Mappe concettuali e mappe mentali
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Mappe concettuali e mappe mentali

Knowledge Graphic Organizers a supporto dell'apprendimento

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Mappe concettuali e mappe mentali sono potenti strumenti di visualizzazione e di organizzazione della conoscenza, ampiamente utilizzati a supporto di attività di pianificazione, organizzazione, comunicazione, formazione, problem solving, in grandi organizzazioni, in ambito aziendale e nel business.
J. D. Novak e T. Buzan sono, rispettivamente, gli studiosi che hanno maggiormente contribuito al loro sviluppo teorico e dato impulso alla loro diffusione a livello mondiale.
A dispetto della numerosità degli studi condotti nel settore educativo, l'impiego efficace delle due tipologie di mappe in tale campo è ancora ostacolato da difficoltà di varia natura. Esso risulta infatti inficiato sia da scarsa consapevolezza dei loro fondamenti teorici che da assenza di rigore nell'applicazione delle Linee-guida, nonché talvolta dalla difficoltà d'individuare la tipologia di rappresentazione grafica più appropriata in relazione agli scopi, ai contesti e alle risorse disponibili.
Il presente lavoro si propone di esplorarne brevemente le potenzialità e le specificità d'uso a scopo educativo nonché d'individuare le ragioni che ne limitano l'impiego efficace nelle normali attività didattiche, suggerendo eventuali soluzioni per il superamento di questi ostacoli.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788864589619
Capitolo 1 – Mappe concettuali
“La cultura è ciò che rimane
quando si è dimenticata la lezione”.
Erbert Herriot
1.1 Generalità
Le mappe concettuali sono reti usualmente gerarchiche di concetti interconnessi (Novak J. D. e Cañas A. J., 2006)26. I concetti, elementi chiave nella struttura della conoscenza, costituiscono i nodi della rete mentre la relazione tra due concetti è un arco etichettato con una concisa stringa di parole la quale specifica, accuratamente, la natura di tale relazione. Concetti e relazioni formano insieme delle proposizioni che sono unità di significato autonome, logicamente anche se non fraseologicamente (mancano articoli e preposizioni articolate) complete27.
I concetti, delimitati in box cioè rappresentati entro caselle di forma generalmente rettangolare, sono regolarità percepite in eventi o in oggetti sin dalla nascita e sono marcati con parole o, più raramente, con simboli. Fino all’età di tre anni prevale un apprendimento per scoperta di tali regolarità mentre, successivamente, l’apprendimento dei concetti è fortemente mediato dal linguaggio e facilitato dall’esperienza concreta, configurandosi come un apprendimento per ricezione. Ai concetti terminali di una mappa è possibile associare degli esempi che, come tali, non vanno inclusi in box.
Secondo Novak (Cañas A. J. e Novak J. D., 2006)28, la costruzione di una buona mappa è sempre guidata da una domanda focus, meglio se quantificatoria, alla quale essa in relazione al contesto (che determina organizzazione e struttura gerarchica) tenta di rispondere. Segue poi l’identificazione dei concetti-chiave e quindi la loro organizzazione o in una struttura gerarchica inclusiva-relativa29, top-down, a grappolo, che cioè ha in alto i concetti più generali e in basso via via quelli più specifici, oppure in una struttura non gerarchica ciclica. Infine si stabiliscono accuratamente le relazioni tra concetti. La mappa preliminare ottenuta è ovviamente suscettibile di continue modifiche man mano che si affina la comprensione del soggetto trattato.
Le mappe a grappolo (dette ad “albero imperfetto” qualora presentino cross-link ovvero relazioni trasversali tra concetti distanti cioè appartenenti a diversi segmenti della mappa) sono generalmente descrittive-classificatorie; la domanda focus richiede la descrizione di oggetti e la costruzione di tali mappe involve pertanto attività di pensiero-statico. Quelle cicliche sono esplicative-interpretative, basate su domande focus che richiedono la spiegazione di eventi e implicano, oltre a una maggiore padronanza del dominio, attività di pensiero di rango più elevato cioè pensiero-dinamico che si traduce nel conseguimento di maggiori livelli di apprendimento significativo. Quest’ultimo si verifica quando s’incorporano “attivamente” nuovi concetti all’interno di strutture di conoscenza preesistenti. L’integrazione su base neurobiologica comporta la formazione di nuove connessioni sinaptiche che determinano una modifica quantitativa e qualitativa della rete cognitiva30. In particolare, l’integrazione accresce la struttura cognitiva del learner cioè di colui che apprende e ne richiede, in genere, modifiche e riorganizzazione.
L’integrazione inoltre:
  • agevola l’acquisizione di nuove conoscenze
  • determina la capacità di utilizzare le recenti acquisizioni in contesti nuovi (tipico della conoscenza esperta o “comprensione” di cui parla anche Gardner H., 2005)31
  • favorisce la loro ritenzione per lunghi periodi di tempo
  • induce l’empowerment, inteso come capacità di risolvere problemi grazie a un uso più sofisticato delle proprie abilità, con conseguente rafforzamento dell’autostima e aumento della motivazione intrinseca all’apprendimento
  • stimola la capacità di imparare a imparare.
In antitesi, l’apprendimento meccanico, statico e superficiale in quanto privo di organiche connessi...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione e scopo del libro
  2. Criteri generali impiegati per la ricerca e l’utilizzo delle fonti
  3. Knowledge Graphic Organizers
  4. Capitolo 1 – Mappe concettuali
  5. Capitolo 2 – Mappe mentali
  6. Quando concettuali e quando mentali?
  7. Conclusione
  8. Appendice
  9. Bibliografia
  10. Ringraziamenti