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Riflessioni e verità – Vol. II
Informazioni sul libro
Questo secondo libro del filosofo Rocco Messina, d'ordine pessimista, è una raccolta di riflessioni di carattere esistenziale, redatto dopo il corso di studi liberali. L'autore vuole esternare la verità: l'unica, la sola, eterna. Chiarisce, nella sua esposizione, quale sia l'essenza della nostra vita e qual sia il modo migliore per viverla. Descrive con chiarezza, qual sia la vera felicità e libertà; come sia possibile raggiungerla. Esorta a consacrare la propria vita alla ricerca della verità e non perdere tempo in altre occupazioni.
Il libro è ricco di riflessioni critiche sulla fortuna e sul denaro. Numerose le riflessioni, che invitano a rivolgere tutta l'attenzione allo spirito e disprezzare il corpo. Di notevole interesse sono le riflessioni sulla morte, dove si apprende ha considerarla, come un ingresso divino e amabile; come un rimedio, non un male; come il più gran dono della natura. La Virtù e con essa la saggezza, sono elementi dominanti e costantemente presenti in tutte le riflessioni dell'autore. Non possono mancare, le esposizioni su argomenti fondamentali trattati dal gran filosofo e maestro Schopenhauer, come la negazione e affermazione della volontà di vivere, la vera arte della filosofia, eccetera.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Prefazione – “Perché vuoi allontanarti da noi e dalle nostre idee? Non scrivo per piacervi, ma per insegnarvi qualcosa”, Goethe
- Dove vuoi arrivare, anima mia?
- Per sfuggire al male c’è soltanto una via
- Ti ho lasciato, infine, regno della notte eterna
- Mi sono alzato nel mattino con un sentimento…
- In quella libertà così spaziosa delle cose eterne
- Il velo dell’inganno che ricopre gli occhi dei mortali
- Interpretazione di un sogno
- Perduti sono ormai i retti comportamenti morali (l’animo si è sottomesso alle basse intenzioni del corpo)
- Sei asceso alla felice dimora delle anime affrancate dal corpo (il regno della pace e del silenzio)
- Considera i dardi futuri della sorte non come mere eventualità ma come inevitabili certezze
- La crescita è lenta, la rovina è rapida (Troia resistette per dieci anni per poi morire a causa dell’inganno di una sola notte)
- Pochi riescono a mantenersi coerenti isolandosi dalla massa
- E dolcemente trascina e solleva verso l’alto l’occhio dell’anima immerso in un fango veramente barbarico
- Che torni in te la mente dritta, turbata dai mali e mitiga il tuo petto
- Sbarazzati del fardello del corpo, perché indugi?
- “Ed io a mo’ dell’ape che sugge il dolce timo con fatica, vado foggiando umilmente poesie laboriose”
- Quanta parte della vita umana è passata in lacrime, in preoccupazioni, nelle malattie, nelle ansie, negli affanni e nei pericoli?
- L’anima più coraggiosa e più saggia è la meno soggetta a sconvolgimenti e alterazioni dall’esterno
- Sull’atto di concepimento o di generazione della specie umana
- Abbi il coraggio di sapere
- Tanti e tanto vari sono i dardi cui siamo esposti
- Il fine è rendersi simile agli Dèi: la virtù basta alla felicità
- E dall’abisso risalire, passo passo, alla luce
- Il fine è rendersi simile a Dio: la virtù basta alla felicità
- O duri fati, insensibili a qualunque merito
- Il saggio è stato sempre semplice nel modo di vivere
- È entrato nella vita piangendo
- Non è da nessuna parte, chi è dappertutto
- Liberati dal dolore e dalla paura
- Perché mi si chiede di apprendere tante sterili cognizioni?
- Sia la filosofia che contempli giorno e notte, e che ti è sempre presente al centro dei tuoi pensieri
- L’anima infelice, dispone ciò che è posto in grembo al Fato e trascura ciò che è in suo potere!
- Scalerò l’alto muro con la giustizia o con torti inganni?
- Il fine è rendersi simile a Dio: la virtù basta alla felicità
- Onoriamo e annoveriamo tra le persone felici, chi ha saputo fare buon uso di quel poco di tempo che gli è toccato
- Vi è una folta nebbia tra il falso e il vero
- Come può preferire la miseria chi può avere la felicità?
- La debolezza circonda l’uomo
- Che cosa ci può essere di più grande o di più forte del respingere gli attacchi dell’avversa fortuna?
- Come gli antichi ci hanno insegnato, dobbiamo seguire la vita migliore, non la più dilettevole
- La porta più dura da aprire è quella del carcere
- Tutto quello che lo spirito sa imporsi lo ottiene
- Tutto ciò che porta rovina e distruzione è il male, ciò che da salvezza e giovamento è il bene
- Gli Dèi non tengono l’uomo buono in mezzo ai piaceri, ma lo mettono alla prova, lo irrobustiscono e in questo modo lo fanno degno di loro
- Noi staremo bene, appena ci staccheremo dalla folla
- Quanto è meglio per noi seguire la diritta via e giungere finalmente al punto dove l’onestà e la gioia s’identificano
- La confusione nel nostro spirito
- Da capo, il dolor cresce e dentro l’amor ferve
- È un valore più grande di un regno, la forza con cui si disprezzano le ricchezze
- Poiché il più gran delitto dell’uomo è d’essere nato
- Una preghiera per i frati trappisti della stretta osservanza
- La saggezza non insegna vuote parole, ma cose concrete
- È un perfido genere di sollievo, la massa dei miseri (informe e malfida)
- Ascendiamo sul tetto de l’alto albergo nostro
- È uno schiavo, ma forse è libero nell’animo
- Oh, lieto giorno e festo, o dì di nozze, vanne e partiti via
- Il tuo volto è ostaggio di un dolore ininterrotto, di tanti anni
- Buon Dio, quanto mi sarebbe stato più sopportabile ciò che temevo, di fronte a ciò che ho tanto desiderato!
- Non la vendetta ancora seguite mani: già in me caduta è l’ira, e mi pento, e vergogno di quel che lassa ho fatto
- Dobbiamo annoverare tra le ingiurie di madre natura, l’aver dato all’uomo la parola
- Non è da nessuna parte, chi è dappertutto. Potrà mai uno essere sapiente di ciò di cui non riesce a raggiungere il vero?
- L’umana leggerezza
- Le avversità non hanno altra funzione e altro scopo che di esercitare la virtù
- E quanto più tento d’ammorzare un tal foco, esso più cresce
- Non c’è giorno che io non consideri come ultimo
- Ecco, nuovo orrore ha percorso il mio core, e tutte mi s’agghiacciano le membra, mi trema il petto
- Non bisogna fare quello che fa il volgo; è cosa spregevole seguire la via battuta da tutti
- Oh, che cosa orribile e proprio spiacevole rischia di essere un uomo troppo ciarliero!
- Ciascuno è vittima delle sue illusioni
- Il tempo porterà alla luce tutto ciò che la terra nasconde, come seppellirà cancellandone la memoria, tutto ciò che risplende
- La viziosa inclinazione degli spiriti e la profonda decadenza morale
- Una società malata
- Vi auguro di conservare la sanità dell’anima: in altre parole il favore di tutti gli Dèi
- Le umane cose vacillano e scorrono
- Quanta nebbia mette avanti alle vostre menti una gran fortuna (il miraggio del guadagno)
- Oh santa pietà! Oh reggitore del cielo! E tu che hai il regno del mare! Donde è venuta questa peste infame?
- Il saggio non sa vivere per le speranze o per i timori
- Non smettiamo: eseguiamo il nostro compito e facciamo la nostra parte d’uomini probi
- E noi, che abbiamo l’animo in tante parti spezzato e contorto, crediamo di poterlo guarire cambiando paese?!
- Questo è il prezzo che noi paghiamo per aver bramato oltre la misura del lecito i piaceri
- È più facile che l’acqua col fuoco, il vento col mare, la morte con la vita si giurino pace e fedeltà!
- Fugge il tempo irreparabile
- Insofferente la natura, non lo sopporta più il nostro piede
- Avanti, anima mia, fa cosa che nessuno dei posteri approvi, ma che nessuno ne taccia
- La ricchezza non è nulla, se non desideri nulla
- Non è facile ritornare alla vita: non c’è ragione di non morire, quando di morire si è deciso, e bisogna morire
- Trascorriamo in tranquillità e pace quel poco tempo che ci resta
- Interpretazione di un sogno – L’animo saggio rimane padrone del suo regno
- È questo il premio di una vita austera
- La pallida morte, picchia con piede imparziale alle porte dei tuguri e dei palazzi
- A nulla la legge divina è valsa e neanche la misura ordinaria del male
- Una vera arte del dire che non sia unita alla verità, non c’è e non ci sarà mai
- Quante genti fece uscire dall’inferno la voce del sacerdote
- Il saggio è al sicuro e non può essere raggiunto né da ingiurie né da offese
- Ho pietà di voi, per la passione abietta che vi ha preso
- Nel bosco si leva più alto, con la sua cima, albero che mano maligna non recide o mutila (l’uomo grande nelle ciarle degli stolti)
- Scacciamoli i pensieri che ci assediano, anime inebetite dal dolore
- Consacriamo la vita alla verità
- I beni più grandi ci provengono mediante una follia che c’è data per concessione divina
- Un uomo di grande animo, fa in modo che nulla possa essergli tolto
- L’umanità non è perfetta in nessun genere, nel male non più che nel bene; lo scellerato ha le sue virtù, come l’uomo onesto, le sue debolezze
- Chi si adatta bene alla povertà è ricco
- Tanto più sei forte, tanto più sei felice (le persone felici mantengono il giusto mezzo)
- Sugli affaccendati, uomini d’industriosa attività, lente giumente, cani aizzati
- Come gli antichi ci hanno insegnato, dobbiamo seguire la vita migliore, non la più dilettevole.
- P. S. (Invano, chi è padrone di se, bussa alla porta della poesia)
- Come si dice: che alcuni dall’Ade siano ascesi tra gli Dèi!
- Ogni giorno strappa al corpo un petalo della sua bellezza
- Me, me devi colpire, spietato Signore del profondo
- Quanti fiori han foglie velenose e mortifere
- Perché correte così inquieti di qua e di là?
- Ecco l’empia Fortuna, volubile e fugace
- Non c’è notte lunga che luce non trovi
- Se non conosco Socrate, mi sono dimenticato anche di me stesso
- La porta più dura da aprire è quella del carcere
- Trascorriamo in tranquillità e pace quel poco tempo che ci resta (piccola è la porzione di vita che viviamo)
- Chi ti chiama per sé, ti allontana da te (si gioca con la cosa più preziosa di tutte: il tempo)
- Pigro che sei, animo mio, che giorno mai aspetti?
- Armati, animo mio: tu ti prepari a guerre non di poco peso
- Il saggio non sa vivere per le speranze o per i timori (quando un frutto è maturo, si stacca dall’albero)
- No, nemmeno lui, con tutte le sue acque, potrebbe lavare questa macchia: il Signore del mare
- Oh, quanto poco gli uomini avidi di gloria, conoscono che cosa essa sia veramente e come bisogna cercarla!
- O bene fallace, quante sventure copri con una fronte lusinghiera!
- È simile a uno spettatore, poiché, separato da tutto, guarda lo spettacolo (fissare in pensieri durevoli, ciò che fluttua in ondeggiante apparizione)
- A far voti costringe quei disgraziati, dall’animo infermo, l’estrema paura
- Chi la vista a sì sottile, le cose oltre mar penetra e vede
- Viva egli, e vada errando per ignote contrade
- Frenate, voi ricchi e benestanti, le lacrime che ogni momento della vostra vita richiederanno
- Nel nostro regno la morte è una grazia, e la s’invoca
- Ogni vita è una schiavitù
- La tua passione ha trovato un freno?
- Un umile tributo a Seneca
- Niente è difficile, quando la mente si è imposta di sopportare
- Possano gli Dèi, sterminare la razza!
- Il tuo animo malato vede cose false per vere
- Ahimè, non sei più un compagno del nostro credo
- L’occhio del corpo è troppo debole per spettacoli così grandi (nessun altro, se non il filosofo, può gustare il piacere che procura la contemplazione dell’essere)
- Ora posso lodarvi, mani
- Il filosofo cerca di liberare, per quanto possibile, l’anima da ogni influenza del corpo, riuscendovi assai meglio degli altri
- Interpretazione di un sogno – L’ira è il desiderio di contraccambiare il male.
- Il mondo intero, con quanto vi è contenuto, è carico d’intenzioni basse, volgari e cattive
- Più pura brillerà l’arte della filosofia, come più fulgida riluce la luna, quando si slancia a piena notte e mostra il suo volto dorato, e non reggono al suo fulgore le stelle
- Che succede? Le mie mani non vogliono obbedire, il ferro si fa troppo pesante, la mia destra si abbassa
- Se uno vuol morire, la morte non si tira indietro
- Ho vinto le resistenze dell’ottuso mondo
- Sedete in silenzio, e obbedite al mio motto
- È con false speranze che tu, animo mio, cerchi di alleggerire le tue paure
- La brevità è la condizione della nostra esistenza
- Sopra la mia testa tuona la vasta porta del cielo
- Quando mi sarà dato di fuggire dal mondo dei vivi?
- Il fine è di rendersi simile agli Dèi (dove vuoi arrivare, anima mia?!)
- Non c’è notte lunga che luce non trovi
- E qual peccato mi si puote opporre?
- Come posso io chiamarti, o vergine? Il tuo volto non è quello di una mortale e non suona umana la tua voce. Mostrati propizia e chiunque tu sia, porgi sollievo ai nostri travagli
- Sul mio libro come un beneficio
- Appena ebbe introdotto qui il suo piede, non dovette indugiare: il luogo gli offriva già un buio notturno
- Mentre l’uomo nella sua pena è muto, mi diede un Dio di dire quel che soffro
- Quanto dovrebbe compiacersi chi mantiene la sua tranquillità e la confronta con la disordinata insipienza altrui
- Molti portano il tirso ma pochi sono i veri iniziati
- Pochi riescono a mantenersi coerenti isolandosi dalla massa
- Signore Iddio, via questo presagio!
- E dall’abisso risalire, passo passo, alla luce (si sostiene che alcuni dall’Ade, siano ascesi nel regno degli Dèi)
- Dunque, il mio sforzo è tutto rivolto alla filosofia, poiché in essa provo a produrre persuasione
- Per sfuggire al male c’è soltanto una via
- Ahimè, cari signori, con quanto vigore ho levigato il mio libro, come una statua da sottoporre al giudizio!