Austausch mit den Partnerkindern | Scambio con i bambini della scuola partner
Die italienischen Partnerkinder und viele Eltern sind zu Besuch in Innsbruck.
I bambini della scuola partner italiana e molti genitori sono in visita a Innsbruck.
Nicht nur die Kinder beider Schulen lernen sich kennen, auch die Eltern treffen sich.
Non solo i bambini delle due scuole iniziano a conoscersi; anche i genitori si incontrano.
Beim gemeinsamen Tanzen kommen sich die Kinder näher.
Ballando insieme i bambini iniziano a conoscersi meglio.
Der zweisprachige Nikolaus ist immer ein willkommener Besucher.
La visita del San Niccolò bilingue è sempre un successo.
Nach der langen Fahrt nach Innsbruck werden die Partnerkinder zuerst einmal verpflegt.
Dopo il lungo viaggio a Innsbruck i bambini della scuola partner fanno come prima cosa merenda.
Die Kinder arbeiten und spielen in kleinen Gruppen. (1)
I bambini lavorano e giocano in piccoli gruppi. (1)
Die Kinder arbeiten und spielen in kleinen Gruppen. (2)
I bambini lavorano e giocano in piccoli gruppi. (2)
Gemeinsames Basteln ist besonders beliebt.
Fare dei „lavoretti“ è una cosa che piace molto a tutti.
Auch beim Besuch der Innsbruckerinnen und Innsbrucker in Trient wird gemeinsam gespielt und gearbeitet.
Anche durante la visita dei bambini di Innsbruck a Trento si gioca e si lavora insieme.
Beim Sprachspiel für die ganze Gruppe hören alle genau hin.
Un gioco di gruppo con le lingue. Tutti ascoltano attenti.
Und irgendwann werden dann auch längere Texte und Geschichten geschrieben.
Durante la lezione si scrivono anche storie e testi più lunghi.
Die Klangübertragung des Wassers wird im Metallbecken gefühlt (Glockenmuseum Grassmayr).
La trasmissione del suono attraverso l’acqua viene sperimentata in un contenitore di metallo (Museo delle campane Grassmayr).
Hurra! Endlich angekommen! Im Wald von Candriai gibt es viel zu entdecken.
Urrà! Arrivati finalmente! Nel bosco di Candriai c’è tanto da scoprire.
Im morgendlichen Sitzkreis wird das Programm des Tages besprochen.
Nel cerchio mattutino si parla del programma della giornata.
In Waidring kann man im Gestein Spuren längst vergangener Zeiten entdecken.
Nella località di Waidring si ritrovano nella pietra tracce di epoche passate.
In österreichisch-italienischem Teamwork wird ein gemütliches Waldsofa gebaut.
Grazie al lavoro di squadra italo-austriaco si costruisce un comodo „divano“ nel bosco.
Österreich und Italien werden von den Kindern als Teil von Europa wahrgenommen.
L’Austria e l’Italia vengono percepite dai bambini come una parte dell’Europa.
Französisch? Englisch? Italienisch? Deutsch? Jeder ist willkommen!
Francese? Inglese? Italiano? Tedesco? Tutti sono benvenuti!
Der Jahreskreis nach Maria Montessori: wunderbar geeignet für jede Sprache!
Il ciclo delle stagioni secondo Maria Montessori. Si adatta perfettamente ad ogni lingua!
Zur Abwechslung: eine Amerikanerin zu Besuch im Englischunterricht.
Per cambiare un po’, un’americana alla lezione d’inglese.
Schnee oder neve? Egal, Hauptsache, es macht Spaß!
Schnee oppure neve? È lo stesso, l’importante è divertirsi!
Ein bilinguales Lehrerinnen-Team an der VS Innere Stadt
Una squadra di insegnanti delle classi bilingui alla scuola primaria „Innere Stadt“
Indicazioni per la lettura
Care lettrici, cari lettori, state per iniziare la lettura di un testo in cui viene presentata l’esperienza dei primi dieci anni di vita del progetto Classi Bilingui alla scuola primaria Innere Stadt di Innsbruck.
Più di centoventi bambini e più di una dozzina di insegnanti vi hanno partecipato. Uno degli intenti principali in questo libro è soprattutto quello di non voler rappresentare i bambini come delle attrazioni da circo. La maggior parte di essi è arrivata in queste classi tramite una decisione ragionata dei genitori, ma in qualche occasione anche tramite una serie di fattori a volte casuali. Ogni classe rappresenta un universo di personalità diverse che appaiono in diverse costellazioni ma che vogliamo rispettare tutte.
In questa pubblicazione verranno presentati spesso dei casi esempio, nei quali però non nomineremo mai i bambini per nome e, se la situazione lo richiede, con dei nomi fittizi.
Abbiamo discusso a lungo anche su come comportarci nel caso delle insegnanti, decidendo alla fine di non lasciare nell’anonimità le dodici maestre che sono state coinvolte in questo progetto. Per questo motivo le citeremo nel testo con i loro nomi.
A proposito delle maestre: perché non si parla anche di maestri? Semplicemente per il fatto che nel corso di questi dieci anni non ce ne sono stati nelle classi bilingui fino alla fine dell’anno scolastico 2014/15.1
In questo punto la scuola primaria Innere Stadt non si differenzia dalle altre scuole in Tirolo e nel resto d’Europa.
Questo ci fa riflettere anche sulla questione Gender. Le scuole sono dappertutto luoghi, nei quali si possono incontrare normalmente più donne che uomini, soprattutto nell’ambito della scuola primaria. Per quanto riguarda gli scolari invece i sessi sono rappresentati in percentuali alquanto equilibrate in tutti i gradi di scuola. Ciò riguarda anche le nostre classi. Non c’è bisogno di essere per forza appassionate femministe per considerare insoddisfacente il fatto che in un testo sulla scuola si parli di insegnanti e scolari al maschile e solo in una breve nota a piè pagina si faccia presente che in ogni caso si intende anche LE scolare e LE insegnanti. Non sarebbe giusto. In questo testo cercheremo di utilizzare sempre le due formulazioni al maschile e al femminile. Ciò avverrà per la versione tedesca del testo.
Non pensiamo che in questo modo la lettura diventi più difficile. Ma questo lo giudicherete voi. In italiano questa distinzione normalmente non è così rilevante e per questo abbiamo deciso di non fare questa differenza.
In questa pubblicazione troverete anche una sequenza di foto che rappresentano la nostra scuola e alcune fasi delle lezioni.
Che cosa raffigurano? La lezione è un processo incredibilmente complesso e dinamico. Molte cose succedono contemporaneamente; venti o più persone sono coinvolte nello stesso tempo e tante interazioni avvengono simultaneamente. La lingua come strumento di rappresentazione non è del tutto adeguata a mostrare ciò.
Nella lingua, sia quella parlata ed ancora di più nella lingua scritta, le parole, le frasi, i pensieri si susseguono in modo lineare e per questo non del tutto idoneo a descrivere l’andamento di una lezione. Tutto ciò si potrebbe mostrare in modo più preciso con delle immagini, che riescono a fermare in modo più sintetico e rappresentativo alcuni momenti. Purtroppo però le nostre insegnanti non riescono ad insegnare e a trovare anche il tempo per fissare delle fasi della lezione attraverso le fotografie. Nel corso di questi anni non abbiamo avuto neanche la possibilità di far svolgere questa funzione ad un fotografo professionista. I nostri tentativi di ricostruire attraverso la fotografia alcuni momenti importanti o alcune scene di lezioni particolarmente significative non hanno purtroppo funzionato per il semplice motivo che le scene non rispecchiavano l’atmosfera autentica e spontanea che volevamo ottenere.
Il materiale fotografico presente in questo libro è composto da varie istantanee più o meno casuali. Forse esse riusciranno a trasmettere un po’ dell’atmosfera che si respira in questa scuola. Esse non hanno un rapporto diretto e coerente con il testo. Sono semplicemente delle illustrazioni di alleggerimento del contenuto. Vi preghiamo di considerare ciò con la dovuta indulgenza.
Nella pubblicazione sono reperibili inoltre molte dichiarazioni testuali dei nostri scolari. Queste parti sono sempre messe in corsivo e non sono state in nessun caso modificate; sono quindi espressioni autentiche dei bambini di queste classi. Le citazioni sono state adattate solo per quanto riguarda la norma linguistica, l’ortografia e le regole grammaticali.
Tutti i contributi di questo libro rispecchiano l’opinione personale delle autrici e degli autori e sono firmati dalle stesse/dagli stessi.
Ciò non significa però che non sia presente una linea comune nel gruppo che ha lavorato a questo progetto; pensiamo tuttavia che questo modo di procedere possa riportare meglio eventuali differenze d’opinione. Anche oggi, dopo dieci anni di lavoro, i temi di discussione nelle riunioni del nostro gruppo di lavoro non mancano.
Vi auguriamo una piacevole lettura, che possa anche suscitare il vostro interesse e farvi riflettere su queste tematiche!
Eva Nora Hosp / Saverio Carpentieri / Siegfried Winkler
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Visita ad una scuola – invece di una prefazione
Esiste un’idea generale della scuola che si ritrova in tutt’Europa. Una parte fondamentale riguarda l’architettura ma ci sono anche altre cose: impressioni acustiche ed ottiche, perfino determinati odori sono tipici degli edifici scolastici.
Una delle caratteristiche standard è il rumore: la mattina, quando le classi si riempiono, poi più tardi durante gli intervalli e alla fine della giornata scolastica, quando tutti gli alunni vanno a casa. Le diverse fasi della quotidianità scolastica vengono scandite dalla campanella che, a seconda dei tipi, fa uno squillo acuto, stride o in modo alternativo batte un colpo di gong. Un’altra caratteristica tipica è il silenzio durante le lezioni. È difficile immaginare che in un edificio scolastico siano presenti dai cinquanta ai quattrocento scolari, seduti nelle aule o che si aggirino nei corridoi, e tutto sia sempre tranquillo. Il più delle volte regna il silenzio. Spesso non si sente volare una mosca. Le porte delle classi normalmente sono chiuse e non si sente alcun rumore provenire da esse. Quello che si svolge durante le lezioni non viene svelato ai visitatori della scuola che girano all’interno dell’edificio. Quello che invece si nota subito è il fatto che le classi siano ordinate secondo un rigido sistema numerico; dopo la 1° A, viene la 1° B, poi la 2° A e la 2° B ecc.
Anche le pareti dell’edificio e le trombe delle scale, decorate con i lavori degli scolari e delle scolare, fanno parte dello standard. In questi spazi vengono esposti in modo più o meno vario e fantasioso i lavoretti realizzati dagli alunni. È sempre una piccola parte dell...