Consiglio Direttivo Società Dante Alighieri
PRESIDENTE
Andrea Riccardi
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SOPRINTENDENTE AI CONTI
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REVISORI DEI CONTI
Luigi Giampaolino
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SEGRETARIO GENERALE
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SEDE CENTRALE
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Tel.: +39 06 6873694-95
prefazione [Paolo Peluffo]
Con Benedetto Croce, in occasione del 150° anniversario della nascita, grazie a Rosalia Peluso, con la cura di Valeria Noli, prende il via una nuova collana della Dante.
“Diciannove domande.”
Diciannove domande su Benedetto Croce.
Molte risposte e molte più nuove domande che ci fanno ritrovare il gusto di un pensatore che scopriamo tragico, europeo, appassionato decostruttore di ideologie e miti, nemico giurato del dualismo e di ogni teologia moderna, figuriamoci di quelle antiche! Un filosofo profondamente novecentesco, profondamente estraneo a tutte le scorciatoie possibili, da quella idealista, a quella marxista, critico della democrazia e del totalitarismo, del socialismo e del liberismo. Liberale senza i liberali. Insomma, un uomo coraggioso. Grazie a Rosalia Peluso, Premio Dante Alighieri 2016, per averci condotto per mano alla soglia del primo libro da leggere o rileggere di Don Benedetto. Forse la Storia d’Europa nel secolo decimonono?
Diciannove domande.
Piccoli manuali o interviste? Tutti e due, nella convinzione che non sia la divulgazione ma il pensiero al suo culmine, nella sua pienezza, a nascere dal dialogo, nella conversazione, o meglio nella “civile conversazione” che non a caso Giordano Bruno pone come obiettivo dell’umanità migliore. Raccogliere, carpire il frutto di tanti studi e ricerche a un maestro che ci guidi, passeggiando nei segreti degli autori, come in un viaggio incantato, in un giardino.
Ma perché diciannove domande?
Tra gli arcani maggiori dei Tarocchi di Marsiglia, il 19 rappresenta il Sole, ovvero la luce dell’intelletto, la luce che svela la realtà delle cose e prepara alla fratellanza tra gli uomini, rappresentati dai due gemelli.
Diciannove, e non venti, saranno le domande che porremo ogni volta su un autore o un’opera che seguiremo nella programmazione degli anniversari della Dante. E così verrà Francesco De Sanctis, e poi Antonio Gramsci, Giambattista Vico, Salvatore Quasimodo e tanti altri.
Le risposte no, quelle non saprei proprio quante possano essere; esse non sono numerate; ma le pagine non supereranno le 80, per poter leggere questi nostri volumetti in un viaggio in treno, in un meriggio di ozio, in una pausa pranzo, ai tavolini di un caffè “en terrasse” in un tramonto di primavera.
“Diciannove domande” è un progetto, un percorso all’interno di Enciclopedia Infinita, la nuova iniziativa strategica della Dante, che parte con le “Pillole”, decine, centinaia di microlezioni di 7 minuti curate da Lamberto Lambertini e presto a disposizione di studenti, insegnanti, studiosi, curiosi sul sito della Dante www.ladante.it.
Enciclopedia Infinita avrà al suo interno anche la serie delle “Diciannove domande”, e la serie de “Le Confessioni” che prenderà il via nelle prossime settimane con la mia intervista al filosofo napoletano Aldo Masullo in occasione del suo novantaquattresimo genetliaco (classe 1923).
“Le Confessioni”, anch’esse, saranno interviste lunghe, lunghissime, ovvero brevi, brevissimi volumi di memorie raccolte da spiriti curiosi, appassionati della passione per studio e lettura.
Inviti allo studio e alla lettura.
A loro, ai maestri, chiederemo sempre una sola cosa: perché ne valeva la pena? Perché vale ancora la pena studiare? Perché studiare le discipline umanistiche? Quali letture, quali libri, quali incontri hanno assunto la funzione di svolte nel proprio individuale destino?
Noi pensiamo che solo partendo dal punto di vista personale, dalla propria memoria, per quanto oscura anche a sé stessi, come dice Masullo, possiamo ricostruire il cammino misterioso dell’impegno di conoscenza che è la premessa per insegnare e trasmettere qualcosa.
Questo cammino lo faremo in gruppo, noi della Dante, per i nostri figli, ma un po’ anche per noi stessi, per ritrovare i fili interrotti dei nostri studi, dei nostri pensieri, di intuizioni incompiute di un puzzle sempre lacunoso.
Enciclopedia Infinita si comporrà anche di altre collane, tra cui i “Manuali” che saranno inaugurati nelle prossime settimane da Canto per canto: manuale dantesco per tutti di Aldo Onorati, una autentica sinossi della Divina Commedia contemporanea, semplice ma ricca di sorprese.
E così non ci resta che augurare a tutti buona lettura, o buon viaggio!
uno [stato dell’arte]
Benedetto Croce è molto studiato e amato all’estero: accade anche in Italia o qui il grande pensatore è un po’ “misconosciuto”?
Lo scorso anno si sono celebrati i centocinquant’anni dalla nascita di Benedetto Croce. Sono state organizzate diverse iniziative, sia in Italia sia all’estero: penso soprattutto ai convegni internazionali di Mosca, Kyoto e Napoli – e qui, in particolare, nei locali della Fondazione Croce e dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato dal filosofo nel 1946, e quindi nelle stanze in cui Croce ha vissuto e lavorato. Anche la Società Dante Alighieri, assieme all’Università di Roma Tre, ha organizzato due interessanti giornate di discussione sul filosofo. Non credo si possa parlare di un misconoscimento di Croce in patria, così come è ormai superata la stagione ideologica della cosiddetta “egemonia” o “dittatura” crociana.
Il 2016 è stato un anno sicuramente fortunato per gli studi crociani, se non altro perché si è parlato a lungo di un autore al quale la cultura italiana deve molto. E, come spesso capita nel quadro delle celebrazioni, si è tentato anche un bilancio della sua “fortuna” o, per usare una formula crociana spesso riedita in simili circostanze, di “ciò che è vivo” e “ciò che è morto” di Croce. Personalmente non sono molto sensibile a questo genere di inventario, che può prendere l’aspetto di un compito scolastico o assumere il tono supponente di chi pretende di stabilire, nel bene e nel male, a partire da interessi e idiosincrasie soggettive, il valore universale di una proposta. Credo che la serietà e l’onestà – cose molto diverse da quella che una volta lo storico Droysen ha chiamato “oggettività da eunuchi” – siano le stelle fisse di ogni ricerca di qualità. Da esse non va disgiunta una buona dose di coraggio, che sola consente di distinguere i rami verdi da quelli secchi – per usare un’altra metafora crociana – dell’albero che si sta investigando.
Lo studioso di Croce non è il suo difensore: questo è, a mio avviso, un equivoco che ha per diversi anni dominato il crocianesimo. Studiare oggi Croce significa dare atto della dialettica di anacronismi e avvenirismi contenuta nel suo pensiero, che rimane comunque classico. Solo così è possibile risvegliare l’immagine di questo pensatore al di fuori e oltre la sterile retorica. Ma per arrivare a questo risultato occorre uno studio approfondito. Vengo così al punto dolente evidenziato nella sua domanda. Si ha infatti talvolta l’impressione che buon...