Conan. Il ragazzo del futuro
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Conan. Il ragazzo del futuro

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Conan. Il ragazzo del futuro

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Dopo aver dedicato un testo al cinema di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, Jacopo Caneva con il suo ultimo saggio concentra l'attenzione su "Conan. Il ragazzo del futuro", la serie televisiva che ha dato il via alla parabola artistica del grande regista giapponese, che ne contiene, già del tutto sviluppati, molti dei temi più importanti e che è e rimane uno dei massimi punti di riferimento per gli appassionati di anime di tutto il mondo. Attraverso la descrizione e l'approfondita analisi di luoghi, personaggi e musiche (ogni brano della colonna sonora viene letto in rapporto ai significati generali), quest'opera cinematografica – perché si tratta di vero e proprio cinema, seppur in formato televisivo – viene per la prima volta in Italia resa protagonista di un libro completamente dedicatole.

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Informazioni

Editore
Go Ware
Anno
2016
ISBN
9788867974894

PARTE III –
I PERSONAGGI

Premessa

Anche i diversi e molteplici personaggi sono una chiave di lettura per capire innanzitutto lo sviluppo dell’intero universo di Conan. Il ragazzo del futuro, ma anche le basi psicologiche di molti dei più importanti e memorabili protagonisti del cinema miyazakiano. Oltre alla coppia Lana-Conan, che sarà il riferimento sia dal punto di vista estetico che caratteriale del duo Sheeta-Pazu in Laputa. Castello nel cielo9, vi sono numerose altre figure, principali o secondarie, che riprenderanno almeno in parte il loro ruolo con altri aspetti, in altri mondi. Si pensi a Monsley, prototipo della donna-guerriero di Miyazaki che è convinta nel profondo della mente e del cuore di operare per il bene del mondo e solo a un certo punto della vicenda si rende conto di trovarsi dalla parte sbagliata: personaggi così impostati comprendono Kushana, regina del regno di Tolmekia in Nausicaä della valle del vento e Lady Eboshi in Princess Mononoke, simbolo dell’indipendenza femminile in un mondo, quello di cavalieri e samurai, tutto al maschile; infine anche in Yubaba si hanno dei tratti che riportano a Monsley (l’iniziale repressione della femminilità). Ma si pensi anche al Capitano Dyce, base per molti dei personaggi comico-eroici della tradizione dello studio Ghibli, e che ha un ritratto speculare in veste femminile in Dola, sempre in Laputa (anche i due equipaggi sembrano corrispondere), e la cui propensione all’indipendenza sarà ricordata in un personaggio per il resto diverso, Marco protagonista di Porco Rosso. In Lepka si ritrova, sempre nel film gemello Laputa, la figura di Muska o dei re nemici che appaiono brevemente in Il castello errante di Howl. Personaggi come Gimsy (nonostante un carattere in cerca di avventura che lo rende lontano parente delle sorelle di Il mio vicino Totoro e di Ponyo) e il dottor Rao risultano invece del tutto interni alla strutturazione della vicenda di Conan, legati in modo indissolubile alla storia e ai sentimenti della serie televisiva.
Miyazaki e Takahata sono stati fra i primi realizzatori di anime a rendere fin dall’inizio orfani i loro protagonisti, a volte basandosi su figure già ideate (Heidi, Anna ecc.), a volte privando di loro stessa volontà i propri personaggi dei genitori, perché la mancanza di un tetto familiare e di un padre e una madre che si preoccupino per il figlio è un significativo espediente narrativo che permette ai personaggi di muoversi nel mondo senza alcun bisogno di una “casa” in senso stretto – la promessa fatta al nonno di ritornare sull’Isola Perduta, come è stato detto, risulta necessaria in quanto inizio del nuovo mondo. Esagerando, si potrebbe dire che tutti i personaggi di Conan. Il ragazzo del futuro sono orfani: Conan, Lana, Gimsy Monsley, probabilmente anche Dyce e Lepka. La nuova condizione di orfano nell’ambiente post-storico risulta quindi un fattore scatenante dell’avventura e del desiderio di scoperta che accomuna tutti i protagonisti. Non essendoci una famiglia naturale presso la quale ripararsi, i personaggi di Conan hanno creato delle comunità alternative spesso molto particolari, se si esclude la rasserenante normalità di Lana che vive con gli zii: Conan trova un nonno in un amico dei genitori (si esclude che sia padre di uno dei due); Gimsy crea una solitudine dentro la quale non è affatto solo, prima di conoscere Conan; Dyce dedica la sua vita alle proprie ambizioni da uomo di mare e, almeno a partire dal suo salvataggio nel deserto, a proteggere le vite del proprio equipaggio; dove Monsley trova una “casa” in Indastria che la accolga, almeno per i primi stadi del suo sviluppo psicologico, Lepka invece individua l’unica sicurezza nella brama di potere. Insomma, le figure genitoriali rimangono quasi sempre escluse dalla narrazione: solo quando Lana si sente costretta a consegnare a Orlo la collana di sua madre, si ha un momento intenso della vicenda che corrisponda al dolore per la perdita di un genitore, ma si tratta di una situazione narrativa volta a dare luce al primo (e ultimo) litigio tra Conan e Lana, segno di una maturità acquisita. I personaggi hanno quindi più di un elemento sociale in comune: escluso Lepka, la condizione di orfano e la provenienza da ambienti sociali diversi ma sempre sotto il continuo agire della natura post-apocalittica saranno un vero e proprio collante, che non solo unisce tra loro personaggi e destini e li fa diventare amici (Conan/Gimsy/Lana, Conan/Gimsy/Dyce ecc.), o qualcosa di più (Conan/Lana, Dyce/Monsley), ma che permette che abbiano uno sviluppo psicologico e caratteriale in certi versi simile.
In questa sede verranno analizzati i più importanti personaggi della serie, insieme ai “gruppi” umani caratterizzati spesso da una figura simbolo (ad esempio, i ribelli con Ruk e l’equipaggio del Barracuda con Gongolos): si noterà come tutti i protagonisti seguano un percorso psico-caratteriale ascendente che parte con i primi episodi (di solito tra i primi tre) e si conclude con l’arrivo alla nuova Isola Perduta. Ognuno segue la sua strada, ma si è osservato che i sette personaggi più importanti, ovvero Conan, Lana, Gimsy, Dyce, Monsley, il dottor Rao e Lepka avranno come punto in comune “evolutivo” un importante cambiamento in atto con l’episodio 13 High Harbor. Se questa è la corrispondenza più evidente, vi sono altri particolari che non si possono ritenere semplici e casuali coincidenze, ma elementi che entrano a far parte non solo della crescita di un personaggio, ma dell’evoluzione di un intero universo attraverso i suoi protagonisti. Ognuno dei sette protagonisti sarà analizzato alla base di un percorso diviso in quattro parti che li porta a cambiare, a crescere (tutti tranne Lepka), a fare la loro parte nel processo di terminazione del mondo di mezzo, i vent’anni successivi alla Grande Catastrofe, e di fondazione/creazione del nuovo mondo.

Conan

Episodi: 1-26
1-4 Scoperta del mondo
5-12 Protezione di un individuo (Lana) (+ 7-8 protezione reciproca Lana-Conan)
13-19 Protezione di un ambiente (High Habor)
20-26 Protezione del mondo; coscienza del suo ruolo → nascita del nuovo mondo
Conan non è solo il protagonista dell’opus magnum di Miyazaki, ma anche uno dei personaggi maschili più riusciti della sua intera filmografia: insieme a Marco Pagot/Porco Rosso, Howl e Jiro Horikoshi di Si alza il vento è una figura-modello per lo Studio Ghibli e l’animazione mondiale. Dove il “maiale che vola” è il prototipo dell’adulto escluso dalla comunità per la propria diversità e che cerca (e trova) un valore aggiunto nelle sue qualità, Howl è il tipico personaggio perso senza una figura femminile al suo fianco – evidente la differenza tra l’Howl dei primi minuti del film e quello che ha in tutti sensi di nuovo un cuore –, Jiro è invece il protagonista della propria realtà, Conan è il modello per tutti i più giovani eroi miyazakiani, a poco a poco consapevoli del proprio ruolo nel mondo, con una naturale predisposizione alla protezione della persona amata, ma anche al divertimento e all’avventura. Conan è protagonista della serie televisiva, ma è anche il personaggio fondamentale di Laputa, di Una tomba per le lucciole (senza il lieto fine...); si ritrova nell’entusiasmo del Markl di Il castello errante di Howl e nel giovane Jiro dell’ultimo capolavoro.
Personaggio dall’evoluzione psico-caratteriale non troppo complessa, almeno rispetto a apparenti enigmi viventi come Monsley e Dyce, è soprattutto grazie a lui se Conan si può analizzare anche come racconto di formazione. Erede della tradizione dickensiana unita a alcuni clichés scardinati dall’interno del racconto per ragazzi, Conan segue un percorso ben preciso nella narrazione, cercando di relazionarsi non solo con i singoli personaggi, da Lana a Lepka, ma anche con i diversi luoghi che incontra sulla sua strada per la salvezza dell’amata e del mondo. Ci viene presentato subito, nel primo episodio, dopo la già citata introduzione “topografica” dell’Isola Perduta, come abitante-simbolo di quell’ambiente. Essendo l’Isola Perduta il centro ontologico di tutta la struttura della serie televisiva, risulta di conseguenza chiaro il ruolo fondamentale di Conan nella definizione stessa dell’universo generale della narrazione. Egli è l’“esempio esemplare” di tutta la vicenda, la riassume in se in ogni senso (fisico, psicologico...), ma al tempo stesso mantiene fin dai primi istanti di “attività cinematografica” un’indipendenza che lo rende un unicum fra tutti i personaggi. Dove, più avanti, anche Lana si arrenderà una volta catturata da Indastria e il dottor Rao utilizzerà – consapevolmente – l’arma della rassegnazione contro i piani di Lepka, Conan invece non rinuncia mai alla propria libertà, nemmeno quando è in prigione o in pericolo di vita. Ciò è dovuto all’ambiente di nascita: l’Isola Perduta è infatti il luogo libero/indipendente per antonomasia nell’intera serie televisiva, non solo dal punto di vista ontologico (si è detto come essa formi un universo “a parte”), ma anche fisico e “caratteriale”. Conan è separato dal resto del mondo dal Mare delle Tempeste, e la sua psicologia ne risente, in modo positivo, fin dall’inizio.
Da un lato Conan è pronto a difendere la propria isola/suo nonno a ogni costo e allo stesso modo cercherà di preservare sempre la propria libertà, anche e soprattutto in senso politico, ma dall’altro il ragazzo, proprio perché ha passato almeno i primi dodici anni della sua vita “segregato” in un ambiente diverso da ogni altro e sempre uguale a se stesso, ricercherà una forte componente di avventura in ogni evento che lo riguardi. Il primo esempio si ha nella scena in cui caccia lo squalo Nasobianco; rimuove l’elemento di pericolo che può comportare una situazione di tal tipo, ma anche il fatto che ciò che sta facendo è necessario in quanto il grande pesce sta divorando tutti i pesci che altrimenti pescherebbe con suo nonno. Rimane solo la componente di avventura e di divertimento, e, per lo spettatore, non c’è tensione narrativa né paura per il personaggio, ma solo intrattenimento. In questo modo Conan si presenta come il ragazzo che cerca l’avventura. Non per questo ama lanciarsi senza riflettere in situazioni di vero pericolo (è semmai il caso di Gimsy, come si nota nell’episodio 21 Gli abitanti del sotterraneo), né non è consapevole dell’importanza di ogni sua singola azione.
Nei primi quattro episodi Conan è nello stadio psicologico della scoperta. Non ha mai visto alcun essere umano oltre al nonno, se non i genitori, di cui non si ricorda, e di conseguenza la vista di Lana sulla spiaggia gli provoca una sorpresa molto vicina al timore per la completa novità che rappresenta (nella struttura della fiaba, quando entra in scena un nuovo personaggio non si tratta mai di un’apparizione casuale e passeggera). La scoperta continua quando è costretto a vivere senza il nonno, sua unica guida fino a quel momento: in tal modo si trova ad agire osservando l’Isola Perduta per la prima volta in modo diverso. Non a caso l’episodio 2 La partenza, ripreso da Miyazaki mettendosi quasi del tutto nella prospettiva di Conan, ha un disegno e una fotografia leggermente diversi rispetto a quelli del primo, dovuti alla nuova situazione. La morte del nonno, momento rivoluzionario della narrazione miyazakiana, in quanto non era previsto eliminare subito un personaggio, dà all’isola nuovi colori e nuove sfumature. I colori intensi del rosso e del giallo della luce solare e del verde del prato dove si trovano i cumuli di pietra che fungono da tombe riflettono la situazione interna del personaggio che da solo riesce a definire quell’ambiente. Un altro passo della scoperta si è compiuto: dopo aver conosciuto l’essere umano nella sua interezza (l’uomo con il nonno, la donna con Lana), Conan può finalmente osservare come la realtà possa cambiare, seppur a un prezzo molto alto. Il mondo è quindi almeno in parte nuovo, ora che Conan è il suo unico osservatore dal punto di vista-Isola Perduta. L’umanità è destinata ad abbandonare quel luogo fino al momento della fondazione del nuovo mondo, e Conan ora deve adempiere alla promessa fatta al nonno, i tre passi che riassumono la narrazione come la vicenda privata.
Nel terzo episodio Conan continua la sua formazione umana con il passo fondamentale del primo amico. Ma sarà necessario per Conan scoprire se stesso: come già ricordato, si osserva per la prima volta in uno specchio sull’Isola della Plastip. La scoperta di essere elemento fisico lo porta alla consapevolezza che ha bisogno di altri esseri umani con cui condividere emozioni e momenti. L’arrivo di Gimsy a questo punto della narrazione – appunto dopo che Conan si è visto per quello che è –, è quindi necessario nella prospettiva del racconto di formazione. Conan ha abbandonato la sicurezza dell’ambiente-casa e ora può avere fiducia in parte del mondo se nell’ambiente-esterno, straniero e potenzialmente pericoloso, trova un amico: Conan a questo punto sta ancora scoprendo il mondo, in quanto l’essere umano che incontra è un altro esempio della diversificazione umana nell’universo successivo alla Grande Catastrofe. Se dopo aver conosciuto Monsley per Conan era iniziata la fase di sfiducia nei confronti di ogni elemento esterno che non fosse Lana, ora inizia la fase di equilibrio mediante la quale il protagonista della vicenda può avvicinarsi a ogni nuova situazione socio-geografica senza essere né prevenuto né del tutto fiducioso. Anche a Indastria, fin dall’inizio, trova esempi di umanità vera, e l’aggressivo benvenuto che gli danno gli abitanti del sotterraneo risulta dettato dalle condizioni di povertà e segregazione sperimentate in quei quartieri: ma è con l’incontro-scontro con Gimsy che Conan attua il primo, fondamentale passo nella sua crescita e adempie a parte della promessa fatta al nonno.
A partire dall’episodio 5 invece Conan (che ha conosciuto luoghi ormai abbastanza eterogenei: Isola Perduta, Mare delle Tempeste, Isola della Plastip, Indastria) sposta il centro della sua attenzione sulla sola Lana, sull’oggetto dell’amore (amore rigorosamente platonico). Nei primi quattro episodi, prima dell’arrivo al luogo-prova di Indastria, Conan sì ragionava allo scopo di salvare Lana, ma al tempo stesso cercava l’avventura, come dimostra la scena del robot di Dyce nell’episodio 3; ora invece, come in ogni racconto di formazione, il protagonista trova uno scopo, dà un senso finale alla vita, che riassume nella figura di Lana. Parafrasando Howl, Conan ha finalmente “trovato qualcuno che sente di proteggere”. Ha abbandonato la felicità dell’infanzia, ma anche la tristezza per la perdita del nonno e messo da parte, almeno finché gli ostacoli non saranno superati, la passione per l’avventura a ogni costo: ora vive in un mondo del tutto diverso, che ruota intorno alla vita e alla salvezza di Lana. Una volta che salva Lana da Indastria, adempiendo alla nuova promessa, per la prima volta nella serie televisiva, Conan agisce per qualcuno, proteggendo qualcuno. È un altro step nella crescita psico-caratteriale del protagonista, che proprio in questo percorso si evolverà negli episodi successivi fino a compiere un altro passo avanti nell’episodio 13, come detto cardine dello sviluppo di tutti i personaggi più importanti, e infine nell’episodio 19. Ma adesso per Conan, che vive in una realtà fisica diversa da quella che ha sempre conosciuto, non solo perché ha abbandonato l’Isola Perduta, ma anche perché ha potuto osservare per la prima volta un sistema (para-)statale, Lana diventa il centro di ogni azione, di ogni attenzione. È un rapporto d’amore platonico che viene ricambiato dalla ragazza, che però almeno fino alla fine dell’episodio 12, prima del turning point dell’arrivo a High Harbor, risulterà dipendente da Conan con l’eccezione degli episodi 7-8, dove la protezione per la prima volta si fa reciproca. In questo senso Conan è fermo allo stadio inconsciamente maschilista secondo il quale è la donna che necessita protezione, e non l’uomo: più avanti si renderà conto che anche lui, senza Lana, sarebbe perduto, ma è un passo che nel racconto di formazione di Miyazaki ha bisogno di una scena-prova (l’affondamento della scialuppa nell’episodio 7 L’inseguimento) per essere “u...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Presentazione
  5. PARTE I – LA STORIA
  6. PARTE II – I LUOGHI
  7. PARTE III – I PERSONAGGI
  8. PARTE IV – LE MUSICHE
  9. Illustrazioni
  10. Mappe
  11. Indice
  12. goWare <e-book> team
  13. Manifesto di goWare