AVVERTENZA
Il carteggio qui pubblicato consta di 72 lettere, 53 delle quali scritte da Gabriel Marcel e 19 scritte da Jacques Maritain. Seppure non si possono escludere che molte lettere intercorse fra i due filosofi siano andate perdute, quanto è pubblicato è comunque sufficiente a mostrare l’evolversi dei loro rapporti.
Le lettere di Maritain sono state rintracciate grazie all’interessamento di Anne e Jean-Marie Marcel, la nuora ed il figlio di Gabriel Marcel, che mi hanno permesso di consultare un fondo della Biblioteca Nazionale di Parigi che, per volere testamentario di Jacqueline Boegner, la moglie di Marcel, non è accessibile al pubblico. L’aiuto di René Mougel, direttore fino al 2014 del Cercle d’études Jacques Maritain di Kobsheim, è stato prezioso per poter visionare e pubblicare le lettere di Marcel. Così come lo è stato quello del suo successore Michel Fourcade.
Il lavoro di decifrazione dei manoscritti ha incontrato molti problemi per l'oscura calligrafia di Marcel. Tale operazione ha richiesto un tempo molto lungo e il gentile e paziente aiuto di Anne Marcel, senza la cui generosa collaborazione e disponibilità questa ricerca non avrebbe potuto essere portata a conclusione.
Con il segno xxx indico parole che non è stato possibile in alcun modo decifrare; con il segno [?] indico parole decifrate, ma con un margine di dubbio in ragione della poca chiarezza calligrafica.
1 .
Maritain a Marcel
Pax
Meudon, 10, rue du Parc
29 febbraio 1928
Egregio signore,
Ho appena incontrato il Sig. Nicolas Berdjaev [1] e abbiamo pensato alla traduzione del suo Dostoevskij[2]. È un’opera che, per diverse ragioni, avrei voluto pubblicare ne «Le Roseau d’Or»[3]. Tuttavia, dopo averci riflettuto, siamo costretti a rinunciarvi. «Le Roseau d’Or» non ha un carattere «confessionale», ma un’impostazione intellettuale e dottrinale molto marcata e la pubblicazione di questo libro provocherebbe necessariamente dei malintesi.
Le mando questa lettera per informarla, nella speranza che lei voglia dare spazio a quest’opera così importante nella sua collezione [4].
I miei migliori saluti,
Jacques Maritain
2.
Maritain a Marcel
Pax
Meudon, 10, rue du Parc
11 marzo1929
Egregio signore,
Stavo per scriverle quando mi è arrivata la sua lettera. Volevo dirle quanto sia intenso il ricordo del nostro colloquio e quanto mi abbiano toccato alcune sue parole; le sentivo pervase da quelle grazie che raggiungono e vivificano il fondo del cuore e il cui minimo tocco vale più dell’intero universo, più di tutta la scienza. Capisco che le conversazioni in rue Visconti [5] le abbiano lasciato un sentimento di tristezza. Ma c’è una cosa che lei non può percepire, e cioè il dono così toccante di coraggio e di liberazione suscitato dal suo intervento. Ho sentito profondamente quanto fosse crudele e propriamente iniquo il rimprovero di egocentrismo mosso contro di lei in quel momento; uscendo dalla riunione, mi sono rimproverato di non averlo considerato e di non aver risposto a Brunschvicg[6]. Solo Dio non ha bisogno di essere salvato. Con il suo falso disinteressamento, Brunschvicg si elegge a Dio, un Dio che progredisce nella matematica e nel tempo, ma che scoraggia per l’enormità dei suoi errori, e da cui ci si allontana per una sorta di pudore.
«La conoscenza disinteressata è una parte indispensabile dell’economia spirituale, l’errore consiste semplicemente nel farne la totalità della spiritualità»; sottoscrivo totalmente questa formulazione della sua lettera. In un linguaggio tomista direi che è meglio amare Dio che conoscerlo, e che il punto più elevato della spiritualità è l’anima trasformata dalla contemplazione dell’amore, dall’unione perfetta con Colui che è Spirito.
Da quando leggo il suo Diario[7], e ancora di più da quando l’ho incontrata, questa questione della terminologia mi preoccupa e mi rattrista. Non mi stupisce che il vocabolario tomista la inibisca. Tuttavia, anche se i nostri modi di concettualizzare sono differenti, credo che siamo molto più vicini l’uno all’altro di quanto sembri a prima vista. Ciò detto, sono fermamente convinto che in questo momento nessun tipo di filosofia dovrebbe preoccuparla. È con la verità prima che lei si confronta, e questa non è tomismo, è anzitutto fede.
Nondimeno, sarei tanto felice, se ciò non dovesse pesarle troppo, di iniziare insieme il lavoro di confronto tra i registri linguistici del quale parlavamo l’altro ieri! Spero di recarmi in rue Visconti sabato, e spero di incontrarla. Potremmo, se lei è d’accordo, anche fissare un appuntamento. Il venerdì dopo i miei due corsi non è possibile, ne esco troppo stanco (i corsi finiscono alle 18 e ho allievi da vedere fino alle 19), non potrebbe venire la sera a Meudon verso le 21? In questo modo avremmo il piacere di conversare.
Con profonda simpatia,
Jacques Maritain
[Su un foglio allegato alla lettera]:
Hugueny [8], Critique et Catholique Letouzey, 3 vol. (t. III)
Lebreton [9], L’attrait de l’Eucharistie (chez Beauchesne)
Le suggerisco questo libro per la fiducia che ho nell’autore; non l’ho letto
Dom Cagin[10], L’anaphore apostolique et ses témoins (Lethielleux)
Dom Guéranger[11]. Année Liturgique. Temps après la Pentecôte t. I
Saint Tarcisius [12]
3.
Marcel a Maritain
Mozart
Morgat, Hôtel Ste Marine
24 agosto 1929
Egregio Signore ed amico,
La ringrazio di cuore per la nostra conversazione. Non so se sarò a Parigi il 26 settembre.
Ad ogni modo, se andrò in pensione continuerò sicuramente a vivere a Parigi. Grazie di avere pensato a me.
Al momento, sfortunatamente, attraverso un periodo moralmente molto duro. Non mi sono ancora completamente ripreso dalle conseguenze di uno stupido incidente che ho avuto qualche giorno prima della mia partenza, né da questa specie di disturbo fisico di cui soffro. Provo un sentimento di solitudine e, a momenti, persino di abbandono, che non oso quasi nominare ma che mi fa soffrire molto. Sono molto contento di sapere che ci vedremo al ritorno dalle vacanze.
La prego di porgere i miei più sinceri omaggi alla signora Maritain. Suo profondamente devoto e riconoscente,
G. Marcel
Sì, nello stesso momento, provo una sorta di conforto pensando a lei, alla tranquilla e incrollabile certezza che emana dal suo essere.
4.
Maritain a Marcel
Pax
La Salette
29 agosto 1929
Egregio signore ed amico,
Ricevo qui la sua lettera. Ho lasciato ieri la Certosa della Valsainte [13] dove ho trascorso dieci giorni di benefica ricostituzione. La notte scorsa ho assistito alle preghiere a Sant’Agostino e non immagina quanto intensamente abbia pensato a lei. Con grande piacere invocavo per lei il grande Dottore, mentre i rumori del mondo tacevano nell’unione con la grande preghiera dei Certosini. Vorrei che tutti i miei amici, in particolare lei e Charlie[14], conoscessero questi luoghi, in cui la spiritualità è così pura che vi si sente battere il cuore della Chiesa. Quante cose si scoprono qui, semplicemente perché la luce vi giunge da un’altezza maggiore.
Le notizie sulla sua salute al momento della partenza (quest’infortunio al braccio) mi hanno molto rattristato e speravo che la vacanza l’avesse ristabilita completamente, ma la sua lettera mi preoccupa. Credo di intuire qualcosa riguardo ai dilemmi morali che la fanno soffrire in questo momento. Il suo cammino non è una strada facile, ma è un cammino di coraggio, e a volte senza dubbio di indigenza, è quello attraverso il quale raggiungerà Dio nella maniera più pura. Inoltre sono persuaso del fatto che lei possa superare qualsiasi sofferenza grazie alla sua grande virtù che lei ama tanto (e che la ama a sua volta): la fedeltà alla luce.
Scusi le mie zampe di gallina ma, non avendo un tavolo, scrivo sul letto, a una luce molto fioca. I miei sentiti omaggi alla signora Gabriel Marcel. Con profondo sentimento di amicizia, qui prego per lei con tutto il cuore,
Jacques Maritain
Mi lasci dire quanto ho apprezzato il suo articolo sul Journal di Du Bos.
5.
Marcel a Maritain
6 settembre 1929 (Timbro postale di Parigi)
Egregio signore ed amico,
Non so come ringraziarla per la sua lettera così comprensiva e fraterna. Sento che la sua riflessione riveste per me un’importanza centrale, anc...