Testa, mani e cuore
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Informazioni sul libro

Un romanzo dai sentieri che si biforcano che ha per protagonista la passione per il lavoro, la voglia di farlo bene. Testa, Mani e Cuore è il romanzo dell'Italia operosa, quella che dà valore al lavoro, che mette impegno nelle cose che fa. L'Italia che vuole tornare a regalare al mondo intelligenza, arte, tecnologia, bellezza. L'Italia che c'è, è vera, esiste, bisogna solo raccontarla. Vincenzo Moretti intreccia il percorso narrativo con un fitto tessuto di riflessioni su come si possa oggi riassegnare un ruolo centrale al lavoro.

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Informazioni

Editore
Ediesse
Anno
2013
ISBN
9788823017764
Il lavoro e i luoghi. Internet
«Benvenuto mister Host, aspettavamo lei per cominciare.»
«Se sono arrivato adesso vuol dire che non potevo arrivare prima.»
«Naturalmente. Ho chiesto ai nostri programmi di preparare una versione beta del filmato da presentare al Consiglio di amministrazione. L’azione si svolge sul ponte della Motonave Carlo Pisacane mentre naviga da Palermo a Napoli e ha per protagonisti due quarantenni umani, Gaspare e Rita.»
«Le scelte sono sue, come del resto le responsabilità. Il presidente non vede l’ora di tornare a casa, dice che non ha senso vivere su un mondo così restio al cambiamento, ma purtroppo non possiamo andarcene se prima non portiamo a termine la nostra missione.»
«Il presidente può dire quello che vuole, è lui che comanda, ma connettere alla rete almeno il novantanove percento della popolazione mondiale non è così semplice.»
«Sciocchezze! La verità è che stiamo procedendo con una lentezza esasperante, stiamo impiegando più tempo qui di quello che ci è servito per mettere in rete l’intera galassia.»
«È vero. Però se guardiamo la cosa dal loro punto di vista dobbiamo prendere atto che gli umani si stanno muovendo a una velocità senza precedenti. Comunque con la nuova campagna di sensibilizzazione contiamo di convincere le popolazioni e i governi che ancora non l’hanno fatto ad aderire al nostro programma. L’approccio narrativo dovrebbe facilitare la loro comprensione e aumentare il loro interesse.»
«Non mi interessa l’approccio. E non so che farmene di altri punti di vista. Il presidente chiede soltanto risultati.»
«Capisco. Appena anche lei è pronto possiamo cominciare.»
«Io sono sempre pronto.»
«Naturalmente. Mister Hub, può partire. Buona visione, mister Host.»
Titoli di testa.
«Guarda come è chiara Gaspare, io dico che è la nostra notte fortunata. Se restiamo qui sul ponte quando anche le luci all’orizzonte si spengono magari possiamo vedere la Via Lattea, che io neanche me lo ricordo più quando è stato l’ultima volta.»
«Per me non c’è problema, siamo ben coperti e anche solo così la vista è incantevole. Sai che non credo di averla mai vista la Via Lattea?»
«Non è possibile! Magari te ne sei scordato, come ti capita con tante altre cose.»
«Può darsi. Però è possibile anche il contrario, non lo si può escludere, a meno che tu non possa testimoniarlo perché stavi con me quando l’ho vista.»
«Lo sai che non è così.»
«E allora come fai a dire che non è possibile se non sei certa che non è possibile?»
«Fermati Gaspare. Stop. Resetta. Il mio era solo un modo di dire, una maniera per manifestare la mia sorpresa a fronte della tua affermazione.»
«In questo caso avresti dovuto dire come è possibile con il punto interrogativo, non come è possibile con il punto esclamativo. Ma già, tu non domandi, tu emetti sentenze.»
«Gaspare, dai, ma quali sentenze. Siamo sul ponte di una nave con questo cielo così denso di stelle e tu fai polemica per il punto esclamativo invece di quello interrogativo?»
«Innanzitutto c’è una bella differenza tra punto esclamativo e punto interrogativo. E poi non sto facendo polemica, sto cercando di essere preciso.»
«Già, come si fa a dimenticarlo? Lui è preciso, segno zodiacale Vergine.»
«Smettila di fare la buffona. Piuttosto vieni più vicino che appoggio la testa, così mi appisolo un pochino. Poi quando è il momento mi svegli tu.»
«Manco morta.»
«E dai.»
«Lascia perdere. Invece di appoggiarlo, quel testone vuoto, tiralo su, che il momento è adesso.»
Smorfie. E meraviglia.
«Rita, sono senza fiato. È come nella pubblicità, le stelle sono tante milioni di milioni.»
«Già, è bellissimo.»
«Mia madre dice che Dio conosce il nome di ogni singola stella.»
«Credo sia scritto nella Bibbia. Comunque è molto poetica questa idea di Dio che può chiamare le stelle per nome.»
«Vero. Sai cosa sto pensando?»
«Cosa?»
«Che di fronte a una visione così è come se il tempo si fermasse, restasse immobile, senza alcuna possibilità di mutamento, niente di niente.»
«Sai bene che è l’esatto contrario. I corpi celesti sono in continuo movimento e l’universo in continua espansione.»
«È proprio perché lo so che lo trovo curioso. Comunque confermo. Se devo scegliere un aggettivo per definire la Via Lattea dico immobile, immutabile, eterna.»
«E dici una sciocchezza. Il fatto è che tra lavoro e affetti nella tua vita c’è così tanto cambiamento che alla fine cerchi pace, una pace senza internet.»
«Rita, cosa c’entra adesso internet.»
«C’entra. Come la maggior parte delle persone ormai non riesci più a farne a meno, e quello è un mondo nel quale le cose cambiano tanto in fretta che è impossibile tenere il passo. Voi apostoli della rete non avete più bisogno di cambiare il mondo, vi basta rendere internet sempre più indispensabile, più ricco di contenuti, più veloce e potente, più integrato coi mille dispositivi che popolano le nostre vite di ogni giorno. Alla fine la vostra energia psichica e la vostra voglia di cambiamento sono completamente assorbiti da internet e così in tutto il resto cercate quello che non avete in quel mondo lì: staticità, stabilità, quiete.»
«Per favore, Rita, lo sai che non ti sopporto quando ti lanci in queste dissertazioni senza né capo né coda. Se vuoi parlare seriamente facciamolo, ma per favore non così. La verità, cara mia, è che la rete è diventata in pochi anni la più grande piazza, il più vasto spazio pubblico, che l’umanità abbia mai avuto. Con internet la realtà è aumentata come mai prima, e la velocità pure, e il futuro che prima era un tempo dopo è diventato un luogo.»
«A sentire te tra poco con internet si può fare anche la pizza e cucinare la pasta e ceci. Come se il mondo non continuasse ad avere problemi, come se non ci fossero le guerre, la mancanza di acqua e di cibo, i cambiamenti climatici a rendere incerto il nostro futuro.»
«Certo che continuano a esserci i problemi, ma questo che vuol dire? Tra l’altro i problemi potrebbero essere almeno in parte risolti se i governi definissero le politiche e le regole necessarie per cogliere appieno le potenzialità legate allo sviluppo di internet.»
«Adesso mi diventi pure qualunquista.»
«Niente affatto. Dico soltanto che se i governi continuano a scrivere nei documenti, faccio un esempio, che la promozione della società dei saperi è una leva fondamentale per ampliare le opportunità di accesso delle persone e per sostenere l’occupazione e la crescita delle nazioni, però poi una volta che lo hanno scritto non si preoccupano che le cose si facciano concretamente, è naturale che i problemi non si risolvono.»
«Su questo punto lo sai che sono d’accordo con te.»
«Vedi. Poi naturalmente bisogna aggiungere che i governi non funzionano dappertutto alla stessa maniera e che non conta solo quello che fanno loro, nel senso che a fare la differenza concorrono le attività di soggetti e organizzazioni che cercano di sfruttare le potenzialità dei nuovi media per trovare concretamente, sul campo, le risposte ai loro problemi.»
«Anche questo è vero. Ricordo che qualche anno fa fece scalpore un movimento di donne messicane, mi sembra si chiamasse “Mujer a Mujer”, che attraverso internet acquisì le informazioni e le conoscenze necessarie per negoziare al meglio le condizioni di lavoro in un’impresa tessile statunitense appena installata sul loro territorio.»
«Già. Che poi anche quella del lavoro prima e dopo internet è una bella storia.»
«A me piace che continuino a esserci dei mestieri che non passano mai di moda. Per esempio c’è un mio amico orologiaio che sta sempre pieno di lavoro perché è capace di smontare e rimontare i meccanismi di movimento degli orologi meccanici, di ricostruire semplici componenti di meccanismi di movimenti fuori produzione o di ricambi esauriti. E ho letto proprio su internet che lo stesso vale per chi è assistente tecnico di cantiere edile, montatore manutentore meccanico, addetto al restauro di dipinti su tela e supporti lignei. Poi naturalmente ci sono anche lavori che stanno scomparendo, come ad esempio il bigliettaio sul tram o il commesso nel piccolo negozio, ma forse è inevitabile.»
«Io dico che bisogna guardare ai lavori che stanno nascendo, che sono molti di più, anche nell’ambito delle professionalità intermedie. Perché poi, intendiamoci, certe dinamiche rimangono abbastanza simili anche nella nuova fase. Così come il meccanico, l’elettrauto e il gommista sono stati fondamentali nel secolo dell’auto, internet avrà bisogno di persone che con diverse abilità e competenze assicurino la funzionalità, l’integrazione e l’efficienza delle reti, dei computer e dei programmi nelle università, nelle imprese, negli uffici pubblici, nei negozi e nelle case della gente.»
«Vedi? Basta darti un dito e subito ti prendi l’intera mano. Ma possibile che quando si tratta di internet per te non esistono controindicazioni, effetti indesiderati, problemi?»
«Rita, di nuovo con questa storia? Certo che ci sono gli effetti indesiderati, che però non dipendono da internet ma da come viene utilizzato. Se lasci per un attimo da parte quello che può fare o non può fare, rimane il fatto che internet è una tecnologia, né più né meno come lo è un coltello. Ora il coltello lo puoi utilizzare per tagliare il pane con il quale avvolgere cento grammi di mortadella o lo puoi utilizzare per ammazzare una persona. Nell’uno o nell’altro caso mi sembra evidente che il problema non è del coltello ma di chi lo usa. Alla fine basterebbe investire nell’educazione e nella formazione, dei bambini e degli adulti, e le controindicazioni sarebbero in massima parte risolte. Alfabetizzazione, eccola la parola magica. Spero che tutti quelli che lo devono capire lo capiscano. E...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Colophon
  3. Via Canova uno
  4. Il lavoro e le cose. La cardarella
  5. Il lavoro e le persone. Lorenzo
  6. Il lavoro e i luoghi. La piazza
  7. Via Canova due
  8. Il lavoro e il futuro. Jorge Luis Borges
  9. Il lavoro e le idee. La solidarietà
  10. Il lavoro e le cose. Il vocabolario
  11. Via Canova tre
  12. Il lavoro e le persone. Rinalda
  13. Il lavoro e i luoghi. La trattoria
  14. Il lavoro e il futuro. Allen Ginsberg
  15. Via Canova quattro
  16. Il lavoro e le idee. La serendipity
  17. Il lavoro e le cose. Il kanban
  18. Il lavoro e le persone. Alvise
  19. Via Canova cinque
  20. Il lavoro e i luoghi. Internet
  21. Il lavoro e il futuro. Murasaki Shikibu
  22. Il lavoro e le idee. La collaborazione
  23. Via Canova sei
  24. Il lavoro e le cose. L’Ape
  25. Il lavoro e le persone. Giovanna
  26. Il lavoro e i luoghi. Il salone
  27. Via Canova sette
  28. Il lavoro e il futuro. Italo Calvino
  29. Il lavoro e le idee. Il tempo
  30. Il lavoro e le cose. La nuvola
  31. Dieci anni dopo
  32. Indice