Giuseppe Dessí, Raffaello Delogu. Lettere 1936-1963
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Autore dell'Architettura del medioevo in Sardegna che gli procurò nel 1956 il Premio Nazionale Olivetti, Raffaello Delogu è stato storico dell'arte e Sovrintendente alle Antichità e Monumenti in Sardegna, in Abruzzo e in Sicilia. Dalla lettura del suo epistolario con uno degli scrittori più significativi del nostro secondo Novecento, qui riccamente trascritto e annotato da Monica Graceffa, appare non solo come un intellettuale impegnato dedito a ricerche sull'arte antica e moderna, ma come un amico corrosivo e scherzoso che dialoga fin dalla giovinezza con un Giuseppe Dessì che se è all'inizio un pittore dilettante in via di maturazione, subito si presenta invece come uno scrittore maturo e un attento conoscitore di ogni forma di arte. Ad unirli, oltre gli studi e le amicizie comuni (nei nomi Claudio Varese, Maria Lai…), l'interesse per la pittura e la partecipazione per quanto Dessí andava vivendo (i trasferimenti, la passione politica…) e scrivendo di narrativa, teatro, saggistica (importanti a questo proposito le lettere relative alla collaborazione di entrambi al numero 'sardo' de «Il Ponte» di Pietro Calamandrei). Monica Graceffa si è laureata in Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Firenze. Fa parte di un gruppo di ricerca diretto da Anna Dolfi che si occupa di edizione, ordinamento e catalogazione di testi contemporanei. Sua l'edizione dei carteggi con «L'Orto» e «Primato» che chiude il volume A Giuseppe Dessí. Lettere editoriali e altra corrispondenza, a cura di Francesca Nencioni. Con un'appendice di lettere inedite a cura di Monica Graceffa (Firenze, Firenze University Press, 2012).

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788866551645
Giuseppe Dessí – Raffaello Delogu
Lettere
1936-1963
I
[1936]*
Carissimo Beppe,
soltanto oggi, a causa delle trascorse feste, il fotografo mi ha dato, al completo, le fotografie.
Te le mando subito e son sicuro che ti faranno molto piacere perché sono riuscitissime: belle. Gli ingrandimenti son venuti a meraviglia. E l’altro rotolo? Perché non me lo hai inviato? Se avessi provveduto tu a farlo stampare non dimenticare di mandarmi una copia delle foto fatte assieme: mi interessa specialmente quella del bello addormentato nel bosco.
Perché giovedì non sei venuto? Ti aspetto giovedì prossimo.
Io ho ancora dimenticato di ringraziarti personalmente e direttamente di tutto. Ma lo faccio adesso, tanto più che più la mia gita villacidrese si allontana nel tempo e più la ricordo con piacere sia per la montagna, il bosco e l’incantevole natura, sia per le savissime e distintissime persone che, in quell’occasione, ho conosciute.
Grazie, dunque, davvero e di cuore di tutto.
A proposito, non so se giovedì io sarò di già verso Oristano. Comunque avvertimi in tempo ed io ti risponderò se sarò o meno a Cagliari. Intesi?
Una cordialissima stretta di mano dal tuo
Delogu
I miei ossequi ai tuoi ed un caro saluto a tuo fratello1.
Ho trattenuto il negativo della foto in cui ci siamo io e te: te lo restituirò non appena me ne avranno fatto l’ingrandimento.
* Abbiamo ipotizzato questa data sulla base del contenuto della lettera, laddove si fa riferimento a una gita a Villacidro fatta da Delogu. Il 12 aprile 1936 Dessí scriveva nei suoi Diari, probabilmente riferendosi proprio alla «gita villacidrese» di cui si parla nella lettera: «Ieri Delogu, dalla cima del San Michele, mi diceva il nome delle montagne intorno, Sulcis, Sette Fratelli, ecc.» (cfr. Giuseppe Dessí, Diari 1931-1948, a cura di Franca Linari, Roma, Jouvence, 1999, p. 60). In tal caso la lettera sarebbe stata scritta in un momento immediatamente successivo rispetto al 12 aprile 1936. L’ipotesi sarebbe confermata anche dalle parole di Delogu nella lettera: «a causa delle trascorse feste», intendendo probabilmente le feste pasquali che nel 1936 caddero intorno al 12 aprile.
1 Franco Dessí, fratello minore dello scrittore. Nacque a Villacidro nel 1915. Frequentò il liceo classico ‘Dettori’ di Cagliari, lo stesso frequentato dal fratello. Nel 1931 si trasferì in un collegio militare a Roma. Come il fratello maggiore frequentò l’università di Pisa, dove si laureò nel 1938. Visse a Ferrara nello stesso periodo in cui vi insegnò Dessí. Dopo la fine della guerra visse a Sassari, dove insegnò dal 1944 al 1968 all’Istituto Magistrale ‘Margherita di Castelvì’ e divenne preside dal 1968 al 1978 del Liceo Scientifico ‘Giovanni Spano’. Per una sua testimonianza su Dessí cfr. l’intervento di Franco Dessí, in La poetica di Giuseppe Dessí e il mito della Sardegna, Atti di convegno, Cagliari, TEA, 1986, pp. 297-318; cfr. anche il regesto del contenuto delle sue 88 lettere a Giuseppe Dessí in Le corrispondenze familiari nell’Archivio Dessí, a cura di Chiara Andrei, Firenze, Firenze University Press, 2003, pp. 297-314.
II
[1936]*
Caro Beppe,
ti manderò davvero (ma davvero) al Diavolo se continuerai – con me – a far complimenti; la cosa è chiarissima: tu hai finito di dettare quel che dovevi dettare e naturalmente sei ripartito. O che avresti dovuto rimandare la tua partenza d’un giorno soltanto per esser presente all’appuntamento? Ma andiamo!?
Ergo, te absolvo.
Quando ritornerai a Cagliari? Fammelo sapere in tempo. Io nei prossimi giorni, come ti dissi, andrò ad Oristano: ma se tu ritornerai a Cagliari dopo il 7 o l’8 giugno ci sarò anch’io.
Sto rimasticando i rifiuti di quella famigerata porcheria municipale e ne ho fin sopra gli occhi: miserie, miserie, miserie di questo piccolo, sudicio e fin troppo pietoso e melanconico mondo!
Quanta pena!
Bando alle chiacchiere: una affettuosa e forte stretta di mano dal
tuo
Raffaello
Mi ha fatto ridere di cuore il tuo bossuettano1 esordio: «Lo so che sono, etc.».
Sei un tipone! Arrivederci
I miei più deferenti ossequi a tuo Padre2.
* Abbiamo dato questa collocazione cronologica alla lettera perché dalle parole di Delogu: «Io nei prossimi giorni, come ti dissi, andrò ad Oristano: ma se tu ritornerai a Cagliari dopo il 7 o l’8 giugno ci sarò anch’io», si evince il riferimento a quanto scritto precedentemente dallo stesso mittente nella lettera del [1936]: «A proposito, non so se giovedì io sarò di già verso Oristano. Comunque avvertimi in tempo ed io ti risponderò se sarò o meno a Cagliari».
1 Riferimento a Jacques Bénigne Bossuet (Digione 1627 – Parigi 1704), scrittore, teologo e predicatore francese.
2 Francesco Dessí Fulgheri (Villacidro 1870 – 1945), padre di Giuseppe Dessí. Ufficiale dell’esercito e comandante della Brigata Sassari. Alla sua impresa militare si ispirò Dessí per lo sceneggiato televisivo La trincea. Nonostante la frequente assenza per motivi professionali, di grande importanza fu la sua influenza sulla formazione del figlio, come si evince dalle stesse parole dello scrittore: «Era un ufficiale di carriera e passò molti anni quasi sempre lontano da casa e da me, quasi sempre in guerra. Nei rari periodi di licenza che trascorreva a casa, a Villacidro, mi insegnava a tirare di scherma, a montare a cavallo, “di scuola”, come lui diceva, oppure mi insegnava il francese. Ma sul più bello lui doveva partire e tutto finiva lì. Comunque, i soli libri tollerabili che lessi in quegli anni, anche se non proprio adatti a un bambino, fu lui che me li fece amare parlandomene durante le lunghe passeggiate che facevamo assieme a cavallo […]» (cfr. Il mio incontro con l’Orlando Furioso nell’Appendice a Giuseppe Dessí, La scelta, a cura di Anna Dolfi, Milano, Mondadori, 1978, pp. 111-115; n.e. «La biblioteca dell’identità/L’Unione sarda», luglio 2003; Nuoro, Ilisso, 2009); cfr. anche il regesto di contenuto delle sue 577 lettere a Giuseppe Dessí, in Le corrispondenze familiari nell’Archivio Dessí, a cura di Chiara Andrei, Firenze, Firenze University Press, 2003, pp. 61-177).
III
26 aprile [1937 t.p.]
Caro Raffaello,
sono ancora via ma ti scrivo più per avere il diritto di chiederti tue notizie che per parlarti di me. Non mi trovo né bene né male1: attendo che finisca l’anno scolastico per dedicarmi con continuità alle mie cose2. Non so ancora dove passerò l’estate. Il tuo concorso3? Devi aver già fatto gli esami scritti, suppongo. Attendo la rivista con il tuo lavoro sui Cavaro, che mi avevi promesso4. Ricordi [?] Ti ricordo con affetto e vorrei ancora poter parlare ogni tanto qualche ora con te. Scrivimi quanto prima.
Ti abbraccio. Tuo
Beppe
III. Cartolina illustrata raffigurante la vetta del Sacro Monte del Monte Grappa dalla quota 1581. Indirizzata a: Dr. Raffaello Delogu / viale Pirri 3 / Cagliari. T.p. del 1937.
1 Nel 1937, periodo a cui risale tale cartolina, Dessí si trovava a Paderno del Grappa, dove insegnava come supplente dell’amico Carlo Salani presso l’istituto ‘Filippin’.
2 A questo periodo risalgono le pubblicazioni di Giuseppe Dessí, Pane, danaro e tempo, in «L’Orto», aprile 1937, pp. 23-35; Finire un quadro, in «Il Corriere Padano», 21 aprile 1937; Nascita di un uomo, in «La Ruota», aprile-maggio 1937, pp. 6-14; Ricordo fuori dal tempo, in «La Stampa», 17 settembre 1937 (poi in Giuseppe Dessí, Racconti vecchi e nuovi, Torino, Einaudi, 1945, pp. 91-98); La rivedremo in paradiso, in «La Stampa», 18 ottobre 1937 (poi in Giuseppe Dessí, La sposa in città, Modena, Guanda, 1939, pp. 122-132 e in G. Dessí, Racconti vecchi e nuovi, cit., pp. 37-45); la poesia Congedo, in «Il Corriere Padano», 25 novembre 1937; Una collana, in «La Stampa», 29 novembre 1937 (poi in G. Dessí, La sposa in città, cit., pp. 133-142); Il verismo di Grazia Deledda, in «L’Orto», gennaio 1938, pp. 35-45 (poi in G. Dessí, Un pezzo di luna. Note, memoria e immagini della Sardegna, a cura di Anna Dolfi, Sassari, Banco di Sardegna, 1987, pp. 161-173; n.e. Cagliari, Edizioni della Torre, 2006).
3 Probabile riferimento al concorso per l’abilitazione all’insegnamento di Storia dell’Arte presso i regi licei conseguita da Delogu nel 1937. Nello stesso anno Delogu avrebbe ottenuto anche l’insegnamento di Storia dell’Arte nella Facoltà di Lettere e nella Facoltà di Magistero de...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Nota al testo
  3. Giuseppe Dessí – Raffaello Delogu