L’universo
Cosa posso sapere?
Immanuel Kant
L’Universo è una sfera infinita
il cui centro è in ogni dove
e la circonferenza in nessun luogo.
Nell’infinitamente piccolo
vedrà una infinità di universi…
Blaise Pascal
Non ci si dovrebbe stupire
se non di potersi ancora stupire.
F. de La Rochefoucauld
In principio era il Verbo
e il Verbo era presso Dio.
Giov1
Il Big Bang prima e dopo
Sulla cronologia del primo istante dopo il Big Bang esistono molte congetture che cercherò di descrivere sommariamente. Si è d’accordo sul fatto che inizialmente l’Universo era contenuto in una singolarità45 ovvero in una sfera del diametro approssimativo di 10-33 metri dove densità, temperatura e pressione erano così elevate da tendere all’infinito. Una fluttuazione quantistica a questo livello avrebbe prodotto un cambiamento di stato. Un istante dopo l’esplosione, l’Universo era ancora in equilibrio termico, omogeneo, isotropo, perfettamente simmetrico ed esisteva una sola forza primordiale. Dopo 10-35 secondi l’Universo si sarebbe gonfiato di un fattore 1040 passando, tra 10-34 e 10-32 secondi, dal diametro di 10-33 metri a quello di una grossa mela. A 10-31 secondi, quando l’inflazione di tipo esponenziale si fermò, il Cosmo era costituito da un plasma formato da quark, gluoni, dalle altre particelle elementari e dalle loro antiparticelle. Nel loro moto casuale in un contesto di temperature sempre elevatissime (miliardi di gradi) particelle e antiparticelle si scontravano e si annichilivano a vicenda fino a che si creò un leggero eccesso dei quark sulle antiparticelle. La forza primordiale si era intanto scomposta nelle quattro forze fondamentali, erano comparsi i fotoni e si stava verificando la bariogenesi cioè la formazione, a partire dai quark e con la mediazione dei gluoni, dei barioni ovvero dei protoni e dei neutroni non che degli antibarioni. L’eccesso dei quark portò a una sovrabbondanza dei barioni sugli antibarioni ovvero della materia sulla antimateria. Era così scomparsa definitivamente la simmetria iniziale grazie anche alla concomitante comparsa del campo di Higgs ipotizzato ma dimostrato solo di recente, il quale, com’è noto, consente la formazione della materia. Qualche minuto dopo l’esplosione (100 secondi) si ebbe la prima nucleo sintesi, ovvero la sintesi dei primi nuclei dell’idrogeno (un protone), del deuterio (un protone, un neutrone), dell’elio (due protoni, due neutroni). In seguito la creazione avrebbe proseguito più lentamente e l’universo continuato a espandersi e a raffreddarsi. Dopo 379.000 anni, quando la temperatura era scesa a 3000 gradi centigradi, si sarebbero formati i primi atomi d’idrogeno, (un protone, un elettrone), del deuterio (un protone, un neutrone, un elettrone) dell’elio (due protoni, due neutroni, due elettroni). Poi, a poco a poco, all’interno delle stelle, grazie alla fusione nucleare, si sarebbe verificata la formazione degli elementi più pesanti della materia e di quel carbonio di cui siamo fatti. Prima di questo abbassamento della temperatura la formazione degli atomi era ostacolata dall’elevata energia termica dei fotoni che impediva, di fatto, agli elettroni di legarsi con i protoni e pertanto di formare atomi stabili. La diminuzione della temperatura ebbe un’altra conseguenza: il disaccoppiamento della radiazione dalla materia per cui i fotoni cominciarono a vagare liberi nello spazio dando origine alla radiazione fossile tuttora visibile8. I vari satelliti inviati nello spazio, prima il “Cobe” poi il “Wmap” infine il “Planck” hanno consentito di analizzare questa radiazione che permea tutto lo spazio: la si ritrova qualche grado sopra lo zero assoluto ed è costituita da microonde della lunghezza da 0,3 a 3 mm. L’immagine, che si può vedere su Internet, è stata chiamata enfaticamente il viso di Dio dai primi scopritori, i tecnici americani A. Penzias e W. Wilson. Questa radiazione, che costituisce l’eco visibile del Big Bang, è anisotropica ovvero presenta variazioni di densità energetica che si suppone essere causate dall’azione della gravità esercitata dalla materia in formazione: dalle zone più addensate avrebbero, infatti, preso origine le galassie. Queste, com’è noto, si stanno allontanando le une dalle altre come se originariamente fossero emerse da un unico sito e sembra che quelle più lontane stiano addirittura accelerando la loro velocità di espansione (legge di Hubble). Si suppone che a determinare e a sostenere il loro moto espansivo sia ...