Protagoniste nascoste
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Donne cattoliche, società, politica nella prima metà del Novecento

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Protagoniste nascoste

Donne cattoliche, società, politica nella prima metà del Novecento

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Informazioni sul libro

Presentazione di Maria Pia Campanile Savatteri e introduzione di Matteo Truffelli
Il volume intende mettere in luce una storia ancora nascosta, sottovaluta, che ha visto le femministe cristiane del primo Novecento, l'Unione delle donne cattoliche e soprattutto la Gioventù femminile di Azione cattolica esercitare un'influenza significativa e in taluni casi determinante nella storia del Paese. La maturazione di responsabilità politiche, espressa dalle donne del Centro italiano femminile nel secondo dopoguerra, era frutto di un trentennio "eroico" delle donne e delle giovani cattoliche, che tra tradizione e modernità avevano profondamente cambiato la condizione delle donne italiane. Il cammino della Gioventù femminile, arricchito da cinque testimonianze, costituisce la parte più consistente della pubblicazione. La Gf dal 1918 al 1948 ha dato a milioni di giovani l'occasione di rompere gli schemi di una tradizione di silenzio, subordinazione e passività e di partecipare a un progetto di rinnovamento religioso e civile, operando una sorta di rivoluzione sotterranea. Molte di esse hanno costituito una leadership autorevole per il Paese, di cui si è avvalso anche il mondo laico. Il Centro italiano femminile ha raccolto nel progetto di una federazione di associazioni cattoliche la ricchezza di idee e di esperienze, per proiettarle verso la conquista di una partecipazione diretta alla vita politica e contribuire così, attraverso una più ampia formazione culturale e attività di solidarietà, alla coesione e alla crescita della comunità nazionale. La storia di tante protagoniste nascoste può offrire suggestioni al nostro tempo e aprire nuove piste di ricerca su un tema ancora attuale e inesplorato.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788838246548
Argomento
History

La Gf di Gavoi, un’esperienza emblematica

Nel cuore della Barbagia a pochi chilometri da Nuoro sorge la città di Orgosolo, patria di Antonia Mesina, una giovane di Azione cattolica di sedici anni, uccisa per non cedere alla violenza nel 1935, beatificata il 4 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II. Si era iscritta alla Gf come beniamina e dal 1934 come socia effettiva ed era divenuta delegata della sezione Beniamine. L’Eucarestia, il Sacro Cuore e la Madonna sono i capisaldi della sua spiritualità. Dopo la canonizzazione di santa Maria Goretti, ne aveva letto la vita e ripeteva che anche lei in quelle circostanze avrebbe fatto lo stesso. D’altra parte, ad Orgosolo, la fondatrice della Gf, la venerabile Armida Barelli, aveva tenuto una crociata della purezza , di grande impatto sulle giovani del posto.
A pochi chilometri da Nuoro sorge anche la cittadina di Gavoi, immersa in una terra aspra e affascinante dove la pastorizia resta ancora l’occupazione principale di uomini e donne che, pur continuando alcune tradizioni, trovano difficoltà a trovare lavoro. Nel passato si dedicavano alla lavorazione della lana per produrre l’orbace, un tessuto pesante di lana grezza, usato fino agli anni Cinquanta per confezionare i mantelli dei pastori, le coperte, alcune parti del costume sardo come i calzoni e il cappotto per la confezione delle divise in dotazione ai responsabili del regime fascista. Nella chiesa parrocchiale di Gavoi (diocesi di Nuoro) l’associazionismo femminile nasce, il 18-19 agosto 1921, come viene riportato in un documento ufficiale. In quell’incontro si iscrivevano all’Unione delle donne cattoliche italiane 29 donne e 66 giovani. Il Consiglio era formato da donne colte e benestanti, non elette ma nominate dal parroco e dai sacerdoti coadiutori. Il movimento si sviluppa negli anni Venti, ma non restano tracce della sua attività se non a partire dal 1931, allorché il vescovo di Nuoro monsignor Giuseppe Cogoni, seguendo le indicazioni di Pio XI, riorganizza l’Azione cattolica, definita secondo il nuovo statuto «partecipazione all’apostolato gerarchico della Chiesa».
La ricostruzione minuziosa, attenta, documentata della storia soprattutto dell’Azione cattolica femminile è raccolta nel volume Serviam l’ideale. L’Azione cattolica a Gavoi. Dentro la storia del laicato cattolico: pagine di vita associativa dal 1921 agli anni Sessanta, Tipografia Imago, Gavoi (NU) 2009. Come affermano le autrici Caterina e Rita Piras, il movimento femminile cattolico si diffuse «abbastanza presto, tenendo conto della particolare situazione storica, anche se in periferia, coinvolgendo e formando un laicato che sarebbe diventato via via più maturo e operoso». Fin dall’inizio furono comprese e seguite con entusiasmo le finalità religiose e civili, spirituali e formative dell’associazione: rispondevano a un bisogno di impegno e di partecipazione, che promuoveva l’interesse per la vita della comunità civile ed ecclesiale. La rapida diffusione dell’associazione veniva incontro all’esigenza di una maggiore consapevolezza della vocazione cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa. Infatti «L’Ac ebbe a cuore da subito la formazione spirituale. Non si trattava di aggregare le persone per stare bene insieme (aspetto tuttavia non trascurabile) quanto di formare personalità robuste, lungimiranti, capaci di interpretare, vivere e diffondere il messaggio evangelico. La preghiera occupava il primo posto nelle iniziative. L’azione si esprimeva in vario modo: la presenza all’incontro settimanale, lo studio del testo di catechismo, la cura delle sezioni minori, la visita ai malati, l’aiuto a persone bisognose, la pulizia della chiesa, la partecipazione alle processioni e ai funerali, le iniziative per finanziare le attività programmate, il pagamento della tessera ai meno abbienti, specie ai piccoli, e le tante forme di servizio che la sensibilità e l’occhio vigile di chi più amava, veniva scoprendo».
Nell’associazione si mirava «alla formazione delle coscienze per una missione feconda e durevole» e si utilizzavano «molteplici strumenti educativi e di propaganda. C’erano innanzitutto i testi di catechismo e il Piano organico sul tema annualmente assegnato all’associazione. Lo scopo principale era quello di coltivare la vita interiore e raggiungere e testimoniare altezza di ideali e impegno apostolico. Le [...] associate vivevano questi momenti come occasioni di crescita spirituale, di dialogo aperto, di vivace confronto, di solide amicizie, di spazio ricreativo, pronte ad attuare nella quotidianità quanto appreso e richiesto nella vita di sezione».
A Gavoi furono costituiti quattro rami: uomini, donne, giovani, ragazze. Della fondazione della sezione della Gioventù femminile resta memoria nella cronistoria scritta dal parroco dott. Giovanni Battista Calzone, zelante promotore dell’associazionismo femminile, che narra: «Lo stesso giorno in cui fu fondata l’associazione della Gf il 13 settembre 1931 nacquero anche le sezioni minori [...] ogni sezione si incontrava settimanalmente. L’incontro aveva inizio con la preghiera, l’appello, il pensiero spirituale sul tema dell’anno e terminava con la preghiera, il canto, la ricreazione [...] Scorrendo le pagine dei verbali relative agli anni Trenta e Quaranta è facile ritrovare il richiamo costante a questi punti: ci si soffermava sulla vita sacramentale di verità e sulla crociata per la purezza. L’aspirante doveva essere vigilante e attenta a capire e vivere il progetto di Dio nella sua vita, doveva ambire al ruolo di aspirante vedetta per aiutare la delegata e [...] vigilare sulle coetanee per incoraggiarle a perseverare nella scelta. [...] Si impegnava inoltre, aderendo all’iniziativa La mia piccola, ad avere cura affettuosa di una bimba piccola da educare nella fede».
La Gf si distingue subito per la serietà dell’impegno nello studio delle verità di fede, che annualmente aveva un momento di particolare rilevanza nella gara di cultura religiosa, mentre si cementava il senso dell’appartenenza con l’importanza data alla bandiera e al distintivo, come nella solennità delle accademie, incontri formativi e festosi al tempo stesso. Durante le limitazioni imposte dal fascismo all’associazionismo cattolico: «Le socie gavoesi nonostante le proibizioni appuntavano il distintivo sotto il bavero ma non rinunciavano a portarlo, quella spilla non era un semplice ornamento, ma coincideva con una scelta di vita, di cui andavano fiere». Inoltre in occasione dei matrimoni e persino durante i funerali veniva esposta sull’altare la bandiera, portata sempre nelle processioni, a rimarcare un’appartenenza che dava significato speciale alle scelte e a tutti i momenti della vita.
In ogni incontro le responsabili erano tenute a prendere la parola pubblicamente, quasi a rendere ragione del loro ruolo, mentre interveniva per ultimo l’assistente ecclesiastico a puntualizzare e confermare quanto i laici nella specificità del loro ruolo avevano espresso, come si leggeva nel primo verbale della riunione: «disse parole di chiusura l’assistente ecclesiastico» a coronamento e conferma di quanto le giovani con il loro specifico compito avevano espresso.
Le riunioni delle socie effettive e delle sezioni minori si tenevano settimanalmente e prevedevano un’organizzazione precisa, anzi meticolosa. La stessa stesura dei verbali di ogni riunione veniva completata secondo modelli stabiliti dal centro, che aveva preparato un’apposita pubblicazione sulle linee della compilazione; la Gf di Gavoi ne conserva alcuni. Scrivono le autrici «le nostre segretarie curarono con particolare sollecitudine la stesura del verbale, consapevoli del ruolo loro affidato: registrare con spirito di fede e di servizio gli argomenti principali svolti durante le adunanze e contribuire alla composizione della cronistoria del movimento diocesano e parrocchiale. Rileggendo i verbali giunti fino a noi si rimane sorpresi dalla puntualità con cui la vita dell’associazione è scandita non solo nei giorni, mesi, anni, ma persino nelle ore. È commovente leggere i verbali della prima delegata Fanciulli, che pur avendo frequentato appena la seconda elementare, era in grado di riassumere solo con qualche frase, ma in modo incisivo, l’argomento trattato».
Dalle pagine dei verbali relativi agli anni Trenta e Quaranta emergono le virtù e le attività che le iscritte alla Gf dovevano mettere in pratica «lo spirito di sacrificio, la preghiera e l’abitudine a vigilare sulle coetanee per incoraggiarle a perseverare nella frequenza all’associazione». Tra le attività che le socie erano chiamate a svolgere: la diffusione della buona stampa, le pubblicazioni dell’OR per la liturgia – si divulgavano gli opuscoli: la Santa Messa per il popolo italiano –, la questua per la raccolta dei fondi per l’Università cattolica, per il seminario e per le missioni, come per l’Istituto Benedetto XV in Cina.
Tra le giovani erano rari i casi di analfabetismo, che veniva progressivamente superato attraverso la diffusione di «Squilli», il giornale della Gf inviato a tutte le iscritte. Fu soprattutto la stampa associativa a creare «un’unità quasi tangibile, fatta di ideali forti, di strumenti, di attività comuni a tutte le socie del paese». Fu Armida Barelli a sostituire dal 1921 il «Bollettino dell’Unione delle donne cattoliche», rivolto insieme alle donne e alle giovani cattoliche, con una speciale pubblicazione associata alla tessera.
Ricordano le autrici: «Anche nel nostro ambiente «Squilli» rappresentò per anni l’unico sussidio di lettura non solo per le socie, ma anche per le loro famiglie». La Gf curò della rivista ben quindici edizioni, destinate ai diversi gruppi che facevano parte dell’associazione: «era implicito il desiderio di compiere un servizio di promozione umana e cristiana, conservando un forte senso di appartenenza: tutte insieme professoresse e analfabete, aristocratiche e contadine, maestre e impiegate, casalinghe e artigiane, siamo una sola bella grande famiglia cristiana, con una casa comune; la parrocchia, una mensa comune: l’Eucarestia. Formiamo tutte un solo reggimento per la difesa e la diffusione del Regno di Cristo nelle famiglie e nella società».
Eucarestia, apostolato, eroismo era il motto della Gf. Il programma di vita comprendeva anche la comunione quotidiana che, date le disposizioni ecclesiali del tempo, richiedeva il digiuno dalla mezzanotte e vi era «chi si alzava nel cuore della notte per fare il pane o si recava all’alba nei campi. Ciò nonostante molte socie sopportavano un sacrificio così grande attualizzando la terza espressione del programma associativo» ( l’erosimo).
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Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Protagoniste nascoste
  3. Indice dei contenuti
  4. Premessa
  5. Presentazione
  6. Introduzione. Una storia di donne che hanno fatto la storia
  7. I. Le donne e i processi di modernizzazione della comunità nazionale
  8. 2. Le donne all’alba del Novecento
  9. 3. La società di massa
  10. 4. Istanze di giustizia sociale. Il socialismo
  11. 5. Correnti di pensiero: il positivismo, il pensiero di Nietzsche, il futurismo
  12. 6. L’emancipazionismo di primo Novecento
  13. 7. Le principali rivendicazioni femministe
  14. 8. Associazioni e pubblicazioni femminili e femministe
  15. 9. Il primo Congresso delle donne italiane (Roma aprile 1908)
  16. 10. Tra neutralismo e interventismo: le donne verso il 1914
  17. II. La Chiesa e i cattolici agli inizi del Novecento
  18. 2. Il movimento cattolico: dall’Opera dei Congressi all’Azione cattolica
  19. 3. La questione sociale cattolica
  20. 4. Il controverso progetto politico di Romolo Murri
  21. III. Il femminismo cristiano cristiano di primo Novecento
  22. 2. Nascita del movimento femminile cattolico
  23. 3. Milano, centro propulsore del femminismo cristiano
  24. 4. L’impegno sociale del gruppo milanese
  25. 5. Il Congresso di Bologna e lo scioglimento dell’Opera dei Congressi
  26. 6. «Pensiero e Azione»: diritto di voto, educazione, formazione spirituale
  27. 7. Il Convegno femminile Italiano (Milano 1907)
  28. 8. Fine del femminismo cristiano
  29. IV. La nascita dell'azione cattolica femminile
  30. 2. Lo statuto dell’Unione donne
  31. 3. La diffusione dell’Unione
  32. 4. Le prime attività dell’Unione: il Congresso femminile cattolico
  33. 5. L’Unione durante la guerra e nel dopoguerra
  34. V. Evoluzione della condizione femminile e movimento cattolico dalla prima guerra mondiale al fascismo
  35. 2. Le donne nel regime fascista
  36. 3. Luigi Sturzo e il Partito popolare italiano
  37. 4. L’Azione cattolica, scuola di antifascismo
  38. VI. La gioventù femminile di Ac, prima associazione femminile di massa
  39. 2. Il disegno di un’associazione di giovani cattoliche
  40. 3. L’impronta delle origini: la Gf a Milano
  41. 4. Sorge l’associazione nazionale
  42. 5. Nascono le sezioni minori
  43. 6. La Gf nell’Unione femminile cattolica
  44. 7. Le scelte editoriali dell’Ufci: concordanze e differenze tra le due associazioni
  45. 8. La Gf e l’opposizione al socialismo
  46. 9. La Gf e l’opposizione al fascismo
  47. VII. Organizzazione, formazione, missione: linee portanti del progetto GF
  48. 2. Dinamiche della vita associativa
  49. 3. L’influenza trasformatrice della rivista «Squilli»
  50. 4. Una visione della donna secondo l’idea cristiana
  51. 5. Formazione integrale e primato dell’interiorità
  52. 6. L’ideale vale più della vita: una scuola di santità
  53. 7. Il culto del Sacro Cuore e il Regno sociale
  54. 8. La Gioventù femminile e l’apostolato liturgico
  55. 9. La Gf e l’Università cattolica
  56. 10. La Gf e la dimensione internazionale
  57. VIII. Gioventù femminile: tappe di una storia
  58. 2. Gli anni Trenta: il consolidamento e l’espansione dell’associazione
  59. 3. Gli anni Quaranta: la Gf negli anni della guerra
  60. 4. Il Venticinquennio della Gf
  61. 5. La Gf nel dopoguerra. La Dichiarazione sui diritti e i doveri della donna
  62. 6. La Gf e le elezioni del 1946
  63. 7. L’impegno straordinario per le politiche del 1948. La celebrazione del trentennio
  64. 8. La figura e l’opera di Armida Barelli
  65. IX. Le donne cattoliche e l'impegno politico nel dopoguerra. Il centro italiano femminile
  66. 2. Il movimento femminile della Democrazia cristiana
  67. 3. Il diritto di voto e la propaganda politica dei partiti di massa
  68. 4. Cif e Udi: le associazioni femminili di massa nel secondo dopoguerra
  69. 5. Sconfiggere l’astensionismo
  70. 6. Il Cif e la campagna per le amministrative del 1946
  71. 7. La propaganda elettorale per le politiche del 1946
  72. 8. «Daremo sei milioni di voti»: il contributo del Cif nelle elezioni del 1948
  73. X. L’attività dei Cif locali per la partecipazione delle donne alla vita democratica
  74. 2. Torino. I disagi di una capillare campagna pro voto e il timore di brogli
  75. 3. Palermo. Disinteressarsi della cosa pubblica è peccato sociale
  76. 4. Napoli. Conversazioni di orientamento politico e monitoraggio organizzativo per il voto
  77. 5. Emilia Romagna. Partecipare alla ricostruzione e alla vita politica
  78. 6. Modena. Emergenza postbellica e partecipazione democratica
  79. 7. Ancona. Un’intensa e competitiva attività pro voto
  80. 8. Sassari. Sostegno alle donne per le nuove responsabilità politiche
  81. 9. Milano. La propaganda nei rioni insieme alle donne e alle giovani di Ac
  82. 10. Rilievi conclusivi
  83. Intervista a Rachele Acquaviva Filippetto
  84. Intervista a Maria Dutto
  85. Intervista a Vanna Iori
  86. Intervista a Antonella Perugini
  87. Intervista a Albertina Soliani
  88. La Gf di Gavoi, un’esperienza emblematica
  89. Nota bibliografica e fonti
  90. Indice dei nomi