Yacht'n Italy Export Museum. Il Mediterranean Style 1999-2015. Volume III
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Yacht'n Italy Export Museum. Il Mediterranean Style 1999-2015. Volume III

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Terzo appuntamento con Ytem, Yacht'n Italy export museum, museo del design nautico italiano, che dopo aver attraversato tutto il ricco dopoguerra, arriva ai giorni nostri consacrando definitivamente la supremazia della nautica italiana nel mondo. In questo nuovo capitolo esploriamo la nuova generazione di progettisti italiani che hanno sapientemente raccolto l'eredità dei grandi maestri del Mediterranean Style, eccellenza italiana esportata nel mondo. Curatori della mostra Pier Federico Caliari e Massimo Musio-Sale.

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Informazioni

Editore
Go Ware
Anno
2015
ISBN
9788867974269

DALLA TRILOGIA AL MUSEO
LA COLLEZIONE PERMANENTE DEL DESIGN NAUTICO ITALIANO

MEDITERRANEAN YACHT DESIGN 1999-2015 E OLTRE

Massimo Musio-Sale
Con questo terzo contributo arriviamo alla contemporaneità del progetto, anzi, con uno slancio che parte dal lontano 1959, tenteremo di immaginare gli scenari che andranno a configurarsi nel futuro prossimo, per chiudere idealmente i tre capitoli ventennali che hanno reso possibile e indiscutibilmente qualificato il DESIGN ITALIANO come fulcro della mediterraneità dei prodotti più ambiti dal mercato globale nell’ambito del glamour yachting.
I maestri del passato come Caliari, Spadolini o Levi ci hanno indicato la metodologia della ricerca che ha configurato l’Italian style come una “firma speciale” che distingue l’innovazione dei prodotti quando questa è coniugata con l’eleganza, tipica dell’arte italiana.
Il lavoro dei Maestri ha trovato interesse e significato, anche trascendendo dai rispettivi capolavori (Tiger, Akhir, Speranziella ecc.), introducendo progetti maturi che più volte hanno aperto scenari innovativi dello yachting. Penso ad esempio alle ultime realizzazioni di Paolo Caliari costruite dal cantiere turco Proteksan: con la linea dei Turquoise Yachts, Caliari nei suoi ultimi progetti aveva già trovato, ante-litteram, la sintesi che coniuga in un progetto “asciutto”, tipico nel suo stile, quei concetti di grandezza e lenta-navigazione che sono ormai consolidati e alla base dei più maturi progetti del presente.

IL CONTESTO GLOBALE CONTEMPORANEO

Lo scenario sociale e tecnologico che ha caratterizzato i primi quindici anni del nuovo millennio è stato senza dubbio fortemente condizionato dalla globalizzazione. Termine spesso abusato che, in quest’accezione intendiamo assumere nel senso più letterale, ossia di globalizzazione delle comunicazioni, delle culture e dei commerci.
Il rischio, paventato da più parti, è proprio quello di ottenere un grigio minestrone insapore di tutte le culture, perdendo le tradizioni e le origini dei popoli. All’opposto, l’effetto che possiamo cogliere è quello di assistere a un generale inasprimento delle contrapposizioni culturali, sociali, ed economiche fra le diverse civiltà del pianeta, con il rischio di non trovare la giusta armonia e la naturale tolleranza nella convivenza.
La storia ha un corso che non è contrastabile e l’unico aspetto perseguibile è quello di condurre “al meglio” le singole azioni (politiche, sociali, economiche, d’impresa come d’ingegno) con la consapevolezza di rapportarsi con equilibrio alla situazione del mondo contemporaneo.
Il perché di queste incongruenze e contrapposizioni fra culture, può essere chiarito proprio in connessione con la facilità di trasmissione delle informazioni introdotta dalla moderna tecnologia delle comunicazioni. In passato – potenzialmente – nulla era differente da oggi, se possibile, le culture erano ancora più radicalmente distinte; solo la mancanza di comunicazioni impediva ai diversi mondi di confrontarsi fra loro e quindi di comprendersi (o di non-comprendersi) nelle rispettive differenze e peculiarità.
La sfida che si apre al nostro futuro è dunque quella di saper metabolizzare le rispettive caratteristiche di culture e tradizioni, di trovare l’equilibrio dettato dalla tolleranza reciproca, cercando di rifuggire le peggiori reazioni radicali e regressive.
Di fatto, lo scenario introdotto dalle moderne tecnologie di comunicazione è a senso unico e pertanto non è immaginabile né sostenibile poter pensare di ottenere vantaggi richiudendo tardivamente il coperchio del vaso di Pandora...
La famigerata crisi economica globale, che si è aperta nel 2008 con il fallimento della banca d’affari Lehman Brotherss e che faticosamente si sta richiudendo in questi tempi, è stata causata proprio dall’efficacia della nuova tecnologia delle comunicazioni, molto più veloce dello stesso adeguamento culturale dei popoli, necessario per gestire consapevolmente il fenomeno della globalizzazione.
Se oggigiorno si possono apprezzare i primi timidi frutti di un nuovo benessere, è perché, a fronte della speculazione selvaggia dei capitali e delle varie opportunità che ha caratterizzato gli investimenti della prima fase di globalizzazione[1] , si comincia solo ora a capire come l’indiscusso vantaggio della comunicazione in tempo reale, possa anche essere strumentale ad un percorso di maturata convivenza e condivisione delle risorse fra i popoli.
Ecco la sfida del ventunesimo secolo: la consapevolezza che il mondo sia un bene unico e di tutti, la consapevolezza che lo sfruttamento sconsiderato delle risorse possa portare a un rapido e ineluttabile deterioramento dell’unico ambiente del quale possiamo godere in termini di appagamento interiore, oltre che di soddisfazione delle necessità primarie.
La nautica contemporanea sta maturando queste considerazioni scoprendo il vero piacere dell’andar per mare. Che siano a vela, piuttosto che a motore, i progetti più rilevanti che hanno caratterizzato questo primo scorcio di secolo vanno tutti nella direzione di soddisfare la condizione di porre l’uomo in armonia con l’ambiente che lo circonda e dunque in armonia con il mare e con sé stesso.

LE TECNOLOGIE DIGITALI AL SERVIZIO DEL DESIGN

I primi strumenti digitali a servizio del design hanno cominciato a diffondersi negli anni ’90, ma è solo con il nuovo millennio che la tecnologia è diventata più amichevole e disponibile.
In effetti, la crescita delle potenzialità di calcolo offerte dai processori ha coinciso con un generalizzato abbattimento dei costi dei computer e dei software dedicati alla progettazione digitale, aumentando la diffusione di questi strumenti a un pubblico di progettisti sempre più ampio; questo ha facilitato lo sviluppo di una nuova tipologia di progetti sempre più e sempre meglio controllati sul piano geometrico e distributivo.
Possiamo dire che le potenzialità offerte dalle costruzioni di imbarcazioni da diporto ideate e realizzate in materiali plastici hanno trovato piena applicazione proprio con il ventunesimo secolo e con la progettazione digitale. Grazie a quest’approccio al progetto la gestione dei volumi di bordo appare ora più semplice; il controllo degli spazi avviene perciò con la piena consapevolezza di far convivere con maggiore sinergia reciproca i diversi componenti: le geometrie di carena, le strutture, gli impianti di bordo e gli arredi. Le barche di questa generazione sono più efficienti delle precedenti proprio perché, grazie ai procedimenti di progettazione digitale, oggi è possibile verificare la compatibilità reciproca di tutti gli elementi necessari alla costituzione della barca. È anche possibile verificare le reciproche movimentazioni di elementi, simulando operazioni di montaggio e di smontaggio, di manutenzione e persino di movimentazione di parti cinematiche, come portelli, piattaforme, tettucci o quant’altro può concorrere alla composizione avanzata di un moderno yacht del terzo millennio.
L’offerta di dispositivi elettronici per l’ausilio al progetto[2] è oggigiorno davvero molto ampia e variegata. Gli strumenti più diffusi ed efficaci sono i software di modellazione tridimensionale che permettono di determinare matematicamente il volume di uno scafo o di una sovrastruttura, di modellare le parti accessorie e di controllare la compartimentazione dell’imbarcazione, livellando i piani di calpestio, stabilendo i migliori punti in cui insediare i collegamenti verticali, determinando gli spazi tecnici e le aree vivibili.
Una volta definito un metaprogetto volumetrico che sia in grado di soddisfare le caratteristiche tipologiche di riferimento, si può passare alla fase di affinamento del lavoro introducendo lo studio strutturale che, senza vanificare le soluzioni abitative ed estetiche, possa soddisfare i requisiti di resistenza meccanica imposti dalla tipologia di prodotto relativamente al suo esercizio. A tale scopo l’Analisi degli elementi finiti è un procedimento scientifico che permette di simulare virtualmente le deformazioni dell’imbarcazione quando questa viene sottoposta agli sforzi di esercizio, così da facilitare la determinazione dei punti in cui disporre i rinforzi strutturali da porre in essere per soddisfare le condizioni d’uso. Anche il disegno della carena può essere analizzato virtualmente con i moderni procedimenti di analisi digitale[3].
Una volta definito il volume dello scafo, calcolato il dislocamento, stabilito il centro di carena da rispettare (e perciò l’assetto di galleggiamento), ipotizzando la propulsione e la potenza da installare, è possibile calcolare la velocità presunta e visualizzare tutti gli aspetti dinamici, come le pressioni e le depressioni sulle diverse aree di carena, i fenomeni di portanza e deportanza, il calcolo della resistenza totale ecc.; si può così capire il miglioramento da porre in essere per ottimizzare l’insieme dei fattori che concorrono alla definizione del progetto complessivo.
Grazie all’introduzione degli strumenti di progettazione digitale avanzata, tutta la parte dell’ingegneria dell’imbarcazione è adesso molto più accurata rispetto ai progetti del secolo scorso, senza che, sul fronte dei costi e degli investimenti necessari all’implementazione dei risultati si sia osservato un incremento altrettanto ampio. In altri termini, possiamo dire che le tecniche di progettazione avanzata con l’uso di strumenti digitali rappresentano un aspetto molto buono per la determinazione di prodotti di migliore qualità; nella pratica si osservano oggi prodotti di qualità accettabile, associati a costi di produzione sempre più bassi[4].
Non solamente la progettazione ingegneristica ha beneficiato delle grandi potenzialità di sviluppo introdotte con gli strumenti di controllo digitale.
Paradossalmente, anche l’aspetto più artistico del progetto, legato all’emotività della forma, dei colori e degli arredi, si è arricchito espressivamente delle capacità di restituzione d’immagini offerte dai nuovi strumenti di progettazione digitale avanzata.
Una volta disegnati i volumi e stabiliti gli arredi, assegnando i colori e i materiali di finitura, è diventato abbastanza facile ottenere immagini che simulano l’apparenza del prodotto finito verosimilmente a visioni foto-realistiche; anche senza aver ancora impiegato alcun procedimento costruttivo, si ottengono indubbi vantaggi sul piano della potenzialità espressiva e della comunicazione del progetto.
La qualità dei risultati ottenibili con tali procedure virtuali porta oggi a disporre di una quantità di proposte progettuali assolutamente impensabile nello scorso secolo. Addirittura, una volta determinate le geometrie del prodotto, è oggi possibile simulare virtualmente interi filmati d’illustrazione che introducono l’osservatore verso una realtà virtuale sempre più coinvolgente e mostrano progetti inesistenti e fantastici immersi nel loro ambiente, in azione sul mare o in movimento negli interni o negli esterni[5].
Occorre tuttavia fugare un facile dubbio che potrebbe sorgere subito dopo aver letto queste poche righe, ossia che per essere un progettista contemporaneo occorra solo saper “guidare” questi efficienti strumenti di progettazio...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Presentazione
  5. Curatori
  6. Ringraziamenti
  7. La prossima sfida di Francesco Albertoni
  8. Guardando alla nostra storia per vedere il futuro di Carla Demaria
  9. Dalla trilogia al museola collezione permanente del design nautico italiano
  10. La collezione – Profilo di dieci “storie” del design nautico italiano
  11. Classic 35 a cura di Laura Ferrando
  12. Rivale a cura di Michele Schiesano
  13. Pershing 115 a cura di Carmen Ferrer
  14. Nina j a cura di Mariateresa Campolongo
  15. Eryd 30 a cura di Giacomo Gori
  16. 40 Alloy a cura di Davide Telleschi
  17. One Hundred a cura di Paolo Licinio Nazzaro
  18. Montecarlo 76 a cura di Enrico Carassale
  19. Strider 15 a cura di Martina Callegaro
  20. Grand Soleil 46lc a cura di francesca pagan