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"Poesia che scaturisce quasi prepotente dal suo io più profondo, nel quale convivono in ineliminabile conflitto passionalità, spirito riflessivo e anche spirito critico.
Sensazioni, impressioni, pensieri lo aggrediscono da ogni parte senza che egli riesca a sottrarsi alla loro invadenza, sia quando tutto gli appare gioioso, sereno, gradevole e lietamente accettabile, sia quando tutto sembra ammantarsi di una intricata, nemica problematicità.
È un susseguirsi per lui inarrestabile di variegate situazioni umane e psicologiche che difficilmente trovano possibilità di pacifica risoluzione.
Ma proprio qui sta la forza non solo poetica, ma anche razionalmente gratificante della sua meditazione...
Tutto ciò prende corpo e vita in un linguaggio poetico che si snoda ricco di immagini folgoranti, di richiami ora fantasiosi, ora realistici, sempre di icastica efficacia, perché aderisce quasi simpateticamente all'onda dei sentimenti, dei pensieri, dei turbamenti che lo sostanziano e lo innervano."
Eliseo Carraro
Giuseppe Barin è nato a Noale, in provincia di Venezia.
Si è laureato in giurisprudenza a Padova. Ha esercitato la professione di dirigente d'azienda. È sposato, ha tre figlie e cinque nipoti.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788859116240
Argomento
Littérature
Categoria
Poésie
IL PERCORSO UMANO E POETICO DI GIUSEPPE BARIN
Dopo il corposo volume di poesie che comprende tre raccolte particolarmente significative del suo percorso umano e poetico: “Un’ombra d’ali”, “Le stagioni del cuore”, “Le ferite del dubbio” (2012), Giuseppe Barin presenta questa nuova raccolta “Presagi”, in cui riprende, amplia, approfondisce il suo mondo interiore, il suo modo di mettersi davanti alle cose, alle vicende quotidiane: il suo sguardo ora limpido, ora turbato, ora commosso e appassionato, è stimolato da una inesausta carica sentimentale e da una continua ricerca intellettuale.
Si inoltra così tra i sussulti del vivere quotidiano e ci introduce nei meandri del suo essere uomo, dove si dibattono dubbi e certezze, fede e speranza.
“Colpi d’ala” si alternano a momenti di triste disinganno dinanzi a quello che comunque gli si presenta come un tortuoso e conflittuale itinerario umano.
Ma in esso Barin riesce in ogni modo a liberare la sua fertile fantasia, a impegnare la sua vigile ragione e soprattutto il suo vivace sentimento, offrendoci una poesia densa delle cento espressioni e delle cento sfaccettature della vita di ogni giorno.
Poesia che scaturisce quasi prepotente dal suo io più profondo, nel quale convivono in ineliminabile conflitto passionalità, spirito riflessivo e anche spirito critico.
Sensazioni, impressioni, pensieri lo aggrediscono da ogni parte senza che egli riesca a sottrarsi alla loro invadenza, sia quando tutto gli appare gioioso, sereno, gradevole e lietamente accettabile, sia quando tutto sembra ammantarsi di una intricata, nemica problematicità.
È un susseguirsi per lui inarrestabile di variegate situazioni umane e psicologiche che difficilmente trovano possibilità di pacifica risoluzione.
Ma proprio qui sta la forza non solo poetica, ma anche razionalmente gratificante della sua meditazione.
Basta seguirlo nelle sue “visioni”: pensiamo subito a quella della natura: alberi, campi, sorgere e tramontare del sole, magia delle stagioni, che solo chi è nato e vissuto anche in campagna può capire, gustare, seguire e amare: è una meraviglia che si porta dentro, indelebilmente fissa nella mente, nel cuore.
Barin la rivive quasi con tenerezza infantile, perché ancora lo affascina e lo incanta, con suoni e immagini che riescono a far tacere per un po’ anche i suoi turbamenti esistenziali.
Nella natura riscopre la bellezza che esalta chi la sa ancora “vedere”: “il sole indora i prati e i fiori/ e scalda pensieri d’infinito”.
Ama “il silenzio della luna” i “liberi spazi d’infinito”, la “ridondante voce delle cose”; gli “piace la brughiera di mattina/con la nebbia”.
Per lui “sono prodigio le cose” e “ogni giorno (è) un nuovo giorno”: può così vedere “la carezza del vento sulle foglie”; ascoltare la “gioia allegra” del merlo; ammirare “lo splendore dell’aurora, l’armonia del cielo”.
Questa presenza incantata si insinua continuamente nella sua poesia e in questa presenza egli scopre o accomuna anche gli altri sentimenti.
Sembra non possa esprimerli senza questo mondo di natura, perché le sue immagini diventano il linguaggio stesso dei suoi sentimenti.
Pensiamo infatti al delicatissimo filone sentimentale e poetico dell’amore per la donna, nel quale Barin trova ristoro e pace.
Proprio quando più scruta inquieto l’“avventura della vita”, ne rimane contagiato.
Trova allora incredibili tenerezze e slanci: i suoi versi si fanno puri e rarefatti, con parole e immagini che sfiorano la ricercatezza formale, mentre in realtà sono solo il lucente calore dell’anima.
Per questo si resta presi dalla loro capacità di esprimere e comunicare ciò che può apparire inesprimibile.
“Mi aggredisce la bellezza/della tua passione offerta/su guanciali di dolcezze acerbe/che mi fanno audace amante/di danze e di parole.”
Ed è così: “Voglio ali bianche/per vagare come farfalla/tra le tue rose”.
“Ti attendo/oltre la corsa delle stelle/oltre le orme dei tuoi occhi/che mi danzano dentro”
“Magnifica schiavitù/del gioco di luce/dei tuoi occhi/ove l’anima si rifugia/e si perde serena”.
È un’onda impetuosa d’amore incontenibile: “È il tuo sorriso il lampo/che arpiona i sogni/e inchioda e svena/la fatica di vivere.”
Il turbinio delle immagini ferma sensazioni impagabili in un lettore qualunque, se solo dotato di sensibilità.
“Ti sei tuffata/nel mio mare di silenzio/come goccia di cielo/nel rotolo bianco della vita.”
E ancora: “Esploderà il tuo profumo/perché non è dato/imprigionare la fiamma/o la bellezza di una rosa”.
L’amore diventa luce, gioia, fiducia: non è solo scatenamento di sensualità (che esiste e vibra ardente nel sottofondo delle parole immaginose della poesia), ma è soprattutto volo d’anima che soccorre la mente turbata e le fa dimenticare le irritazioni esistenziali.
Il luccichio delle immagini non si arresta: “È santuario di confidenze/l’ebbrezza dei violini/sulla tua bellezza/da cui bevo/scampoli d’eterno”.
Si potrebbe continuare nelle citazioni: la donna, nella poesia di Barin, è un punto fisso del suo stesso essere uomo e quindi, almeno in parte, anche del suo essere poeta, perché la donna è anche riferimento per molti aspetti decisivo per una risoluzione almeno in parte positiva della sua avventura umana, che non è mai, perciò, solo desolatamente enigmatica, per le sue insorgenti incertezze e le spesso frustranti contraddizioni. Barin, impegnato anche intellettualmente e “filosoficamente”, non può non rilevarne, pur soffrendo, le asperità; gli aspetti bui, le attese non rispettate.
Sa di cozzare inesorabilmente anche contro l’ignoto, contro l’inspiegabile o l’inaccettabile della nostra limitatezza.
Nasce da qui la realistica visione della vita: la sua poesia non è mai perciò un “gioco” intellettualistico o metafisico o pessimistico. È piuttosto una continua constatazione, difficile a volte da accettare, perché sembra arenarsi su “abissi infiniti”.
Tuttavia se sente una voce “che tormenta e sconvolge la mente”, d’altro canto sente pure il “calore di una mano che (gli) sfiora l’anima”.
Sono i poli esistenziali entro i quali scorre tutta la sua vicenda umana e poetica.
Se guardasse solo a quello della cruda realtà che lo circonda, prevarrebbe, freddo e inesorabile, il pessimismo generato dalle tante insondabili oscurità.
Davanti ad esse Barin non chiude mai gli occhi e la mente severa indagatrice.
È un lucido osservatore, uno smaliziato analizzatore delle tante complesse “apparenze”, sempre difficili da decifrare o interpretare nella loro “futilità” o nelle loro tenebrose “nullità” o soprattutto nelle loro terribili incongruità.
Così Barin non si sottrae ai “giorni pregni di domande”, in cui “non è dato indugio alla speranza”.
Lo “morde la ferocia dei fantasmi/che s’insediano nell’anima” e che gli fanno vedere l’avventura della vita “sporca di macerie di ogni verità”, perciò capace di abbattere spesso anche la speranza.
Perfino la notte per lui “ha mani piene di domande/ e vuote di risposte”.
Per questo anche i pensieri “sono nidi di spine” e “la bocca morde l’amarezza/di non possedere almeno/un poco dell’azzurro”.
Dinanzi a questa incontrovertibile e disarmante realtà Barin sente perfino “voglia di piangere” e si domanda, umanamente pensoso, se troverà mai “tregua dal dubbio/ che (gli) scompone l’anima”.
E si lascia allora sfuggire l’amara constatazione: “ma com’è difficile sperare”.
Sì, perché “non trova risposta il deserto/che dimora nel fragore/di violenti gomitoli d’esistenza”.
Infatti riconosce che il suo “tratto di strada” è costituito di “tessere scomposte” che formano, in fondo, solo un “puzzle misterioso”, un “ignoto destino” in cui manca il “respiro della conoscenza”.
A questo punto per Barin, come conclusione o soluzione “logica” delle sue convinzion...

Indice dei contenuti

  1. IL PERCORSO UMANO E POETICO DI GIUSEPPE BARIN
  2. MI IMMAGINO FIORE
  3. VIVE DI APPARENZE IL MONDO
  4. EPPURE SENTO
  5. PASSO A PASSO
  6. NON MI BASTA
  7. LASCIAMI BRINDARE AL SOLE
  8. NELL’ANGUSTO RECINTO
  9. L’UVA DELLA VIGNA DEL SILENZIO
  10. LA RUOTA DEI MIEI GIORNI
  11. EREMO SERENO
  12. ORGOGLIO
  13. COME CORSA DI ELEFANTI
  14. È RISTORO L’OMBRA DEI PENSIERI
  15. È RIDONDANTE LA VOCE DELLE COSE
  16. VORREI ABITARE LA BELLEZZA
  17. NON BASTERÀ
  18. MENZOGNE
  19. OGNI NUOVA NOTTE
  20. SOLO L’AMORE
  21. MI AGGREDISCE LA BELLEZZA
  22. MI HAI GUIDATO
  23. INTUIRE
  24. LUCI
  25. L’ATTESA
  26. IN CERCA D’ARMONIA
  27. NELLA GRANDE LUCE
  28. QUALE FIORE?
  29. MAMMA
  30. DENTRO GLI ANGOLI DELL’ANIMA
  31. FIORE ROSSO
  32. GEMME DI VOCI E DI PAROLE
  33. IL PIANTO DELLA TERRA
  34. È DIFFICILE SPERARE
  35. IL GIOCO DELLE GEMME
  36. SI ASCIUGANO IN FRETTA
  37. LA VOCE DEL MARE
  38. MANCIATE DI TRISTEZZA
  39. PAURA DI AMARE
  40. INSIEME
  41. È DUNQUE POSSIBILE?
  42. TORNATE AD AMARE
  43. SONO COLPEVOLE
  44. PRECIPITIAMO
  45. E IO CONTINUO A CERCARE
  46. SONO PRODIGIO LE COSE
  47. MEMORIA DEL MONDO
  48. NEL GIALLO DEL SOLE
  49. OGNI GIORNO UN NUOVO GIORNO
  50. CERCO UN DIO D’AMORE
  51. FRANA IL TEMPO
  52. ANCHE
  53. SENZA PUDORE
  54. NECESSITÀ E LIMITE
  55. GEME LA SOLITUDINE
  56. GOCCE DI LUCE
  57. C’È BISOGNO DI AMORE
  58. UNO STRANO PROFUMO
  59. IN CIMA ALL’ERTA
  60. VORREI TORNARE INDIETRO
  61. NON È INUTILE CHIEDERE
  62. SOTTO LO SGUARDO DI DIO
  63. NON SO SE BASTI
  64. SE AVRÒ AMATO
  65. SONO CHIAMATO
  66. INVINCIBILE ECO
  67. È EVANESCENTE APPRODO
  68. LA VOCE DELL’AMORE
  69. L’ATTIMO DI UN’ONDA
  70. QUESTO MARE DA INVENTARE
  71. È VITA
  72. INEVITABILI PRESENZE
  73. NON È DI VOCE D’UOMO
  74. GERMOGLI
  75. GRAFFIO DI SPERANZA
  76. TU RIDI
  77. VOGLIO ALI
  78. LO SPLENDORE DELL’AURORA
  79. IRREFRENABILE AZZURRO
  80. TI ATTENDO
  81. MI CADE DENTRO L’ANIMA
  82. SONO DOLCI
  83. NON È MAI TRAMONTO
  84. OCCORRE IL SOLE
  85. ALLA LUNA
  86. VOGLIO CANTARE
  87. TREMA
  88. DA DOVE VIENE
  89. L’OLIO DELLE TUE ROSE
  90. MI BRUCIA
  91. TI SEI TUFFATA
  92. VOGLIO FAR GERMOGLIARE
  93. L’ARIA TREMA DI SILENZIO
  94. COME CIGNO
  95. SANTUARIO DI CONFIDENZE
  96. NON HA GLORIA L’OMBRA
  97. ORGOGLIOSO PROFILO D’AZZURRO
  98. INGINOCCHIATO
  99. LA VERGINITÀ DORATA
  100. HO NEGLI OCCHI LE STELLE
  101. LA FALCE CHE PRECEDE IL PANE
  102. SBADIGLIA LA NOTTE
  103. INTERROGO LUCCIOLE VAGHE
  104. NELL’ETERNO CAMINO DELL’ORIZZONTE
  105. SOGNA, QUEST’ESTATE
  106. S’AFFACCIANO
  107. IL CRIVELLO DELLE ORE
  108. CARICHI DI COSE
  109. UN UNICO BRIVIDO
  110. INCURANTI D’OGNI FIORE
  111. O VERITÀ
  112. ANIME SEPOLTE
  113. ESSENZA
  114. FIAMMA
  115. LA SPADA DEI GIORNI
  116. VENTATE DI GRIGIO
  117. MAZZI DI NOIA
  118. DIAMANTE DI LUCE
  119. NON C’È SPADA
  120. GERMOGLIO
  121. SON IO COLPEVOLE
  122. COME IL SOLE
  123. MANDORLO
  124. LA LAMA DEI TUOI OCCHI
  125. NON È INGANNO
  126. PRENDE DIMORA
  127. CORPI VENDUTI
  128. NON SENTO PIÙ
  129. NELLA MEMORIA
  130. VACILLA LA VOCE DELLA LUNA
  131. MI PASSEGGIA NELL’ANIMA
  132. QUANTE ANIME
  133. MILLENNI D’ANIMA
  134. O VERITÀ
  135. È ANCORA INTATTA LA MEMORIA
  136. MI È AMICO
  137. INSIEME L’AZZURRO
  138. L’ULTIMA LACRIMA
  139. CONGIUNTI COME MANI
  140. LA MIA CARAVELLA
  141. SULLE GINOCCHIA DEL VENTO
  142. SENZA RUMORE
  143. TEMPESTA
  144. IRONICO GENIO DEL MALE
  145. SOGNO DA SEMPRE
  146. VOGLIO ANCORA STUPIRMI
  147. UNA VOCE
  148. HO AMATO LA VITA
  149. È ORMAI LOGORA