Un soffio tra le pagine
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Lo spirito nella letteratura italiana contemporanea: un'antologia di casi editoriali

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Lo spirito nella letteratura italiana contemporanea: un'antologia di casi editoriali

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«Sei la mia voce… il vento che mi scompiglia i capelli» scrive Alda Merini per cantare la figura dello spirito per eccellenza, Maria: la poetessa la prende a modello dei valori che animano e «scompigliano» le sue parole e le sue fragili certezze avvertendo un «vento» che fa muovere i fogli del suo libro intitolato Magnificat come se nella filigrana di quelle carte passasse un soffio interiore. Un soffio tra le pagine è proprio il titolo che ben rappresenta la duplice ricerca dei giovani del Laboratorio di editoria dell'Università Cattolica in questo 2014: è l'indagine, da una parte, delle ragioni dello spirito dell'epoca che stanno vivendo e, dall'altra, delle ragioni dell'editoria che stanno studiando.
Come l'anima ha bisogno di un corpo, così i valori più alti e immateriali della letteratura contemporanea non possono rinunciare a viaggiare e comunicare attraverso la materialità di un volume e delle sue parti. Infatti «leggerci intorno prima di leggerci dentro fa parte del piacere del libro nuovo» per Calvino di Se una notte d'inverno un viaggiatore. Perciò le copertine, qui riprodotte con le notizie essenziali sulla storia editoriale delle opere, sono uno degli elementi originali di questa antologia e della stessa collana dei "Quaderni" del Laboratorio che ha prodotto altre raccolte simili (per esempio, negli ultimi anni, sui best seller o sui libri che hanno fatto l'Italia).
Il florilegio poetico e narrativo è frutto di una scelta condotta con un lavoro di vera e propria officina editoriale, passando dal sapere al saper fare. Dalla scelta delle opere e del taglio da dare ai contenuti fino alla redazione dei testi e alla selezione dei brani letterari da citare, dalla correzione delle bozze all'ideazione del titolo e della copertina, i vari passaggi sono stati condotti in prima persona dagli studenti del corso di editoria nell'idea cara a Umberto Eco che «il libro non è una pietrificazione della memoria, è piuttosto una macchina per produrre interpretazioni». L'augurio è che ogni scheda stimoli nuove letture e diversi approfondimenti. Dalla Premessa del curatore Roberto Cicala

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788867801527

LO SPIRITO DELLA VITA TRA ANIMA E MORTE

Un assemblaggio perfetto, diabolico
Il diavolo, certamente di Andrea Camilleri

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«33 pezzi di bravura»: Antonio d’Orrico definisce così questopera-mosaico di Andrea Camilleri, pubblicata nel 2012 a Milano da Mondadori nelleLibellule, come numero inaugurale della collanainsieme a L’amore quando c’era di Chiara Gamberale, Esercizi superficiali di Raffaele La Capria e Il vagone di Arnaud Rykner tutta dedicata a «grandi storie di intensa brevità». Si tratta di una raccolta, di trentatré testi appunto, ognuno lungo tre pagine, la cui simbologia numerica rimanda proprio al diavolo, rappresentato anche in copertina: una sagoma nera, sopra la quale, in rosso, il nome dellautore sovrasta (anche per le dimensioni) il titolo della raccolta: senza dubbio un accorgimento delleditore per fare leva sulla fama dello scrittore, già ampiamente consolidata soprattutto grazie ai romanzi dedicati al commissario Montalbano, più che sulla forza del titolo proposto. E Camilleri, infatti, non delude nemmeno questa volta, arrivando in breve in vetta alle classifiche di vendita; nel 2013, quindi, entra a buon diritto nella collana degliOscar bestsellers. Sulla genesi della raccolta è lo stesso autore a informarci in unintervista rilasciata a Mariarosa Mancuso: «Sto scrivendo dellemicrostoriedi 3 pagine con il titolo Il diavolo, certamente, cioè dove uno cerca di fare una certa cosa e all’improvviso c’è il granello di sabbia che arresta il meccanismo gigantesco... ecco, tutto qua. Così è per la vita normale, per la vita di un santo, per laspirazione di una donna sposata, per quello che ti capita nei più vari campi di umanità. Ne ho scritte 25, voglio arrivare a 30 e basta, e lasciarle per me... Dicema con chi lo pubblichi?: non lo so, non so neanche se lo pubblico, è un passatempo mio, con cui mi sto divertendo col Diavolo... o chi ne fa le veci».
(Giulia Tassi)
Poi il bambino comparve alla finestra e appoggiò i gomiti sul davanzale, probabilmente stava in piedi sopra uno sgabello. Homer prese la mira accuratamente ma, una frazione di secondo prima che premesse il grilletto, il sole, di colpo, inondò la facciata di fronte e un raggio, riflesso da un vetro, andò a infilarsi, dritto come un laser, dentro il cannocchiale della carabina. Accecato, Homer non poté far fuoco.
Quando riacquistò in pieno la vista, il bambino non era più alla finestra. Il giorno seguente aveva appena imbracciato la carabina mirando alla fronte del bambino, quando bussarono alla porta. Buttò l’arma sotto il letto e andò ad aprire. Era un tale che doveva controllare il contatore dellacqua. Il terzo giorno stava per sparare quando un sipario bianco sinterpose tra lui e il bambino. La signora del piano di sopra aveva steso un lenzuolo appena lavato, ma una molletta non doveva aver fatto presa e il lenzuolo era quasi tutto scivolato a coprire la finestra di sotto. Homer era un uomo assai superstizioso, badava a certe sue regole scaramantiche, per nessuna somma al mondo avrebbe ucciso un uomo di venerdì. E dato che il giorno seguente era proprio un venerdì, Homer interpretò il tutto come un chiaro avvertimento: quel bambino non andava ucciso. E così rinunziò allincarico.
Homer aveva un solo amico, François, che faceva il suo stesso mestiere. Nellambiente, François era quotato appena un gradino più sotto di Homer.
Una sera, in casa di François, fecero bisboccia con due donne che poi mandarono via alle cinque del mattino. Homer, mentre si rivestiva, notò che dalla tasca della giacca di François, che era rimasto a letto, era caduta una foto. La raccolse. Era quella del bambino col vestito della Prima Comunione. [...]
La tecnica che François adoperava era opposta a quella di Homer. Lui lavorava di sveltezza. A bordo di un motorino truccato, seguiva la vittima, gli sparava con il revolver a distanza ravvicinata e poi si dava alla fuga.
Il terzo giorno François vide uscire dal portone il bambino con la madre.
Lì seguì fino a uno studio medico. Nellattesa che ricomparissero, si studiò il luogo migliore per far fuoco e la più sicura via di fuga. Poi, dopo unora dattesa, madre e figlio uscirono in strada. François montò sul motorino, ma il motorino non partì. Bestemmiando, François provò e riprovò inutilmente. Madre e figlio intanto erano spariti, tuttavia François non se ne preoccupò, sapeva la strada che avrebbero percorso per tornare a casa. Ma stava perdendo troppo tempo, tra poco i due avrebbero sorpassato il posto da lui scelto per portare a termine lincarico. Si levò il casco, armeggiò con un cacciavite e finalmente il motorino partì. Si rimise il casco, non lallacciò, partì a tutto gas. Nellattimo in cui simmise nellaltra strada, assorto comera a tentare di scorgere i due sul marciapiedi, prese la curva troppo larga e non savvide dellauto di grossa cilindrata che veniva in senso opposto leggermente fuori carreggiata. Per lurto violento, il casco volò via, la testa di François andò a spaccarsi sul selciato. Appresa la notizia della morte dellamico, Homer ritenne suo dovere mettere discretamente in guardia i suoi colleghi su piazza e fuori piazza: il bambino era da quel momento in poi da considerarsi come un suo protetto, quindi ci pensassero bene prima daccettare lincarico deliminarlo.
Homer, che allepoca era quarantacinquenne, morì a settantanni. Nello stesso anno della sua morte, il bambino che avrebbe dovuto ammazzare si diede alla politica.
Così Homer non seppe mai davere risparmiato dalla morte il futuro, sanguinario dittatore che avrebbe mandato davanti al plotone desecuzione diecine e diecine davversari politici, riempito le carceri di migliaia di dissenzienti, e in ultimo, in seguito a una guerra rovinosa, provocato la distruzione di intere città e la morte di oltre tre milioni di essere umani.

Il «racconto perfetto» alle prese col senso della vita
Casa d’altri di Silvio D’Arzo

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Seguire gli itinerari dello spirito porta spesso a complessi interrogativi. Ce lo mostra Casa d’altri, opera postuma di Silvio D’Arzo, pseudonimo di Ezio Comparoni, autore di Reggio Emilia morto in giovane età nel 1952, dopo una vita letteraria intens...

Indice dei contenuti

  1. Sommario
  2. Testi introduttivi
  3. LO SPIRITO RELIGIOSO E LA SANTITÀ
  4. LO SPIRITO DI UN'EPOCA: TRA SOCIETÀ E CIVILTÀ
  5. LO SPIRITO DEL VIAGGIO: IL CAMMINO DELL'ESISTENZA
  6. LO SPIRITO DELLA VITA TRA ANIMA E MORTE
  7. LO SPIRITO IN FAMIGLIA: VITA QUOTIDIANA E GENERAZIONI
  8. LO SPIRITO DELLA MEMORIA E DEL SOGNO
  9. LO SPIRITO DELLA NATURA E DEL CORPO
  10. LO SPIRITO DI CHI È ULTIMO E SOLO
  11. L'ASSENZA DI SPIRITO: TRA RIBELLIONE E PECCATO
  12. Bibliografia