1. OGGETTO DELLE PROCEDURE
1.1. ALLACCIO ALLA PUBBLICA FOGNATURA
Lo scarico di acque reflue domestiche può essere richiesto mediante allaccio alla pubblica fognatura nel caso in cui la linea principale disti meno di 200 mt e sia effettivamente accessibile.
La procedura in tal caso è quella di autorizzazione all’allacciamento alla rete pubblica mediante passaggio su suolo pubblico. I reflui immessi nella rete della fognatura pubblica sono collettati mediante una complessa rete di condotte e di stazioni di sollevamento che terminano all’impianto di depurazione del Comune in località Varolato.
L’impianto di depurazione è stato realizzato per il trattamento delle acque reflue civili del territorio comunale e di un ambito territoriale più ampio da un’impresa in forma di associazione temporanea la cui capogruppo era la società S.I.B.A. s.r.l. L’impianto è stato ultimato nell’anno 1998 ed è andato in esercizio provvisorio nell’anno 1999. Il certificato di collaudo è stato emesso in data 22 gennaio 2001.
L’impianto di depurazione è del tipo a fanghi attivi con una potenzialità di 170.000 abitanti serviti ed è strutturato su due linee in parallelo, ciascuna della potenzialità di 85.000 abitanti, in grado di soddisfare, con funzionamento “a basso carico” su un’unica linea, la domanda depurativa invernale e, “a medio carico” su tutte e due le linee, la domanda depurativa estiva di punta.
Lo scarico dell’effluente è effettuato, mediante sollevamento, in mare in località Varolato in corrispondenza del molo Sirena, mediante una condotta sottomarina di circa 2.300 ml che termina con diffusori a una profondità di circa 20 ml.
La linea di trattamento liquami del depuratore è costituita da:
A. grigliatura, dissabbiatura e disoleatura;
B. sedimentazione primaria;
C. ossidazione mediante circa 1200 piastre diffusori;
D. sedimentazione secondaria;
E. disinfezione.
F. linea trattamento misto dei fanghi primari e secondari (compreso ispessimento e disidratazione meccanica).
Aerofoto dell’impianto di depurazione in località Varolato
1.2. SCARICO DELLE ACQUE REFLUE SUL SUOLO, IN CORPO IDRICO SUPERFICIALE O IN ACQUE MARINO-COSTIERE
Nel caso di insediamenti a distanza maggiore di 200 metri dalla pubblica fognatura e quando questi pur ricadendo a distanza minore abbiano effettive e dimostrabili difficoltà all’allaccio (per esempio nel caso di passaggio attraverso proprietà aliene del richiedente), è possibile richiedere l’autorizzazione allo scarico delle acque domestiche o urbane sul suolo, in corpo idrico superficiale o in acque marino-costiere.
Le modalità di realizzazione dello scarico sono quelle stabilite dalla Deliberazione del Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall’inquinamento del 4 febbraio 1977 recante “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all’art. 2, lettere b), d) ed e), della legge 10 maggio 1976, n. 319, recante norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”. Tale deliberazione è ancora oggi il riferimento tecnico principale.
1.3. SCARICHI DOMESTICI O ASSIMILATI
Una questione rilevante è l’individuazione degli scarichi domestici.
Sono definiti scarichi domestici gli scarichi di acque reflue classificate domestiche, ai sensi dell’art. 74 lettera “g” del D.Lgs. 152/2006, ma possono essere classificati come scarichi domestici anche quelli che provengono da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche.
Pertanto, sono individuati come scarichi domestici quelli che soddisfano, contemporaneamente, i fattori di provenienza (fattori 1 e 2) e di derivazione/qualità (fattori 3 e 4) di seguito elencati:
1. provenienti da locali ubicati in insediamenti di tipo residenziale, intendendo per tali quegli insediamenti nei quali i locali e/o gli edifici adibiti ad usi abitativi o commerciali o per attività di servizi sono prevalenti su quelli per usi produttivi;
2. provenienti dai servizi accessori ai suddetti locali (bagni, cucine, locali lavanderia, ecc.);
3. derivanti prevalentemente dal metabolismo umano;
4. derivanti da attività domestiche e di semplice convivenza di persone (lavaggio quotidiano dei pavimenti e degli ambienti, abluzioni delle mani e preparazione di pasti per uso personale o collettivo, ecc.).
Per evitare che tali,...