Claude Nicolet, La fabrique d’une nation cit.
9. Tacito, De origine et situ Germanorum, 2 [trad. it. La Germania, in Opera omnia, Einaudi, Torino 2003, vol. I, 1, p. 81].
10. Sull’autoctonia ateniese, cfr. Nicole Loraux, Né de la terre cit., p. 209; Marcel Détienne, Comment être autochtone? Du pur athénien au Français raciné, Seuil, Paris 2003. È interessante notare quanto poco gli storici tedeschi degli anni Trenta e Quaranta si interessino dell’autoctonia ateniese, il mito fondatore della città attica che contraddice la tesi dell’origine nordica di t...

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