Scissione nella psiche e guarigione interiore. Integrare le esperienze traumatiche
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Scissione nella psiche e guarigione interiore. Integrare le esperienze traumatiche

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Scissione nella psiche e guarigione interiore. Integrare le esperienze traumatiche

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La causa dei problemi mentali spesso nasce dalle esperienze traumatiche che viviamo. Uno dei traumi che più incide sul complessivo sviluppo della personalità è il trauma del legame: il bambino si sente impotente nell'instaurare il legame emotivo con la madre traumatizzata. Il superamento naturale dei traumi avviene attraverso la scissione di strutture psichiche. Questo garantisce la sopravvivenza all'evento traumatico, ma implica una vita più impegnativa e faticosa a causa di strategie di fuga, di controllo, di compensazione e di autoillusione.
Franz Ruppert dimostra con innumerevoli esempi come si possa riuscire a portare a livello di consapevolezza le scissioni inconsce della struttura della personalità, chiarire la loro provenienza e sviluppare delle soluzioni terapeutiche. Il costante sviluppo del metodo delle costellazioni familiari, verso le costellazioni delle "componenti interiori", fino alla costellazione del trauma, ha in questo contesto un ruolo fondamentale.
Questo libro può dare importanti nuove prospettive non solo a psicoterapeuti o operatori psicosociali, ma anche a persone colpite da vari disagi o parenti di persone traumatizzate.

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Informazioni

Editore
Go Ware
Anno
2016
ISBN
9788867976256
Argomento
Psychology
Categoria
Psychotherapy

1. Strappi profondi e piccole ferite

Due anime vivono, ahimè! nel mio petto
Johann Wolfgang von Goethe, Faust I
Nel suo racconto Lo strano caso del dott. Jekyll e di Mr. Hyde lo scrittore scozzese Robert Louis Stevenson (1850-1894) racconta la storia di un uomo che di giorno lavora come illustre medico e la notte si trasforma in un essere profondamente malvagio. Nei panni dell’illustre dott. Jekyll si comporta da gentiluomo esemplare e si presenta alla sua città come benefattore. Come Mr. Hyde, nascosto dall’oscurità, si lascia andare senza ritegno a tutti i più impensabili vizi
Il dott. Jekyll descrive il suo dilemma spirituale:
Il bene e il male, i quali conferiscono probabilmente a ogni essere umano una specie di doppia natura, dentro di me, tuttavia, erano separati nettamente. Nella mia consapevolezza lottavano due esseri contrapposti. Ero sia l’uno che l’altro. Ero me stesso se mi liberavo da tutte le catene, abbandonandomi a ogni indecenza, ma non valevo di meno, quando lottavo contro la miseria e la sofferenza o quando mi impegnavo per lo sviluppo della scienza.
(Stevenson, 2003, p. 106)
La soluzione il dott. Jekyll la vede scindendo, anche fisicamente, questi esseri contrapposti con l’aiuto di una pozione chimica. A entrambe le aspirazioni che convivevano dentro di lui doveva esser permesso di svilupparsi con un proprio nome e un proprio tempo indipendentemente l’una dall’altra:
Se ognuna di loro, così mi dicevo, fosse sistemata nel suo involucro personale, allora la vita sarebbe di colpo liberata da ogni insopportabile peso! Il disonesto libero dalla coscienza sporca e dai rimproveri del suo gemello onesto, potrebbe andare per la sua strada. L’onesto, indisturbato e sicuro, potrebbe continuare il suo cammino verso l’alto, fare del bene quanto vuole e non sarebbe più esposto alle indecenze del cattivo a lui estranee (p. 107).
Il dott. Jekyll suppone addirittura che
l’uomo, un bel giorno, verrà visto come una creatura multipla che è composta da esseri diversi, incompatibili e indipendenti uno dall’altro.
Quindi l’essere umano, per natura, sarebbe scisso in buono e cattivo. Esisterebbe dunque solo la possibilità di sopportare pazientemente le tensioni snervanti e le contraddizioni interiori oppure la possibilità di sfogare in un modo qualsiasi la scissione. L’esperimento del dott. Jekyll che tenta quest’ultima opzione fallisce miseramente. Dopo che Mr. Hyde è diventato un assassino, il dott. Jekyll si uccide.
Ci sono tanti aspetti in cui si manifesta la doppia natura di noi esseri umani. Talvolta è molto palese e finisce in prima pagina come succede ai grandi della musica, del cinema e della moda. La grande pop star Robbie Williams, ad esempio, si è fatto ricoverare in una clinica per disintossicarsi dalla sua dipendenza dai farmaci e per la sua depressione. Malgrado la sua bravura, la sua notorietà e la sua ricchezza sembra essere profondamente infelice in una parte della sua anima. Anche durante i processi in tribunale spesso si nota che le persone hanno due facce completamente diverse. Nell’edizione del 1 agosto 2006 del quotidiano “Süddeutsche Zeitung”, c’era scritto:
Stalker assolda killer. La sua entrata nell’aula del tribunale è molto gioviale, addirittura amabile. “Buongiorno a tutti”, dice Adrian J., e fa un cenno cortese con la testa verso il gruppo. Dietro alla facciata però sembra ci sia un altro Adrian, uno che per mesi ha inseguito la sua ex ragazza, l’ha terrorizzata e minacciata e alla fine ha addirittura assoldato un killer che doveva prima castrare e infine ammazzare il presunto amante.
Alcuni strappi nell’anima sono molto profondi e possono spingere le persone alla pazzia o al suicidio. Altri invece sono ben nascosti e appaiono chiaramente soltanto in situazioni critiche. Quando, ad esempio qualcuno precipita in una profonda depressione dopo la separazione dal compagno oppure quando qualcuno finisce nel panico per conflitti professionali. Altri ancora non sono così ovvi, ma comunque si notano. Quando, ad esempio una persona dice una cosa e ne fa un’altra, quando fa delle cose di cui in seguito si pente, quando non impara dagli errori fatti e li ripete continuamente.
Più divento sensibile al modo in cui si manifesta la scissione interiore in noi esseri umani, e più riesco a vederla. Una mia collega ad esempio mi racconta:
La settimana scorsa ho portato a termine con successo un progetto con una famiglia. Tutti mi hanno molto lodata per questo, per la mia competenza, per la mia accuratezza e la mia relativa documentazione... ma mi sono rattristata e non so perché. Ma fa lo stesso, ora sono già stata incaricata di un nuovo caso e così si va avanti.
Mentre lei racconta questo, si vede come dentro le si stia muovendo qualcosa. In alcuni momenti il suo sguardo si trasforma, a fasi alterne la sua voce cambia tono, in alcuni momenti sembra presente e poi nuovamente irraggiungibile, come se fosse dietro a una parete vetrata. Molto probabilmente lei passa velocemente da uno stato interiore a un altro.
Quanto abilmente si nascondano alla nostra consapevolezza le scissioni mentali e quanto può essere liberatorio riconoscerle e iniziare ad accettarne la presenza, l’ho vissuto poco tempo fa personalmente. Da tanti anni sono membro di un gruppo di supervisione. Sfruttiamo questo gruppo soprattutto per lavorare ai nostri temi personali. In una riunione parlavamo dell’argomento “capire ed essere capiti”. All’inizio c’erano molte incomprensioni tra di noi ma nel raccontare le nostre esperienze personali e le nostre ferite del non-essere-visti da altre persone, si sviluppò sempre più comprensione reciproca. Nel giro di chiusura tutti erano molto contenti di questo incontro e quando toccò a me volevo esprimere anch’io quanto mi era sembrato bello poter parlare così apertamente tutti insieme.
Poi però sentì a un tratto una pressione al petto e un dolore pungente vicino al cuore. Decisi con coraggio di comunicare agli altri questa differenza tra la mia valutazione obiettiva dell’incontro e le mie sensazioni fisiche emergenti. Subito dopo mi trovai in uno strano stato. All’improvviso mi vennero le lacrime agli occhi e la pressione nel petto cominciò a diminuire dopo alcuni minuti. Il dolore pungente però rimase e divenne ancora più forte. Mi accorsi che le parole comprensive delle altre persone, che percepivano il mio processo e lo commentavano, raggiungevano sì le mie orecchie, però mi dimostravano che il mio stato interiore non veniva veramente compreso. Continuai consapevolmente a rimanere in quello stato, malgrado ci fosse una parte in me che mi diceva che poteva bastare, che gli altri non avrebbero comunque compreso come stavo e non potevano essermi d’aiuto e l’incontro di gruppo era arrivato al termine.
Cercavo di avvicinarmi sempre più al dolore pungente e lentamente il mio occhio sinistro si riempiva di lacrime, mentre quello destro rimaneva asciutto. Percepivo come se il mio corpo fosse attraversato da una linea trasversale. A sinistra divenne sempre più caldo e pieno, a destra sempre più vuoto e freddo. Il mio impulso successivo era di far passare il calore e le sensazioni della parte sinistra a quella destra. Ma riconobbi che questo era troppo forzato e avveniva troppo velocemente. Ora potevo accettare meglio che ci fossero, contemporaneamente, due stati diversi nel mio corpo. Li sentivo chiaramente. Una metà del corpo era emotivamente agitata, l’altra rimaneva indifferente. Una parte in me percepiva intensamente, l’altra rifletteva e pensava sotto sforzo. Dopo un po’ dissi agli altri che questo processo era abbastanza per me e li ringraziai per la loro presenza e il loro sostegno.
Dopo questa esperienza non capivo soltanto razionalmente cosa volesse dire non essere compresi, ma ora lo potevo percepire chiaramente come qualcosa di molto doloroso – un sentimento che conosco assai bene dalla mia infanzia. E allo stesso tempo feci l’esperienza che potevo guardare gli altri negli occhi, anche se mi mostravano, attraverso i loro commenti, che non capivano né me né il mio stato interiore. Io potevo essere così come ero e potevo lasciare loro così come erano. Non dipendevo da loro ma non dovevo neppure rifiutarli o giudicarli per la loro mancata sensibilità. Io li potevo lasciare nella loro diversità e accettarli come miei amici e colleghi così come erano. Io potevo accettare me stesso in questa scissione. In seguito si sviluppò un profondo processo interiore di guarigione per me.
Fino a pochi anni fa non davo ancora nessuna importanza ai sintomi di una traumatizzazione. Da quando so più cose sul fenomeno del trauma il mio comportamento con me stesso e le altre persone è cambiato sostanzialmente. Posso trasmettere adesso una diversa conoscenza ai miei studenti; posso lavorare in maniera molto diversa come psicoterapeuta. Qualcosa di simile mi è successo ora in riferimento al fenomeno delle scissioni mentali. Malgrado avessi già letto diverse cose su questo argomento, non mi rendevo conto, fino a poco tempo fa, di essere di norma in contatto non con una singola persona soltanto, ma con innumerevoli dei suoi stati interiori contemporaneamente, uno vicino all’altro e uno dietro all’altro. La mia immagine dell’uomo e del mondo è cambiata radicalmente da quando ho scoperto, sia in me stesso sia negli altri, che le scissioni mentali sono molto frequenti. Diventa più chiaro perché noi esseri umani ci comportiamo in una maniera o in un’altra e molti enigmi diventano più risolvibili. Per utilizzare un’immagine matematica: là dove una volta cercavo di risolvere un’equazione con un’incognita, vedo ora che l’equazione ha più di un’incognita, probabilmente addirittura molte di più. Così ci sono diversi modi di impostare la risoluzione e diversi risultati finali. Grazie a ciò vedo molte più possibilità di comprendere meglio le persone nelle manifestazioni della loro vita e, se necessario, di accompagnarle come terapeuta a trovare la via di uscita dalle loro scissioni mentali laddove lo desiderino. Cosa siano le scissioni mentali, come si formino dissociazioni profonde e come si possano trovare vie di guarigione per superarle: di questo tratta il mio libro.

2. L’“anima”

Io vivo la vita cerchio dopo cerchio.
Rainer Maria Rilke
“Anima” è un’espressione che esiste in tutte le culture del mondo e fa emergere una ricchezza di immagini e fantasie. La radice indogermanica della parola saiwala ad esempio significa “colei che viene dal mare”, perché in indogermanico il mare è il luogo dove vengono custoditi i non nati e i morti. Il prof. Hartmann Hinterhuber di Innsbruck ha raccolto le espressioni che riguardano le immagini dell’anima nelle diverse religioni e filosofie di tutto il mondo e ha scritto un trattato sulla natura scientifica e sulla storia culturale della psiche, della mente e della consapevolezza come espressioni dell’anima (Hinterhuber, 2001). Nell’essere umano l’anima non la si può trovare come organo o apparato, né nel cervello né nel corpo. Non è materia (hardware), ma è energia e informazione (software) che mantiene in vita il corpo umano. Si può riconoscere l’anima di una persona nelle sue espressioni, nelle percezioni, nei sentimenti, nei pensieri, nei comportamenti o nei ricordi; la si può riconoscere in ciò di cui l’uomo ha paura, in ciò di cui ha voglia, in ciò che lo fa disperare, in ciò in cui spera o in ciò che crede.
Dai tempi di Freud sappiamo che non si possono mettere sullo stesso piano la consapevolezza e l’identità. La nostra essenza psicologica è molto lontana da ciò che percepiamo, sentiamo, pensiamo o ricordiamo consapevolmente. La parola “anima” è vicina alle emozioni di una persona e all’idea che esista qualcosa di intrinseco e intimo dentro di noi. Personalmente è questo che a me piace di tale definizione. Uso l’espressione “anima” in maniera piuttosto pragmatica e mi lascio sorprendere sempre e nuovamente dalla moltitudine delle sfaccettature che porta in sé questa parola. “Anima” è per me un concetto creativo, che nell’incontro con le persone fa emergere molte domande importanti.
Quando si origina l’anima umana?
Qual è la caratteristica propria dell’anima?
Con che cosa è connessa un’anima umana?”
Per che cosa si apre, davanti a cosa si chiude?
Quanti strati ha?
A causa di cosa si spezza?
Suppongo che l’anima umana non si formi solo dopo la nascita; molto probabilmente prende il suo inizio già durante l’atto della procreazione del bambino. Quando un uomo e una donna si amano, la qualità del rapporto che essi instaurano con questo bambino è molto diversa da quella di un bambino che nasce da uno stupro o che viene considerato un “incidente” di percorso. So di quanto sia difficile, per pazienti nati da uno stupro, amare se stessi, poiché non sono stati concepiti nell’amore. Può anche succedere, ad esempio, che una donna non ami il padre di suo figlio, ma un altro uomo. Anche questo sentimento confuso segna lo sviluppo dell’anima di un bambino fin dal...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Presentazione
  5. Nota della traduttrice
  6. Grazie di cuore!
  7. 1. Strappi profondi e piccole ferite
  8. 2. L’“anima”
  9. 3. Termini e concetti relativi alla scissione
  10. 4.Trauma e scissione
  11. 5. Forme di scissione
  12. 6. Scissioni e irretimenti
  13. 7. Vivere in modalità “sopravvivenza”
  14. 8. Guarigione interiore
  15. 9. Il lavoro terapeutico con le costellazioni
  16. 10. Progetto di ricerca per il metodo delle costellazioni
  17. 11. Lo sguardo al futuro
  18. Bibliografia
  19. Illustrazioni