ANNO 1867
Questâanno 1867 segna lâinizio della corrispondenza di Mariam.
Mariam, dopo due anni trascorsi dalle suore di San Giuseppe a Marsiglia, non Ăš ammessa alla vestizione, a causa delle numerose grazie mistiche che riceve e che sconcertano alcune sorelle. Ă allora che avviene lâincontro con madre Veronica: suora di San Giuseppe in India, torna a Marsiglia allâinizio di aprile in vista della fondazione di un terzâordine carmelitano indiano che risponda ai desideri di padre Maria Efrem, vescovo carmelitano di Mangalore, come sostegno per la sua missione. Madre Veronica Ăš molto apprezzata dalle suore di San Giuseppe. Ne Ăš prova il fatto che, malgrado la sua prossima uscita dalla congregazione, le Ăš chiesto di sostituire per un periodo la maestra delle novizie malata. CiĂČ rende possibile lâincontro con Mariam.
In giugno, madre Veronica lascia Marsiglia per il Carmelo di Pau dove conduce Mariam che fa il suo ingresso al Carmelo il 14 giugno 1867, e riceve lâabito il 27 luglio con il nome di suor Maria di GesĂč Crocifisso. La priora Ăš allâepoca madre Elia e la maestra della novizie suor Teresa Maria, mentre in noviziato si trovano suor Maria Giuseppina del Santissimo Sacramento e suor Maria Amata che fa la professione in agosto. Quanto a madre Veronica, dopo sei mesi di formazione lascia il Carmelo di Pau alla fine del 1867 per consacrarsi alla fondazione del terzâordine indiano.
Le lettere di Mariam di questâanno sono indirizzate a quelle che erano state le sue consorelle nella congregazione di San Giuseppe con le quali sarĂ legata fino alla fine della vita da un profondo affetto e da una grande stima. Le sue destinatarie principali sono suor Onorina e suor Battistina che Mariam ha avuto rispettivamente come maestra delle novizie e superiora a Marsiglia. Le altre suore destinatarie delle lettere o menzionate in esse sono suor Caterina, suor Agostina e suor Saveria, che erano tutte e tre in formazione con Mariam.
Nella Chiesa, questâanno 1867 vede il 18° centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo. Delle grandi celebrazioni sono organizzate a Roma, dando occasione a numerosi pellegrinaggi. Ă durante un pellegrinaggio in compagnia di suo padre che Matilde di NĂ©donchel si ammala e muore in modo improvviso il 27 giugno allâetĂ di ventiquattro anni. La sua santitĂ cosĂŹ semplice non tarderĂ a rivelarsi; diventerĂ in particolare una grande amica celeste di Mariam che lâaiuterĂ piĂč di una volta.
1. A madre Battistina e suor Caterina, Marsiglia
Carmelo di Pau, estate 1867
FelicitĂ di essere al Carmelo â Approfittare di tutto per servire GesĂč â Pregate perchĂ© sia una buona novizia.
J.M.J.T.
Mia buona madre Battistina,
Le chiedo davvero perdono di aver tardato tanto a scriverle, lâobbedienza non mi ha permesso di farlo prima, lei sa buona madre, lâobbedienza Ăš la prima cosa per me. Lei desidera conoscere mie notizie. Ebbene! Sono molto felice e molto contenta fino ad ora, sono stata molto spesso malata, ma infine il buon Dio mi ha accordato la grazia di poter osservare tutta la Regola del Carmelo. Oh madre mia, non posso dirle la felicitĂ che ho di essere al Carmelo, mi sembra che sono in paradiso e penso come sarĂČ quindi in cielo, poichĂ© Ăš cosĂŹ [giĂ ] sulla terra. Oh che caritĂ ! Non Ăš, no, la caritĂ delle creature, Ăš Dio. Mai da quando sono qui, ho sentito una parola di fastidio tra sorelle, nĂ© per me quando sono stata cosĂŹ spesso malata. Non si vede la creatura nelle sorelle, non si vede che GesĂč. In ricreazione, sempre parlare del buon Dio, come fare per amarlo, servirlo, per imitare i santi, sempre e dappertutto la caritĂ tra sorelle, câĂš quella che prenderĂ tutto il lavoro, tutta la fatica per evitarla alle altre. Tutto il giorno si mantiene il silenzio, la solitudine, infine Ăš il paradiso il Carmelo. Mi Ăš impossibile di esprimerle tutto ciĂČ che sento e tutta la veritĂ . Siamo qui ventisei, ebbene, ciĂČ non fa che unâanima, unâanima sola fra tutte. Madre mia che caritĂ , che bontĂ di Dio avermi condotta qui, io povera miserabile, orgogliosa, sono confusa di tanta misericordia. Non posso scriverle, esprimere come lo sento tanto amore e bontĂ di GesĂč per me.
Glielo dico ancora, non abbia pena per me, sono piĂč felice di quel che posso dire, non la dimentico in alcun giorno, parlo di lei alle mie madri e alle mie sorelle, tutte la amano e preghiamo per lei e la sua comunitĂ . Madre mia, si ricordi di questa parola che le dicevo sempre: «Il nostro santo padre Giuseppe mi ha dato alla nostra santa madre Teresa», Ăš lui davvero, e lo capisco meglio ogni giorno. La prego, preghi molto per me, perchĂ© corrisponda alla grazia che il buon Dio mi ha fatto, sono sempre molto ignorante, molto miserabile.
La prego di presentare i miei rispettosi saluti a suor Onorina e a suor Agostina e a tutte le sorelle, dica loro che non le dimentico e che prego per loro. Adesso, madre mia, dirĂČ qualche parola alla mia suor Caterina.
Mia cara suor Caterina,
Prego sempre per lei, non la dimentico, chiedo proprio al buon Dio che le faccia la grazia di essere una buona e santa novizia, perchĂ© lei sia una santa religiosa. Ah, quanto adesso, soffro per non aver approfittato delle occasioni che ho avuto! Lei, Caterina, ne ha, e molte. Oh, ne approfitti davvero, pensi che oggi siamo sulla terra per servire GesĂč e domani non ci saremo, perchĂ© la vita passa come un giorno.
La supplico di dire a tutte le novizie che sono con lei mille co...