PREFAZIONE
James Francis Stafford
Pubblicato in tre volumi, il âPerCorsoâ espone il contenuto dei corsi tenuti dallâAutore in oltre quarantâanni di insegnamento, dapprima come docente di Religione in un liceo di Milano, poi, a partire dal 1964, come Professore di Introduzione alla Teologia nellâUniversitĂ Cattolica della stessa cittĂ . A questo primo volume segue quello dedicato alla grande rivelazione personale di Dio nel mondo nella persona di GesĂč Cristo (Allâorigine della pretesa cristiana), mentre il terzo e ultimo volume si occupa del modo in cui questo avvenimento rimane presente nella Chiesa per tutto il tempo e in ogni epoca (PerchĂ© la Chiesa).
Nellâopera di monsignor Giussani ciĂČ che scopriamo non Ăš semplicemente un trattato teologico in senso tecnico, nato dalla elaborazione di una teoria. In realtĂ ci imbattiamo in una serie di riflessioni che, senza nulla togliere al rigore e alla sistematicitĂ del pensiero, nascono dalla preoccupazione educativa di monsignor Giussani di comunicare la ragionevolezza del «Fatto cristiano», precisamente attraverso lâesperienza della propria umanitĂ .
Si puĂČ meglio comprendere lâoriginalitĂ del metodo e del contenuto di questi tre volumi (che si collocano al centro di una vasta produzione che include oltre venti opere maggiori e molti articoli), se si considera che la persona di monsignor Giussani Ăš allâorigine di uno dei movimenti oggi piĂč vivaci e impegnati nella vita della Chiesa e della societĂ , Comunione e Liberazione. Presente giĂ in oltre settanta Paesi («Andate in tutto il mondo» fu la consegna che Giovanni Paolo II affidĂČ a Comunione e Liberazione in occasione del 30° anniversario della nascita del movimento), la sua realtĂ adulta, la «FraternitĂ di Comunione e Liberazione», Ăš stata riconosciuta dalla Santa Sede come associazione universale di fedeli di diritto pontificio. Per tutte queste ragioni io sono lieto e onorato di presentare questi testi.
Gli inizi di Comunione e Liberazione risalgono ai primi anni â50, quando monsignor Giussani â allora giovane professore della FacoltĂ di Teologia di Milano, impegnato in un intenso studio del pensiero del protestantesimo americano, specialmente quello di Reinhold Niebuhr â, decise di abbandonare lâinsegnamento teologico specialistico per dedicarsi completamente a una presenza tra gli studenti. In una societĂ come quella italiana degli anni â50, almeno ancora in apparenza profondamente permeata dai principi del cattolicesimo, monsignor Giussani colse con drammatica luciditĂ il rischio di una adesione puramente formale a quegli stessi principi soprattutto da parte della gioventĂč. Inoltre egli intuĂŹ, con ampio anticipo sugli sviluppi successivi nella societĂ e nella Chiesa, il dramma di una riduzione del Fatto cristiano a una pratica puramente esteriore, che implicava per i cristiani la perdita di una reale consapevolezza dei fondamenti della fede e delle sue implicazioni per tutta lâesistenza umana. Ultimamente, quindi, senza un fondamento ragionevole la fede si sarebbe basata semplicemente su un sentimentalismo, non piĂč realmente interessante per lâuomo, non piĂč incidente sulla realtĂ , e perciĂČ, di fatto, la fede sarebbe stata subordinata ai valori della mentalitĂ dominante nella societĂ .
Fin dalle prime esperienze di insegnamento don Giussani cercĂČ in modo appassionato di affermare la chiarezza e di illuminare in tutti i suoi aspetti la ragionevolezza del cristianesimo. Anche recentemente, in un suo articolo apparso su un quotidiano italiano in occasione del Natale 1996, monsignor Giussani ha affermato la sua preoccupazione educativa fondamentale: « ... il primo problema che noi avvertiamo verso la cultura moderna Ăš che ci sentiamo come mendicanti dellâidea di ragione, poichĂ© Ăš come se nessuno piĂč avesse il concetto di ragione, e comprendiamo â di rovescio â che la fede ha bisogno che lâuomo sia ragionevole per poter riconoscere lâAvvenimento grazioso del Dio con noi».
Secondo lâAutore, la mentalitĂ moderna riduce la ragione a una serie di «categorie in cui la realtĂ Ăš forzata a entrare: ciĂČ che non entra in queste categorie Ăš definito come irrazionale». La ragione, al contrario, «Ú come un occhio spalancato sulla realtà », che riceve tutto e ne coglie «i nessi e le implicazioni». La ragione discorre della realtĂ , cerca di penetrarne il significato percepito, correndo da un angolo allâaltro, conservando ogni cosa nella memoria e tendendo ad abbracciare tutto. La ragione Ăš ciĂČ che ci definisce come persone. Per questo occorre avere una vera passione per la ragionevolezza.
Nel primo volume lâAutore espone il concetto che la vera essenza della razionalitĂ e la radice della coscienza umana sono reperibili nel senso religioso dellâio. Il cristianesimo si rivolge al senso religioso proprio perchĂ© si propone come possibilitĂ imprevista (chi avrebbe potuto prevedere la morte e la Resurrezione dellâunico Figlio di Dio?) al desiderio dellâuomo di vivere cercando, scoprendo e amando il proprio destino. Il cristianesimo, pertanto, risulta essere una risposta ragionevole al piĂč profondo desiderio umano. Ogni uomo, infatti, per il fatto stesso di esistere, afferma nella sua esistenza, anche inconsciamente, un significato esauriente per cui valga la pena di vivere. In questo senso appare come esigenza della ragione quella di riconoscere lo scopo dellâ esistente e della storia, vale a dire ciĂČ che tutti hanno sempre chiamato âMisteroâ, o Dio. In qualunque atto della ragione, seguendo ogni possibile passo di una identificabile logica, si arriva a un punto, unâapertura, un soffio, unâintuizione imprevista, per cui ogni esperienza che la ragione potrebbe giudicare puĂČ essere valutata soltanto alla luce di unâunica realtĂ di Mistero, Dio. La ragione riconosce, se Ăš fedele al suo dinamismo originale di apertura alla totalitĂ della realtĂ , lâesistenza di questo livello ultimo e misterioso della realtĂ . Ma non puĂČ pretendere con le sue sole forze di conoscere «Chi» il Mistero sia.
Il Mistero si fa conoscere solo svelandosi, prendendo lâiniziativa di collocarsi come fattore dellâesperienza umana, come e quando vuole. La ragione, infatti, attende questa «rivelazione», ma non puĂČ farla accadere. Eppure, negare la possibilitĂ di questa iniziativa da parte del Mistero, come accade in larga misura per gran parte della cultura moderna, Ăš ultimamente rinnegare la ragione come categoria della possibilitĂ di rapporto con lâInfinito, con lâessere che Ăš Mistero.
In un certo momento storico un uomo, GesĂč di Nazareth, non solo ha rivelato il mistero di Dio, ma si Ăš identificato con esso. Come questo avvenimento abbia iniziato ad attirare lâattenzione degli uomini; come GesĂč abbia creato una chiara convinzione in coloro che hanno iniziato a seguirlo; in che modo abbia comunicato il mistero della sua persona; come abbia confermato il suo svelarsi con una intelligenza nuova e perfetta della vita umana â tutto ciĂČ costituisce il contenuto del secondo volume della serie, Allâorigine della pretesa cristiana.
Ma oggi, dopo duemila anni, come Ăš possibile raggiungere la certezza sul fatto di Cristo? Come fa ad essere ragionev...