Logica della ricerca e società aperta
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Logica della ricerca e società aperta

a cura di Dario Antiseri

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Logica della ricerca e società aperta

a cura di Dario Antiseri

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L'opera di Popper non ha «influito soltanto sui fisici, i biologi, i neurofisiologi, e i politici e i teorici della politica. Essa si configura anche come un decisivo contributo alla metodologia delle scienze
sociali e alla teoria della storiografia; ha fornito presupposti teorici per una rinnovata storia della scienza; ha suscitato problemi non indifferenti per la teologia […]; nel suo nucleo metodologico (problemi?teorie?critiche) può venir accostata, in maniera non banale e con esiti di sorprendente coincidenza, alla teoria ermeneutica di H.?G. Gadamer […]. Né dobbiamo dimenticare che Popper ha sollevato una folla di problemi tra i seguaci delle varie correnti della psicoanalisi, affermando che la psicoanalisi non è scienza (anche se un domani potrebbe trasformarsi in teoria controllabile). Nota è la sua polemica, dura e senza mezzi termini, contro la Scuola di Francoforte. Né indifferenti per gli storici delle idee sono state le sue interpretazioni di filosofi quali i Presocratici, Socrate, Aristotele, Bacone, Berkeley, Kant, e soprattutto di Platone ed Hegel e, naturalmente, di Marx».

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Informazioni

Editore
La Scuola
Anno
2013
ISBN
9788835037842

V

Mondo 1, Mondo 2, Mondo 3 e il problema dei rapporti corpo-mente

1. Quattro concezioni “materialistiche”

«Gli esseri umani – scrive Popper – sono insostituibili e, come tali, sono chiaramente molto diversi dalle macchine. Sono capaci di gustare la gioia della vita, ma anche di soffrire e sanno affrontare la morte con piena consapevolezza. Sono degli io, dei fini in se stessi, come diceva Kant»1. Una concezione del genere risulta, ovviamente, incompatibile con la dottrina materialistica stando alla quale gli uomini sono delle macchine. Ci sono dei materialisti i quali negano l’esistenza di eventi mentali, delle esperienze personali o della coscienza; altri materialisti ammettono l’esistenza di eventi mentali, sostengono però che questi eventi mentali siano “epifenomeni” e che il tutto si possa spiegare senza ricorrere ad essi, indipendentemente da essi, dato che il mondo materiale è causalmente chiuso2 – cioè tale che «i processi fisici si possono – e si debbono – spiegare e capire interamente in termini di teorie fisiche»3. Popper esamina in dettaglio quattro posizioni materialistiche o fisicalistiche: 1. il materialismo o fisicalismo radicale o comportamentismo radicale («È la concezione secondo cui i processi coscienti e i processi mentali non esistono»4); 2. il panpsichismo («secondo cui […] materia e mente corrono “parallele” come gli aspetti esterno ed interno di un guscio d’uovo5); 3. l’epifenomenismo (concezione «secondo cui soltanto i processi fisici sono causalmente pertinenti in riferimento ai processi fisici successivi, mentre i processi mentali, pur esistendo, sono completamente non pertinenti sul piano causale»6); 4. la teoria dell’identità («il teorico dell’identità può dire che i processi mentali interagiscono con i processi fisici, perché i processi mentali semplicemente sono processi fisici o, più precisamente, tipi speciali di processi cerebrali»7). Tutte e quattro queste concezioni materialistiche asseriscono che il mondo fisico è indipendente e chiuso; dicono cioè che c’è soltanto il mondo fisico e implicano che, se c’è qualcosa come i fenomeni mentali o la coscienza, questo qualcosa non potrebbe agire sul mondo fisico8. Popper ritiene “insoddisfacenti” le teorie fino ad oggi prodotte dai materialisti e si impegna in una puntuale critica di ognuna delle quattro posizioni di materialismo appena sopra elencate9. Tuttavia, già nel 1953, nel saggio Il linguaggio e il problema dei rapporti corpo-mente, Popper aveva fatto presente che tutte le filosofie che sostengono la chiusura causale del mondo fisico – come il comportamentismo, l’epifenomenismo, il parallelismo psicofisico, il fisicalismo e il materialismo – sono concezioni che «si votano da sole alla sconfitta, nella misura in cui i loro stessi argomenti stabiliscono – non intenzionalmente, s’intende – che non esistono argomenti»10.

2. Gli stati mentali e quelli fisici interagiscono

La dottrina materialistica, nelle sue svariate forme, sostiene che gli uomini sono macchine. Contro siffatta dottrina Popper è dell’avviso che, per quanto complicate possano essere, le macchine non sono fini in se stesse, mentre teniamo in grande considerazione le vite umane; «rispettiamo persino la vita di un assassino»11. È ben vero, ammette Popper, che dopo due guerre mondiali si è avuto, in alcuni strati della nostra società, «un deterioramento spaventoso del rispetto per la vita umana» – ma proprio questo, egli si affretta a dire, rende particolarmente urgente riaffermare la concezione secondo cui «gli uomini sono fini in se stessi e non “soltanto” macchine»12. I materialisti «sono costretti a trascurare la realtà della sofferenza umana e il significato della lotta contro la sofferenza inutile»13. La dottrina secondo cui gli uomini sono macchine non è, pertanto, solo erronea, essa tende anche «a minare un’etica umanistica»14.
Contro la dottrina materialistica Popper ha proposto e difeso una concezione interazionistica, stando alla quale esistono sia gli stati mentali che quelli fisici – stati mentali e stati fisici che interagiscono (sezione 5). Popper torna così, in qualche modo, a Cartesio, al dualismo cartesiano e ristabilisce, all’interno di una visione evoluzionistica, l’esistenza della coscienza e dell’autocoscienza (sezione 4). Nel 1949 Gilbert Ryle pubblica il suo libro The Concept of Mind15 – lavoro teso esattamente a scardinare il dualismo cartesiano di res extensa e res cogitans16. Poco dopo la pubblicazione di questo libro, su invito di una associazione studentesca, Popper tiene una conferenza ad Oxford, nel corso della quale critica la posizione di Ryle, e abbozza uno schema alternativo del problema corpo-mente. Ed ecco il ricordo di Popper: «Gli studenti erano manifestamente molto più impressionati da Ryle, ma continuarono a sostenere, a proposito di quello che stavo dicendo, che era esattamente ciò che avrebbe detto lui. Così, disperato, dissi: Bene, vi faccio una confessione, credo nel fantasma nella macchina. Non potete sostenere che questo sia esattamente ciò che ha detto Ryle»17.
Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, sembra ripetere il materialista insieme all’ Ecclesiaste. Tutto si ridurrebbe ad eventi fisici, e gli eventi mentali si identificherebbero con gli eventi fisici. Contro una siffatta concezione Popper propone che l’universo, o meglio, la sua evoluzione è creativa; che l’evoluzione di animali dotati di sensibilità con esperienze consce ha prodotto qualcosa di certamente nuovo; che queste esperienze, prima rudimentali, successivamente si raffinarono ed ascesero ad un grado più elevato; che alla fine emersero quel genere di coscienza di sé e quel tipo di creatività che si troverebbero soltanto nell’uomo18. «Penso che con la comparsa dell’uomo – scrive Popper – la creatività dell’universo sia diventata evidente. L’uomo infatti ha creato un nuovo mondo oggettivo, il mondo dei prodotti della mente umana: un mondo di miti, di fiabe e di teorie scientifiche, di poesia, arte e musica […]. L’esistenza di grandi opere d’arte e di scienza indiscutibilmente creative rivela la creatività dell’uomo e con essa quella dell’universo che ha creato l’uomo»19.

3. Mondo 1, Mondo 2, Mondo 3

«Pare che nell’evoluzione dell’universo si siano avuti quanto meno i seguenti stadi, alcuni dei quali producono cose con proprietà del tutto imprevedibili o emergenti: (1) La produzione degli elementi più pesanti (isòtopi compresi) e l’emergenza dei liquidi e dei cristalli. (2) L’emergenza della vita. (3) L’emergenza della sensibilità. (4) L’emergenza (insieme con il linguaggio umano) della coscienza di sé e della morte (o anche della corteccia cerebrale umana). (5) L’emergenza del linguaggio umano e delle teorie sull’io e sulla morte. (6) L’emergenza di prodotti della mente umana quali i miti esplicativi, le teorie scientifiche o le opere d’arte»20. Questa è l’idea di evoluzione “creativa” o “emergente” – creativa, precisa Popper, nel senso che nel suo corso si verificano cose ed hanno luogo eventi nuovi, con proprietà inaspettate, imprevedibili: «cose ed eventi che sono nuovi più o meno nel senso in cui può definirsi una nuova grande opera d’arte»21. Ed è esattamente sulla base dell’idea di evoluzione creativa o emergente che Popper propone la sua teoria dei tre Mondi22, distinguendo tra Mondo 1, Mondo 2, Mondo 3:
Mondo 3
(I prodotti della mente umana)
(6) Opere d’arte e sdo scienza (compresa la tecnologia)
(5) Il linguaggio umano Teorie dell’io e della morte
Mondo 2
(Il mondo delle esperienze soggettive)
(4) Coscienza di sé e della morte
(3) Sensibilità (coscienza animale)
Mondo 1
(Il mondo degli oggetti fisici)
(2) Organismi viventi
(1) Gli elementi più pesanti: liquidi e cristalli
(0) Idrogeno ed elio
Con i materialisti o fisicalisti Popper è pronto a dare particolare importanza agli oggetti materiali visti come paradigma della realtà: «Noi accettiamo come “reali” quelle cose che possono esercitare un’azione causale su cose materiali reali o ordinarie e interagire con esse»23. E sempre con i materialisti Popper condivide la prospettiva evoluzionistica. La sua strada, tuttavia, si divide da quella percorsa dai materialisti nel punto in cui l’evoluzione produce le menti e il linguaggio umano; «e la separazione si fa ancora più netta allorché le menti umane producono racconti, miti esplicativi, strumenti, opere artistiche e scientifiche»24.
Con Mondo 1 Popper intende «il mondo degli oggetti fisici o degli stati fisici»; il Mondo 2 è «il mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali, o forse delle disposizioni del comportamento ad agire»; il Mondo 3 è «il mondo dei “contenuti oggettivi di pensiero”, specialmente dei pensieri scientifici e poetici e delle opere d’arte»25.
Ed ecco come John C. Eccles esplicita gli elementi costitutivi dei tre Mondi26:
figure

4. Il problema “corpo-mente” nella prospettiva “dualista” e “interazionista” di Popper ed Eccles

Non è difficile capire l’idea di Mondo 1, in quanto ad esso appartengono cose materiali, organismi viventi come piante, animali e virus, forze, campi di forze, ecc. Intuitivamente non pone ostacoli neppure l’idea di Mondo 2, al quale appartengono gli stati mentali: questi esistono, sono reali «perché interagiscono con i nostri corpi»27. Di seguito, qualche esempio addotto da Popper per rendere chiaro il concetto di stato mentale. «Un mal di denti è un esempio valido di uno stato che è al tempo stesso mentale e fisico. Se avete un brutto mal di denti, diverrete fortemente motivati a recarvi dal dentista; il che comporta un certo numero di azioni e di movimenti fisici del vostro corpo. La carie del dente – un processo fisico-chimico, materiale – produrrà sì degli effetti fisici, ma tutto ciò avverrà tramite le vostre sensazioni dolorose e la vostra conoscenza che esistono delle istituzioni quali la professione del dentista»28. Un altro esempio di stato mentale al quale dobbiamo rifarci per spiegare certe azioni umane: «Un alpinista può continuare la sua scalata, “obbligando il suo corpo a proseguire”, anche se il suo corpo è esausto: parliamo della sua ambizione, del suo desiderio di raggiungere la vetta e della sua determinazione, come stati mentali capaci di fargli continuare la sua ascesa»29. Un terzo esempio: «[…] Ecco un automobilista premere il piede sul freno perché vede scattare il rosso del semaforo: è la sua conoscenza del codice stradale che gli fa fare così»30.
L’esistenza di stati mentali sembra ovvia; e tuttavia non sono mancati filosofi e non mancano filosofi o che li hanno negati ovvero che li hanno reputati o li reputano irrilevanti. Quello dell’esistenza degli stati mentali e della loro eventuale interazione con gli stati fisici è noto come il problema corpo-mente o mente-corpo ovvero come problema psicofisico. E l’interazionismo, vale a dire la teoria stando alla quale gli stati mentali e quelli fisici interagiscono, è la teoria fatta propria da Popper ed Eccles come soluzione del problema cervello-mente31. Di se stessi i due studiosi, infatti, dicono: «Entrambi sono dualisti o forse addirittura pluralisti e interazionisti»32.

5. Il Mondo 3 è reale

«Per Mondo 3 – insiste Popper – intendo il mondo dei prodotti della mente umana, come i racconti, i miti esplicativi, gli strumenti, le teorie scientifiche (sia vere che false), i problemi scientifici, le istituzioni sociali e le opere d’arte»33. E sebbene non tutti siano sempre il risultato di progetti di singoli individui, gli oggetti del Mondo 3 sono «nostre costruzioni». Molti oggetti dei Mondo 3 esistono sotto forma di corpi materiali ed appartengono sia al Mondo 1 che al Mondo 3, come è il caso di sculture, dipinti e libri: «un libro è un oggetto fisico e appartiene dunque al Mondo 1; ma ciò che lo rende una produzione significativa della mente umana è il suo contenuto: quel che rimane costante nelle varie copie e nelle successive edizioni»34. E gli oggetti del Mondo 3 – è questa una delle tesi principali di Popper – possono essere reali, non solo nelle loro incarnazioni o materializzazioni del Mondo 1 ma pure nei loro aspetti da Mondo 3. E, difatti, «come oggetti del Mondo 3 possono indurre gli uomini a produrre altri oggetti del Mondo 3 e, tramite questi, ad agire sul Mondo 1; e io – afferma Popper – considero l’interazione col Mondo l – perfino l’interazione indiretta – l’argomento decisivo per chiamare reale una cosa»35. Una argomentazione standard proposta da Popper a favore della indipendente esistenza del Mondo 3 è quella in cui vengono presi in considerazione due esperimenti mentali (sezione 1):
Esperimento 1. Vengono distrutte tutte le nostre macchine e tutti i nostri strume...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Sommario
  5. Prefazione
  6. Cronologia della vita e delle opere di Karl R. Popper
  7. I. Il metodo della ricerca scientifica
  8. II. Il mestiere del filosofo e la criticabilità delle teorie metafisiche
  9. III. Difesa dell’indeterminismo e interpretazione propensionale della fisica quantistica
  10. IV. La miseria dello storicismo e la logica delle scienze sociali
  11. V. Mondo 1, Mondo 2, Mondo 3 e il problema dei rapporti corpomente
  12. VI. La società aperta e i suoi nemici
  13. VII. Quando la televisione è un pericolo per la democrazia
  14. VIII. I critici di Popper
  15. IX. Le repliche di Karl Popper ai suoi critici
  16. Appendice 1 Epistemologia ed ermeneutica
  17. Appendice 2 La disputa sul “Platone totalitario” di Karl Popper
  18. Indice dei nomi
  19. Quarta di copertina