Parole perse
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Informazioni sul libro

"Parole perse" è una raccolta di poesie, frammenti, pensieri e brevi racconti, suddivisi in ventuno diverse sezioni.

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9781523414161
Argomento
Letteratura

IV

ODI MARINE






A chi salta gli abissi.



I


Aria, nuovamente raccontami di lei.
Bonaccia, vago presentimento del
suo candido respiro giovanile.
Brezza, spirale ammaliatrice di
intimi sentimenti remoti.
Vento, delicato sapore di
quelle antiche unioni.
Tempesta, assoluta protagonista di
interminabili momenti di vuoto.
Burrasca, temuto e voluto epilogo di
un’immensa notte alla deriva.
Sogno e ricordo e risveglio e poi
ancora, immancabilmente, Vita.



II


Forse sei tu, amore mio,
quell’increspatura che intravedo
tra i flutti, mentre viaggi silente
sopra le creste e poi ti immergi
di schianto, senza esitazioni.
In quell’indefinito muro di noi
si lancia il solingo avventuriero
dei mari, senza mai vederne la fine.
E, se poi, il respiro impetuoso
del nostro unico grande padre
è entrato nel profondo, mai più
cadremo vinti, ma alzando un pugno
al cielo, cercheremo nuovamente la
tua presenza su altri giacigli.



III


La notte è inquieta e senza te
è inutile proseguire, lontano
e vicino si mescolano nel profondo.
Luci dell’alba e del tramonto, come
vi rassomigliate all’orizzonte!
Solo domani, fuggire da qui,
per sempre, senza nulla
come un viandante sconsolato.
Ma in quest’isola, eremo sempiterno
dei nostri dolori, rifugio delle
più ardite speranze, si rispecchia
ogni istante della mia esistenza.



IV


Mi sveglio immerso
nei tuoi ricordi, aggrovigliato
ai tuoi pensieri, certo che
i legami passati avranno
sempre un domani.
Di te rimangono solo sconfinati
riflessi, ammalianti ed
avvolgenti nella loro totalità.
Mentre io, imprigionato dalla memoria,
rimango immobile ad osservarti.



V


Immense praterie del mare
cavalcate così spesso, ma mai
abbastanza per essere possedute,
comunicatemi il suo anelante respiro
delle sere passate, quando il vostro
richiamo mi rendeva cieco e il
vostro fragore sordo.
Svelatemi la cagione per cui il vostro
triste dondolio mi rassicura e
nelle vostre infinitesime gocce
io sento la mia genesi:
se solo le sue cellule avessero
la stessa pulsione verso l’abisso!
Per intere notti vi ammiro:
e tutto è così puro.



VI


Come esprimerti di continuo
o forse per la prima volta
il mio amore? Nemmeno gli astri
o la luna hanno tutte le risposte,
ma io conosco le parole per
conquistare il tuo cuore affranto.
E la canzone dell’acqua è una cosa eterna.



VII


A piacimento del tuo aureo
canto si ripopolano le schiere
del cielo. Questa è la primavera
dei mari, quando ancora il vento
gelido osa sferzare il volto,
quando l’acqua ha ancora ricordo
dei freddi passati. Lunga memoria
ha l’oceano nei nostri sussurri,
tardivamente e di malavoglia si piega
al calore imminente. E come erranti
anime orfane del mondo, eternamente
mutevole ma resistente ai cambiamenti.



VIII


Sopra paesaggi nordici


Da alti monti, da aride colline
ogni soffio di aria gelida proseguendo
per strette valli intricate, nelle quali
predomina l’impeto dei torrenti,
si eleva solenne, come un primitivo organo,
in un sordo e cupo silenzio funebre;
in lontananza un faro, solitario spettatore
di un eterno ripetersi degli eventi,
cela l’orizzonte proprio dove esso
non vede le tenebre da tempo,
proprio dove le nostre anime si stanno unendo.
Come non amare questa visione anche se
la morsa dei ghiacci la libera solo per un attimo?
Le tendenze latine ed europee sono per sempre
cancellate di fronte alla mia consona dimora:
aspra natura selvaggia, cruda e misteriosa
questi sono i sentimenti cercati nelle radici
gaeliche e nei nordici spiriti vichinghi!
Solo ora vedo realizzate le promesse, le aspettative,
i sogni e le speranze di un’intera vita.
Eppure quest’incanto fiabesco si spezzerà,
noi due, qui trasportati come fragili piume
dal vento che vibra nei nostri animi,
già aspettiamo quel triste e malinconico
battello per solcare questo mare in senso inverso,
in senso opposto a quanto vorremmo.
Quest’effimera luce lascerà il passo alla notte
così come ogni nostra azione,
illuminata mai abbastanza dalla gloria della vita,
é destinata a spegnersi nell’inevitabile riposo.



IX


Ore remote


Vaga essenza del divino
intravedo nel tuo sguardo perso
di fronte ad oscuri infiniti;
perciò nel silenzio trovo il modo
sublime di assecondare le tue idee.
O, se anche tu, eterea rosa d’autunno,
capissi l’enorme delizia dell’estremo,
se anche tu, tenace aurora del nord,
avessi l’abisso nel profondo del cuore,
se anche tu, mia angelica passione,
piangessi per il destino degli astri,
forse capiresti quegli intensi minuti,
forse avresti il terrore di vivere:
e delle mai sopite speranze
non resterebbe che l’illusione.



X


Ultimi giorni


Terso é il cielo e senza vita
giace ormai l’ultima foglia insepolta
sul lungo viale del tramonto.
E di te mi narra ...

Indice dei contenuti

  1. “Parole perse” | SIMONE MALACRIDA
  2. INDICE ANALITICO
  3. ANNO SABBATICO
  4. BOZZE
  5. LUOGHI
  6. VERSI SOLITARI
  7. PENSIERI
  8. PREVEDERE
  9. LA GRANDE RUOTA
  10. GIORNO PASSEGGERO
  11. FRAMMENTI
  12. AMBIENTI
  13. ODI MARINE
  14. AZIONI
  15. RICORDARE
  16. LA PICCOLA CLESSIDRA
  17. ORA FUGACE
  18. DITIRAMBI
  19. SPAZI
  20. CANTI MERIDIANI
  21. TEMPI
  22. RITORNARE
  23. AETERNITAS
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