Una scatola di latta
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Una scatola di latta

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Una scatola di latta

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Informazioni sul libro

Una vecchia signora trova davanti al cassonetto di casa una vecchia scatola di latta contenente delle lettere di una ragazza, è l'inizio di una storia che coinvolge nelle indagini non solo la polizia, ma anche gli abitanti del quartiere di San Lorenzo a Roma e la figura di uno scrittore che conosce una donna misteriosa su Facebook. La narrazione prosegue mettendo in luce una storia di violenza e segregazione nei confronti di una donna che nonostante tutto crede ancora nella vita e nel valore dell'amore. Apparentemente Una scatola di latta è un giallo in cui compaiono tutti gli elementi tipici del genere, ma anche qualcosa di più: il testo offre, infatti, l'occasione di denunciare la difficoltà della condizione femminile in un mondo che sembra non cambiare mai.

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Informazioni

Prefazione

Cosa accada nella mente umana sembra rappresentare un’essenza unica e imprendibile talvolta labile, altre misteriosa, ma come spesso succede può racchiudere una carica aggressiva irrecuperabile, che non permetta di poter tornare sui propri passi.
È quanto spesso si verifica soprattutto nella mente di soggetti maschili, che per motivi forse atavici o di forte frustrazione, sono capaci di riversare, completamente, sulle donne.
In un tracciato di scrittura notevole, per la sua creatività e ambientazione, è quanto mette in rilievo l’autore del testo Una scatola di latta, Massimo Occhiuzzo, rifacendosi, in parte, a rapimenti di ragazze avvenuti in Italia negli anni passati.
Situazioni assai dolorose, che hanno coinvolto giovani donne, e indotto le loro famiglie, a ritrovarsi in un ginepraio disordinato, dal quale poter riuscire a estrapolare, indizi e motivazioni, utili alla risoluzione del caso.
In una circostanza di forte malessere interiore, agiscono alcuni dei personaggi presentati dall’autore in questo volume, inserito in una Roma che si dimostra quasi indifferente alla gravità di certi avvenimenti, per la sua ormai presa di coscienza, di dar vita a una società malsana, in cui si sono dissolti, quasi del tutto, remoti valori interiori.
Due innocue signore d’età avanzata, dopo il ritrovamento d’una scatola con delle missive, danno inizio a un’indagine che col trascorrere del tempo darà corpo a fatti su cui, le autorità, potranno muovere dei passi più decisi e risalire a quanto effettivamente accaduto anni prima.
Fanno la loro comparsa, gradualmente, nel volume i vari interpreti, che daranno il via a una serie di eventi ben congegnati tra loro e che metteranno in risalto, di volta, in volta, le peculiarità caratteriali di ogni personaggio. Aumenterà, nel corso della lettura la suspance della storia, in un crescendo di occasioni, che terranno avvinto il lettore alle pagine del libro, giungendo così, a un’inaspettata, quanto imprevedibile conclusione dello stesso.
L’autore oltre a rendere scorrevolissima la lettura, con un attento tratteggio dei vari protagonisti, che a mano a mano, compaiono sulla scena del giallo, ne raffigura con abilità l’impronta ideologica, rendendo ognuno di loro molto vicino a una dialettica di vita che scorre giornalmente nel nostro quotidiano. In questo contesto, Occhiuzzo, rende assai appropriato alla dinamica del libro, l’atteggiamento dei vari soggetti, che si muovono in un’atmosfera precisa in tutti gli accadimenti, davvero correlati tra di loro.
Dimostra pertanto, lo scrittore, una spiccata sensibilità d’animo a pennellare personalità umane dal profilo, talvolta complesso, che operano in una dimensione ambigua, celando la propria oggettività in atteggiamenti discordanti e lontani da una realtà accettabile di vita.
Una visione approfondita e delineata, risulta, essere stato il proponimento dell’autore, in questo testo, della primitività e violenza del maschio, che poco sembra essersi evoluto, nel corso dei secoli, dando vita a scene di possessività esasperante e cruenta nei confronti dell’altro sesso, assai più sensibile e progredito, e in grado di dare scacco a sollecitazioni mentali dai toni assai superati.
Silvia De Angelis
Un bianco febbraio a Roma
Sulla città nevicava e tutto era completamente bianco intorno a lui. Aveva lasciato le strade consolari intasate dal traffico delle automobili e aveva deviato in aperta campagna. Cercava un posto isolato dove fermarsi. Il paesaggio, alle prime luci dell’alba, appariva spettrale. La neve aveva ricoperto tutto e il suo sguardo, attraverso il finestrino, era reso opaco dal suo stesso fiato e spaziava senza punti di riferimento. Non sembrava che si fosse fermato solo a pochi chilometri da Roma.
Era stanco, nei dintorni non c’era anima viva. Accese un sigaro che avrebbe sostituito il caffè di cui aveva voglia. Aveva deciso che quello poteva essere il luogo giusto e che il suo tempo era ormai scaduto. I suoi pensieri erano giunti alla fine.
Il sigaro si consumava lentamente lasciando una scia di fumo e odore. Fece l’ultima tirata e lo gettò fuori dal finestrino. Il sigaro cadde nella neve facendo una piccola fossa.
Ebbe un brivido. Uscì dall’automobile. Si guardò attorno e vide gli alberi che si erano piegati sotto il peso della neve. Salì sul parapetto del ponte: l’Aniene scorreva gelido sotto di lui. In quel frammento d’istante vide con la coda dell’occhio un’ombra e istintivamente fece un leggero movimento. L’ultima immagine fu quella di un uccellino che gli svolazzava intorno mentre si gettava dal ponte. Cadde nell’acqua del fiume lasciandosi andare nel buio che lo accolse stringendolo a sé. La neve non era più candida e il cielo guardava muto e impietoso.

Capitolo I

Un sacchetto di rifiuti
Come ogni giorno dell’anno, la signora Lucia Ascoli aveva preparato, con la solita cura, il sacchetto dell’immondizia per gettarlo nel cassonetto situato di fronte al portone del suo palazzo.
Non c’erano molti rifiuti in quella busta: della buccia d’arancia, i resti di una cena, delle bottiglie di plastica vuote, delle scatolette di cibo per animali e, appallottolato, qualche gratta e vinci senza fortuna. Lei viveva con i suoi adorati cinque gatti che le facevano compagnia nei suoi ottantadue anni portati splendidamente.
La sua vicina, la signora Elide, era l’unica conoscente in quel palazzo di soli anziani. Lucia però non soffriva mai di solitudine: aveva un insolito interesse.
Sulle pareti bianche delle stanze del suo appartamento e su ogni superficie dove era possibile farlo, erano impressi dei versi. La signora Lucia era una poetessa.
Quella mattina stava per gettare il sacchetto dell’immondizia quando il suo sguardo sempre attento e curioso alle cose che avvenivano intorno a lei, fu attratto da una piccola scatola di latta colorata abbandonata accanto a un albero lì vicino. Era uno di quei contenitori che un tempo conteneva i biscotti, un oggetto che le ricordava un mondo che non c’era più, un tempo lontano che le era appartenuto.
Lucia incuriosita la raccolse e tutta contenta se la portò a casa.
Qualcuno, da lontano senza essere visto, aveva osservato attentamente la vecchia signora prendere la scatola di latta e la seguì nei suoi movimenti.
Appena arrivata nella sua dimora, il primo pensiero di Lucia fu di dare da mangiare ai suoi micetti che l’accolsero miagolando. Risolta l’incombenza, e dopo aver dato qualche carezza ai suoi amati felini, aprì la scatola che aveva appoggiato sul tavolo di marmo della cucina.
All’interno trovò delle lettere scritte su una carta ormai ingiallita dal tempo. Inforcò i suoi occhiali e ne lesse una a caso. La missiva era di poche righe, macchiata, sembrava fosse stata bagnata dalle lacrime, tanto che l’inchiostro si era dissolto in alcune lettere che si leggevano sfocate:
Cara mamma, aiutami! Non sono andata via di casa. So che mi cercate ma non posso dire dove sono, né con chi sono. Devo mantenere il silenzio. Posso solo dirvi che sono prigioniera contro la mia volontà e, per amor vostro, non farò nulla che possa farvi del male. Probabilmente non leggerete mai questa lettera. Voglio dirvi che voglio bene a tutti voi, a te, a papà e a mio fratello Marco. Dimenticatemi,
Emanuela
Una signora al commissariato
La signora Lucia, dopo un primo momento di stupore, capì che quella missiva che aveva letto era importante e che avrebbe dovuto fare qualcosa. Era evidente che si trattava di un fatto troppo grave. Trattenne la sua curiosità e non aprì le altre. Si mise il soprabito e, senza nemmeno pettinarsi, cosa non usuale per lei, impugnò il bastone che l’aiutava nel suo cammino claudicante e uscì in fretta per andare al commissariato di polizia vicino casa sua.
Il quartiere dove viveva era sempre pieno di vita a quell’ora del mattino, grazie agli studenti che andavano e venivano dall’università e alla gente del posto che a quell’ora apriva i negozi. Lucia conosceva quasi tutti che al suo passaggio la salutavano con un sorriso.
Citofonò al portone del commissariato. L’agente di guardia le domandò: «Mi dica, che desidera signora?»
La donna chiese di parlare con qualcuno che potesse darle ascolto. Doveva denunciare un fatto grave di cui era venuta a conoscenza.
Quella mattina era di turno la commissaria Elena Giusti. La giovanissima poliziotta, con due lauree e già pluridecorata per meriti di servizio, era assonnata e mal disposta. La notte precedente aveva dormito poco perché nell’ultimo periodo le cose non erano andate benissimo. In quel momento stava bevendo un caffè alla macchinetta dell’ufficio. Quando vide avvicinarsi la signora anziana, temette di non essere in grado di sopportare quella presenza mattutina, ma fece buon viso a cattivo gioco e sfoderò il suo sorriso migliore: «Venga signora, si accomodi. Mi dica, di che si tratta? Vuole forse sporgere una denuncia?»
La signora Lucia porse la scatola alla commissaria e disse: «Stamattina stavo buttando nei cassonetti l’immondizia e ho trovato questa scatola bellissima. Al suo interno ho trovato delle lettere e ne ho letta una a caso che mi ha convinto a venire da voi. La legga per favore».
Elena la guardò perplessa, poi lesse con attenzione e capì subito che qualcosa di grave era avvenuto. Voleva leggere con calma le altre lettere e con gentilezza si rivolse alla signora: «La ringrazio molto della sua cortesia e per avermi portato queste lettere. Farò tutto quello che mi sarà possibile per chiarire questa questione. Oggi stesso in...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Firstpage
  3. Colophon
  4. Frontespizio
  5. Dedica
  6. Epigrafe
  7. Prefazione