PRIMA PARTE
LE PREMESSE DEL COLLASSO
1
LâACCELERAZIONE DEL VEICOLO
Prendiamo la metafora dellâautomobile. Fa la sua comparsa allâinizio dellâera industriale. Solo pochi paesi salgono a bordo, partono e vengono poi raggiunti da altri nel corso del secolo. Tutti questi paesi saliti a bordo, che chiameremo la civiltĂ industriale, hanno percorso una traiettoria molto particolare, che descriviamo in questo capitolo. Dopo una partenza lenta e graduale, lâauto prende velocitĂ alla fine della seconda guerra mondiale e affronta una salita mozzafiato definita âla grande accelerazioneâ1. Oggi, dopo alcuni segni di surriscaldamento e singhiozzi del motore, lâindicatore della velocitĂ inizia a traballare. ContinuerĂ a salire? Si stabilizzerĂ ? ScenderĂ ?
Un mondo di esponenziali
Anche se lâabbiamo vista a scuola, non siamo per nulla abituati a immaginare una crescita esponenziale. Certo, si vede una curva che sale, una crescita. Ma che crescita! E se la mente umana puĂČ facilmente immaginare una crescita aritmetica, ad esempio un capello che cresce di un centimetro al mese, fa fatica a immaginare una crescita esponenziale.
Se si piega a metĂ un grande pezzo di tessuto, dopo averlo piegato quattro volte lo spessore sarĂ di circa 1 centimetro. Se si potesse piegarlo a metĂ altre 29 volte, lo spessore raggiungerebbe 5.400 chilometri, la distanza tra Parigi e Dubai! Basterebbe qualche piega in piĂč per superare la distanza tra la Terra e la Luna. Un PIL (ad esempio quello della Cina) che cresce del 7% annuo rappresenta unâattivitĂ economica che raddoppia ogni 10 anni, e che di conseguenza si quadruplica in 20 anni. Dopo 50 anni, abbiamo a che fare con un volume pari a 32 economie cinesi, che ai valori odierni Ăš lâequivalente di quasi altre quattro economie mondiali! Credete sinceramente che ciĂČ sia possibile nello stato attuale del nostro pianeta?
Non mancano gli esempi per descrivere lâincredibile comportamento della curva esponenziale; dallâequazione della ninfea cara ad Albert Jacquard2, alla scacchiera in cui si riempia ogni successiva casella con un numero di chicchi di riso moltiplicato per due3, tutti mostrano che questa dinamica Ăš certamente sorprendente, perfino controintuitiva: quando gli effetti di tale crescita diventano visibili, spesso Ăš troppo tardi.
In matematica, una funzione esponenziale sale fino al cielo. Nel mondo reale, sulla Terra, câĂš un limite molto prima. In ecologia, questo limite Ăš definito capacitĂ di carico di un ecosistema (indicata con K). Ci sono generalmente tre modi in cui un sistema risponde a una crescita esponenziale (figura 1.1). Prendiamo il classico esempio di una popolazione di conigli che cresce su un prato. La popolazione puĂČ stabilizzarsi lentamente prima di raggiungere il limite (cioĂš non cresce piĂč, ma trova un equilibrio con lâambiente) (figura 1.1 a), oppure puĂČ superare la soglia massima che il prato puĂČ sostenere per poi stabilizzarsi in unâoscillazione che causa un lieve degrado del prato (figura 1.1 b), o, infine, puĂČ sfondare il limite e continuare ad accelerare (overshooting), portando a un collasso del prato, seguito da quello della popolazione di conigli (figura 1.1 c)4.
Figura 1.1. Risposta di un sistema vivente a una crescita esponenziale (la curva continua rappresenta una popolazione e la curva tratteggiata rappresenta la capacitĂ di carico dellâambiente)
Si possono utilizzare questi tre schemi teorici per illustrare tre epoche. In effetti, il primo modello corrisponde tipicamente allâecologia politica degli anni Settanta: câerano ancora tempo e opportunitĂ per seguire un percorso di âsviluppo sostenibileâ (ciĂČ che gli anglofoni chiamano âsteady-state economyâ). Il secondo rappresenta lâecologia degli anni Novanta, quando, grazie al concetto di âimpronta ecologicaâ, ci siamo resi conto che la capacitĂ di carico complessiva della Terra veniva superata5. Da allora, ogni anno, lâumanitĂ nel suo insieme âconsuma piĂč di un pianetaâ e gli ecosistemi si degradano. Lâultimo diagramma rappresenta lâecologia degli anni Dieci: negli ultimi ventâanni abbiamo continuato ad accelerare con cognizione di causa, distruggendo a un ritmo ancora piĂč veloce il sistema-Terra, quello che ci accoglie e ci sostiene. Non importa cosa dicono gli ottimisti, i tempi in cui viviamo sono chiaramente segnati dallo spettro del collasso.
Figura 1.2. Pannello di controllo dellâAntropocene
Lâaccelerazione totale
Bisogna ormai rendersi conto che molti parametri delle nostre societĂ e del nostro impatto sul pianeta evidenziano una crescita esponenziale: popolazione, PIL, consumo idrico ed energetico, uso di fertilizzanti, produzione di motori o di telefoni, turismo, concentrazione nellâatmosfera di gas serra, quantitĂ di inondazioni, danni agli ecosistemi, distruzione delle foreste, tasso di estinzione delle specie ecc. Lâelenco Ăš infinito. Questo âpannello di controlloâ6 (figura 1.2), ben noto agli scienziati, Ăš quasi diventato il simbolo della nuova era geologica chiamata Antropocene, unâepoca in cui lâuomo Ăš diventato una forza che sta sconvolgendo i grandi cicli biogeochimici del sistema-Terra.
Che cosa Ăš successo? PerchĂ© questa spinta incontrollata? Alcuni specialisti dellâAntropocene fanno risalire lâinizio di questâepoca alla metĂ dellâOttocento, durante la Rivoluzione industriale, quando si diffuse lâuso del carbone e delle macchine a vapore, che diede origine al boom ferroviario degli anni Quaranta del XIX secolo, e che fu seguito dalla scoperta dei primi giacimenti di petrolio. GiĂ nel 1907 il filosofo Henri Bergson, con incredibile chiaroveggenza, scriveva:
Ă passato un secolo dallâinvenzione della macchina a vapore, e cominciamo soltanto adesso a risentire della scossa profonda che ci ha dato. La rivoluzione che essa ha operato nellâindustria ha ugualmente sconvolto le relazioni fra gli uomini. Sorgono nuove idee. Sentimenti nuovi stanno per sbocciare. Fra migliaia di anni, quando la lontananza del passato non ce ne lascerĂ piĂč percepire che le grandi linee, le nostre guerre e le nostre rivoluzioni conteranno ben poco, ammesso che ce ne ricordiamo; ma della macchina a vapore, con le invenzioni di ogni genere che le fanno da corteo, si parlerĂ come noi oggi parliamo del bronzo o della pietra levigata; essa servirĂ a definire unâera7.
LâetĂ delle macchine termiche e delle tecnoscienze ha sostituito lâetĂ delle societĂ agricole e artigianali. Lâavvento del trasporto veloce ed economico ha aperto le rotte commerciali e cancellato le distanze. Nel mondo industrializzato si Ăš diffuso il ritmo infernale dellâautomazione delle linee di produzione e, progressivamente, sono aumentati a livello globale i livelli di comfort dei materiali. I progressi decisivi nellâigiene pubblica, nellâalimentazione e nella medicina hanno aumentato lâaspettativa di vita e ridotto significativamente i tassi di mortalitĂ . La popolazione mondiale, che negli ultimi otto millenni era raddoppiata allâincirca ogni mille anni, si Ăš ora raddoppiata in un solo secolo! Da un miliardo di persone nel 1830 siamo passati a due miliardi nel 1930. Poi lâaccelerazione: in soli quarantâanni la popolazione si Ăš nuovamente raddoppiata. Quattro miliardi nel 1970. Sette miliardi oggi. Nellâarco di una vita, una persona nata negli anni Trenta ha visto crescere la popolazione da due a sette miliardi di persone! Nel corso del XX secolo il consumo di energia Ăš decuplicato, lâestrazione industriale di minerali Ăš aumentata di 27 volte e lâestrazione di materiali da costruzione Ăš aumentata di 34 volte8. La portata e la velocitĂ dei cambiamenti che stiamo provocando sono senza precedenti nella storia.
Si puĂČ riscontrare questa grande accelerazione anche a livello sociale. Il filosofo e sociologo tedesco Hartmut Rosa descrive tre dimensioni di questa accelerazione s...