Poesie
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Poesie

1983-2015

Giuseppe Conte

  1. 420 páginas
  2. Italian
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  4. Disponible en iOS y Android
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Poesie

1983-2015

Giuseppe Conte

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«Non finirò di scrivere sul mare. / Non finirò di cantare»: gli inediti che completano questo volume confermano l'inesausta energia lirica e metaforica di Giuseppe Conte e ne proseguono l'«incessabile» interrogazione, cominciata negli anni Settanta, sul valore di mito, natura e destino nella realtà contemporanea. Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l'insieme dell'opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in Terre del mito (1991). Con L'Oceano e il Ragazzo (1983) – salutato da Calvino e Citati come un libro di svolta nella poesia italiana – e Le stagioni (1988), fino alle ultime Ferite e rifioriture (Premio Viareggio 2006), si profila dunque una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Nel 1994, con l'invasione simbolica di Santa Croce e la fondazione del "mitomodernismo", Conte ha segnato un momento di riflessione importante nel panorama culturale italiano ed europeo, coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato etico e spirituale della poesia artisti, pensatori e poeti italiani e stranieri di diverse generazioni.

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Información

Editorial
Mondadori
Año
2015
ISBN
9788852069246
Categoría
Letteratura
Categoría
Poesia

Ferite e rifioriture

2006

NUOVI CANTI

Addio Yusuf, addio Walt Whitman, ombre
della mia ombra – un sogno d’ombra è l’uomo –
abbiamo insieme cantato abbastanza.
Addio distici e rime dei gazal
acuminati come un minareto
addio ardite strofe bibliche
carnali, democratiche.
O non addio, siete in me, rimarrete.
Ma oggi sono qui, sono soltanto
Giuseppe figlio di Anita e di Franco
un uomo sempre offeso e mai vinto
un uomo vilipeso e ferito al fianco
che ha vendemmiato sogni e infelicità
che ha conosciuto mille città
che ha amato i rami secchi e in fiore,
e il mare, e l’Amore. Questo sono soltanto.
Questo il mio nuovo canto.

PREGHIERA AD AMORE

Oh, Amore, Amore, restami vicino.
Stattene qui con me, snodato, docile
come un gatto che dorme in un cestino.
Invecchiamo insieme, te ne prego, anche
se so che il tempo passa per me solo
e che vana è la mia preghiera.
Non te ne andare, non lasciarmi.
Tu che mi hai dato così spesso al risveglio
questa voglia di canto, quest’altrettanto
assurda gioia di essere vivo
tu seme, raggio, rugiada di ogni notte
tu fronda verde-luna di ulivo
ramo di mandorlo a marzo
mosto dentro la botte
resta.
Come in un grano d’ambra luminoso
dormono insetti preistorici
resta tu in me, Amore, ben visibile
dormi e sogna nella mia carne
germina, sfiorisci e rifiorisci
nel sonno e sogna ancora.
Tu seme, raggio, rugiada di ogni aurora.

LA PRIMA PRIMAVERA DEL SECOLO

Verrà così la prima primavera
del secolo. Già si vede
sul mare bianco-dorato tra gli scogli
del molo, nel nuovo pallore
del cielo, nel vento che si mescola
alla luce e ad un tepore
di polline e di miele.
Verrà, lo dicono già
gli alberi fioriti all’improvviso
negli orti e nei giardini della Liguria
astrali e circoscritti
verticali e crollanti
i mandorli che ricamano
l’aria come con aghi di brina.
Nella fioriera tutta spoglia, stamattina
un fiore detto scilla, di due piccoli
petali azzurri, due ali di farfalla,
conteneva già tutta la cruenta
la torbida, inseminante vastità
della primavera che viene.
E per te, Giuseppe, nel tuo inverno
quali sogni ti dicono che ancora
verranno primavere, verrà Amore?
Quali falò divamperanno, quali
torce accenderai per compiere
nel secolo che inizia
il cammino che ti rimane?
Quali sogni, quali stelle lontane?

IL MIO CORPO È UN OPERAIO

Il mio corpo è un operaio, un abile
tornitore, un metalmeccanico
di quelli che lavorano
tra ciminiere altissime e tra nuvole
di fiamme e fumo, è un docker che fa muovere
i lunghi bracci delle gru
sulle banchine di un porto,
il mio corpo
è un falegname che conosce gli alberi
come figli, e li taglia
e li scorteccia e ne fa tavole.
Il mio corpo sa il lavoro
duro dell’uomo perché sa
che cos’è l’energia e cos’è il dolore –
e perché sa il lavoro d’Amore.
Il tuo ...

Índice

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione di Giorgio Ficara
  4. Nota biografica
  5. Bibliografia
  6. L’OCEANO E IL RAGAZZO (1983)
  7. LE STAGIONI (1998)
  8. DIALOGO DEL POETA E DEL MESSAGGERO (1992)
  9. CANTI D’ORIENTE E D’OCCIDENTE (1997)
  10. FERITE E RIFIORITURE (2006)
  11. INEDITI
  12. Copyright
Estilos de citas para Poesie

APA 6 Citation

Conte, G. (2015). Poesie ([edition unavailable]). Mondadori. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3296910/poesie-19832015-pdf (Original work published 2015)

Chicago Citation

Conte, Giuseppe. (2015) 2015. Poesie. [Edition unavailable]. Mondadori. https://www.perlego.com/book/3296910/poesie-19832015-pdf.

Harvard Citation

Conte, G. (2015) Poesie. [edition unavailable]. Mondadori. Available at: https://www.perlego.com/book/3296910/poesie-19832015-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Conte, Giuseppe. Poesie. [edition unavailable]. Mondadori, 2015. Web. 15 Oct. 2022.