Capitolo IV -
PROMUOVERE LA LEGALITÀ:
SPUNTI PROGETTUALI NEI LUOGHI DELLA FORMAZIONE
1.Legalità e progettualità educativa
Dalla riflessione sin qui svolta è agevole considerare che il problema della promozione della legalità risulta destinato ad estendersi in una più vasta prospettiva pedagogica, implicante forme di progettualità che orientino il patrimonio delle risorse umane verso l’incremento di un alto grado di sviluppo civico e morale. Il parlare di educazione alla legalità non costituisce un discorso astratto, avulso da un contesto operativo, ma si qualifica come percorso formativo articolato dentro i processi e le dinamiche di crescita che si snodano lungo tutto l’arco della vita.
L’esigenza di uno sviluppo delle facoltà intellettive, relazionali e morali connesse con l’ethos della legalità non può prescindere dalla pianificazione sistematica di obiettivi, strumenti e modalità di lavoro che attingano in modo specifico al versante giuridico-normativo. L’aver individuato, in questo senso, precisi ambiti di definizione della nozione in questione ha permesso di tracciare orientamenti significativi sul piano delle finalità educative. Ma lo sviluppo del senso di legalità, come percorso inserito nel più ampio processo di crescita della persona, non può eludere l’intrinseca vocazione pratico-applicativa dell’educazione, la quale esige sempre una declinazione concreta, intenzionalmente strutturata.
Come si è sottolineato, la promozione di una cultura della legalità attraverso l’educazione è volta a garantire il bene della collettività mediante lo sviluppo personale ad auto-generare nuove consapevolezze nello stile di vita quotidiano e nelle pratiche comportamentali. Da questo punto di vista, il primato antropologico della persona e la valorizzazione della sua natura relazionale costituiscono il fulcro e l’anima trainante della proposta formativa qui delineata, destinata a creare le condizioni preliminari affinché il soggetto possa “respirare” un clima permeato da valori e modelli di condotta edificanti.
La scelta educativa, come si è più volte ribadito, costituisce una via, certamente non sufficiente, per l’affermazione della legalità, ma probabilmente quella che consente di cogliere in profondità le esigenze intime e necessarie del divenire personale e sociale dell’uomo. Com’è noto, il concetto di “educazione” rinvia ad un evento complesso e polimorfo, che non si lascia convogliare entro categorie definitorie univoche. Tant’è che il dibattito pedagogico attuale, lungi dal voler considerare in modo disarticolato formule come istruzione, educazione, formazione, invita piuttosto a cogliere nella loro intrinseca correlazione il senso autentico dell’iter di sviluppo della personalità.
Certamente quando si parla di educazione (come oggetto specifico della pedagogia – dal greco pais, paidos: fanciullo e ago: conduco) s’intende convenire attorno all’intimo e dinamico processo di crescita dell’essere umano, concepito nella sua irripetibilità e integralità costitutive. Ne è un chiaro riferimento il rinvio alla classica etimologia latina ex-ducere, dove l’accento è posto sull’elemento maieutico dell’evento educativo, volto a dispiegare le attitudini peculiari di ciascuna individualità. Rispetto all’osservanza delle regole, l’elemento educativo che esige di essere sopra ogni cosa valorizzato è il suo svolgersi all’insegna della “relazionalità”, dimensione che sottende lo sviluppo evolutivo individuale, in un profondo spazio dialogico di condivisione interpersonale. Tale è il significato cui oggi rinvia anche il termine “formazione”, inteso come processo di “acquisizione di una forma”, che si svolge lungo tutto l’arco della vita. Al centro della formazione vi è sempre l’esistenza umana e quindi la persona, non astrattamente intesa, ma nella sua concretezza esistenziale e storica, implicante lo sviluppo di una progettualità formativa che goda dell’ampio supporto della comunità investita di responsabilità educative.
La riflessione teorico-pedagogica, muovendo dalla complessità materiale, simbolica e spirituale dell’esperienza umana, si qualifica oggi più che mai come interrogazione sui fondamenti e sull’utilità della progettualità educativa, anche in materia di legalità. Come noto, il concetto di “progettazione” non è riconducibile ad un mero intento di carattere metodologico o pragmatico. Esso richiama e sottintende inprimis nell’atto quotidiano del “progettar-si”, lo sforzo di realizzazione di sé, come compito permanente ed istanza inesauribile che continuamente si ricrea nell’ottica “dell’anticipazione, della visione-costruzione del futuro, del cambiamento innovativo, della ripresa, del salto creativo”[352]. Secondo l’insegnamento di Martin Heidegger[353], ogni progetto costituisce il fondamento vitale dell’ esperienza formativa radicata nell’esistenza, la quale si dispone essa stessa come pro-getto, poiché l’essere umano è posto in condizioni di ex-sistere (cioè di oltrepassare continuamente la “gettatezza” del “qui ed ora” per vivere autenticamente la propria vita). Il signif...