Che cos'Ăš la scienza
eBook - ePub

Che cos'Ăš la scienza

La rivoluzione di Anassimandro

Carlo Rovelli

Partager le livre
  1. 216 pages
  2. Italian
  3. ePUB (adapté aux mobiles)
  4. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

Che cos'Ăš la scienza

La rivoluzione di Anassimandro

Carlo Rovelli

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

Che cos'Ăš la scienza · Tutte le civiltĂ  umane, dagli Egizi ai Maya, dai Cinesi ai Babilonesi, hanno sempre pensato che il mondo fosse fatto di Cielo sopra e Terra sotto. Tutte, eccetto una: i Greci. Per loro non c'era altra Terra sotto la Terra. NĂ© enormi tartarughe, come nei miti asiatici e pellerossa. O le colonne di cui parla la Bibbia. La Terra, per i Greci, non Ăš altro che un sasso gigantesco che galleggia nello Spazio, immersa in un Cielo che continua sotto i nostri piedi. Ad avere questa straordinaria intuizione - «una delle idee piĂč audaci, rivoluzionarie e portentose dell'intera storia del pensiero umano», secondo Karl Popper - Ăš stato il filosofo Anassimandro nella prima metĂ  del VI secolo a.C. È della sua straordinaria «rivoluzione scientifica» che parla questo libro, un'idea che ha aperto la strada alle scoperte di Copernico, Galileo, Newton, Einstein. E che diventa qui lo spunto per una riflessione articolata sulla natura del pensiero scientifico, della sua capacitĂ  critica e ribelle, in polemica tanto con il dogmatismo antiscientifico di chi pretende di essere depositario della veritĂ  quanto con il relativismo culturale oggi di moda. Per difendere, in maniera vivace e appassionata, la libertĂ  di pensiero contro ogni forma di oscurantismo.

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Che cos'Ú la scienza est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  Che cos'Ăš la scienza par Carlo Rovelli en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans Physical Sciences et Atomic & Molecular Physics. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Éditeur
Mondadori
Année
2014
ISBN
9788852055195
I

Il VI secolo

Un panorama sul mondo

Il VI secolo a.e.v. non Ăš fra i periodi storici piĂč conosciuti da tutti. Nel 610 a.e.v., al momento della nascita di Anassimandro a Mileto, mancano ancora quasi duecento anni al secolo d’oro della civiltĂ  greca, quello di Pericle e di Platone. A Roma regna, secondo la tradizione, Tarquinio Prisco. PiĂč o meno in quegli anni i Celti fondano Milano e coloni greci, partiti dalla Ionia di Anassimandro, fondano Marsiglia. Omero (o chi per lui) aveva composto l’Iliade due secoli prima, ed Esiodo aveva giĂ  scritto Le opere e i giorni; ma ancora pochissimi dei grandi poeti, filosofi, e scrittori di teatro greci avevano iniziato a scrivere. Saffo era ancora ragazzina, in un’isola a poca distanza da Mileto.
Ad Atene, la cui potenza cominciava a crescere, era in vigore lo stretto codice di Dracone, ma era giĂ  nato Solone, che avrebbe scritto la prima costituzione che comprende elementi di democrazia.
Il mondo mediterraneo non era certo primitivo: gli uomini avevano iniziato a vivere in città già da almeno diecimila anni. Il grande regno d’Egitto esisteva già da almeno ventisei secoli, cioù quanti separano Anassimandro da noi.
Quando nasce Anassimandro, da due anni era caduta Ninive, evento storico maggiore, che segna la fine della vasta e brutale potenza assira. La piĂč grande cittĂ  del mondo, con oltre duecentomila abitanti, torna a essere Babilonia, che lo Ăš giĂ  stata per decine di secoli. Su Babilonia regna Nabopolassar, ma Ăš solo un breve ritorno di splendore: giĂ  si affaccia da Oriente sul mondo mediorientale la nascente potenza persiana, sulla quale regna Ciro I, e che presto avrebbe preso il controllo della Mesopotamia. In Egitto era l’ultimo anno del lungo regno del grande faraone Psammetico I, primo faraone della XXVI dinastia, che aveva riconquistato l’indipendenza dell’Egitto dal morente impero assiro e aveva riportato il suo regno alla prosperitĂ . Psammetico I aveva stabilito strette relazioni con il mondo ellenico, aveva arruolato numerosi mercenari greci nel suo esercito e aveva incoraggiato Greci a stabilirsi in Egitto. Mileto manteneva un florido scalo commerciale in Egitto, a Naucrati, e Anassimandro doveva quindi necessariamente avere numerose informazioni di prima mano sulla cultura egizia.
Gli imperi mediorientali intorno al 600 a.e.v.
Figura 2. Gli imperi mediorientali intorno al 600 a.e.v.
A Gerusalemme regna Giosia, della casa di Davide, che sfruttando la fluidità della situazione internazionale, con l’impero assiro indebolito e Babilonia non ancora tornata potente, riafferma l’orgoglio di Gerusalemme imponendo il culto esclusivo di Yahweh. Per fare questo, distrugge tutti gli oggetti di culto degli altri dùi, come Baal o Asherah, distrugge i templi, trucida tutti i sacerdoti pagani ancora vivi, ed esuma e brucia sui loro altari le ossa di quelli morti,1 inaugurando così uno stile di comportamento verso le altre religioni che sarà poi caratteristico del monoteismo, quando questo trionferà. Prima della morte di Anassimandro, il popolo ebraico soccomberà nuovamente, e sarà deportato a Babilonia, a ripetere la tragica esperienza dell’asservimento; asservimento dal quale riuscirà ancora una volta a liberarsi, come già aveva fatto diversi secoli prima dall’Egitto grazie a Mosù.
Di questi eventi arrivava con ogni probabilità eco a Mileto. Di altri, in altre parti della Terra, molto probabilmente poco o nulla: l’Europa settentrionale passava dall’età del bronzo all’età del ferro. In America, la secolare civiltà olmeca sta già declinando. Nel Nordovest dell’India si erano già formati i grandi regni Mahajanapadas. Contemporaneo di Anassimandro in India ù Mahavira, fondatore del jainismo, che predica il non-nuocere ad alcun essere vivente: già gli Indoeuropei d’Occidente si concentrano su come pensare il mondo e quelli d’Oriente su come meglio vivere la vita

K’uang di Zhou era da poco asceso al trono come dodicesimo imperatore della grande dinastia Zhou, in Cina. Era il periodo detto delle Primavere e degli Autunni, un periodo di decentralizzazione del potere, di lotte feudali, ma anche di una vivacità e diversità culturale, che la Cina avrebbe poi perso per molto tempo, forse in cambio di una stabilità interna non certo perfetta, ma indubbiamente molto maggiore di quella della bellicosa storia del Medio Oriente e dell’Europa.
La civiltà umana era dunque già in piedi da millenni, e assai strutturata, quando, verso la fine del VII secolo a.e.v., nasce Anassimandro. Le idee correvano già da una parte all’altra dei continenti, insieme alle merci. A Mileto si poteva forse comprare seta cinese, come sarà possibile due secoli dopo ad Atene. La maggior parte degli uomini si occupava di sopravvivere coltivando la terra, allevando animali, pescando, cacciando o commerciando; altri, esattamente come oggi, di ammassare potere e ricchezza facendosi l’un l’altro la guerra.

Il sapere del VI secolo: l’astronomia

Com’erano il sapere e il clima culturale di questo mondo? Non ù facile saperlo, per un secolo che, a differenza dei loquacissimi secoli successivi, ci ha lasciato relativamente poche testimonianze scritte. Al tempo di Anassimandro, sono già stati scritti grandi libri il cui influsso arriva fino a noi: grandi parti della Bibbia (il Deuteronomio ù probabilmente scritto in quegli anni), il Libro dei Morti egizio e le grandi epopee come Gilgamesh, il Mahabharata, l’Iliade e l’Odissea, le splendide e grandiose storie in cui l’umanità rispecchia se stessa, i suoi sogni e le sue follie.
La scrittura esisteva da tre millenni. Leggi scritte esistevano almeno da dodici secoli, cioĂš almeno da quando Hammurabi, sesto re di Babilonia, le aveva fatte incidere su splendidi blocchi di basalto, posti in ogni cittĂ  del suo grande impero. Uno di questi blocchi lo si puĂČ ancora vedere al Louvre ed Ăš difficile resistere all’emozione, osservandolo e leggendone la traduzione.
Il sapere scientifico? In Egitto e ancor piĂč a Babilonia si erano sviluppate rudimentali matematiche, che conosciamo per il ritrovamento di raccolte di risultati ed esercizi. Ai giovani scribi egizi, per esempio, veniva insegnato come risolvere problemi di divisione di sacchi di grano in parti eguali fra creditori, o in parti in proporzioni date fra loro. (Un mercante ha venti sacchi di grano con cui retribuire due operai, uno dei quali ha lavorato un tempo triplo dell’altro: quanto deve dare a ciascuno?) Si conoscevano tecniche di calcolo per dividere un numero per 2, 3, 4 e 5, ma non per 7. Se la soluzione del problema implicava una divisione per 7 era necessario cercare di riformulare il problema in altri termini.
Per calcolare il perimetro di un cerchio in funzione del raggio, si usava la costante oggi chiamata pi greco (3,14
): il valore correntemente usato di pi greco era 3. Gli Egizi sapevano che un triangolo di lati in rapporto fra loro come 3:4:5 ha un angolo retto. Ho cercato di valutare globalmente il livello di questa matematica, sulla base delle ricostruzioni moderne, e mi sembra che, in generale, si possa valutare come paragonabile a quello di un bravo studente di terza o quarta elementare odierne. Si legge sovente dello «straordinario sviluppo dell’antica matematica babilonese». È certo corretto, ma bisogna stare attenti a non interpretare male: s’intende l’avere compreso le cose che noi studiamo a sette anni. Il punto Ăš che Ăš stato tutt’altro che facile per l’umanitĂ  arrivare a mettere insieme il sapere che noi impariamo alle elementari. Il sapere dell’Egitto, di Babilonia, di Gerusalemme, cosĂŹ come quello antico di Creta o di Micene, o come quello della Cina e del Messico, era concentrato nelle grandi corti reali e imperiali. La forma fondamentale dell’organizzazione politica umana nelle prime grandi civiltĂ  era infatti la monarchia e l’accentramento del potere. Penso si possa dire, in modo anche piĂč forte, che le grandi monarchie erano le grandi civiltĂ  stesse. Leggi, commerci, scrittura, conoscenza, sapere, religione, struttura politica, tutto esisteva principalmente all’interno dei grandi palazzi reali e imperiali. È stata questa struttura monarchica che ha permesso lo svilupparsi della complessitĂ  della civiltĂ . Essa rappresentava la garanzia della stabilitĂ  e della sicurezza necessarie alla complessitĂ  di questa civiltĂ ; stabilitĂ  che poi un po’ reggeva e un po’ no, come oggi.
La corte di Babilonia teneva registri di fatti importanti o notevoli. Fra questi il prezzo del grano, eventi catastrofici, e, cosa cruciale per lo sviluppo futuro della scienza, dati astronomici come eclissi e posizioni dei pianeti. Otto secoli piĂč tardi, in pieno impero romano, Tolomeo si potrĂ  ancora servire con una certa fiducia di dati provenienti dagli antichi archivi di Babilonia. Egli lamenta di non avere accesso a tutti i documenti babilonesi sulle posizioni dei pianeti, ma utilizza tavole delle eclissi compilate durante il regno di Nabonassar intorno al 747 a.e.v., cioĂš un secolo prima di Anassimandro, e usa perfino l’inizio di questo regno come anno zero per i suoi elaborati calcoli astronomici.
La registrazione dei dati astronomici Ăš anche piĂč antica. Abbiamo una tavoletta cuneiforme, riprodotta in figura 3, che contiene registrazioni corrette della posizione di Venere nel cielo, fatte lungo diversi anni, durante il regno di Ammisaduqa, intorno al 1600 a.e.v.: mille anni prima di Anassimandro.
Tavoletta in caratteri cuneiformi scritta a Ninive nel VII secolo a.e.v. Contiene una lista di osservazioni della posizione del pianeta Venere nel cielo fatte sotto Ammisaduqa, un millennio prima
Figura 3. Tavoletta in caratteri cuneiformi scritta a Ninive nel VII secolo a.e.v. Contiene una lista di osservazioni della posizione del pianeta Venere nel cielo fatte sotto Ammisaduqa, un millennio prima. Londra, British Museum.
È opportuno soffermarsi un poco su quest’astronomia antica perchĂ© Ăš in rapporto con la scienza che verrĂ . Che senso avevano questi dati per i Babilonesi? PerchĂ© li registravano? PerchĂ© si occupavano del cielo?
Non Ăš difficile rispondere: il motivo Ăš scritto chiaramente sulle innumerevoli2 tavolette antiche che ci restano.
Da un lato, gli esseri umani si sono resi conto dell’esistenza della regolarità in alcuni di questi fenomeni celesti, e ne hanno fatto uso. Dall’altro, hanno presto cercato di mettere in relazione fenomeni celesti e fenomeni umani. Distinguiamo le due cose.
Il movimento relativo del Sole e delle stelle nel cielo era compreso da secoli con una chiarezza su questi fenomeni molto superiore a quella che puĂČ avere in media un professore universitario di oggi. Per esempio, Esiodo fa chiaramente riferimento al fatto che per sapere a che punto siamo dell’anno, cioĂš la data, basta osservare quale costellazione si veda all’alba a oriente. Suppongo che pochi professori universitari sarebbero oggi capaci di fare altrettanto. Il clima mediterraneo impone al mondo contadino di seguire in modo piuttosto scrupoloso i ritmi annuali, ma in un mondo senza calendari e giornali e in un clima in cui le stagioni non sono molto marcate, non Ăš sempre facile seguire questi ritmi. Il cielo e le stelle offrono una risposta semplice a questo problema; gli uomini se ne erano accorti da secoli, e il sapere corrispondente era diffuso.
Per esempio, dice Esiodo in Le opere e i giorni, con immagini bellissime:
Quando [
] l’astro di Arturo, lasciata la sacra corrente di Oceano, tutto splendente si innalza al sorgere della se...

Table des matiĂšres