Corrispondenza (1958-1973)
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Corrispondenza (1958-1973)

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Informazioni sul libro

A cura di Pietro Viotto, Edoardo Zin e Samuele Pinna Tra le diverse corrispondenze dei Maritain quella con don Giovanni Stecco (1958-1973) è molto significativa perché, oltre a far scoprire l'apprezzamento del pensiero di Jacques in Italia, mostra alcuni suoi tratti inediti frutto delle reciproche confidenze che si scambiano gli interlocutori. Nell'epistolario si trovano soltanto due scritti diRaïssa, ma poi tutta una serie di lettere di Jacques che rivelano i suoi travagli interiori e i vari lavori intellettuali che lo impegnano sino alla fine della sua vita. Don Giovanni Stecco è davvero l'amico negli anni della solitudine, che esprime di continuo il ricordo, quasi una dolce devozione, perRaïssa. In questo sincero affetto si conferma anche l'ammirazione verso Jacques, della sua passione per la Verità e per la Chiesa, luogo in cui essa si riverbera, quale Mistero e non semplicemente (anche) istituzione umana. Un carteggio per conoscere più intimamente la figura di Jacques Maritain e la sua profonda spiritualità di filosofo cristiano.

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788838246180

IL CARTEGGIO

DON GIOVANNI STECCO-JACQUES MARITAIN (1958-1973)

1.
G. Stecco a R. Maritain

Vicenza 23 febbraio 1958

Madame,
sono un prete. Insegno al Seminario di Vicenza (Italia). Ho terminato di leggere il suo Les Grandes Amitiés e sento il dovere di ringraziarla per tutto il bene che questa lettura ha fatto alla mia anima. Più volte ho meditato le sue pagine e spesso sono stato preso da gioia ed entusiasmo. Madame (è buffo, forse, ma glielo devo dire lo stesso), lei ha la stessa età della mia cara mamma. Pertanto, le bacio la mano con lo stesso affetto e devozione con la quale bacio mia mamma quando vado a visitarla in famiglia. Che il buon Dio le ricambi il bene che lei ha fatto a me e senza dubbio a tante altre anime. Nel suo libro si respira l’atmosfera della serenità e della pace, che solo la fede può donarci. Com’è buona, Madame! Che piacere leggere le pagine della sua giovinezza! Come ci legano i problemi che lei e Monsieur discutevate prima di incontrare Gesù e la sua dolce Madre!
Grazie, Madame. Ho sempre amato la Francia, il paese della libertà e della grande cultura. Ecco un ulteriore motivo per far accrescere la mia ammirazione [verso di lei].
La prego di perdonarmi lo scempio della sua bella lingua o, se non lo scempio, almeno la povertà di questo stile non raffinato. Ho lasciato parlare solo il mio cuore. Perdoni, inoltre, la prego, la mia scrittura poco chiara. Auguro a lei e a Monsieur ogni bene possibile. Che il buon Dio ci faccia morire con la stessa morte del suo caro papà [1] .
Giovanni Stecco


2.
R. Maritain a G. Stecco

Princeton, 5 aprile 1958

Caro Reverendo,
lei mi scrive come un vero amico e la sua lettera è delle più toccanti che si possono ricevere. Non si preoccupi del suo francese, né dello stile. Il suo francese è davvero buono e il suo stile, ispirato dal cuore, è sensibile, spontaneo, generoso.
Sono felice che il mio libro le abbia fatto del bene, e la ringrazio del riferimento alla sua cara mamma. E lei parla teneramente di mio padre; è la sua lettera ora che fa del bene a me.
Quando uno scrive riversa la propria anima in profondità sconosciute, dove essa talora può felicemente incontrare altre anime. È una benedizione.
Preghi per noi, per me, qualche volta, e per Jacques, e per mia sorella Vera, che è sempre con noi, da molti anni, ed è il nostro tesoro. Jacques e Vera sono il mio grande esempio, il mio grande sostegno. Preghi per noi e preghi per la Francia che le è cara. Essa è in un periodo molto difficile e pesante, ma la sua vocazione non è cambiata 1. Verranno dei santi a sostenerla; [la Francia] non ha mai cessato di avere dei santi. C’è ora una nuova messe che matura, quella per esempio dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle di Gesù, discepoli del padre De Foucauld.
Riceva i miei auguri migliori per la Pasqua, con tutta la mia gratitudine per la sua lettera, e i miei pensieri affettuosi.
Le auguro ogni bene in Nostro Signore,
Raïssa Maritain


3.
G. Stecco a R. Maritain

Vicenza 5 dicembre 1958

Madame,
Natale si avvicina e mi affretto a inviare a lei, a Monsieur e alla Mademoiselle i miei auguri più cordiali. Le sono sempre riconoscente del bene che lei mi ha fatto con il suo libro Les grandes amitiés. Suo padre, sua madre e il suo padrino sono per me ancora delle persone vive. Inutile dirle che ho riletto più volte le pagine più significative: il suo tormento alla Sorbona, la morte del suo caro papà, la conversione della sua cara mamma, il cammino di Psichari e l’anima generosa di Bloy.
Lei, cara Madame, lo comprenderà. Per noi preti, che fin dalla nostra infanzia siamo stati educati nella religione, ci è caro, rasserenante, corroborante e soprattutto formativo constatare com’è vero che solo la fede può acquietare il nostro spirito, così avido di Assoluto.
[In quelle pagine] ci sono meditazioni per noi e nello stesso tempo ciò ci incoraggia a compiere meglio il nostro dovere.
Le auguro ogni bene possibile dal Salvatore. Auguro a voi tutti ciò che desidero per la mia cara mamma.
Che i nostri cari defunti ci aiutino a portare bene a termine il nostro pellegrinaggio!
La prego, Madame, di non disturbarsi a rispondermi. Mi basta sapere che questa lettera sarà letta da una persona che amo e che tanto stimo.
Molto affettuosamente
Giovanni Stecco


4.
R. Maritain a G. Stecco

Princeton, 27 aprile 1960

Reverendo e caro amico,
rileggo la sua ultima lettera del dicembre 1958 e sono confusa e addolorata di non averle risposto molto prima!
Le sue lettere sono tanto amichevoli e io le custodisco con cura. Tuttavia mi è difficile rispondere agli amici senza grande ritardo, per motivi di lavoro, di stanchezza... Quest’anno inoltre è già il terzo di una malattia grave e molto dolorosa della mia carissima sorella Vera...
Nel 1958 lei mi scriveva: «Natale s’avvicina». Alla fine del 1959, quando Natale s’avvicinava, la mia amatissima e benedetta sorella Vera si approssimava alla morte. Ha fatto l’ultima comunione il mercoledì prima di Natale. I suoi dolori aumentarono ancora dopo Natale e fino al 31 dicembre. Trascorse quel giorno parte nel sonno e parte in un dormiveglia. Verso la fine della giornata l’abbiamo sentita dire: «Papà, papà...»; e senza agonia ha esalato dolcemente l’ultimo respiro. Molti mesi prima aveva, come mi disse, «tutto abbandonato alla Santa Vergine». Nel mese di aprile aveva visto in sogno il nostro caro papà (di cui I grandi amici le raccontano la conversione). La mattina, dopo questo sogno, narrò tutta felice la sua visione, a Jacques, a me e a un amico prete. Eravamo tutti e tre nella sua camera. Ci disse: «Ho una cosa importante da raccontarvi: ho visto papà, era giovane, bello, splendente. Gli ho chiesto: forse sei venuto a prendermi? Mi ha risposto, ripetendo tre volte: non ancora». È per questo – penso – che lo chiamava nelle ultime ore di vita: forse lo vedeva. L’abbiamo vegliata in casa fino al trasporto alla chiesa (qui, in generale, si trasportano prima i morti in cappelle speciali). Il suo volto era bellissimo. Molti sono venuti a contemplarla e a pregare accanto a lei. La Messa fu celebrata il 2 gennaio. Tutti quelli che l’hanno conosciuta la credono nella gioia di Dio. Era un’anima squisita e senza difetti. Per Jacques e per me (che le eravamo maggiori d’età) era, più che una sorella, una madre dolcissima e devotissima. Ci fu, in questo, credo, come una predestinazione. Mi sembra d’aver detto ne Les grandes amitiés che nella nostra primissima età avevamo deciso che lei sarebbe stata la mia mamma e io la sua figlioletta. Ciò durò oltre l’infanzia e fino alla fine. Io non la chiamavo (fra noi) che «mia piccola madre». Credo che per noi è stata una madre, offrendoci da parte di Dio un bell’esempio con la sua vita piena di grazia. La sua morte ci ha immerso in un dolore immenso. Nello stesso tempo lodiamo Dio che ha abbreviato – infine – le sue sofferenze e l’ha presa con sé per l’eternità.
Perdoni questa lunga lettera. Ho voluto dividere con lei la nostra pena e la nostra gioia.
I nostri auguri pieni di simpatia e di rispetto per la sua cara mamma.
Con grande amicizia,
Raïssa Maritain


5.
G. Stecco a R. Maritain

Seminario di Vicenza, 5 maggio 1960

Carissima Madame,
ho riletto più volte la sua lettera e leggendola vedevo passare nel mio animo tutta la sua vita come essa traspare dalla lettura dei Grandes Amitiés, i vostri cari genitori, la sua tanto amata sorella. Capisco bene il suo grande dolore per una tale perdita.
Come sono commoventi gli ultimi momenti della sua vita terrena! E la visione in sogno del suo grande papà! Come non pensare che il buon Dio abbia inviato proprio lui come messaggero per chiamare in paradiso la sua cara figlia? Oh, com’è bella la nostra Fede, che anche nelle tristezze più profonde dona così belle consolazioni! Se la parola umana potesse essere utile in simili prove così difficili, vorrei poterla consolare! Credo tuttavia che i vostri tre cari dal paradiso si adopereranno per intercedere il buon Dio perché vi ricongiunga tutti e due a loro, voi che avete dimostrato verso di loro tanto affetto e che vi hanno aperto la porta di nostra Madre Chiesa.
Sono commosso, cara Madame, della gentilezza e della stima che lei ha per me e del pensiero per mia mamma. Grazie, grazie tante. Sono io, glielo ripeto, che devo conservare per lei un’imperitura gratitudine per il bene che il suo libro e le sue esperienze hanno fatto alla mia anima.
Sì, è vero, io sento che l’amo molto teneramente come se fosse mia madre. Non capisco perché ma il suo cammino verso la Fede e tutta la sua vita, nonché quella di suo marito, ha suscitato in me profondi sentimenti. D’altra parte non formiamo noi tutti una sola famiglia nel Corpo Mistico? È bello pensare che Russia, Francia, America e Italia non sono che una sola patria in confronto al Cielo!
Madame, la prego vivamente di non disturbarsi a rispondere alle mie lettere. Mi basta sapere che faccio parte del numero dei suoi amici. Immagino bene quanto lei sia impegnata!
Continuo a ricordare voi tutti nella Messa. Con voi ricordo anche altre due famiglie francesi, una di Chamonix e l’altra di Cannes, alle quali sono legato da vincoli d’amicizia e che hanno bisogno di tanta luce per la loro fede.
I suoi amici italiani hanno appreso con molto dispiacere ciò che è successo l’anno scorso all’Università Cattolica di Milano. Dopo tutto quello che Monsieur si è prodigato di fare per la Chiesa e la filosofia tomista non meritava certamente un simile affronto. Fortunatamente sappiamo che il buon Dio è il giudice più perfetto e che non si sbaglia mai 1!
Anch’io, cara Madame, custodisco con venerazione le sue lettere: mi creda! Spero che lei abbia ricevuto la mia lettera del Natale scorso. La ringrazio da parte della mia mamma. [L’anno scorso] temevo di perderla, si era fratturata il femore; fortunatamente è guarita. Non ho che lei al mondo assieme a una zia e l’unica mia sorella con suo marito e dieci figli.
L’anno prossimo uno dei miei nipoti entrerà in Seminario, ma mi piacerebbe che altri miei nipoti abbraccino la vita religiosa. Abbiamo così tanto bisogno di preti e di religiose! Potrebbe ricordarsi nelle sue preghiere di questo mio desiderio? La ringrazio.
Ho dato in prestito Grandes Amitiés a uno studente di Vicenza. Oh questi giovani! Mi pare impossibile che non riescano a comprendere la bellezza e la verità del Cristianesimo! Spero che le sue esperienze di vita facciano loro del bene e che li inducano a meditare un po’ di più.
Madame, lei vede che questa lettera è molto confusa, mi scusi. Mi sono messo alla macchina da scrivere senza aver deciso ciò che le avrei detto, ma solo con il desiderio di esprimerle tutto ciò che sarebbe venuto spontaneo all’animo. Le ho pure scritto a macchina per risparmiarle la fatica della lettura della mia brutta scrittura. Come può constatare non sono troppo capace di scrivere in francese...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. CORRISPONDENZA (1958-1973)
  3. Indice dei contenuti
  4. PRESENTAZIONE
  5. INTRODUZIONE: UNA CORRISPONDENZA CONFIDENZIALE
  6. L’AMBIENTE VICENTINO
  7. IL CARTEGGIO
  8. SAGGIO CONCLUSIVO. UN APPROFONDIMENTO METAFISICO SULLA CHIESA
  9. APPENDICE. MARITAIN IL SANTO DELL’INTELLIGENZA
  10. NOTA BIBLIOGRAFICA
  11. INDICE DEI NOMI
  12. Ringraziamenti