muri in transito
AAA Cercasi
Vi ricordate gli annunci sui giornali, quelli preceduti dalle tre A, che quanto più pagavi tanto più stavi in cima alla colonna? Non vogliamo credere che chi scrive su questo muro sia così anziano da avere questa come strategia vincente. Invece ci viene in mente che nel sangue di ognuno di noi, in fondo in fondo, scorre la voglia di incontrare l’anima gemella per riconciliarci con la separazione iniziale. E Max non è il solo in cerca di questa anima, ma anche quel “furbetto del quartierino” che ha modificato il numero del cellulare. E così chi chiamerà, più che l’altra metà della mela, troverà un impostore il quale, complice il muro, avrà forzato le sliding doors provocando smottamenti imprevedibili.
A chi più amiamo
Esemplare di aplomb cosentino su muro di via Londra. Questa, infatti, è la versione italiana del proverbio inglese che indica come a volte il coinvolgimento emotivo possa arrivare a “zittire” le parole. Nell’afasia amorosa, ci sono altri modi di comunicare e tra questi, evidentemente, le scritte sui muri che non temono concorrenti nel farsi notare da tutti. Dunque, se il rimbambimento amoroso impedisce di usare la voce, si passerà alla scritta sul muro e il messaggio diventerà un po’ monito e un po’ tavola della legge.
Catturare attenzione
Ancor prima che l’attenzione fu catturata l’anima e poi oscurata... Ripensamento tardivo? Downgrading amoroso in tempo reale? Oppure l’anima era troppa cosa da riversare in questa dichiarazione e sufficiente fu l’attenzione, meno compromettente e maggiormente controllabile?
Pupacchia
Un modo come un altro di prendersi delle confidenze.
Se potessi
Ecco un grafomane che preferisce affidare a una bomboletta le parole che avrebbe potuto dire a voce. Altamente romantico nell’annunciarsi, ma è tutto da verificare. Facile parlare ai muri. Da notare, in alto, una scritta calcistica di protesta a rimarcare le due passioni dei maschi di tutte le età: le ragazze e il calcio. Da sbatterci la testa al muro.
Sei mia no
Ci sono muri come confessionali laici. Lettera aperta di uno “stronzo” che si autoaccusa e si autoassolve pure, credendo sfrontatamente e fermamente nel perdono.
Signora M la stimo
Accanto a un portone signorile, una scritta in stile “lettera commerciale”: Gentilissima Sign.ra M... Ma possediamo solamente un indizio. In questo intrigante comunicato murario, il nome da intuire cela un destinatario misterioso e l’attestato di stima rimane sospeso a evocare chissà quali nobili cause. Un pizzino amoroso che in tempi di toy boys potrebbe indurci a credere che questo sia messaggio da parte di giovane impetuoso a matura signora e, come buona creanza vuole, almeno in pubblico, si mantiene la distanza attraverso l’uso del “lei”.
Ti voglio
Qui abbiamo tutto il ventaglio delle possibilità:
NON TI VOGLIO, TI VOGLIO, TI AMO, NN TI AMO. Una scritta passepartout, concepita dal collettivo di bipolari che un giorno amano e un altro no. Con l’aggiunta di un po’ di colore (col rosso mi fermo, col blu parcheggio) e una spruzzata di liceo, quel “non” che minaccioso ghigliottina la vocale come a significare: sbrighiamoci a dire ‘sta cosa.
Ti renderò le cose facili
Siamo a un bivio. “Ti renderò le cose più facili” essendoci o facendomi da parte? Sembra un busillis morettiano: “mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte...” ma l’ignoto autore non chiarisce. In alto leggiamo “Freddo” e non sappiamo se è licenza poetica o citazione. Insomma, messaggio di commiato o colpo di genio risolutivo di tutti i problemi? Di certo il piccolo cuore in basso a destra ci dice che Joey ha l’istinto della geisha.