Introduzione
Questa raccolta poetica intitolata “Il respiro è vita” nasce dall’esigenza di comunicare semplicemente ciò che spesso sfugge al nostro sguardo, di impressionare come su una lastra fotografica tutti quei dettagli che trascuriamo per la fretta di correre da un posto all’altro.
Non vuole essere una poesia attenta alla bellezza del verso o volta ad una cura estrema della terminologia, della singola parola o dell’immagine metaforica. Vuole piuttosto liberarsi da ogni tipo di fronzolo o infiocchettamento, per ritrovare la sua dimensione primordiale, il proprio ossigeno.
È una poesia senza trucco, senza abiti eleganti , gioielli preziosi o scarpe con il tacco, ma è una poesia che respira, che incamera aria e la ributta fuori, che dilata le sue pupille o socchiude gli occhi a seconda del momento descritto.
Pagina dopo pagina si scrutano angoli di normale vita quotidiana, che scorre con le sue esistenze più o meno interrotte, materializzandosi ogni tanto come succede nei libri cartonati, quando d’improvviso spuntano fuori dei frammenti di paesaggi tridimensionali.
Questa poesia è di chi ad un tratto si ferma, magari su una panchina di una stazione, oppure sul ponte sopra ad un fiume, o al tavolino di un bar, o in un centro commerciale.
È di chi non ha la smania di piacere a tutti i costi, o di dare sempre una buona impressione, è la poesia anche di chi non riesce ad esprimersi, di chi fa fatica a tirarsi fuori le cose che ha da dire, di chi non potrebbe permettersi cedimenti, ma invece ha ceduto, di chi avrebbe dovuto continuare a correre,ma invece ha avuto bisogno di prendersi il suo tempo e rimanere indietro.
A volte rimanendo indietro si scopre la bellezza dei gesti spontanei di ogni giorno, delle minuscole certezze quotidiane, che messe una accanto all’altra diventano la terra sulla quale camminiamo. Così “Il respiro è vita” incarna la necessità di gettare via con forza i paraocchi che ci costringono a guardare soltanto avanti, dritti , senza deviazioni, come cavalli ammaestrati; ci invita invece a fare il contrario, a porsi delle domande su se stessi, su dove si sta andando, sul come ci si sta andando, e sul perché, su cosa o chi ci abbia spinto o indirizzato a scegliere quella direzione. “Il respiro è vita” ci esorta a non puntare solo verso l’alto o verso quella linea dell’orizzonte che si allontana sempre di più, ci invita a orientare le nostre prospettive verso ogni lato, ogni vicolo, anche verso il basso, verso le zone d’ombra, i luoghi emarginati, soprattutto ci esorta ad esplorare i luoghi dell’uomo della sua anima duplice e fragile, a non escludere né il fallimento né il fallito, né la povertà né il povero, né la malattia né il malato, né la vecchiaia né il vecchio, né la debolezza né il debole, né la bruttezza né il brutto.
Cito una bellissima poesia di Pedro Almodovar poiché solo attraverso la poesia si riesce a spiegare ciò che ci appare inspiegabile
Ci sono cose
Ci sono cose
che non smetteresti mai di guardare.
Cose che catturano il tuo sguardo
e non lo lasciano andare.
Cose che lasciano un’impronta indelebile
sulla tua retina.
Cose che lasciano un’impronta indelebile
sulla tua Anima.
Cose che non ti sazi di guardare.
E mentre cerchi di scoprire
il perché di tanto fascino,
scopri dopo e solo dopo,
ripensandoci,
che le guardavi perché le amavi.
Pedro Almodovar
Le rose senza spine
Si vede l’aria appassire su se stessa,
immaginando nuove forme da assaporare,
una musica lieve, che possa riportarti a galla dolcemente,
un viaggio di poche ore, di qualche giorno, in attesa.
Lo sguardo a volte perdona, ma non la parola,
la distanza raddoppia il nostro peso,
ma ci si accorge che tutto è talmente piccolo,
che spesso, un passo indietro vale più di cento passi avanti.
Lasciare che la primavera…
Seguendo un filo d’aria sulla pelle,
nel ricordo di abbracci accesi alla luce del giorno,
sempiterni nelle pagine di ore già sfogliate e mai trascorse;
così, tra le persone incontrate per caso o per scelta,
vorrei che fiorisse la primavera,
a lasciare il suo profumo più intenso,
il sapore più vero di una vita mai più sconosciuta
e degli occhi che br...