Studium - Carcere e Cultura
  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Ogni ipotesi legislativa in funzione di una società più giusta deve riflettere, per poter intervenire efficacemente in un'opera di riforma, sulle istituzioni detentive e sul sistema penitenziario nel suo complesso. Con una attenzione costante agli uomini e alle donne che vi operano, dalle persone detenute agli agenti della polizia penitenziaria, al direttivo, agli educatori e ai volontari. Questa sezione monografica vuole porre all'attenzione l'esperienza di studio e di attività culturale di alcuni docenti e tutor dell'Università di Roma Tor Vergata che tende a rendere protagonista della propria rieducazione il condannato, che deve riappropriarsi in maniera consapevole dei valori di legalità attraverso una progressiva responsabilizzazione. Un'ipotesi che si scontra con diffidenze, inciampi burocratici, sovraffollamento da una parte, mancanza di personale specializzato dall'altra che grippano i meccanismi di un girone che quotidianamente rischia di trasformarsi, o rimanere, quell'inferno dove il crimine (e la recidiva, ovvero la reiterazione dei crimini dopo un periodo di detenzione) prospera e si alimenta.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Studium - Carcere e Cultura di Daniele Bardelli, Fabio Pierangeli, Claudia Villa, Antonio Scornajenghi, Nicolò Lipari, Gero Grassi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Politica e relazioni internazionali e Politica sociale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Montini e la nascita del Centro Accademico sportivo - “Rino Fenaroli”: fede e opere nella società moderna

di Daniele Bardelli

1. Per “la formazione cristiana dei nostri giovani dei nostri oratori parrocchiali”

Pastore di una diocesi come quella ambrosiana, dove la consistenza aggregativa degli oratori rendeva le attività ludico-sportive una realtà oggettivamente complessa e articolata, s’è detto che Montini ebbe cura di aggiornarne la proposta in relazione ai tempi mutati. Nel settembre del 1955, inaugurando l’anno sociale oratoriano, aveva sottolineato l’importanza che tradizione e modernità dovevano avere come linee guida nel lavoro educativo di queste istituzioni, basato sull’insegnamento della dottrina cristiana ma anche sulla “ricreazione”, relativamente alla quale superava i timori di Schuster affermando che il gioco per i ragazzi non era «soltanto un passatempo; ma [...] a suo modo una scuola di vita. Perché il ragazzo pensa, agisce, moralizza se stesso, giocando». Per questo insisteva affinché i coadiutori parrocchiali vigilassero sul «perfezionamento dei giochi», sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, morale: insomma – scriveva l’ Eco degli oratori – «non era più sufficiente un campo cintato in cui i fanciulli potessero fare “quel diavolo che volev[ano]”, ma occorreva una seria riflessione pedagogica e una profonda preparazione» [1] . Bisognava infatti governare e indirizzare la «pressione della vita moderna che chiama, incanta, divora la gioventù», attraverso una «sistematica» e «interessante» istruzione religiosa e una formazione cristiana «sociale» e «militante», mediante però una «ricreazione lieta, vivace, serena, fraterna, educatrice» [2] , la quale, se non era di per sé bastevole alla salvezza delle anime, costituiva però – osservavano alcuni parroci scrivendo alla rivista – «un mezzo utilissimo, ed a volte indispensabile, per la diffusione di questa grazia» [3] , oltre che per reagire a una crisi che cominciava a farsi sentire sia nella partecipazione alla vita parrocchiale, sia a quella delle organizzazioni giovanili [4] . Per animare e guidare le attività delle squadre e dei gruppi sportivi oratoriani occorreva dunque personale qualificato non solo sul piano tecnico, ma pure morale e spirituale, per sollecitare anche nell’ambito sportivo le potenzialità spirituali di una modernità che Montini non rinnegava, né faceva oggetto di mera riconquista, ma che era determinato a infondere di senso religioso.
Su questo sfondo si inserisce la vicenda del Centro Accademico Sportivo “Rino Fenaroli”, sorto per la volontà dei genitori di onorare la memoria del figlio, morto in un incidente automobilistico nei pressi di Merate, in provincia di Como, il 23 dicembre 1955 [5] . Commossi per «la cura e la benevolenza» e «l ’ambìto onore» di aver ricevuto una parola di conforto «persino dell’Arcivescovo di Milano», dopo un colloquio con Montini il 4 gennaio 1956, l’ingegnere Giuseppe Fenaroli, proprietario di una nota impresa edile, aveva precisato in una lettera a monsignor Corbella, rettore del santuario di San Bernardino alle Ossa, il «programma che Noi abbiamo in animo di fare per confortare attraverso opere di bene il ricordo del Nostro Caro Rino». Assicurava quindi il suo corrispondente di essere sempre stato in grado, con l’aiuto della Provvidenza, di «fare e rispettare programmi», di non temere «alcun sacrificio» richiedesse la realizzazione di ogni eventuale progetto, e di aver quindi «preso in particolare esame e studio» le proposte e le indicazioni che la curia gli aveva sottoposto «con il solo scopo e fine di valutare come potere realizzare il piano od i piani espostimi, che stimo ottimissimi per i nostri fini e scopi» [6] . Fra questi, quali che fossero gli altri, alla fine fu scelta la proposta maggiormente corrispondente ai bisogni generali degli oratori, sostenuta con tutta evidenza da Corbella, che infatti scriveva al segretario dell’arcivescovo, don Pasquale Macchi, di avere «grande fiducia» di ottenere «quanto è nei voti per la formazione cristiana dei nostri giovani dei nostri oratori parrocchiali» [7] . Il 23 marzo 1956 i coniugi Fenaroli e il figlio Antonio esplicitavano in una scrittura privata la volontà di erigere «un centro sportivo ed artigianale» in via dei Cinquecento, nello stabile ex-Gil che vi sorgeva, da dedicare alla memoria di Rino (che era stato un giovane cattolico impegnato nello sport), obbligandosi a versare a rate di cinque milioni mensili la cifra complessiva di centodieci – novanta per l’area e lo stabile e venti per i restauri – all’Opera Pia Oratorio di San Carlo (significativamente l’erede del più antico oratorio cittadino), la quale avrebbe dovuto reperire il prestito necessario per acquisire subito l’immobile in modo da consentire di iniziare i lavori il 15 giugno. L’Opera Pia si impegnava da parte sua a intitolare il complesso «Centro sportivo Rino Fenaroli», facendone un ente morale (a cui poi cedere la proprietà o, in alternativa, la gestione autonoma) «aperto a tutta la gioventù milanese degli Oratori e dei Collegi e degli Scoutisti dipendenti dall’Ordinario della Diocesi», con un consiglio di amministrazione di nomina arcivescovile e comprendente un rappresentante della famiglia [8] . Si voleva insomma farne – come scritto in un promemoria della segreteria dell’arcivescovo del luglio 1957 – un’accademia che potesse servire alle attività del Csi ambrosiano come «scuola» e da «organo di coordinamento dei gruppi, dei movimenti e delle manifestazioni sportive nel campo giovanile della diocesi di Milano» [9] .
La gestazione, la realizzazione e la gestione del Centro furono però da subito travagliati da numerosi problemi. Il 18 aprile don Corbella riassumeva la situazione a don Macchi scrivendo che i Fenaroli avevano firmato il 16 l’impegno formale a versare la cifra stabilita per l’acquisto dell’ex Gil, ma immediatamente dopo monsignor Maini, l’avvocato della curia, aveva rivelato che da Roma il commendatore Bartolo Paschetta (una figura che assumerà un ruolo cruciale in tutta la vicenda, di cui si dirà) aveva comunicato che sull’area sussisteva un vincolo d’uso a fini esclusivamente sportivi, ciò che ne diminuiva sensibilmente il valore e la rendeva inefficace come garanzia per ottenere il prestito che serviva ad acquistarla. I convenuti avevano quindi discusso se e come intervenire negli uffici della capitale per far togliere la restrizione, valutando anche la possibilità di comperare altri terreni di minor costo, in modo da rimanere nei limiti della donazione dei Fenaroli, i quali si erano anche assunti gli oneri dell’edificazione per dare all’arcivescovo «un campo sportivo modello». La sola condizione posta dalla famiglia in caso di acquisto di un’area diversa era che il contratto si firmasse al più presto, per poter cominciare i lavori entro un mese e terminare almeno la parte «greggia» in autunno: «perché se le cose non si fanno subito non si faranno mai. E ciò anche per dimostrare a S.E. Monsignor Montini che gli ambrosiani fanno le cose in fretta e bene!!» [10] . Costui, per parte sua, non era rimasto inattivo, avendo preso la questione significativamente a cuore. Lo stesso 18 aprile scrisse dunque a Paschetta chiedendogli di interporre i suoi buoni uffici per l’acquisto dell’edificio di via dei Cinquecento, parlandone all’ex onorevole Arrigo Paganelli per pregarlo di considerare «benevolmente la cosa»: «Ci voglia aiutare – scriveva l’arcivescovo –. È peccato che edificio simile resti inutilizzato, e vada in crescente deperimento, quando abbiamo tanta gioventù che ne potrebbe godere!» [11] .
Ma chi era dunque questo corrispondente romano, a cui Montini sembrava affidarsi con tanta fiducia? Bartolo Paschetta risulta fosse un membro molto attivo dell’Azione cattolica, vicino a Gedda, col quale secondo Stefano Pivato aveva contribuito a creare il mito cattolico di Bartali, agendo come uomo di fiducia dell’allora presidente della Gioventù cattolica [12] . Certamente del campione di ciclismo era amico («confidente [...] sin dagli anni della militanza giovanile nelle file della gioventù cattolica» [13] ), come lo ricorda il figlio di Bartali, Andrea, al quale Paschetta risultava essere una «alta carica dell’Opus Dei, uomo vicino a Pio XII», nonché titolare – e questo è un dato certo – della libreria Ave in via della Conciliazione [14] . Anche il fiorentino monsignor Villani lo descrive come «un signore romano, un uomo di sport, che faceva da trait d’union tra il Cardinale [di Firenze], Bartali e Pio XII» [15] . Certamente Paschetta era stato in grado, durante la guerra, di creare numerose occasioni d’incontro tra il Papa e il campione toscano, ed era un suo «tifoso speciale», che lo raggiungeva spesso anche durante le pause del Tour de France. Pare fosse con lui quando il corridore ricevette la famosa la telefonata con cui De Gasperi gli avrebbe chiesto di vincere la gara per contribuire a stemperare le tensioni politiche in Italia dopo il tentato omicidio di Togliatti [16] . Franzinelli osserva che se il colloquio tra il campione e il presidente del Consiglio vi fu, è probabile che sia avvenuto su impulso dello stesso Paschetta, «figura chiave nei rapporti tra l’ambiente sportivo e l’associazionismo cattolico», e in generale «attivissimo nel campo ricreativo e sportivo, nonché promotore del settimanale a fumetti “Il Vittorioso » [17] . Significativo anche il suo rapporto con il patron del Giro d’Italia, Vincenzo Torriani, per il quale svolse la funzione di «elemento di raccordo» con il Vaticano per organizzare la visita dei “girini” al pontefice nel 1964, e con il quale fu sostenitore del Centro sportivo italiano, ricoprendo poi anche la carica di presidente della Dace (Delegazione amatori ciclismo dell’Ente nazionale assistenza ai lavoratori)» [18] . Paschetta conosceva bene pure Coppi, che portò in udienza dal Papa nel 1953 e al quale scriverà nel 1954 per comunicargli «la disapprovazione e l’amarezza del papa per l’intera vicenda» della sua relazione adulterina con Giulia Occhini [19] . Si trattava insomma di un personaggio che sembrava avere buone entrature in Vaticano e nell’Azione cattolica, e che dalla sua libreria manteneva forse contatti con un più vasto mondo cattolico e democristiano, oltre che sportivo. Fatto sta che Montini a questa sua posizione s’appoggiò, forse anche per la vicinanza, se non già l’amicizi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Carcere e cultura
  3. Indice dei contenuti
  4. Ragione e preghiera
  5. IL PUNTO
  6. Solidarietà
  7. Carcere e cultura
  8. «Queste voci dalla prigione mi hanno aiutato a conoscere un po’ meglio le cose»
  9. Lo studio come strumento di libertà
  10. Il sistema penitenziario dopo gli interventi della Corte Europea dei diritti dell’uomo
  11. Insegnare “ai carcerati”, non “in carcere”
  12. La storia della fotografia a Rebibbia
  13. Se «l’arte è trasformazione etica del mondo attraverso la bellezza» - La cultura come dono
  14. C’è sempre un’altra possibilità? - Il difficile percorso di riconciliazione tra le vittime e le persone colpevoli di reato
  15. STORIA
  16. Montini e la nascita del Centro Accademico sportivo - “Rino Fenaroli”: fede e opere nella società moderna
  17. DIRITTO
  18. Riflessioni di un giurista sul capitolo ottavo - dell’Amoris Laetitia
  19. LECTURAE DANTIS - VERSO IL 7° CENTENARIO DELLA MORTE
  20. Le maschere di Francesca e il fantasma di Didone (2)
  21. OSSERVATORIO POLITICO - A cura di Paolo Carusi
  22. Aldo Moro: «La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi»
  23. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA- STORIA CONTEMPORANEA
  24. LA NOSTRA BIBLIOTECA