Piccole zone di simmetria. Scrittori del Novecento
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Piccole zone di simmetria. Scrittori del Novecento

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La letteratura non può ignorare, e non ignora quando sopravvive nel tempo, le grandi conquiste del pensiero filosofico e le tappe fondamentali segnate dal progresso della conoscenza scientifica, se intende muoversi in una direzione di stimolo verso una maggiore consapevolezza e maturità intellettuale e culturale. Un risultato scientifico e un risultato poetico rappresentano un frammento di realtà ordinata al suo interno che ci commuove e ci entusiasma per la bellezza intrinseca dell'immagine che ci suggeriscono, per il suo valore sul piano dei significati. Entrambi i linguaggi, scientifico e letterario, tendono, ciascuno a suo modo, alla decodificazione del mondo esterno e a rappresentarlo. Fantasia intuizione razionalità insieme concorrono alla creatività, alla costruzione di modelli scientifici e di stili letterari.
Mimma Bresciani Califano ha insegnato nella scuola superiore e dal 1979 Letteratura Moderna e Contemporanea alla California State University International Program in Florence. Autrice di Uno spazio senza miti. Scienza e Letteratura: Quattro saggi su Italo Calvino (1993) e di numerosi saggi. Ha curato i volumi: La realtà e i linguaggi, 1998; Modelli e stili di conoscenza nella scienza e nell'arte del Novecento, 2000; L'uomo e le macchine, 2002; Le origini e il tempo. Tra mito e logos, 2003; Sogno e Sogni, 2005; Figure della follia, 2005; Infanzia e memoria, 2007; Paradossi e disarmonie nelle scienze e nelle arti, 2008; Memoria, 2008.

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Informazioni

Anno
2011
ISBN
9788864532806

Introduzione

Normalmente si pensa che la persona colta, l’«honnête homme», debba avere una certa infarinatura di biologia, di fisica, di matematica; sarà così forse per le persone colte, ma non certamente per gli scrittori. Non soltanto da parte loro c’è ostilità, ma anche una chiusura mentale piuttosto inquietante.
R. Queneau, Scienza e letteratura, 1967.
Se è vero che la scrittura scientifica può essere intesa come possibilità di realizzare in modo sufficientemente compiuto e controllato una rappresentazione avanzata del mondo, di una parte del mondo con la quale intendiamo confrontarci e che vogliamo conoscere, anche la letteratura può essere mossa dallo stesso interesse.
La bellezza di una legge fisica come quella di una rappresentazione poetica è in funzione della possibilità di esprimere, non per approssimazione ma in modo compiutamente simmetrico rispetto all’oggetto sul quale si esercita l’interesse, le leggi che governano il mondo della natura così come quelle che esprimono il mondo delle umane relazioni. S’intende che va escluso il valore di assolutezza da entrambi i discorsi e sottolineato il valore di rappresentazione di un discorso internamente correlato che, relativamente a un contesto storico e culturale, può con ragioni sufficienti e non necessarie meglio avvicinarsi alla realtà del mondo esterno. La ricerca della verità rientra in un’epopea che non si chiude mai, impossibile da completare, e il cui esito sarà sempre fallimentare nella sua pretesa di assolutezza. Questo il problema che stava particolarmente a cuore al Calvino di Palomar. Resta fermo tuttavia che il vero progresso che la scienza comporta è quello tecnologico, quello in cui la scoperta scientifica si traduce e ci permette di stare al mondo nel migliore dei modi possibile.
La bellezza di un’equazione può essere intesa come aspirazione a un ordine armonioso delle parti mossa da un desiderio di conoscenza. Così strutturata essa rappresenta un felice risultato ottenuto, una congrua rappresentazione. Altrettanto può dirsi per un’opera d’arte, per un testo letterario. La bellezza in questo caso si esprime in una immagine felicemente compiuta che il pensiero crea, che i sentimenti stimolano e proiettano. Fantasia intuizione razionalità insieme concorrono alla creatività, alla costruzione di modelli scientifici e di stili letterari, attraverso i quali si viene configurando una possibile ‘lettura del mondo’. Di questa sia un testo poetico sia un’equazione portano i segni.
Criteri aritmetici e geometrici governano le parti ordinate di qualsiasi discorso sensato.
Un risultato scientifico e un risultato poetico rappresentano dunque un frammento di realtà ordinata al suo interno, che ci commuove e ci entusiasma per la bellezza intrinseca dell’immagine che ci suggeriscono, per il suo valore sul piano dei significati. Entrambi i linguaggi, scientifico e letterario, tendono, ciascuno a suo modo, alla decodificazione del mondo esterno e a rappresentarlo.
La letteratura, quella che vale e sopravvive nel tempo, nasce da un progetto, dalla costruzione di un modello di interpretazione del reale che, una volta superata la fase astratta del pensiero, a differenza della scienza, si rituffa nel mondo della percezione sensibile e del colore, si traduce in unicità di storie.
Lo scrittore che distingue il proprio sé dal mondo esterno alla ricerca implicita di un’etica comportamentale si muove nell’ambito di un sistema culturale continuamente aggiornato e, nel modo che gli è proprio, spazia con la fantasia all’interno di mondi possibili per ricreare de dicto una nuova realtà, che è rappresentazione di senso in accordo con quella realtà oggetto di indagine e di riflessione. Di qui la necessità di costruire sempre nuovi ‘stili’ linguistici, di sperimentare nuove forme, purché aderiscano alla struttura concettuale di un nuovo modo di guardare il mondo, purché non siano gratuiti e vadano ad ampliare le frontiere della conoscenza.
Un esempio ben visibile, perché affidato a immagini, di parallelismo tra scienza e arte ad esempio, possiamo ricercarlo nel rapporto che si è instaurato fra scienza e avanguardie storiche nel mondo dell’arte nel primo Novecento. Esso rappresenta uno degli aspetti che può assumere la creatività in arte, quando si tiene in contatto con i risultati e il progresso della conoscenza.
L’inizio del secolo scorso ha assistito a salti paradigmatici di natura rivoluzionaria nel mondo scientifico ed è stato fortemente stimolante per il pensiero filosofico come per la creatività in arte.
Quel capolavoro innovativo che è La coscienza di Zeno non sarebbe mai nato se Svevo non avesse incontrato Freud giusto in tempo per riflettere sul ‘bambino’ che è dentro di noi e prenderne coscienza. Non avrebbe mai scritto quelle stupende pagine finali, profetiche, a conclusione di una storia che, a detta di alcuni critici, sembra essere scollata dalle stesse. E che invece rappresentano l’assunto di partenza, il pensiero sotteso, la chiave di lettura di un progetto che ha messo in moto la narrazione gustosa e leggera, felicemente ironica, delle vicende attraversate dal protagonista per guadagnarsi quel ruolo di individuo finalmente consapevole e in parte rasserenato di fronte alla difficoltà del vivere con la quale la nostra naturalità biologica deve fare continuamente i conti, e che genera le nostre nevrosi.
Le teorie scientifiche e filosofiche, in particolare quelle più avanzate, si presentano dunque e vengono in aiuto come strumenti di ridefinizione e nuova interpretazione del mondo tutte le volte che la letteratura è vissuta come momento di tensione e di ricerca.
Le nuove immagini del mondo che la scienza e la filosofia ci forniscono offrono la possibilità di una diversa leggibilità del mondo esterno e di una pluralità di rappresentazioni che sono espressione della mutata sensibilità culturale. Inserito in un quadro culturale d’insieme il discorso letterario non resta confinato in uno spazio chiuso e risulta più ricco e interessante.
I saggi qui raccolti ruotano intorno a questa idea di letteratura e nascono da una iniziativa che risale al 1998. Si tratta di cicli annuali di conferenze tenuti periodicamente a Firenze, nell’arco di tre mesi, al Gabinetto scientifico letterario «G.P. Vieusseux» promossi dal Centro fiorentino di Storia e Filosofia della Scienza in collaborazione con la Società Italiana per lo Studio dei rapporti tra Scienza e Letteratura (SISL). Di volta in volta è stato scelto un tema affrontato per ‘campioni linguistici’ che, nei limiti dell’iniziativa, concorrono a tessere una trama stimolante, anche se necessariamente incompleta, intorno al tema prescelto e discusso da più punti di vista: filosofico, scientifico, letterario, artistico e così via.
L’intento che ha animato questa iniziativa era quello di promuovere un dialogo tra discipline diverse, di esaminare i problemi da differenti punti di vista, di creare uno spazio di incontri per sottolineare che ‘la lettura del mondo’ si viene configurando attraverso ‘i linguaggi’ di cui un testo narrativo, una ipotesi scientifica, un pensiero filosofico, un oggetto, portano i segni. Più in particolare, lo scopo era quello di mettere in evidenza la progressiva costruzione di modelli e stili per l’interpretazione del mondo esterno in grado di aderire sempre meglio alla struttura concettuale di un discorso che avanza e va ad ampliare le frontiere della conoscenza. Non ultima poi si presentava la ferma convinzione e la necessità di insistere sul fatto che anche la letteratura non può ignorare, e non ignora quando sopravvive nel tempo, le grandi conquiste del pensiero filosofico e le tappe fondamentali segnate dal progresso della conoscenza scientifica, se intende muoversi in una direzione di stimolo verso una maggiore consapevolezza e maturità intellettuale e culturale.
L’attenzione si è rivolta pertanto alla fiction poetica che con ‘il sapere’ più altamente innovativo e i paradigmi culturali più nuovi e interessanti intende stabilire una connessione e dialogare in una visione progressiva della conoscenza in rapporto a una realtà di cui, in modo sempre più sofisticato, si cerca di rintracciare le infinite relazioni sottese.
Scienziati e letterati sono quasi sempre elaboratori o portatori di una visione del mondo e in questa una determinata immagine della scienza gioca spesso un ruolo non insignificante.
Se nel testo letterario che con la scienza e la filosofia intrattiene un dialogo, sia esplicitamente formulato, sia come implicita suggestione speculativa, è dato rinvenire, riassorbito in un progetto, quel momento di ricerca attiva che tende a risolversi nella felice unità strutturale di una storia, allora il risultato costituisce anche in questo caso un intervento conoscitivo sulla realtà. Esso rappresenta, sotto forma di invenzione ludica, un momento di avanzamento e di progresso anche in campo artistico. In questo caso lo stile si reinventa e il punto d’arrivo è un linguaggio altamente innovativo Si pensi, ad esempio, a Le cosmicomiche di Calvino, un capolavoro di intelligenza e comicità.
Se l’universo è informe la nostra costruzione poetica deve tentare di dargli significato attraverso un ordine e una misura che il linguaggio deve ricercare e possedere. Allo stesso tempo, chi scrive deve puntare alla distruzione delle ‘forme ossificate’ che si tramandano. È quel che sosteneva Queneau quando si batteva per una nuova lingua il ‘neo-francese’ e, a questo proposito, il critico Martin Esselin, in un suo saggio su Queneau così si esprimeva:
Il neofrancese, in quanto invenzione d’una nuova corrispondenza tra scrittura e parola, è solo un caso particolare della sua generale esigenza d’inserire nell’universo delle ‘piccole zone di simmetria’, un ordine che solo l’invenzione (letteraria e matematica) può creare, dato che tutto il reale è caos[1].
Se c’è oggi la volontà di cercare nuovamente un contatto tra scienza e letteratura
[…] è perché [scriveva Queneau] – la ‘scienza’ ha incluso le scienze umane. La letteratura, se sopravvive, non può restare estranea di fronte a questo fatto, e ancor meno indifferente. Infine diventa sempre più chiaro che il sistema delle scienze non è lineare (Matematica – Fisica – Biologia - Antropologia) bensì circolare e che le scienze umane si ricollegano direttamente alla matematica. Si vede dunque che nulla impedisce alla Poesia di collocarsi al centro, senza perdere nulla della sua specificità[2].
L’idea, nel campo specifico della letteratura, non diventa mai il tema esplicitato del testo, ma corre sotterranea e rappresenta il momento scatenante della fantasia poetica e della finzione scenica (vedi La coscienza di Zeno). Questa è proiezione di un modello di interpretazione della realtà così come essa è stata pensata. Anche la letteratura costituisce allora un modo di proporci una lettura del mondo esterno e può rivendicare a sé la conquista di un pezzo di ‘verità’ pur nella consapevolezza che il linguaggio e la realtà non riescono mai a coincidere interamente e che il presente non è mai lo stadio finale del mondo. La realtà rispunta sempre nuova e si presenta sempre più ricca e complessa, tanto nell’ambito delle scienze umane quanto in quello delle scienze naturali.
La letteratura, diceva Calvino, sta tra scienza e filosofia e se a questa si contrappone per concretezza di immagini a quella si avvicina per il metodo di osservazione e di ricerca. Ma, una volta superata la fase del pensiero astratto, si rituffa nel mondo della percezione sensibile e del colore, si traduce in unicità di storie.
Il linguaggio della letteratura sta dunque accanto agli altri linguaggi, quello della fisica, della chimica, della biologia, della filosofia, della logica, della musica e così via. Ma se tutti egualmente tendono alla decodificazione del mondo esterno allora in che cosa la letteratura si diversifica dagli altri linguaggi e acquista una sua propria autonomia? La letteratura pur facendo propri i problemi che interessano l’uomo contemporaneo nell’ambito di un sistema culturale continuamente aggiornato, si muove rispetto al pensiero scientifico con maggiore libertà e, spaziando con la fantasia all’interno di mondi possibili, ricrea de dicto una realtà nuova e nel modo che le è proprio stimola e produce conoscenza.
Rispetto agli altri ‘linguaggi’ la letteratura, grazie alla sua libertà di movimento, può intrecciarsi e combinarsi a proprio piacere con altri dati linguistici, ovvero con quei risultati scientifici e filosofici che la ricerca mette a punto e che ci forniscono sempre nuove immagini del mondo.
  • ***
Il primo dei saggi qui raccolti, Italo Svevo e il nuovo romanzo europeo: la strategia dell’anti-eroe, rientra nel ciclo di conferenze dedicate alla ‘svolta linguistica’ del primo Novecento[3].
La cultura del Novecento si presenta sin da i primi anni del secolo sotto forma di una pluralità di immagini: lo sviluppo e l’avanzamento della conoscenza, i salti rivoluzionari che essa viene compiendo in molti campi di ricerca, la particolarizzazione e la specializzazione delle discipline, mettono ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Pagina copyright
  4. Sommario
  5. Introduzione
  6. Italo Svevo e il nuovo romanzo europeo: la strategia dell’anti-eroe
  7. Cesare Pavese: il mito e la storia
  8. Elsa Morante. L’isola di Arturo: un’infanzia fuori dal tempo
  9. Primo Levi. Tecnologia e dimensione etica: Faussone e la chiave a stella
  10. Mario Tobino: il recupero della follia a dignità dell’esistenza
  11. Primo Levi: memoria e ‘zona grigia’
  12. Raymond Queneau e il gusto del paradosso
  13. Italo Calvino e la scienza
  14. Daniele Del Giudice. Atlante occidentale: l’oggetto e la forma nascosta
  15. Umberto Eco: realtà e finzione nel mondo scritto. Le trappole del linguaggio
  16. Note bibliografiche
  17. Collana Studi e saggi – Titoli pubblicati