narrarelapoesia

Concetta Russo

• Editore: Aletti Editore
• Anno: 2016
• ISBN:
  9788859137030
• Argomento: Literature
• Categoria: Poetry

Si può narrare la poesia? Il titolo volutamente provocatorio dell'opera vuole evidenziare il carattere pragmatico dei molteplici spunti lirici che sembrano materializzarsi nello scorrere del tempo pur evocando sentieri inesplorati dell'anima. Vuole anche esprimere il rifiuto di una netta separazione tra poesia e prosa tessendo i fili di una rinnovata funzione del linguaggio poetico che trova spazio nelle multiformi sfaccettature dell'esistenza umana, dalle piccole cose a realtà sempre più ampie e impalpabili. "Tutto quello che amiamo diventa poesia" È questo il senso di tale percorso, dagli aspetti multiformi che, negando la concezione della poesia quale categoria distinta dal comune pensare, riconosce nella peculiarità dell'Essere il fondamento del nucleo emozionale che caratterizza l'individuo e chiama tutti a fare poesia. Si riconosce pertanto ad essa quel ruolo che ha assunto dai primordi dell'Umanità quando, al cospetto di una natura non sempre benigna, riuscivamo a dare un'anima al sole, al vento… alle piccolegrandi cose del nostro vissuto, abbracciando in un afflato onirico il mondo intero. Oggi, questo "comune sentire" sembra essere spazzato via da uno scientismo onnipotente, che mostra crepe sempre più profonde minando la capacità di sopravvivenza della stessa specie umana. Eppure sono proprio la scienza e la tecnologia a reclamare a gran voce il bisogno di trovare una nuova ragion d'essere che solo la riscoperta della parte più intima e profonda dell'essere umano può dare. Concetta Russo (Napoli, 1951) Laureata in "Scienze Umane", ha esercitato la professione di docente in Lettere, Pedagogia, Psicologia, Filosofia e Scienze sociali dal 1974 al 2009, dedicandosi a numerose attività di sperimentazione e progetti pilota in campo pedagogico. Dal 1996 collabora con diversi giornali locali e nazionali, riviste specializzate in arte e antiquariato. Iscritta all'ordine dei giornalisti, attualmente si sta dedicando attivamente alla salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale del territorio, sta anche incrementando la sua attività di scrittrice ottenendo riconoscimenti significativi nell'ambito di molteplici "Premi Nazionali di poesia e narrativa". Da segnalare il conseguimento, nel 2011, del Primo Premio Nazionale Histonium, sez. D, con il racconto inedito "La ragazza che viene dal Sud".

* * *

La ricerca di Dio ha spesso bisogno di figure carismatiche per concretizzarsi.

In “Habemus papam”, scritta nel 2013, appena dopo la nomina di papa Francesco e le eclatanti dimissioni di Benedetto XVI, ho posto l’accento su una figura emblematica di una profonda inversione di rotta della Chiesa, conseguente ad una palese crisi d’identità alle soglie del nuovo Millennio. Papa Francesco, con umiltà e rigore, si pone in antitesi al potere imperante e all’opulenza della società del benessere che partorisce profonde ingiustizie nell’era della comunicazione globale.

Il suo è l’antico messaggio evangelico di pace, fratellanza e amore che assume, tuttavia, una connotazione profondamente innovativa, rivoluzionaria, ribaltando il ruolo del “Sommo Pontefice” in quello dell’“Umile Pastore” al servizio dell’uomo.

È arrivato Francesco sulla soglia di Roma

dopo Benedetto in ritiro

nei labirinti dell’umana sorte

è arrivato dalla “fine del mondo”

vestito di bianco

con le scarpe grosse e la croce di ferro.

In ginocchio, sulla folla fluttuante

nella piazza eterna di Pietro

ha chiesto per sé una preghiera

poi ha invocato la Grazia di Dio

tra miliardi di bit

nell’etere in fiamma.

Il popolo esulta: “Habemus papam!”

ma Francesco china il capo, ringrazia

sorride e dà la buona notte.

“Pa-pà...” balbetta un bimbo felice

e punta il tenero dito

sull’uomo vestito di bianco

che si confonde tra la gente

nei rivoli delle strade in piena

dove non esiste più il peccato

il povero non sente i morsi della fame

il ricco scende dai cavalli del motore rombante

e cede il mantello

il gioco in borsa è solo un brivido innocente

che non ruba il seme al contadino

la rete al pescatore, la calce al muratore

la terra nera produce frutti profumati

nell’acqua cristallina guizzano i pesci

e l’aria tersa protegge i rugosi borghi

nelle metropoli infiniti tentacoli osano l’ignoto

e catturano la luce oltre le tenebre

dal sole scintillante in Paradiso.

I sogni son desideri

ma il risveglio può illuminare il

“Calvario di un Cristo in Croce”.

Lo sa bene Francesco e grida al mondo

“ Non lasciatevi rubare la speranza!”

* * *

Nella “Voce del Silenzio”, scritta nel 2010, Dio non viene mai menzionato.

Sembra emergere, in questi versi, la rinuncia a qualsiasi ricerca riportandomi tra le tenebre degli abissi infiniti dove domina il silenzio. Eppure proprio dall’oscurità della Coscienza, dalle crepe di una profonda crisi esistenziale che coinvolge tutta l’Umanità, può venir fuori quel “turbine scintillante di luce nuova” che alimenterà un ulteriore cammino.

Penetro gli abissi del silenzio

tra le ombre della sera

in un vortice senza fine.

Sulla pelle, il fiato dell’Universo

dilata mondi sconosciuti

nell’eterno fluir...

Indice dei contenuti

• * * *
• Introduzionedi Concetta Russo
• Grembo materno
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• La ricerca di Dio
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• Quel che chiamiamo Amore
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• Prossimo mio
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• Compagni di Viaggio
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• Questo mio tempo
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• Allo Specchio
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *
• * * *