Preambolo 1
[concentrarsi]
“Invece di cercare di sforzarmi a fare quello
che immaginavo di dover fare ho cominciato a
chiedermi cosa stessi facendo. Ero poco
consapevole di come l’atto apparentemente
semplice di cercare di essere consapevole della
mia esperienza mi avrebbe coinvolto....”
J. Field (M. Milner), Una vita tutta per sè
Saper concentrare, in alcuni momenti della vita e del quotidiano, il pensiero, dando spazio alla consapevolezza, su quello che se stesso sta facendo, come vuole reagire, o stia già reagendo, alla situazione nella quale si trova in quel momento o alla situazione prolungata nel tempo.
Dare spazio alla consapevolezza (come mi sto comportando, che stato d’animo mentale ed emotivo sto vivendo) e al successivo approfondimento del percorso delle conoscenze utili che qui si propone, potrà permettere di riuscire a sviluppare le potenzialità di creatura umana forte e non isolata, libera da pressioni interiori, coscienti o no, ostacolanti o rivolte all’azione impulsiva (cioè acquisire un soddisfacente benessere, una fiducia in se stessi). Inoltre dare spazio alla consapevolezza potrà permettere di riuscire anche a comprendere ciò (l’universo dei fattori interiori) che spinge ad azioni, a sentimenti e a reazioni che possono essere anche differenti da quanto coscientemente desideriamo e quindi che possono riuscire anche negative nei confronti della stessa persona o delle nostre relazioni col mondo circostante.
Dare spazio alla consapevolezza potrà poi dare sollievo in caso di lieve malessere e di presenza di leggeri problemi comportamentali e relazionali, apprendendone e comprendendone, spiegandole, le ragioni sia delle situazioni presenti sia, con una certa importanza e fondamento di quei ricordi di certe esperienze infantili che immediatamente, senza esitazione e di prima intuizione, appaiono alla coscienza.
Preambolo 2
[no disturbi]
Non essere in presenza di disturbi, malesseri di una certa intensità e gravità, che provocano comportamenti, consci o inconsci, perturbati e problematici nella vita di tutti i giorni, con se stessi e con le persone con cui l’essere umano si relaziona.
Questi esigono un trattamento professionale, psicoanalitico o psicoterapeutico, nel quale il soggetto può giovarsi della relazione analitica con l’analista (transfert e controtransfert) o dell’aiuto, degli incoraggiamenti e della guida dello psicoterapeuta, ad esempio di orientamento supportivo-espressivo.
Preambolo 3
[possibili difficoltà]
Si tratta della consapevolezza che si possono incontrare difficoltà dovute a fattori emotivi, ad esempio un alto livello di ansia, disturbante, con un peso rilevante nell’incapacità di concentrarsi e di non essere lucidi verso la consapevolezza del momento e delle spiegazioni che si potrebbero trovare.
Altre difficoltà potrebbero essere ascritte a sbrigative attribuzioni su, ad esempio, mali di capo, sconvolgimenti di stomaco e stanchezza a, nell’ordine, condizioni climatiche, a cibo pesante o gastriti, al lavoro; ovviamente queste condizioni esterne potrebbero verificarsi, ma una persistenza dei disturbi dovrebbe indicare un’origine “differente”, interiore, degli stessi.
Altre difficoltà potrebbero venire dal peso quantitativo e qualitativo del problema che sta emergendo e che produce reazioni emotive difensive, di blocco, del percorso introspettivo o manovre evasive.
Prime indagini relative al Prembolo 3
“Analizzare attentamente la propria
vita rende possibile cambiarla.”
M. H. Williams, L’autobiografia psicoanalitica
Si possono indicare in almeno due gli stati d’animo più comunemente diffusi e che s’incontrano nel percorso del “conosci te stesso”: il livello, da “per nulla” disturbante a disturbante, di ansia (uno stato d’animo, questa, che ci accompagna sin dalla nascita) e il grado, da “per nulla” disturbante a disturbante, di compulsione nei nostri comportamenti.
Il percorso del “conosci te stesso” si rivolge ai livelli lievi di entrambi gli stati d’animo, livelli che non compromettono sia l’attivazione del pensiero sia l’immaginazione nella ricerca di risposte e soluzioni con cui affrontare la realtà.
Per migliorare la nostra indagine ricordiamo comunque brevemente quali sono i gradi successivi d’intensità di presenza di questi stati d’animo che cominciano a costituire motivo di attenzione e meritano cura da parte della persona.
Primi indizi - 1
Per quanto riguarda lo stato d’animo dell’ansia, alcuni segnali di quest’ultimo livello d’intensità sono i seguenti sul piano fisico:
- preoccupazioni eccessive, in merito a contenuti di pensiero e di eventi o attività, quali esempio le prestazioni lavorative o scolastiche, le situazioni concrete, come problemi economici, salute dei familiari, possibilità d’incidenti dei propri figli o anche piccole cose, come l’arrivare in ritardo ad un appuntamento;...