Bambini dentro. I minori in ospedale psichiatrico nel XX secolo: il caso del S. Maria della Pietà di Roma
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Bambini dentro. I minori in ospedale psichiatrico nel XX secolo: il caso del S. Maria della Pietà di Roma

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Bambini dentro. I minori in ospedale psichiatrico nel XX secolo: il caso del S. Maria della Pietà di Roma

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Nel secolo scorso un bambino con deficit sensoriale o motorio (sordo, cieco o "spastico"), o deficit psichico (ad esempio con sindrome di Down), o troppo vivace (fuggito da casa o da un'istituzione), poteva essere ricoverato in manicomio anche per anni. La povertà e il disagio familiare aumentavano la possibilità di andare incontro a questa sorte. La mortalità era elevata e spesso il bambino, raggiunta l'età adolescenziale, passava ai reparti degli adulti, interrompendo a volte questa lunghissima degenza solo con brevi periodi di dimissione "in esperimento".
Il periodo preso in considerazione va dal 1913 al 1974: in questi anni si verificano 3758 ricoveri, relativi a 2761 bambini.
L'autore descrive le problematiche relative all'assistenza psichiatrica dei minori diffuse in tutto il territorio nazionale ed esamina, con maggiore dettaglio, la situazione del Manicomio romano. Le testimonianze di alcuni operatori, gli articoli tratti dai vari quotidiani nazionali e i servizi giornalistici della RAI relativi al problema dell'assistenza psichiatrica dei minori in Italia arricchiscono e confermano le informazioni ricavate dallo studio dei documenti d'archivio.
Le storie di 19 bambini, tratte dalla lettura delle cartelle cliniche, completano la descrizione di una dura realtà, difficile da spiegare anche prendendo in considerazione un contesto diverso dall'attuale ma non molto distante nel tempo.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788865379172
Appendice 1
Dal libro di Hartmann Hinteruber Uccisi e dimenticati
Attorno al volgere del XIX secolo si diffusero in tutto il mondo le idee socialdarwinistiche e le teorie “dell’igiene della razza”. La sterilizzazione e l’eutanasia vennero considerati dei mezzi idonei a conseguire “la promozione del bene del popolo”. Nell’ideologia nazista queste idee attecchirono su un terreno particolarmente fertile: il 14 luglio 1933 venne emesso il “decreto per la prevenzione di generazioni affette da malattie ereditarie” che autorizzava la sterilizzazione coatta di malati psichici e disabili. Funzionari di partito, medici, insegnanti e letterati contribuirono a far si che la sterilizzazione divenisse un fatto normale; tra il 1934 ed il 1945 400.000 persone furono sottoposte alla sterilizzazione, più di mille, soprattutto donne, morirono in seguito agli interventi.
Il Decreto 14 luglio 1933
1 Il malato ereditario può essere sterilizzato con intervento chirurgico qualora secondo le perizie della scienza medica sussiste un’elevata probabilità che i suoi discendenti soffriranno di gravi tare ereditarie fisiche o psichiche.
2 Malato ereditario è, nel senso inteso da questo decreto, colui che soffre di una delle seguenti malattie:
  1. idiozia congenita
  2. schizofrenia
  3. follia circolare (maniaco – depressiva)
  4. epilessia
  5. corea di Huntington
  6. cecità ereditaria
  7. sordomutismo ereditario
  8. grave malformazione fisica ereditaria
3 Può inoltre essere sterilizzato chi è affetto da alcolismo cronico grave.
Il “Programma eutanasia” dei nazisti venne preparato da una pervicace e fervida propaganda avente come obiettivo la presunta necessità di limitare le “vite senza valore”. …L’unica legittimazione del “Programma eutanasia” fu un ordine segreto che Hitler stilò alla fine dell’ottobre del 1939 su un foglio senza alcuna intestazione ufficiale. Il decreto è retrodatato al 1 settembre, giorno dello scoppio della seconda guerra mondiale… Il programma di eutanasia fu realizzato dall’ufficio II della Cancelleria del Führer, presieduto da Viktor Brack …Dopo la “selezione” si passò alla “eliminazione”.
Per realizzare quest’ultima vennero istituite tre società fantoccio che diffusero terrore e morte negli ospedali psichiatrici, negli ospizi e istituti assistenziali. In tutto il territorio del Reich furono allestite sei “fabbriche della morte”: ad Hadamar presso Koblenz, Hartheim presso Linz, Bernburg nell’Anhalt, Sonnenstein presso Pirna, Grafenek nel Württenberg e Brandenburg presso Berlino.
Ad Hartheim non solo fu assassinata la maggior parte delle vittime dell’eutanasia ma si continuò ad uccidere fino alla fine del 1944. Sotto la direzione di Rudolf Lonauer e di Gorge Renno furono gassati non solo malati austriaci e tedeschi ma anche cecoslovacchi, jugoslavi, francesi e belgi. L’“Aktion T4” – così chiamata dal nome della strada in cui si trovava la centrale del “Programma eutanasia”, Tiergartenstrasse 4 a Berlino – fu documentata con incredibile acribia. In base alle minuziose annotazioni dei sei centri di sterminio sappiamo che fino al 24 agosto 1941, giorno in cui il programma fu soppresso, nel Reich furono assassinati 70.273 malati psichici e disabili, 18.269 dei quali ad Hartheim… In seguito al contrordine del Führer nell’autunno del 1941 e alla conseguente sospensione “ufficiale” del programma di eutanasia ebbe inizio in tutta l’Austria e nei territori controllati dai nazisti una nuova e cruenta fase della “politica demografica”: l’eutanasia “selvaggia” proseguì nei diversi ospedali psichiatrici protetta dal segreto e dall’omertà delle autorità coinvolte. I pochi che ne erano a conoscenza venivano obbligati al silenzio assoluto sotto la minaccia di morte.
In alcuni ospedali furono applicati dei “programmi di restrizioni alimentare”: i pazienti morivano di fame o in seguito alla somministrazione di barbiturici. Sono quindi tutte vittime della diabolica eutanasia nazista, sia coloro che vennero uccisi con il gas o con la somministrazione di farmaci come anche chi morì in seguito ad una sistematica e intenzionale omissione di cure.
I bambini
Il destino di 10 bambini trasferiti e uccisi all’Ospedale psichiatrico di Kaufbeuren merita di essere ricostruito attentamente; grazie alle ricerche condotte da von Granach, attuale direttore della clinica locale, disponiamo di sconvolgenti documenti.
Il 2 luglio 1942 la Sezione esteri della Camera dei medici di Berlino scrisse al Luogotenente del Reich e Commissario per il trasferimento dei sudtirolesi, all’attenzione del “camerata” Degischer a Innsbruck:
“Oggetto: sistemazione degli 8 minori sudtirolesi, minorati psichici non educabili.
Come oggi comunicatoci dal direttore dell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren/Svevia, l’accettazione degli 8 minori sudtirolesi minorati mentali, a lui annunciati per nostro tramite, può avvenire in qualsiasi momento. Va comunicata la data precisa del loro arrivo. La preghiamo di disporre il trasferimento dei minori e di darcene notizia per iscritto facendo riferimento alla nostra corrispondenza. Se a motivo del nostro accordo si potessero trasferire a Kaufbeuren altri minori La preghiamo di tenerci informati per rilevamenti statistici.
Il 28 agosto 1942 fu inviata da Kaufbeuren all’attenzione del “camerata” Degischer a Innsbruck la seguente:
Oggetto: trasferimento di 10 malati dall’istituto di St Josef di Mils, distretto di Innsbruck, al reparto pediatrico dell’Ospedale psichiatrico di Kaufbeuren.
Per ordine della commissione del Reich di Berlino per rilevamenti scientifici su gravi malattie ereditarie e genetiche, il 27 aprile 1942 sono stati trasferiti al reparto di pediatria del locale Ospedale i bambini di seguito elencati dell’istituto di St Josef di Mils, distretto di Innsbruck.
  1. Ga Konrad 18 anni di Lazfons
  2. Gs Agnes 5 anni di Cornaiano
  3. Ho Fidelius 10 anni di Stulles
  4. Pa Walter 11 anni di Chiusa
  5. Pl Max 12 anni di Merano
  6. Sa Ida 7 anni di Sarentino
  7. Sa Elisabeth 8 anni di Nostra Signora di Senales
  8. Sa Isosef 8 anni di Nostra Signora di Senales
  9. Um Rosa 11 anni di Silandro
  10. Vì Konrad 10 anni di Colle in Casies
Solo per due pazienti era indicata la cittadinanza “Reich tedesco”, per gli altri rimane incerta o sconosciuta.
Non è certo se il trasferimento nel “reparto speciale di pediatria” fosse stato effettuato allo scopo di ucciderli o di condurre esperimenti umani. In ogni caso a due mesi dal ricovero dei piccoli il direttore dell’Ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, Faltlhauser, ricevette la seguente lettera:
Gentile collega,
a completamento dei miei esperimenti scientifici sulla vaccinazione antitubercolare, vorrei sottoporre alcuni bambini negativi alla tubercolina ad una vaccinazione col mio siero ( consistente in bacilli inattivi di tubercolosi e lanolina). Il professor Bessau, mio maestro e di...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. I minori
  3. Roma: la sede di via della Lungara 1728-1924
  4. Roma: la nuova costruzione nel quartiere Trionfale
  5. Fonti e modalità dello studio
  6. La storia dei padiglioni pediatrici
  7. Quanti e quali bambini
  8. La cartella clinica
  9. Le diagnosi
  10. La dimissione
  11. Conclusioni
  12. Storie di ordinaria follia
  13. Bibliografia
  14. Appendice 1
  15. Appendice 2
  16. Appendice 3
  17. Ringraziamenti