Smile Energy
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Smile Energy

Il coraggio di cambiare per un futuro con futuro

  1. 260 pagine
  2. Italian
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Smile Energy

Il coraggio di cambiare per un futuro con futuro

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Negli ultimi due secoli l'energia fossile a basso prezzo non ha portato soltanto a un'esplosione demografica senza precedenti ma anche ad altri sviluppi preoccupanti come il consumo indiscriminato di risorse, l'estinzione di specie animali e vegetali, l'aumento di CO2 nell'aria, l'acidificazione degli oceani. Stiamo rapidamente raggiungendo i limiti del nostro pianeta. È il nostro istinto ad avvisarci che l'attuale strada è sbagliata.Ma cosa possiamo fare per avere "un futuro con futuro"? È un'illusione sperare che le nuove tecnologie possano salvarci dai nostri comportamenti insostenibili: il cambiamento deve partire da noi. Solo così la tecnologia ci potrà aiutare a costruire il futuro che ci auguriamo."Smile Energy" non è certo un elenco di obblighi, bensì un invito a percepire la realtà in modo diverso. La svolta parte dall'energia, che dimostra di essere la vera valuta del benessere.

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La forza che muove tutto

Provate a immaginare di alzarvi la mattina, come fate ogni giorno, di stirarvi le membra, di tirare le tende della camera da letto e… sentire che il respiro si blocca. Provate a spostare lo sguardo qua e là, come fate di solito, ma non vedete niente. È buio fitto. Non c’è più il mattino con il Sole che sorge ma un muro di oscurità. Non è un black-out elettrico, è che semplicemente il Sole non c’è più.
Nessun timore, è solo un piccolo gioco. Sappiamo che per almeno un paio di miliardi di anni il Sole non ci abbandonerà. Ma cosa accadrebbe senza questa stella splendente che emana un calore spaventoso da una distanza di 150 milioni di chilometri? Quali sarebbero le conseguenze se domani questa fonte di energia improvvisamente venisse a mancare?
Gli astrofisici hanno provato a calcolarlo: già solo ventiquattro ore senza il Sole farebbero raffreddare la Terra a una temperatura di meno 15 gradi Celsius. Dopo tre giorni la temperatura terrestre scenderebbe in media a meno 40 gradi e dopo cinque giorni saremmo già a meno 80 gradi. Dopo una settimana si raggiungerebbero i meno 173 gradi, ogni forma di vita sarebbe impietrita e si assisterebbe alla liquefazione dell’ossigeno.
Questa breve digressione nel campo della fisica ci porta a un punto cruciale: senza il flusso continuo di energia in arrivo dal Sole sulla Terra non può esserci alcuna forma di vita. In primavera godiamo dei suoi caldi raggi tenendo gli occhi chiusi e non c’è alcun rischio che interrompa la sua fornitura di calore o ci recapiti una bolletta.
Il Sole non dispensa solo un calore benefico al nostro corpo dopo i freddi giorni invernali ma riscalda anche il suolo, i mari e l’atmosfera. La sua energia determina il tempo atmosferico, condiziona il clima, causa la siccità e il gelo, scatena i venti che soffiano sulla Terra. Il Sole permette e conserva ogni forma di vita, è la fonte della vita.
La Terra ha bisogno di un anno per compiere la sua orbita intorno al Sole con un percorso di 940 milioni di chilometri. E ogni singolo “passo” della Terra è importante per conservare la vita come la conosciamo, con i ritmi del tempo atmosferico e delle stagioni. Ognuno di questi 940 milioni di chilometri che la Terra ogni anno compie intorno al Sole è essenziale per il mantenimento della vita sul nostro pianeta. Determinante è l’inclinazione dell’asse terrestre di 23 gradi rispetto al piano della sua orbita. Senza questa inclinazione le regioni equatoriali brucerebbero e quelle circumpolari sarebbero eternamente irrigidite sotto una coltre di ghiacci. Le scienze naturali moderne ci hanno permesso di comprendere più approfonditamente il firmamento con il suo grande fascino e di disporre di conoscenze complete sul nostro Sole. Oggi a proposito della nostra stella abbiamo informazioni che non abbiamo mai avuto durante tutta la nostra storia, ma il Sole resta comunque per noi ancora estraneo e forse più lontano di quello che era per i nostri progenitori, che gli assegnavano un posto importante nella vita quotidiana, nella fede, nella loro rappresentazione del mondo. Essi ne “sentivano” l’importanza, sentivano che il loro vivere e sopravvivere dipendeva dal Sole. Noi, al contrario, sappiamo tutto ma non sentiamo niente.
Oggi il sistema solare ha il suo posto nell’istruzione scolastica, schiacciato a forza tra contenuti che devono essere somministrati agli studenti sulla base dei relativi programmi. L’importanza del Sole viene messa sullo stesso piano del teorema di Pitagora. Una volta conclusa la formazione scolastica, tutto quel che si è imparato sul Sole viene rimosso come la maggior parte di quello che è stato riversato nelle teste degli allievi. Si dimenticano anche i numeri incomprensibili sulla quantità di energia che il Sole invia ogni anno sulla Terra, che ci si potrebbe immaginare come 35 milioni di miliardi di litri di petrolio o 350.000.000.000.000.000 di chilowattora. Ci resta impresso nella memoria solo ciò che è in grado di suscitare in noi delle emozioni e dunque di sicuro non dei numeri che, per di più, sono di difficile lettura. Anzi sarebbe il caso che in qualche modo la relazione tra Sole, Terra e vita ci venisse spiegata non solo tramite le parole ma che ci venisse permesso di coglierla in prima persona e di sentire questa unità.
Il Sole è la forza che muove tutto e noi abbiamo bisogno della sua energia per vivere. Se la sua disponibilità dovesse scarseggiare, risulterebbe sufficiente a malapena per sopravvivere. L’energia facilmente utilizzabile, invece, promette subito benessere e ricchezza.
La rivoluzione industriale sarebbe stata inconcepibile senza le riserve energetiche immagazzinate di cui disponiamo. Per il nostro attuale standard di vita dobbiamo ringraziare il fatto che milioni di anni fa l’energia del Sole è stata catturata e immagazzinata. È come se a nostro beneficio fosse stato aperto un immenso “conto solare” che da alcuni decenni abbiamo cominciato a dissipare consumando carbone, petrolio e gas in quantità enormi.
Ma da quando abbiamo iniziato ad attingere da questa ricchezza di energia senza paragoni – o almeno da quando ha iniziato a farlo una parte dell’umanità, dato che troppo spesso dimentichiamo che miliardi di persone non hanno neanche un pezzetto di questa torta energetica – abbiamo perso il senso e il sentimento dell’energia. La nostra ubriacatura energetica ha cancellato un patrimonio di esperienze che per quanto riguarda il nostro rapporto con l’energia abbracciava molte generazioni. Il suo posto è stato preso da nuove esperienze, come ad esempio la velocità. Premendo sul pedale dell’acceleratore scateniamo forze gigantesche che ci proiettano in avanti quasi come una freccia lungo una traiettoria. Il decollo di un aereo ci preme contro il sedile per portarci in brevissimo tempo in cielo come un uccello. Poco tempo fa tutto questo era possibile solo nel mondo dei sogni. Entriamo in un atrio, cerchiamo l’ascensore, premiamo un pulsante e veniamo sollevati all’istante fino a un piano qualsiasi. Quello che sentiamo è al massimo uno strappo ma dell’energia che ci solleva non percepiamo nessuna traccia. Ma anche esperienze meno spettacolari hanno plasmato i nostri comportamenti; ad esempio gli appartamenti riscaldati, in cui anche con temperature esterne inferiori allo zero possiamo svolgere le nostre attività anche con vestiti non particolarmente pesanti, senza preoccuparci in alcun modo del microclima interno. Non è passato molto tempo da quando nei mesi invernali solo in un ambiente in tutta la casa la temperatura veniva controllata, mentre le altre stanze restavano fredde. La ricerca, la preparazione, la conservazione e il riscaldamento del combustibile necessario costituivano un insieme di lavori fisici parecchio faticosi. Oggi tutte queste operazioni sono state in gran parte automatizzate e l’unico segno tangibile del collegamento alla rete del teleriscaldamento è il recapito a determinati intervalli di tempo della bolletta del riscaldamento. Nelle nostre case possiamo godere di un microclima interno piacevole, indipendentemente dal fatto che fuori ci sia il gelo o un caldo afoso, perché la tecnologia e l’energia provvedono alla compensazione necessaria. Ma ancora una volta dell’energia responsabile del nostro comfort non vediamo niente.
La disponibilità di energia facile e a buon mercato ci ha fatto dimenticare quale sia il suo significato. Tutte le generazioni che ci hanno preceduto – prima dell’ingresso nell’era dei combustibili fossili – hanno condotto un’esistenza caratterizzata da una grande scarsità di energia. Le uniche fonti energetiche degne di nota di cui l’umanità disponeva allora erano la forza muscolare e il legno. Ma anche queste, come la forza del vento o dell’acqua, sono da ricondurre al Sole. In questo caso il ruolo fondamentale è giocato dalle piante, che sono una fonte sia di nutrimento che di calore. In fin dei conti tutte le forme di vita dipendono da quello che le piante riescono a fare grazie all’energia solare. Esse costituiscono la base del nostro nutrimento e di quello degli animali. Ne abbiamo bisogno per il nostro apporto energetico quotidiano, per far funzionare il nostro metabolismo.
Sembra strano ma un tempo quando l’energia era scarsa gli uomini pregavano il Sole e oggi che siamo miracolati da una quantità abbondante di energia proveniente in qualche modo tutta dal Sole abbiamo ridotto l’importanza del Sole a un fattore di protezione da stampare sulle confezioni delle creme solari. Il Sole è diventato pericoloso, ammoniscono i medici: fa invecchiare la pelle prima del tempo e se lo si prende senza protezione può essere causa di tumori alla pelle.

Il Sole e il suo posto

Come già detto, il nostro rapporto con il Sole un tempo era diverso. Già prima che l’umanità fosse consapevole dell’evoluzione, del ciclo del carbonio e della fotosintesi, esisteva il presentimento che il Sole dovesse essere alla base della vita, che noi fossimo dipendenti da questa centrale energetica situata nel mezzo del cielo.
È stata dunque lunga la strada dal presentimento fino alla consapevolezza che la Terra non sia il centro dell’universo e che non lo sia neppure il nostro Sole. Nel frattempo abbiamo cominciato a capirne un po’ di più. Il Sole è certamente il centro del nostro sistema solare ma è solo una stella tra molte altre nella Via Lattea, la nostra galassia. E a sua volta la Via Lattea è solo una galassia tra molte altre nell’infinita estensione del cosmo. Sono circa 100 miliardi le stelle che si trovano all’interno della Via Lattea, la cui struttura piatta appare simile a un disco. Oggi grazie a innumerevoli fotografie stampate in eleganti volumi illustrati o presenti in un’infinità di siti internet possiamo osservare da vicino il Sole cogliendone in pieno il fascino. Quando non esistevano né i telescopi, né gli apparecchi fotografici il Sole aveva un posto nel cuore degli uomini, come testimoniano gli inni a lui dedicati in ogni epoca.
Il Sole è certamente la passione più antica dell’umanità. Ogni riferimento alla forza originaria e dispensatrice di vita della nostra stella principale è accompagnato da invocazioni liriche che come un filo rosso corrono dalla civiltà egizia fino all’Illuminismo e alla modernità.
Ancora prima della nascita delle grandi religioni monoteiste gli uomini svilupparono i primi culti del dio Sole. Akhenaton, un faraone egizio, regnò con il Sole dal 1350 al 1334 a. C. circa. Durante il suo dominio ventennale la preghiera al Sole della tradizione egizia subì un mutamento perché Akhenaton – noto anche come Amenofi IV – mise prepotentemente il Sole al centro della sfera religiosa. Il Grande inno ad Aton (cioè al Sole) di Akhenaton è concepito come una professione di fede piena di calore e di riconoscenza e inizia così:
Tu sorgi bello all’orizzonte del cielo
o Aton vivo, che hai dato inizio al vivere.
Quando ti levi all’orizzonte orientale
tutte le terre riempi della tua bellezza.
Tu sei bello, grande, splendente, eccelso in ogni paese
[…]
Come numerose sono le tue opere!
Esse sono inconoscibili al volto degli uomini,
tu Dio unico, al di fuori del quale nessuno esiste.
Tu hai creato la terra a tuo desiderio,
quando tu eri solo,
con gli uomini, il bestiame ed ogni animale selvatico,
e tutto quel che è sulla terra – e cammina sui suoi piedi – e tutto
quel che è nel cielo e vola sulle sue ali.1
Tremila anni prima che si sviluppassero le scienze naturali moderne questo faraone istituì dunque una sorta di dottrina di Stato secondo la quale tutto si muove intorno al Sole. In seguito autorizzò solo il culto monoteistico di Aton, divinità che era la personificazione del disco solare, sopprimendo tutti gli altri dei del pantheon egizio.
Se l’immagine copernicana del cosmo era ed è concepibile solo attraverso uno sforzo di astrazione razionale, il culto egizio del Sole offriva invece qualcosa di direttamente “esperibile”. L’Inno al Sole di Akhenaton esprime in forma poetica l’importanza fondamentale del Sole. “Mai prima di allora”, scrive Dieter Hildebrandt (“Die Sonne: Biographie unseres Sterns”), “una società era stata così vicina a sfruttare l’energia del Sole per il buon funzionamento del suo sistema politico”.
Secondo la visione di Akhenaton il Sole era il centro, “cosicché tutto, l’intera realtà visibile e invisibile, è riconducibile all’attività della luce e del tempo, e così del Sole”. Akhenaton riteneva di aver scoperto il principio fondamentale da cui nasceva, e ogni giorno rinasce, il mondo.
Ma il Sole riveste un ruolo fondamentale anche in altre civiltà del passato. I sumeri celebravano anch’essi il dio del Sole Utu. Presso i babilonesi corrispondeva al dio Shamash che ogni giorno faceva il suo ingresso in cielo e ai cui raggi nulla restava celato. Nell’antico Egitto Ra (detto anche Re o Re-Atum) era onorato come dio del Sole.
Nell’antica Grecia si venerava il dio del Sole Helios che percorreva ogni giorno il firmamento con il suo carro di fuoco. In ogni caso gli antichi greci non avevano a che fare con il Sole esclusivamente attraverso i miti, poiché da questo popolo provengono anche le prime riflessioni sul Sole in quanto oggetto fisico. Quella che è certamente la teoria più antica venne formulata da Senofane, che definiva il Sole una massa di vapori infuocati o una nuvola di fuoco, e dal filosofo presocratico Anassagora, che descriveva il Sole come una pietra incandescente. Posidonio, un altro filosofo greco, scriveva: “Il Sole illumina l’intero cosmo che è quasi infinito. Con la pienezza della sua forza soffia la vita nella terra […]”. Ma nonostante i filosofi greci riconoscessero l’importanza fondamentale del Sole per il mondo, in base a ciò che vedevano, lo ritenevano generalmente solo un piccolo corpo celeste. Per molto tempo fu considerato meno importante della Terra perché questa stava al centro del cosmo, circondata da altri corpi celesti. Claudio Tolomeo (ca. 75-170 d. C.) aveva cercato di condensare il moto dei pianeti in un’unica, complicata teoria. Secondo quest’ultima esistevano sette pianeti, inclusi il Sole e la Luna, che si muovevano attorno alla Terra. La Terra rimaneva “fissa” e il Sole una volta l’anno compiva un giro completo della sfera delle stelle fisse, che parevano essere appese proprio a questa sfera che ruotava quotidianamente avendo come centro proprio la Terra. Questa concezione del cosmo si tramandò immutata fino al XVI secolo, quando Niccolò Copernico pose il Sole al centro di tutto. Egli mise cioè in discussione la cosmologia geocentrica ribaltandola completamente: secondo lui era la Terra a girare attorno al Sole e non viceversa. Era una teoria ardita che fu resa pubblica nel 1543. La sua esattezza fu confermata poco tempo dopo da Giovanni Keplero che, basandosi sulle proprie osservazioni del pianeta Marte, dimostrò che i pianeti si muovevano attorno al Sole, lungo orbite ellittiche. Questo movimento influenza le stagioni che proprio per questo hanno durate differenti. All’inizio di gennaio si raggiunge la distanza minima tra la Terra e il Sole, mentre in luglio la Terra si allontana maggiormente dal Sole. Di conseguenza il periodo che intercorre tra l’inizio dell’autunno e quello della primavera è di 179 giorni, mentre quello dall’inizio della primavera all’inizio dell’autunno di 186 giorni. Pertanto l’estate dura sette giorni in più rispetto all’inverno, anche se considerando gli effetti del cambiamento climatico talvolta si ha una percezione diversa.
Il nostro modo tradizionale di rapportarci al Sole è cambiato quando abbiamo iniziato a esaminare la natura e a cercare di dare un ordine al cosmo. Abbiamo dunque elevato la scienza a nuova religione. Lo stupore, gli inni e le lodi sono stati sostituiti dalle analisi, dalle ipotesi e dagli esperimenti alla continua ricerca di prove. È innegabile che l’investigazione e lo studio della natura ci abbiano permesso di conoscere e applicare quei principi fondamentali grazie ai quali ci siamo liberati da un mondo in cui il capriccio delle divinità e dei demoni ci infondeva terrore e ansia. Un’eclissi di sole, ad esempio, nel passato era associata a cattivi presagi: la peste, la morte, il diavolo, la fine del mondo. Gli uomini attribuivano ogni sorta di effetti negativi al “sole nero”. Ed è comprensibile, perché lo spettacolo della natura è grandioso. Quando durante un’eclissi totale di Sole, la Luna copre il Sole – cioè si interpone tra quest’ultimo e la Terra, gettando la sua ombra su di noi – in pieno giorno brillano le stelle, la temperatura scende considerevolmente e gli animali ammutoliscono. Solo la scienza moderna ha potuto fare chiarezza su questo enigma spettacolare e spiegare che cosa fa splendere il Sole in maniera ininterrotta. Questa stella è una vera e propria centrale atomica che secondo stime attendibili fornirà energia alla Terra ancora per cinque miliardi di anni. Poi anche la fine del Sole si avvicinerà e sarà spettacolare. Prima si espanderà gradualmente fino a diventare una stella gigante, poi emetterà enormi quantità di materia e infine si raffredderà fino a diventare una modesta stella nana. Ma per noi questa non è una preoccupazione concreta. Quello su cui dovremmo riflettere, invece, è che gli incontestabili successi del pensiero razionale hanno dato origine a una sorta di certezza di riuscire ad assoggettare la natura; si manifestano in molte forme, sia attraverso l’arroganza che attraverso la sensazione di poter essere autosufficienti. Ci allontaniamo sempre più dalla natura e nel frattempo ci consideriamo come se fossimo al di fuori di essa, cioè la concepiamo come qualcosa di estraneo.
Allo stesso modo oggi vediamo anche il Sole con occhi diversi. Non abbiamo un rapporto di “empatia” con esso, ma lo consideriamo in prima battuta come un oggetto di ricerca scientifica. Da fonte di vita che dispensa luce e calore è diventato solo un gigantesco reattore atomico il cui processo di fusione prosegue da 4,6 miliardi di anni. Oggi sappiamo che ogni secondo vengono bruciate 700 milioni di tonnellate di idrogeno che si convertono in 695 milioni di tonnellate di elio. Questa fusione, a temperature intorno ai 15 milioni di gradi, libera energia. Sulla superficie solare si hanno costantemente temperature di circa 5.700 gradi Celsius. Da questa superficie, chiamata fotosfera, si irradiano nell’universo luce e calore. Per questo motivo il Sole perde ogni secondo una massa di 4 miliardi di chilogrammi. Ma può permetterselo, poiché contiene più del 99,8 % della massa del nostro sistema solare. Per raggiungere il volume del Sole ci vorrebbero 1,3 milioni di piane...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Impressum
  3. Indice
  4. Un invito
  5. … non abbiamo imparato niente
  6. Energia
  7. Clima
  8. Dal sapere al fare
  9. Le strade verso un futuro sostenibile
  10. Per un futuro che abbia ancora un futuro
  11. Non è l’ultima pagina
  12. Bibliografia e fonti
  13. Biografia dell’autore
  14. La Fondazione ClimAbita