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La notte della Repubblica
Sergio Zavoli
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- Italian
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La notte della Repubblica
Sergio Zavoli
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Información del libro
Per la prima volta la storia degli anni di piombo narrata in prima persona dai veri protagonisti, i terroristi neri e rossi che hanno fatto la scelta della lotta armata. Dalla contestazione del '68 allo stragismo, dalla nascita delle BR al sequestro Moro, tutti gli episodi più tragici di un'epoca che ha straziato la coscienza del nostro paese. Un'inchiesta senza pari per complessità e proporzioni, condotta da uno dei grandi nomi del giornalismo televisivo italiano.
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Información
Categoría
Politica e relazioni internazionaliCategoría
Politica comparataXVIII
Epilogo: dopo l’emergenza.
Ciò che tocca allo Stato. E a noi?
Il terrorismo, che ha agito in questo Paese per circa vent’anni, era nato in un’Italia appena uscita dalla sua ricostruzione. Si è poi dissolto in un’altra Italia, e in un altro mondo. Le mitologie di cui si era nutrito sono scomparse come ombre; e la storia ha sconvolto i modelli che lo avevano ispirato. Ha prevalso la democrazia, in nome di tutti. La stessa classe operaia, e con essa quell’Italia della precarietà e dell’emarginazione che, secondo i terroristi, avrebbe dovuto essere risvegliata dalla loro violenza, si è dimostrata indisponibile a chiudersi nel sonno della ragione. I valori autentici della convivenza civile, dell’etica individuale, della solidarietà, si sono imposti nonostante le imperfezioni, e non di rado le ingiustizie che hanno accompagnato la crescita del Paese. Merito della gente comune: che non si è fatta spaventare, che non ha esorcizzato la realtà chiedendo la legge del taglione, che non ha gioito nemmeno per le norme dell’emergenza. I settemila giorni lungo cui si è distesa la notte della Repubblica non hanno conosciuto solo deliri rivoluzionari o grandi prove di forza morale e civile; hanno visto anche intrighi, collusioni, misteri annidati nei Palazzi. E soprattutto hanno avuto un costo smisurato: in vite e lutti, beni e distruzioni.
È venuto il momento delle cifre. Un bilancio che non potrà mai essere a misura delle vite distrutte, delle ferite ancora aperte; ma occorre farlo, perché quanto si è detto possa tradursi, alla fine, anche in qualcosa di assolutamente incontestabile come la fredda oggettività dei numeri. Queste cifre, è vero, hanno un aspetto paradossale. Non si può chiedere, del resto, che da addendi così diversi scaturisca un totale rispettoso di tutti e di tutto. Le cifre dicono molto e molto poco. Il loro linguaggio rischia di frantumare una realtà che va sì distinta in tanti eventi diversi, ma per ricomporsi in un significato globale e in un giudizio complessivo.
LE VITTIME 1969: 19; 1970: 7; 1971: 2; 1972: 5; 1973: 40; 1974: 26; 1975: 10; 1976: 10; 1977: 13; 1978: 35; 1979: 24; 1980: 125; 1981: 26; 1982: 23; 1983: 9; 1984: 20; 1985: 24; 1986: 1; 1987: 4; 1988: 6; 1989: 0.Nell’insieme: 429.I FERITI Globalmente circa 2000.LE STRAGI 12 dicembre 1969, Milano, piazza Fontana: 16 morti, 88 feriti.
22 luglio 1970, Gioia Tauro, Freccia del Sud: 6 morti, 50 feriti.
31 maggio 1972, Peteano: 3 morti, un ferito.
17 maggio 1973, Milano, Questura centrale: 4 morti, 46 feriti.
15 dicembre 1973, Roma, aeroporto di Fiumicino: 32 morti, 15 feriti.
28 maggio 1974, Brescia, piazza della Loggia: 8 morti, 94 feriti.
4 agosto 1974, San Benedetto Val di Sambro, Italicus: 12 morti, 105 feriti.
2 agosto 1980, Bologna, stazione Centrale: 85 morti, 177 feriti.
23 dicembre 1984, Galleria del Vernio, rapido 904: 16 morti, 131 feriti.
27 dicembre 1985, Roma, aeroporto di Fiumicino: 17 morti, 75 feriti.
Complessivamente: 199 morti, 782 feriti.
LE UCCISIONI RIVENDICATE
Organizzazioni rosse: | |
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Organizzazioni nere: | |
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LE VITTIME: CHI ERANO
Questi numeri, che comprendono i caduti in attentati e stragi, andrebbero interpretati, resi vivi. Ciascuno ha dietro una tragedia mai del tutto pubblica, né completamente privata. In ogni caso cela dolori e traumi che dalle persone singole si allargano all’intera comunità.
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TERRORISTI MORTI
ROSSI | NERI | |
In conflitto a fuoco con le forze dell’ordine Suicidi Uccisi in carcere dai propri compagni Nel corso di rapine Per incidente, mentre preparavano attentati Complessivamente: | 21 2 7 2 9 41 | 2 2 3 2 3 12 |
GLI OBIETTIVI DEGLI ATTENTATI
Un altro bilancio: quale, e quanto profondo danno è stato fatto alla comunità, colpita sì nel bene supremo della vita, ma anche nelle sue strutture, nelle sue cose?
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I COSTI DEL TERRORISMO
Duecentomila miliardi, l’equivalente di
30 miliardi e 400 milioni al giorno, 1 miliardo e 200 milioni l’ora.
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Che cosa ha fatto lo Stato per le vittime del terrorismo? Per i familiari degli uccisi? Per coloro che portano ancora i segni delle ferite subite?
La condizione nella quale si trovano migliaia di vittime e di familiari esige rispetto e giustizia. È facile, ma inutile, tenersi alle questioni di principio, alle declamazioni, agli empiti sentimentali, quando alla prima delle privazioni, quella della persona perduta, si accompagna una sequela di problemi concreti che incidono sulla vita di ogni giorno e che coinvolgono la sua stessa qualità sociale e civile: da un posto di lavoro alle esigenze quotidiane, all’educazione dei figli.
L’Associazione vittime del terrorismo e dell’eversione contro l’ordinamento dello Stato solo il 20 ottobre del 1990, con la legge n. 302, vedrà più attentamente riconosciuti i diritti a lungo reclamati: è l’aumento da 100 a 150 milioni della «speciale elargizione» che lo Stato assegna, una tantum, ai familiari delle vittime. Questa provvidenza viene estesa anche ai feriti proporzionalmente alla percentuale di invalidità riscontrata, in ragione di 1 milione e mezzo per ogni punto percentuale. Un bell’esempio di ragioneria, sia pure dello Stato!
Ma il problema non può certamente esaurirsi in una riparazione economica. C’è un’altra giustizia da onorare, ed è quella cui i familiari delle vittime sono più sensibili. Le testimonianze che seguono si fanno carico – severamente, ma senza spirito vendicativo – di questa fondamentale esigenza.
Luigi Passero, presidente dell’Unione familiari delle vittime per stragi:...