Antenati: per una storia delle letterature europee: volume primo
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Antenati: per una storia delle letterature europee: volume primo

dalle origini al Trecento

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Antenati: per una storia delle letterature europee: volume primo

dalle origini al Trecento

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C'era una volta l'Europa? Dopo il crollo del muro di Berlino e la grande crisi esplosa a partire dal 2007 il progetto di unione europea sembra vacillare. "Antenati" raccoglie la speranza di una generazione che ha creduto nell'Europa civile e libera. Una storia delle letterature europee non nazionalista, policentrica, non eurocentrica. Per chi ha creduto che l'europeismo potesse essere apertura, progresso collettivo e non chiusura nei confronti del mondo. Antenati per una storia delle letterature europee è un'opera in 3 volumi, questo è il primo volume. Antenati è online dal 1996 su: http://www.girodivite.it/antenati/antenati.htm

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Informazioni

Editore
Zerobook
Anno
2016
ISBN
9788867111015
Argomento
Historia

Dai poemi omerici a Esiodos. L'VIII e -VII secolo : le origini della produzione greca

Le letterature greche: Introduzione

Quando parliamo di letteratura greca intendiamo riferirci alla produzione di lingue e culture non esattamente omogenee, di vari popoli, divisi tra di loro in stati (poleis), per le quali l'appartenenza a un'unità fu più spesso un espediente retorico che non una realtà. La produzione letteraria riflette questa divisione politica e anche culturale.
Per quanto riguarda il nostro studio parleremo delle produzioni provenienti da quest'area geografica all'inizio in maniera esclusiva per il semplice fatto che delle produzioni letterarie del resto delle regioni europee non ci è pervenuto nulla per secoli. Le produzioni greche sono "le prime" in questo senso.
Quando anche dalle altre aree cominceranno a provenire produzioni letterarie, ne parleremo comparativamente. Di ciò che si intende per "greco" ne daremo di volta in volta conto e distinzione cercando di usare il termine ambiguo "greco" il più cautamente possibile.

Il mediterraneo come mezzo di comunicazione

L'uomo è un animale sostanzialmente terrestre, ma ha imparato non solo a nuotare, attraversando così brevi corsi d'acqua, ma a navigare. Con la navigazione si è scoperto una strada in parte più facile della terra. Ciò ha permesso di sfruttare il mare non solo come riserva di cibo ma anche come mezzo di comunicazione. All'inizio sono stati favoriti soprattutto i mari e i golfi riparati e di piccole dimensioni, ma con l'evoluzione della navigazione, si è affrontato via via mare sempre più profondo e ampio. Il mediterraneo ha cominciato a essere almeno dal III millennio (-) un mezzo di comunicazione abbordabile da parte delle popolazioni che vi si affacciavano. Grazie alle sue isole e ai suoi approdi, a una relativa scarsa profondità (rispetto all'oceano). Man mano che si sviluppavano i popoli, dominare il mare diventava un mezzo di sviluppo ulteriore. E se all'inizio a dominare il mediterraneo sono i popoli del sud del mediterraneo e del sud-ovest (fenici, egizi, popolazioni anatoliche ecc.), la possibilità di sviluppo e di dominio passò poi alle popolazioni stanziate lungo il mediterraneo del nord, in quella che oggi conosciamo con il nome di europa.
Il mediterraneo, ma anche il mar rosso, il golfo persico, il mar cinese ecc., è stato uno dei maggiori mezzi di comunicazione dell'antichità. I fondali relativamente bassi e i venti costanti del mediterraneo hanno favorito contatti comunicazioni e scambi. Anche grazie a questo si sono potute sviluppare civiltà dimensionalmente estese e civilmente più avanzate delle società tribali e di villaggio, trovando un naturale sbocco e una ulteriore estensione le civiltà sviluppatisi grazie ai grandi fiumi.

Micenei

A Creta, dagli inizi del secondo millennio (-) è la civiltà dei grandi palazzi (Cnosso, Festo ecc.), prodotto di una economia evoluta - i Palazzi sono posti nel cuore delle zone fertili -, in cui è una precisa divisione del lavoro, con una gerarchia politica che fa capo a un principe: è la civiltà "minoica" che intesse relazioni commerciali con i paesi civili del mediterraneo orientale, e con i centri della Grecia che si vanno formando.
In Grecia, all'inizio del secondo millennio è un'invasione o penetrazione di genti di lingua indoeuropea, provenienti dall'europa orientale, praticanti una economia fondamentalmente pastorale; una parte di questi popoli si stabilì nelle regioni montuose della Grecia settentrionale mantenendo le abitudini pastorali, un'altra parte si sovrappose alle popolazioni indigeni in parte urbanizzate che abitavano il resto della penisola. Prevalsero le nuove lingue indoeuropee e in parte le religioni dei nuovi popoli, anche se sopravvissero culti pre-invasione. Fu una cultura mista che in 2-3 secoli compì dei progressi: intorno al 1600 (-) troviamo ricche residenze principesche (soprattutto a Micene, di qui il termine di "civiltà micenea") e da modi di vita influenzati da quelli cretesi ed egiziani. Nei due secoli successivi essi prevalsero sui cretesi e dominarono l'isola. Dopo la distruzione definitiva di Cnosso (all'incirca nel 1400 -) Micene raggiunse la massima ricchezza, assieme a Tirinto, Pilo, Atene, e ai centri sparsi tra la Laconia e la Tessaglia. Sappiamo che nei rapporti diplomatici (ad es. con gli Ittiti) si presentavano come una potenza unita, anche se non sappiamo con precisione quale forma li governasse all'interno, se fossero una confederazione di principati o altro.
Nello stesso periodo, sulla costa nord-occidentale dell'Anatolia, fioriva il dominio della città di Troia, che raggiunse un notevole grado civile grazie alla sua posizione geografica; essa fu distrutta, pare, nella seconda metà del XIII secolo. E' possibile che la distruzione sia stata causata da una guerra, così come è detto nei poemi omerici e nella tradizione epica orale greca, che siano stati i greci micenei, da soli o in alleanza con altri popoli.
Quello che sappiamo è che la civiltà micenea ebbe fine nel XII secolo (-), quando si verificò una nuova penetrazione di popolazioni indoeuropee: i Dori e i popoli che si erano fermati nel nord-ovest calarono nella penisola fino a raggiungere le isole meridionali. I popoli micenei emigrarono in parte verso le coste anatoliche, in parte rimasero: è certo però che tra XI e VIII secolo (-), periodo che coincide con l'era del ferro per la Grecia, si ha una fase regressiva dal punto di vista delle conquiste civili.

Scheda: ipotesi di cronologia cretese

c.6500- prime tracce dell'uomo a Creta secondo quanto ne sappiamo finora (siti di Cnosso e Gerani)
6500\2800- periodo neolitico
2800- arrivo dei Minoici a Creta
2800\2100- periodo "pre-palaziale"
2100\1700- periodo dei Primi Palazzi
1700- violento terremoto, distruzione dei Primi Palazzi
1650\1450- periodo dei Secondi Palazzi
1450- distruzione dei Palazzi Minoici a opera dei Micenei che installano la loro capitale a Cnosso
1450\1200- occupazione micenea di Creta; distruzione del palazzo di Cnosso (1370-); sorgono centri alternativi di potere palaziale a Cidonia, Armenoi, e probabilmente anche in altre località
1100\1000- periodo sub-minoico
1000\900- arrivo in massa dei Dori
900\69- poleis
69-\395+ periodo romano
395+\824+ primo periodo bizantino. Creta provincia dell'Impero
824+\961+ conquista araba
961+\1204+ Niceforo Focas avvia il secondo periodo bizantino
1204+\1669+ occupazione veneziana
1669+\1898+ occupazione turca. Candia cade il 6 settembre 1669 dopo lunghissimo assedio e la morte di 110 mila soldati turchi
1770+ inizio delle rivolte antiturche. Se ne avranno nel 1821, 1852, 1866 ecc.
1898+ indipendenza. Creta è posta sotto l'autorità del principe Giorgio di Grecia. Alto Commissariato delle grandi potenze europee che hanno sostenuto la rivoluzione cretese
1905+ insurrezione di Venizelos contro l'autoritarismo del principe Giorgio
1908+ Venizelos proclama l'unione di Creta alla Grecia. L'unione è ratificata nel 1912.
Non possediamo testi letterari provenienti dai popoli micenei, benché essi avessero sviluppato forme di scrittura. Restano miti che congetturalmente possono essere riferiti a queste popolazioni, sviluppati dalle popolazioni greche successive. Si pensi soprattutto al mito di Minosse e del labirinto.
Riguardo alla scrittura, se ne conoscono almeno tre tipi distinti, tra la seconda metà del III e la fine del II millennio (-): lineare A, lineare B, geroglifica. L'importanza storica di questa presenza sta anche nel fatto che Creta è la prima regione europea (secondo la geopolitica odierna) a attestare la presenza documentaria della scrittura.
Solo una (la lineare B) è stata decifrata, mentre le altre due, la lineare A e quella cipro-minoica, rimangono indecifrate. Della scrittura cipro-minoica sappiamo che ebbe corso dal II millennio (-), e scomparve poi nel c.1200-. La lineare A e la geroglifica si sono sviluppate nella Creta proto-palaziale. I testi più antichi della lineare A sono stati rinvenuti nello strato di distruzione del Primo Palazzo di Festos, mentre la geroglifica è attestata finora soprattutto a Cnosso e a Mallia. Si tratta in entrambi i casi di scritture sillabiche (come la giapponese), che usano cifre ordinate secondo un sistema decimale, ideogrammi che rappresentano oggetti, prodotti o esseri viventi. I due sistemi si pensa che coesistettero (non sembra probabile una derivazione l'uno dall'altra).
A Festo [Creta] è poi stato ritrovato un disco (disco di Festo) in argilla cotta su cui sono stati impressi 45 misteriosi segni a punzone, posti su un 'percorso' a spirale sulle due facce del disco. Si tratta forse di una scrittura sillabica. Non sappiamo né da...

Indice dei contenuti

  1. Antenati: per una storia delle letterature europee: volume primo - ISBN 978-88-6711-101-5
  2. Colophon
  3. Presentazione, di Sandro Letta
  4. Introduzione: Caratteri generali
  5. Antichità
  6. Dai poemi omerici a Esiodos. L'VIII e -VII secolo : le origini della produzione greca
  7. Quel che chiamiamo feudalesimo
  8. Il Dodicesimo secolo
  9. L'Europa del XIV secolo
  10. Nota di edizione