Monachesimo e diaconato femminile
eBook - ePub

Monachesimo e diaconato femminile

Il caso della diaconessa Olimpia

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Monachesimo e diaconato femminile

Il caso della diaconessa Olimpia

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

In un'epoca come la nostra, in cui il ruolo della donna è venuto ad affermarsi sempre di più anche nella vita pubblica, ci si è completamente dimenticati di quanto l'emancipazione delle donne abbia ricevuto una vera e propria spinta dal Cristianesimo delle origini. L'autrice della presente opera si propone di dimostrare come, fin dalle origini del Cristianesimo, la donna abbia avuto una partecipazione attiva e con pari dignità dell'uomo alla vita stessa delle primissime comunità cristiane, come dimostrato dall'esistenza del diaconato femminile e ricevendo, inoltre, la possibilità di svincolarsi dall'autorità maschile. Significativo esempio è l'affascinante vita della diaconessa Olimpia, personaggio di primo piano nella Chiesa orientale. Fu figura di grande asceta che visse in povertà, donando ai poveri le proprie ricchezze. Personaggio di eccezionale carisma, venne ordinata diaconessa ancor prima dell'età minima permessa; godette di una stima incondizionata da parte dei più grandi teologi e padri della Chiesa a lei contemporanei e seppe tener testa ai potenti della terra, incluso lo stesso imperatore.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Monachesimo e diaconato femminile di Maria Chiara Marzolla in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Theology & Religion e History of Christianity. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788865125083

1. Lo schema narrativo nella risposta di Abelardo

A questa richiesta di Eloisa, in accordo con le consorelle del Paracleto, di conoscere a fondo le origini del monachesimo femminile e di avere al contempo una regola scritta per la sua comunità, Abelardo si fa presente con due lettere, ovvero la VII e l’VIII. In realtà si tratta quasi di due scritti a se stanti, che appaiono in forma di brevi trattati, pregevoli innanzitutto per il contenuto, ma altrettanto per la chiarezza e l’organicità dell’esposizione.
Quella di cui intendo parlare è la prima delle due lettere, perché contiene un’importante descrizione del monachesimo femminile in senso ampio e generale, costituendo perciò un documento assai prezioso. Desidero riportare quanto Abelardo scrive poiché è uno dei rari autori che abbiano dedicato alcune importanti pagine alla tematica del monachesimo femminile e che abbiano dimostrato interesse nei suoi confronti. Essa prende il nome di Origine del monachesimo femminile ed è suddivisa in sette sezioni: 1) le radici del monachesimo femminile nel Nuovo Testamento; 2) le donne consacrate nell’età apostolica; 3) i precedenti della monaca cristiana nell’Antico Testamento; 4) la vocazione monastica delle prime diaconesse; 5) grazia e santità della professione religiosa femminile; 6) la figura della vergine nel mondo pagano; 7) la monaca nel pensiero dei Padri della Chiesa.

1.1 La prima sezione della lettera VII di Abelardo

In tutta la lettera VII, fin dalla prima sezione, dal titolo Le radici del monachesimo femminile nel Nuovo Testamento, Abelardo sottolinea con ampiezza di riferimenti l’importanza della donna nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Egli, dopo aver asserito che l’istituto monastico, sia maschile che femminile, ha la sua origine e giustificazione in Cristo «culmine supremo della giustizia e somma di tutti i beni»[1], esamina alcune donne presenti nei racconti evangelici, a partire da Anna, la profetessa vedova, che per ispirazione divina riconosce immediatamente in Gesù il Messia.
Come si vede già dalle primissime righe, in Abelardo non vi è alcuna distinzione di precedenza né di gerarchia fra l’ordine dei monaci e quello delle monache, che trovano entrambi il loro principio formale in Cristo, e che – ugualmente – avevano precorso l’ideale monastico ancor prima dell’incarnazione di Gesù. Abelardo spiega infatti che Cristo è venuto a redimere sia uomini che donne e ha voluto raccogliere entrambi in un’unica comunità, che stabilisse i principi della vita religiosa sia per gli uomini che per le donne e divenisse per tutti un modello da seguire e mettere in pratica.

[1]  Ivi, p. 50.

1.2 La devozione delle donne per Cristo: la testimonianza del Vangelo di Luca

L’autore riporta poi una citazione dal Vangelo di Luca, nella quale viene detto che al seguito di Gesù, oltre agli apostoli e ai discepoli, c’era insieme con sua Madre un gruppo di donne sante, che avevano rinunciato al mondo e ai loro beni per possedere solo Cristo[1], secondo quanto afferma anche il Salmo: «Il Signore, porzione della mia eredità»[2]. In questo modo, spiega Abelardo, le donne di cui parla Luca compivano quello che indica la legge del Signore per tutti coloro che abbandonano il mondo ed entrano a far parte di una comunità religiosa: «Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo»[3], parole che ancora una volta Abelardo prende dal Vangelo di Luca.
Inoltre il già citato passo di Luca, (Lc 8, 23), ricorda che le donne furono le sole che provvidero all’aiuto materiale del Signore, poiché solo loro Lo servirono offrendo tutte le loro ricchezze per le sue quotidiane occorrenze e procurandogli tutte le cose di cui aveva necessità.
[1]  Luca, 8, 2-3.
[2]  Salmo 16 (15), 5.
[3]  Luca, 14, 33.

1.3 I privilegi e gli onori concessi da Cristo alle donne

Certamente Gesù, prosegue Abelardo, si comportò con grande umiltà nei confronti dei suoi discepoli: come ci dice il Vangelo di Giovanni, Gesù a tavola lavò i piedi ai suoi discepoli[1], ma «nessun discepolo o altro uomo gli ricambiarono un omaggio simile. Lo fecero.... soltanto le donne, le quali lo aiutarono pure in tutti i suoi bisogni umani»[2]. Marta pensò al cibo e Maria, come dice il Vangelo, unse con unguento prezioso i piedi di Gesù e lo fece con tanta maggiore venerazione quanto più grandi erano state le sue colpe passate[3]. La donna che unse i piedi a Gesù, proclamò in questo modo che egli era Colui nel quale ella credeva e Colui che il profeta aveva preannunciato.
Perché, si domanda Abelardo, il Signore concede questo privilegio alle donne e si dimostra così benigno nei loro confronti? Ma soprattutto, egli si domanda «perché quel sommo Cristo, che “fin dalla concezione era stato unto con tutti gli unguenti dello Spirito Santo”[4], è ora unto da una donna come a essere consacrato con sacramenti corporali Re e Sacerdote, Cristo, cioè unto corporalmente?»[5].
Abelardo non risponde direttamente alla questione, ma sottolinea che agli uomini, nell’Antico e Nuovo Testamento, è stata data la facoltà di consacrare dei simboli come il tempio, l’altare o una pietra, alla donna invece, tramite il gesto di Maria Maddalena, fu concesso di rendere un tale servizio alla Verità stessa, Cristo. «Ella ha compiuto un’azione buona verso di me»[6]. Inoltre – prosegue Abelardo – a ragione si ricorda che la donna versò e non fece cadere delle gocce di unguento sul capo del Signore, esattamente come aveva predetto la sposa nel Cantico dei Cantici: «Aroma che si effonde è il tuo nome»[7]. E la grande quantità di unguento che scese dalla testa fino all’orlo della veste, venne altrettanto profetizzata con queste parole del Salmo: «È come l’olio prezioso sul capo, che discende fin sulla barba, sulla barba di Aronne, che profluisce fino all’orlo della sua veste»[8].
Questo episodio induce Abelardo a fare due considerazioni. Una prima considerazione è di tipo allegorico: all’interno della Chiesa, corpo mistico, il capo, che è Cristo, è stato consacrato da una donna, le membra sono consacrate, tramite il battesimo, da uomini.
Abelardo poi introduce una seconda considerazione ricordando uno scritto di Girolamo, i Commentarioli in Psalmos. Fu una donna che unse per prima i piedi e la testa di Gesù; poi solo dopo la sua morte, prima della sepoltura, due uomini, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, lo cosparsero di aromi[9], secondo quanto afferma il Vangelo di Giovanni[10]. Abelardo rivolge pertanto a Eloisa le seguenti parole:
Considera, dunque, a quale dignità è stata elevata la donna dal momento che Gesù in vita è stato unto due volte, sui piedi e sul capo, ricevendo così da una donna l’unzione sacramentale di Re e Sacerdote. E gli unguenti di mirra e aloe, adoperati per la conservazione dei corpi dei morti, indicano la futura incorruttibilità riservata a tutti gli eletti dopo la risurrezione. I primi unguenti usati dalla donna dimostrano la straordinaria dignità del regno e del sacerdo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. MONACHESIMO E DIACONATO FEMMINILE
  3. Indice dei contenuti
  4. Il femminile nel monachesimo e nella società: etica del reciproco riconoscimento
  5. Introduzione
  6. Capitolo I - L’origine del monachesimo femminile raccontata da Abelardo
  7. 1. Lo schema narrativo nella risposta di Abelardo
  8. 1.1 La prima sezione della lettera VII di Abelardo
  9. 1.2 La devozione delle donne per Cristo: la testimonianza del Vangelo di Luca
  10. 1.3 I privilegi e gli onori concessi da Cristo alle donne
  11. 1.4 La fedeltà delle discepole perdura nel momento della Croce
  12. 1.5 Gesù sceglie di apparire prima alle donne: le saluta con gioia e si fa da loro toccare
  13. 2. Le prime donne consacrate in età apostolica: un numero che crebbe velocemente
  14. 2.1 Le testimonianze degli Atti degli Apostoli e di Paolo
  15. 2.2 Preziose informazioni ricavate dai primi storici della Chiesa
  16. 3. Le donne dell’antico testamento che precorsero l’ideale monastico cristiano
  17. 3.1 Donne profetesse: l’esempio di Maria, sorella di Aronne
  18. 3.2 Altre celebri donne dell’Antico Testamento: esemplari nella vita e nella preghiera
  19. 4. Vedove e diaconesse nella chiesa antica
  20. 4.1 Le particolari lodi rivolte alle donne consacrate
  21. 5. La grazia che si manifesta nella debolezza femminile
  22. 5.1 La grazia divina è per le donne di tutti i popoli
  23. 6. Anche i pagani apprezzano e onorano la figura della vergine
  24. 7. La concezione della castità femminile nei Padri della Chiesa
  25. 8. Pregio ed originalità dello scritto di Abelardo
  26. Capitolo II - Le vergini: una scelta di vita "emancipatrice"
  27. 1. La libertà insita nella castità
  28. 1.1 Verginità nel mondo pagano: le Vestali
  29. 1.2 La castità è vanto per gli apologisti
  30. 1.3 La verginità come rivoluzione del Cristianesimo
  31. Capitolo III - Il diaconato femminile nella Chiesa antica
  32. 1. Il diaconato femminile antico: un ministero certamente istituito
  33. 1.1 Le mansioni affidate alle diaconesse
  34. 1.2 L'assenza quasi totale di tale ministero in Occidente
  35. 2. Le testimonianze dei Padri cappadoci sulla figura della diaconessa
  36. 2.1 Le diaconesse figlie del ministro Terenzio
  37. 2.2 La parola διάκονος per indicare una vera e propria ministra
  38. 2.3 Gregorio di Nissa e l’attività direzionale della diaconessa Lampadio
  39. 2.4 Figure non solo rappresentative
  40. 3. Testimonianze epigrafiche ed evoluzione del termine
  41. 3.1 Decisioni dei vari concili in merito all’istituzione delle diaconesse
  42. 3.2 Provvedimenti di Giustiniano
  43. 3.3 La fine per le donne di un ministero attivo: il Concilio di Trullo
  44. 3.4 Le testimonianze di Teodoro Balsamone e Matteo Blastares
  45. 3.5 Da ministero attivo a puro titolo onorifico
  46. 4. Il diacono di Febe nel celebre passo paolino
  47. 4.1 Febe come διάκονος e προστάτις
  48. 4.2 Le tre diverse possibili interpretazioni
  49. 4.3 Un argomento trascurato dalla tradizione esegetica
  50. 4.4 Esempi di traduzione nelle differenti Bibbie Cristiane
  51. 4.5 I commenti di alcuni scrittori ecclesiastici al passo paolino
  52. 4.6 Le conclusioni a cui giunge Corrado Marucci
  53. 4.7 Tentativi progressivi di depauperare il diaconato femminile
  54. Capitolo IV - Olimpia di Costantinopoli: fonti storiche e agiografiche
  55. 1. Fonti storiche relative a Olimpia di Costantinopoli
  56. 1.1 La Vita anonima di Olimpia: testo e osservazioni. Nascita, giovinezza e matrimonio
  57. 1.2 Traversie per il controllo del patrimonio di Olimpia
  58. 1.3 La santità di Olimpia e delle innumerevoli donne che la seguirono
  59. 1.4 Olimpia e le altre donne del monastero: quasi una scuola di diaconesse
  60. 1.5 L'amicizia e la collaborazione con Giovanni Crisostomo
  61. 1.6 Proseguimento della comunità fondata da Olimpia dopo la sua morte
  62. 1.7 Conclusione della Vita
  63. Capitolo V - La vicenda e il contesto storico dell'attività ecclesiale di Giovanni Crisostomo
  64. 1. Formazione di Giovanni Crisostomo
  65. 1.1 Le pesanti ostilità nei confronti del Crisostomo
  66. 1.2 L’attenzione del vescovo alla vita femminile consacrata
  67. Capitolo VI - L'epistolario di Giovanni Crisostomo per Olimpia: tra amicizia, collaborazione, fedeltà e servizio
  68. 1. I differenti e vari livelli dell'epistolario
  69. 1.1 Due tratti distintivi di Olimpia: attività diaconale e azione caritativa
  70. 1.2 L'impegno ecclesiale di Olimpia
  71. 1.3 Il sostegno spirituale del vescovo a Olimpia
  72. 1.4 I delicati compiti affidati a Olimpia
  73. 1.5 Olimpia come tramite per mantenere i rapporti affettivi
  74. Capitolo VII - Lo zelo ecclesiale di Olimpia per il vescovo e la Chiesa
  75. 1. Le lettere come medicina per guarire i mali dell'anima
  76. 1.1 Transitorietà della sofferenza umana e il problema dello scandalo
  77. 1.2 Porre un limite alla propria pena
  78. 1.3 Olimpia è tornata serena
  79. 1.4 La donna come protagonista nel contesto ecclesiale
  80. Capitolo VIII - Il rapporto di amicizia tra Olimpia e il vescovo antiocheno
  81. 1. Esortazioni e lodi ad Olimpia da parte del Crisostomo
  82. 1.1 La sincerità dell'amicizia traspare in modo particolare in alcune lettere
  83. 1.2 Gioia per la vittoria spirituale
  84. 1.3 Altre tematiche dell'epistolario
  85. Capitolo IX - La stima nei confronti di Olimpia
  86. 1. Il combattimento spirituale di Olimpia e il premio che l'attende
  87. 1.1 Olimpia fortificata nella fede
  88. 1.2 Valorizzazione del femminile nella prospettiva della fede cristiana
  89. Capitolo X - Un altro esempio di collaborazione ecclesiale: Olimpia e Gregorio di Nissa
  90. 1. Il prologo dedicato ad Olimpia
  91. 1.1 Il prestigio di Olimpia presso le grandi personalità ecclesiali
  92. 1.2 La profonda conoscenza delle Sacre Scritture e l'autorevolezza spirituale di Olimpia
  93. Conclusione
  94. Sigle
  95. Bibliografia
  96. 1. Testi
  97. 2. Studi
  98. Indice dei nomi