Il nucleare non fa bene al clima
Hervé Kempf, Emanuela Braida
- 64 pages
- Italian
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Il nucleare non fa bene al clima
Hervé Kempf, Emanuela Braida
Ă propos de ce livre
Una strana ossessione: scommettere su un'energia divenuta marginale nel mondo, piĂș costosa delle rinnovabili e causa di rischi incommensurabili. Ma il nucleare non Ăš solo il segno del fallimento di una classe dirigente. Esso esprime una visione del mondo superata, che sogna una crescita senza limiti. Di fronte al clima che cambia ci serve un'economia sobria fondata sulle energie rinnovabili. In Europa, dimentichi delle catastrofi di Cernoby e di Fukushima e dei rischi a Zaporizzja in Ucraina, i lobbisti del nucleare rialzano la testa, provando a dire che Ăš una soluzione per il clima. Ma non lo Ăš. Per almeno quattro ragioni valide e convincenti. Innanzitutto, decidere oggi di costruire nuove centrali significa realizzarle tra dieci anni come minimo: troppo poco e troppo tardi, rispetto agli obiettivi del 2030 per ridurre le emissioni. In secondo luogo i problemi di sicurezza sono enormi. I rischi di un incidente sono bassi? Lo erano anche per le catastrofi che abbiamo menzionato. Ma se dovesse accadere un nuovo incidente, gli effetti sarebbero devastanti per anni per la salute, l'ambiente e il Pil. In terzo luogo, i costi previsionali sono altissimi e praticamente a consuntivo raddoppiano sempre. Significa sprecare risorse utili per energie pulite rinnovabili. Quarto: le criticitĂ delle scorie radioattive sono immense ancora adesso per le centrali esistenti. E non faranno che crescere con la realizzazione di nuove centrali. Il nucleare riassume cosĂ l'idea, superata, di una crescita senza limiti. Dobbiamo pensare a un'economia sobria fondata sulle energie rinnovabili.