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Favognano 2017
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Indice dei contenuti
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Informazioni sul libro
Il titolo dell'opera, Favognano, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori. All'interno del Favognano (vento del mediterraneo, peculiarmente estivo, che si evidenzia durante le ore pomeridiane) si susseguono, in ordine alfabetico: Piera Bazzani con Piccoli discorsi, Raffaele Iacaruso con Spazi dipinti nel vuoto, Valentina Marconi con I giorni dell'abbandono. Ricominciare., Felice Signoretti con Viole d'amore, Rossella Paola Valentino con Le pagine del cuore, Davide Zazzini con Nero mare.
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Informazioni
Argomento
LiteratureCategoria
PoetryLa nostra casa rosa
Stamattina mi sono svegliata con le dita intrecciate alle tue. Ho socchiuso gli occhi e ho rivisto i tuoi appiccicati al mio viso. Ho sorriso. “Forse sto impazzendo” - ho pensato un attimo dopo, quando ho stretto il tuo cuscino freddo. “Forse sono già impazzita”.
Ho infilato le scarpe da tennis, quelle che mi hai regalato tu (sì, ancora quelle), mi sono messa la tua felpa (sì, quella che portavo sempre) e sono uscita.
Mi sentivo più forte. Mi sentivo bene.
Oggi pareva primavera. C’era un sole talmente caldo che sembrava maggio.
Ho iniziato a camminare, sempre più velocemente, quasi sapessi già dove andare.
E forse lo sapevo.
Arrivata alla fine della strada, quel bivio che finora ho evitato anche di guardare.
Mi sono fermata un attimo, ma solo un istante, poi... ho girato.
Quella strada di campagna in salita mi è apparsa davanti.
“No, ma sto bene. Continuo”.
Costeggiando i campi, ho iniziato a camminare più lentamente, senza assecondare il battito del cuore che accelerava.
In ogni passo, un giorno... da quel maledetto giorno, fino a qui.
Ogni passo sempre più fiacco, come ogni giorno, trascorso sempre più svogliato, fino a qui.
In ogni passo, i nostri... un inverno fa.
E non ero più lì. E non ero più sola. E non erano solo due ma quattro piedi, due ombre, due voci, due mani strette. La strada si è riempita di neve. Ho rimesso la felpa. Si è fatto freddo. Noi due. Che giocavamo a non scivolare mentre tornavamo a casa con le buste della spesa. Tu, poco davanti a me, ridevi perché io non riuscivo a non perdere l’equilibrio e non vedevo più niente con quel cappello di lana rosso atterrato fino al naso. Allora, ho fatto una palla di neve e, colpendoti alle spalle, è iniziata la guerra.
Siamo rientrati a casa zuppi e gelati, ma così felici come mai.
Sembrava tu fossi ancora lì, ad aiutarmi a salire con la mano.
Sembrava tu fossi ancora qui, a sorreggermi mentre rivedevo quello che oggi volevo rivedere.
Sembrava tu mi fossi accanto, quando è apparsa, davanti a me.
La nostra casa rosa, illuminata dappertutto da un sole inaspettato a fine novembre.
Bellissima.
È rimasta la stessa che abbiamo lasciato.
È identica a com’era quel giorno.
Non la abita ancora nessuno. Sembra voglia custodire il ricordo di noi.
Un sussulto asincrono, fuori tempo col cuore. Un pugno dritto nello stomaco. Un macigno nel petto. Una morsa in gola.
Ogni persiana chiusa, una stanza di allora.
Le ho aperte tutte, una ad una, e sono riuscita ad entrare di nuovo.
In salotto. Io che mi addormentavo sulle tue gambe, senza riuscire mai a finire di vedere un film.
In cucina. Noi che mangiavamo le patate cotte sotto la brace del camino, ridendo perché sapevano di castagna.
In camera. Abbracciati stretti stretti a contare fino a quarantacinque, che era il tempo esatto per scaldare il piumone gelato.
In bagno. Io che improvvisavo goffi balletti sexy, al ritmo delle tue note stonate sotto la doccia.
Eccola lì, poi, la nostra enorme terrazza. Noi che balliamo al buio senza musica.
Ma tu non ci sei più. Io non mi trovo più. Quei due non esistono più.
Si sono amati così tanto da “scomparirsi” per non farsi male.
Non potranno più incontrarsi di nuovo. Mai.
Perché si ritroverebbero lì, così come si sono lasciati, dentro quella casa rosa, senza capire perché si siano persi.
Non erano male per niente quei due, insieme.
Avevano tutto. Avevano l’amore, la forza, il coraggio.
Avevano la casa più bella del mondo.
Insieme erano i più belli del mondo.
Si chiederebbero perché.
Forse sono ancora là dentro che se lo chiedono, sai?
Sì, credo siano ancora lì, che si stanno guardando.
Forse un giorno.
Forse un giorno...
Usciranno di nuovo da quella casa rosa, tenendosi per mano.
Come ti è venuto in mente?
Ma come ti è venuto in mente di andartene proprio di sabato mattina?
Come?
Proprio il giorno che stavamo aspettando da un’intera settimana, perché tutto per noi.
Come ti è passato per la testa di scomparire proprio a fine gennaio?
Come?
Proprio quando la neve si stava sciogliendo, dopo aver tenuto tutto il mondo nascosto per tan...
Indice dei contenuti
- Prefazione
- * * *Piera BazzaniPiccoli discorsi
- * * *
- Clochard
- Alba
- A tavola
- La gioia
- La penna a sfera
- La colazione
- Preghiera
- Moneta
- Gli occhi
- Adonis
- Sintetica
- Santa pazienza
- Amico
- Mancanze
- La luna tonda
- * * *Raffaele IacarusoSpazi dipinti nel vuoto
- * * *
- La fisarmonica
- Il Tempo
- Seduto in riva al fiume
- Pennellate di lampara
- Il senso del mare
- Spazi dipinti nel vuoto
- Il profumo del ricordo
- Fiocchi di stelle
- Notte d’estate
- Calde luci di periferia
- Antiche novelle di sobborgo
- Addormentato a guardare la città
- Fuochi d’artificio
- E poi arriva la neve
- Il saltimbanco
- * * *Valentina MarconiI giorni dell’abbandono. Ricominciare.
- * * *
- Tu solo sai
- Il primo inverno senza te
- L’urlo del silenzio
- La nostra casa rosa
- Come ti è venuto in mente?
- Guerriera
- La codardia dell’amore
- Sospesa
- Pronto
- E tu non passi
- Tum-ta
- Ti perdono
- Risveglio
- Tremare
- Inferno in Paradiso
- * * *Felice SignorettiViole d’amore
- * * *
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- L’ULTIMA ESTATE
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- * * *Rossella Paola ValentinoLe pagine del cuore“Prenditi il tempo per fare ciò che rende felice la tua anima”
- * * *
- Cataratta
- Rifugio
- Al calar della sera
- Con occhi chiusi
- Antico calore
- Emozioni
- Vecchio
- L’onda del mare
- Leggero battito
- Disillusione
- D’improvviso
- La ruota del destino
- Ricordi
- Marinaio
- Chimere
- * * *Davide ZazziniNero mare
- * * *
- Mare vivo
- Muse
- Notturno
- Ombre che cambiano
- Naufraghi
- Sovviene lei
- Metallo
- Signora di notte
- Temporali di parole
- Urla il mare
- Senza tela
- Ti cerco
- Vincerò
- Violento e dolce
- Incanti