L'alma e il cuor nei versi miei...

Orlando Gradito

• Editore: Aletti Editore
• Anno: 2013
• ISBN:
  9788859109303
• Argomento: Littérature
• Categoria: Poésie

Gradito Orlando nasce a Napoli il 5/6/1983.
Frequenta attualmente la facoltà di sociologia. Sono molteplici i suoi hobbies e le sue passioni.
Fa parte di una compagnia teatrale del luogo, ma coltiva anche passioni come la musica, collezionare francobolli, scrivere poesie. Quest'ultime nascono dalla convinzione che amare in genere conduca inevitabilmente a qualcosa di buono, anche se il percorso di vita sarà talvolta doloroso.
A volte un po' tragiche, riflesso della consapevolezza di come vada il mondo, ma anche fiabesche, giullaresche, molto melodiche, le sue poesie sono il riflesso del modo di crescere e svilupparsi, sia per quanto riguarda l'età e le emozioni, sia per lo stile e il modo di scrivere.

* * *

Ciò che il cuore e la mente

offrono per un’emozione,

il poeta saprà immortalarlo in eterno…

Vorrei vivere abbastanza

per ignorare niente d’ogni cosa…

Potran dirmi acculturato…

Potrei vivere in eterno!

Ivi son’io, mi presento

Tutt’iniziò con una stella, la stella che poc’anzi avea guardato

Prima ch’ella m’innamorasse ad altra vita.

Tuttavia lor pensieri non eran nobili

riguardo al mio dignitoso modo di piacermi la vita.

Già si sapeva ch’ogni azion e reazion dei giorni miei

tutt’al più m’arrecassero gioia d’un istante.

Ma non avrei goduto di quel goder che è di chi s’accontenta.

Indi avrei lavorato in quei locali

ove gente si felicitava e cercava come fare per raggiungere illa via:

“E come”, gli dicea io, ”non è tanto nuda la via ch’io feci

per finir qui gaudioso!”.

Si tentava di giustificar una realtà che non gustava,

e allor vivevo quell’attimo, quando v’ho detto

che il piacermi di alcuna cosa er per istante,

come lo splendor d’ogni cosa:corta e trista!

Indi avrei lavorato ove ti s’impone di pulir le rosse labbra

d’un signor che darà. Già la più umiliante potea rappresentar

questa trista, nonché v’era chi d’alto raccoglieva il dato del signor,

e nemmen la terza parte spettava a te che gli lavasti le labbra.

Ma il soffermar non è dei poeti,

per colorar le pagine di un milionario libro,

ove la gente rischia di oltrepassar tanti e tanti corti

tristi minuti. Allor non lo scrivano, ma il poeta sillaberà

una sola parola, e’l comprender arrecherà più gioia e calma

d’ogni milionesima pagina del libro d’un milione di pagine

e poco più…

Io son la vostra illusione,

ciò che voglio è narrarvi le eroiche gesta d’un secolo

che, pur con l’armi, si combattea la vita purtroppo emancipata,

ove i fucili eran più forti, le debolezze altisonanti,

e le paure più cupe d’altri tempi.

Non v’è indignitoso modo di nutrir il vostro materiale corpo,

in qualsivoglia situazione, stato d’animo, modo,

faticar dignitoso vi farà.

Vi sarà sempre chi si felicita con voi e magari vi nutre,

chi cagiona il vostro sforzo, vi sarà sempre chi v’ama così,

se voi lo cercaste.

E io son napoletano, di quei di cui si parla per il bene e per il male,

l’ingegnosità, le distanze dal reale, filosofar sulle sventure;

campo d’espedienti, talvolta per campar, per l’inventiva,

per il saper che l’ambiente in cui vivo non offrirommi niente,

giammai!

Mai noterai ch’io offrirommi al mio paese col perir d’ogni cosa,

non perché son tale però, sol per ciò che mai farei.

Son’io che fanciullo facea di versi, e con quelli,

altri elogi sempre recitai, e com’era, com’allor ripetea

nella mia stordita testa: “questa cosa è sì gaudiosa che vorrei che essa resta!”

Ebbene sogno…

Nessun limite nel poetare,

dal capire che v’era scritto,

a parlar come un fanciullo,

dalla rima alla misura,

al mio amor per la creatura.

S’è vè fatto dubitar della mia viziosa testa,

non imprimi in me il volar, né con l’ali né con esta.

Se si crede di viziar

gusto, corpo ed ogni tatto,

resti, e al racconto il raccontar

vi sarà per lui siffatto.

“lando 83”

2006

A Rosa

Principessa non relegar il tuo principe

la cui ...

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