Ipostasi

Loreta Salvatore

• Editore: Aletti Editore
• Anno: 2014
• ISBN:
  9788859115809
• Argomento: Letteratura
• Categoria: Poesia

Loreta Salvatore è docente di Filosofia e Storia nel liceo. Ha insegnato materie umanistiche per molti anni, realizzando progetti sui diritti umani.
È stata premiata nel marzo 2012, per l'impegno sociale, dal «Movimento per la pace e la salvaguardia del creato». Nel settembre 2012 riceve il premio letterario «Scrivere» per la poesia Osmosi, ispirata alla frase di Jim Morrison: «La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per scrivere le mie poesie».
Ha scritto numerosi testi on line e riflessioni di carattere umanitario.
In costante ricerca di nuove sperimentazioni, ama tradurre il pensiero in creazioni poetiche che sintetizzano l'amore della parola e la ricerca della verità.
Ci sono nuove possibilità di percorrere i sentieri dell'Essere e di giungere alla verità delle cose. La poesia è il veicolo fondamentale intersoggettivo che può trasformare l'umano e tendere all'edificazione di simboli condivisi ed universali. Ipostasi è un guardare in prospettiva, un definire in versi oltre, un dire mediante una sintassi metafisica ciò che noi possiamo sperare e costruire, abbandonando la logica impura del quotidiano.

Ars vivendi

Desolato è a molti il frastuono

caotico s’insinua

di aridità incompresa

come appello inesaudito.

Ivi, tra le nubi

gocce grondanti di pece

solitario soffione tremulo

che sparge il sereno

nell’ombra ricurva

di ciò che viviamo.

Stancamente, ci divora

di ora in ora

la passione come ebbrezza

un morire temporaneo

alle nostre rapaci illusioni.

Alfine, prodigioso erompe

il sereno dal lampo

nei mandorli risorti

aquila sospesa

color arcobaleno.

Fraterno appare l’esistere

preghiera di lode

nel ringraziare dolce le creature

di giorni semplici o sudati

di sentieri piani o impervi

fango e polvere

nell’inquieto desiderio di tranquillo vivere.

Meteora

Baciami di remoto ricordo

sovvenire meteora madido

biancastro gabbiano

che sorvoli un cuore piano

e lo esponi al libeccio

crudo inverno ghiaccio

che il suono cristallizza

per l’amato è salvezza.

E lo sospinge nel fondo

di un mistero quasi divino,

come ancestrale dono.

Nettami del tuo volo sacrale

rinasci del presente

dal molteplice all’uno

nei crateri finiti

e dalle umane tempeste,

ché sia tempo eterno

da incorporeo astruso sembiante

questo nostro intuibile cielo.

D’infima misura

Ho pianto il vuoto

l’assenza nei lugubri sedimenti

quelli che spaccano l’anima

d’infiniti tormenti e di pentimenti.

Eppure, scava la penombra

scuote d’infima misura

la linea del pensiero

oscurarsi calante i giorni

nelle discese boreali e nascenti tramonti,

quando si fa sera...

Indice dei contenuti

• Premessaa cura dell’autrice
• Polle di uno sgretolato limite
• Una storia incompiuta
• Paralleli
• Ipostasi
• Sentieri
• Canto materno
• Sintonica ferita
• L’oggetto perduto
• Esercizi di stile
• Preghiera di un bambino ferito
• Distanze
• Senza idillio
• Paventami
• Prolessi
• Al dolore dell’innocente agnello
• D’ancestrali simbiosi
• Apocalissi imminenti
• Alternanze
• Incompiuto
• Sale la luna
• Amorfo
• Preghiera
• Come onda
• D’arcani involuti
• Teogonia
• Teoremi del silenzio
• In fuga
• Aulico e prosaico
• Di notte
• Alle radici
• Postilla di un’esperienza
• Il luogo delle parole
• Non so se
• Ars vivendi
• Meteora
• D’infima misura
• Sinossi
• D’illimitato