Verbum e ius
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Verbum e ius

Predicazione e sistemi giuridici nell'Occidente medievale / Preaching and legal Frameworks in the Middle Ages

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Verbum e ius

Predicazione e sistemi giuridici nell'Occidente medievale / Preaching and legal Frameworks in the Middle Ages

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Il tema del rapporto tra Verbum e ius, tra fede, legge naturale e diritto positivo, è stato oggetto nel medioevo di un intenso dibattito. Lungi dal rimanere chiuso nei luoghi del sapere, esso è stato affidato da parte ecclesiastica a pratiche pastorali finalizzate a influire in modo concreto sulla stesura delle leggi e sugli ordinamenti non solo religiosi, ma anche civili e statuali. I saggi raccolti nel presente volume rivolgono l’attenzione a quel dibattito, ponendo al centro della propria indagine la predicazione e i predicatori che trasformarono in “comunicazione pubblica” i discorsi eruditi di esegeti, teologi, giuristi e magistri intorno ai concetti di legge, comunità e fede.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788864538105

Verbum e ius Predicazione e sistemi giuridici
nell’Occidente medievale
Preaching and legal Frameworks
in the Middle Ages


a cura di
Laura Gaffuri e Rosa Maria Parrinello




Firenze University Press
2018

Ringraziamenti

Ogni volume collettivo è il frutto di collaborazioni scientifiche durature che, dalla prima definizione e messa in opera del progetto comune, giungono infine alla pubblicazione dei risultati. Questa è anche la storia del presente volume, punto d’arrivo di un progetto nato in seno alla International Medieval Sermon Studies Society e apertosi subito al dibattito storico-medievistico internazionale attraverso il coinvolgimento di specialisti non solo della predicazione medievale. Oggi, a conclusione di questo percorso, desideriamo esprimere la nostra riconoscenza a tutti coloro che in vario modo hanno sostenuto le diverse fasi di questo lavoro: ai membri della International Medieval Sermon Studies Society e agli studiosi che hanno accolto con entusiasmo la proposta di un tema così impegnativo, e sostenuto poi con pazienza la gestazione del volume; ai coordinatori della Redazione di Reti Medievali che hanno condiviso con immutata forza d’animo la lunga lavorazione redazionale; e a Carlo Dolcini, senza il quale questo volume di saggi non avrebbe mai potuto vedere la luce.
Il nostro ultimo pensiero va a Phyllis Barzillay Roberts, docente di storia medievale presso la Columbia University e il Graduate Center di New York (USA), e tra i membri fondatori della International Medieval Sermon Studies Society. Alla sua ridente intelligenza e alla memoria del suo insegnamento dedichiamo questo nostro volume nella triste circostanza della sua scomparsa.
Torino, giugno 2018
[L. G. e R.M. P.]

La predica e la norma.
Osservazioni sui rapporti tra predicazione, teologia, diritto nel medioevo di Laura Gaffuri

Il contributo analizza il passaggio della lex da un inquadramento essenzialmente teologico e orientato al confronto con la Rivelazione e il diritto divino nella cultura e predicazione altomedievali alle importanti novità successive alla redazione del Decretum di Graziano, quando il coinvolgimento dei predicatori nella riforma degli ordinamenti socio-economici e politici, unitamente all’osmosi tra pratiche giudiziarie e penitenza sacramentale, suscitò l’attenzione crescente dei frati per la cultura giuridica del loro tempo. In conclusione si esamina l’effettiva circolazione di una cultura religiosa e giuridica comune a predicatori e legislatori, presentando come caso-studio gli Statuta sabaudi del 1430.
The paper focuses on the transition of the idea of “law” from a mainly theological and exegetical framework by the high medieval culture and preaching to the important news following the drafting of the Gratian’s Decretum, when the greater involvement of preachers in the reformation of socio-economical and political systems, along with the osmosis between judicial practices and sacramental penance, made as a result the increasing attention of the friars to the contemporary legal culture. Finally, the paper discusses the true movement of a common and shared religious and juridical culture between preachers and lawmakers, through the case-study of the Savoy Statuta of 1430.
Medioevo; secolo XV; Europa; legge naturale; legge eterna/divina; diritto positivo; legge e religione; ordini mendicanti; francescani; domenicani; predicazione; omelia; sermone; predicazione giuridica; penitenza sacramentale; peccato; Statuta Sabaudie; ducato sabaudo.
Middle Ages; 15th Century; Europe; natural law; eternal/divine law; positive law; law and religion; mendicant orders; Franciscan friars; Dominican friars; preaching; homily; sermon; juridical preaching; sacramental penance; sin; Statuta Sabaudie; Savoy dukedom.
In ricordo di
Phyllis Barzillay Roberts,
nostra comune
magistra.

1. La predicazione fra teologia e diritto

Una quindicina di anni fa, il dibattito politico italiano consegnava all’opinione pubblica un lessico rimasto fino a quel momento di uso quasi esclusivo degli studiosi e nel quale i concetti di legge naturale e legge eterna erano posti in competizione con il diritto positivo e con il principio del fondamento umano della legge e della morale. Da allora, il confronto fra Antigone e Creonte, fra una legge eterna intesa come naturale e perciò valida per tutti gli uomini e una sua ratio invece storica e immanente, non ha più abbandonato il dialogo fra cattolici e laici riemergendo soprattutto nelle discussioni sui temi cosiddetti antropologici1.
Il contributo del millennio medievale a questo lessico è stato determinante, avendo provveduto alla sua risemantizzazione nella teologia e nella esegesi cristiane2. Su questa tradizione e sui rapporti tra teologia, legge naturale e diritto positivo si interrogano i saggi raccolti nel presente volume, ponendo al centro della propria indagine non tanto i dibattiti e le trattazioni dotte di esegeti, teologi, giuristi e magistri, quanto il loro trasformarsi nella comunicazione pubblica della chiesa medievale3. L’attenzione dei singoli studi è rivolta infatti alla relazione tra la norma4 e il “verbo” considerato nell’accezione non tanto (non solo) di parola rivelata quanto di comunicazione religiosa e pastorale, che intese trarre dal proprio fondamento teologico – la rivelazione trasmessa dalla Bibbia e dalla esegesi patristica dei primi secoli – regole di comportamento di validità universale.
Sul piano storiografico il tema dello studio congiunto delle culture religiose e giuridiche della civiltà occidentale è ormai uscito dai confini disciplinari della storia della Chiesa, della teologia e della canonistica, e coinvolge a pieno titolo gli storici del diritto e gli storici in una prospettiva ampiamente interdisciplinare e interconfessionale. Tra le prime iniziative accademiche sull’argomento va ricordato il programma avviato nel 1982 dalla Emory University di Atlanta (USA), da cui derivarono una rivista – il «Journal of Law and Religion» – e un centro di studi – il Center for the Study of Law and Religion – diretto oggi da John Witte, Jr. Gli obiettivi del progetto sono stati espressi chiaramente anche in tempi recenti dalle parole introduttive dello stesso Witte al volume Christianity and Law, pubblicato una decina di anni fa dalla Cambridge University Press: indagare la «interaction of legal and religious ideas and institutions, norms and practices» al fine di comprendere sia le «religious dimensions of law» sia le «legal dimensions of religion»5.
Non c’è dubbio che da questo punto di vista l’età medievale costituisca un oggetto di studio privilegiato, per le profonde osmosi ed interlocuzioni fra teologia e diritto, liturgia penitenziale e processo giudiziario6. Non solo i padri della Chiesa e gli esegeti dell’intero millennio medievale indicarono nella Rivelazione la fonte della lex e ne sostennero la validità e applicabilità nella vita quotidiana, ma anche i giuristi attinsero ampiamente a quello che Diego Quaglioni – trattando di Bartolo da Sassoferrato – ha definito lo «strumentario concettuale della grande dottrina teologica» del loro tempo7. Se per i primi il richiamo al Vangelo sanciva l’inviolabilità di un sistema normativo inteso come espressione della Ecclesia corpo mistico di Cristo e del suo itinerario verso la Salvezza8, per i secondi il ricorso ai «materiali della tradizione teologico-filosofica» significava «innalzare la scientia civilis a sapere sapienziale e oracolare»9. Secondo Laurent Mayali, nella sua introduzione al numero monografico della «Revue de l’histoire des religions» dedicato a L’Ordre chrétien médiéval entre le droit et la foi, l’incontro tra cristianesimo e diritto conferì all’uno una nuova forza nel quadro di un modello normativo cristiano inteso come conforme al progetto divino, e all’altro – còlto nella sua dimensione pastorale – l’equiparazione della trasgressione religiosa al crimine10.
Prima del 1140 e della redazione della Concordia discordantium canonum da parte di Graziano, l’impegno degli intellettuali di Chiesa fu volto soprattutto a testimoniare la superiorità del dettato neotestamentario, inteso come norma normans11, su ogni lex umana. Insieme alla letteratura patristica ne fu coinvolta anche la prima raccolta di lettere di un pontefice romano. Nel Registrum epistolarum di Gregorio Magno12 la rendicontazione della prassi papale di governo non è mai disgiunta dalla testimonianza di una concezione cristiana della giustizia, che rileggeva la lex romana alla luce della Verità escatologica dei Vangeli e dei primi quattro concili ecumenici, la cui autorevolezza era secondo Gregorio pari agli stessi Vangeli in quanto prima manifestazione dell’incarnarsi della legge divina nel mondo13. Non fu da meno la predicazione. Nelle Homiliae in Hiezechielem prophetam che lo stesso Gregorio predicò tra il 590 e il 592 nelle basiliche e nelle chiese di Roma, il papa ribadì frequentemente la superiorità e inarrivabilità della lex divina rispetto ai «precetti legali»14.
I parametri essenzialmente teologici ed esegetici entro cui si mosse la riflessione altomedievale sulla lex emerge di continuo dall’omiletica, anche dall’omiletica di età carolingia, e in particolare dal tema dell’elenco delle leggi. Nel 1995, Lawrence T. Martin e Thomas N. Hall pubblicavano uno studio...

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  1. Verbum e ius Predicazione e sistemi giuridici nell’Occidente medievale Preaching and legal Frameworks in the Middle Ages