La diaspora del comunismo italiano
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La diaspora del comunismo italiano

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A un secolo dalla Rivoluzione d'Ottobre, una puntuale ricostruzione (1921-2017) della diaspora del comunismo italiano, dei suoi protagonisti e delle formazioni politiche che ne derivarono.

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Informazioni

Note

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I partiti aderenti erano considerati come delle sezioni dell'IC, e dunque soggetti alla sua autorità e alle sue direttive.
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La loro frazione si era costituita a Milano il 15 ottobre 1920, attorno ad un programma firmato da Bordiga, Gramsci, Misiano, Terracini, Bombacci, Repossi, Fortichiari e dal segretario giovanile Luigi Polano (1897-1984). La mozione che venne presentata al congresso era stata predisposta nel convegno di Imola del 28 e 29 novembre 1920.
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Al congresso di Livorno erano anche presenti due raggruppamenti "minori": gli "intransigenti rivoluzionari", guidati da Costantino Lazzari (1857-1927), prestigioso ex segretario del PSI, stimato da Lenin, e il gruppo di Antonio Graziadei e Anselmo Marabini. I due gruppi erano intermedi tra massimalisti e comunisti. In sede di votazione le due mozioni vennero ritirate.
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Amadeo Bordiga (1889-1970), ingegnere, aderì giovanissimo al PSI, militando nella sua ala rivoluzionaria. Assunse posizioni fortemente antimilitariste in occasione della prima guerra mondiale. Allo scoppio della Rivoluzione bolscevica fondò la "Frazione comunista astensionista", che, proprio per il suo astensionismo, suscitò le critiche di Lenin. Fu tra i principali promotori della scissione comunista del 1921 e fu leader del PCdI fino al 1923, quando fu arrestato dal fascismo. La corrente di "sinistra comunista", che a lui faceva riferimento, inizialmente maggioritaria, fu successivamente emarginata e infine espulsa dal PCdI.
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Il giornale, con diversa periodicità, uscì dal 1° maggio 1919 al 25 novembre 1922. Il 24 febbraio 1924 Gramsci fondò l'Unità, che sarà organo del partito comunista fino al suo scioglimento.
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Antonio Gramsci (1891-1937), intellettuale sardo, fondò i giornali L'Ordine Nuovo e l'Unità. Già militante socialista, fu uno dei promotori della scissione di Livorno (1921), che diede vita al PCdI, che Gramsci rappresentò a Mosca, dove sposò Giulia Schucht, che gli diede due figli. Eletto deputato nel 1924, fu il leader della corrente di centro del PCdI, di cui fu eletto segretario nel gennaio 1926. L'8 novembre 1926 fu arrestato dal regime fascista e condannato (4-6-1929) a oltre 20 anni di carcere, durante il quale si legò d'amicizia col socialista Sandro Pertini (1896-1990), futuro Presidente della Repubblica Italiana. Morì, in regime di semilibertà, in seguito alle sofferenze del carcere Di lui rimangono i celebri Quaderni del carcere e le Lettere dal carcere.
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Egidio Gennari (1876-1942), fu segretario politico del PSI. Partecipò poi alla nascita del PCdI, del cui Comitato Centrale fece parte fino alla morte. Nel 1923 fu eletto anche nel Comitato Esecutivo. Fu anche eletto deputato nel 1921 e nel 1924. Direttore del giornale Il Lavoratore di Trieste, il 6 ottobre 1922 fu aggredito e pugnalato dai fascisti. Morì in esilio a Gorkij, in Russia.
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Nicola Bombacci (1879-1945) nel primo dopoguerra fu un importante dirigente del PSI, di cui fu anche segretario e per il quale fu eletto deputato nel 1919. Nel 1921 fu uno dei promotori della scissione di Livorno ed entrò nel Comitato Centrale del PCdI. fu anche riconfermato deputato nel 1921. Nel 1923 fu espulso dal PCdI, ma nel 1924 vi fu reintegrato per decisione di Zinov'ev, allora Presidente dell'IC. Ma nel 1927 fu di nuovo espulso "per indegnità politica". Nel 1936 fondò la rivista La Verità, allineata al regime fascista. Nel 1943 aderì alla RSI di Mussolini e il 28 aprile 1945, catturato assieme al Duce e ad altri gerarchi fascisti, fu fucilato dai partigiani come traditore.
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Luigi Repossi (1882-1957), facente parte dell'ala bordighiana ("sinistra comunista") del PCdI, divenne responsabile sindacale del partito e direttore della sua rivista teorica Rassegna Comunista. Eletto deputato nel 1921 e nel 1924, l'8 novembre 1926 fu arrestato dalla polizia fascista e confinato prima a Lipari e poi a Ponza. Durante il confino fu espulso ...

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