Cenni sulla storia dell’assistenza sanitaria pubblica e privata in Italia
Nei primi anni del ’900 la Sanità, non esistendo ancora un apposito ministero, era affidata alle competenze del Ministero dell’Interno, dal quale dipendevano il Prefetto, l’Ufficiale sanitario provinciale e l’Ufficiale sanitario del comune o di consorzi di comuni più piccoli.
Quest’ultimo era responsabile della tutela della salute dei cittadini, dell’ufficio vaccinazioni, della difesa dell’ambiente, degli alimenti, della potabilità delle acque, della lotta contro la diffusione delle malattie infettive, della polizia sanitaria e di quella mortuaria ecc..
Al medico condotto, direttamente dipendente dal Sindaco e quindi stipendiato dal Comune, erano affidate la cura dei malati poveri, il pronto soccorso medico-chirurgico e ostetrico e la custodia dell’armadio farmaceutico (nei comuni che non disponevano di farmacia).
Tutti gli altri medici presenti nel territorio comunale svolgevano la loro professione in maniera privata o convenzionata con le varie Casse Mutue; queste erano esistenti nel territorio italiano già dalla seconda metà dell’800 quando, anche grazie alla rivoluzione industriale, i lavoratori dipendenti iniziarono a consorziarsi per tutelarsi da malattie, infortuni, disoccupazione e vecchiaia.
Durante il fascismo queste varie associazioni vennero sospese e sostituite dalla mutualità fascista (Istituto per l’assistenza di malattie dei lavoratori). Finita la guerra, ai nuovi enti mutualistici – Inam, Enpas, Inadel, Cassa mutua commercianti e artigiani ecc.. – vennero affidate le competenze in materia sanitaria per le singole categorie di dipendenti e i loro familiari.
Nel 1958 fu istituito finalmente il Ministero della Sanità, che sostituì l’Alto Commissariato per l’Igiene e sanità pubblica fondato nel 1945.
La Legge Mariotti del 1968 provvide a riformare il sistema degli ospedali, fino ad allora gestiti da vari Istituti di assistenza e di beneficenza, trasformandoli in Enti ospedalieri pubblici; i medici e tutti gli altri operatori che lavoravano negli ospedali divennero quindi dipendenti statali.
Da questo momento in poi si assisterà a una lunga evoluzione della legislazione sanitaria che porterà all’abolizione del sistema delle Mutue e all’affidamento alle Regioni delle funzioni amministrative e sanitarie, anche ospedaliere.
Nel 1978 con la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale (numero 833 e successive modifiche) l’assistenza sanitaria è stata estesa a tutto il territorio nazionale in maniera uniforme e le funzioni vengono esercitate per mezzo di una rete completa di Unità sanitarie locali, quasi tutte successivamente trasformate in Aziende sanitarie locali (Asl), aventi personalità giuridica pubblica e dotate di autonomia gestionale, amministrativa, organizzativa e imprenditoriale. Ciascuna Asl è retta da un direttore generale che si avvale anche della collaborazione del direttore sanitario e del direttore amministrativo ed è dotata di uno o più presidi ospedalieri, distretti sanitari e dipartimenti.
Le nobili figure di ufficiale sanitario e medico condotto sono state abolite e le loro funzioni affidate ai medici dell’odierno “Dipartimento di prevenzione” delle Asl, le cui competenze sono più varie e complesse e meglio rispondenti alle attuali necessità sanitarie del territorio.
Resta da segnalare, infine, l’attuale medicina privata che è gestita da singoli individui o da gruppi societari, è sottoposta a controllo pubblico da parte delle Regioni e può essere a sua volta anche convenzionata con le Asl regionali o con Casse previdenziali e assistenziali di compagnie di assicurazioni o aziendali.
I progressi della medicina tra il secolo XIX
e i nostri tempi
La rivoluzione della scienza medica inizia a partire dalla seconda metà del’800: Darwin elabora la teoria dell’evoluzione delle specie basata sulla selezione naturale, Mendel propone le leggi dell’ereditarietà, Lister introduce i concetti di sepsi e antisepsi; erano già stati utilizzati i primi anestetici (protossido d’azoto, etere, cloroformio), i raggi X erano stati scoperti, Riva Rocci realizza lo sfigmomanometro; entrano nell’uso comune il termometro e lo stetoscopio. Grandi batteriologi e virologi (Pasteur, Koch, Grassi) contribuiscono alla conoscenza di malattie infettive come la rabbia, la tbc, la malaria e la Bayer mette in circolazione l’aspirina.
Florence Nightingale durante la guerra di Crimea (1853- 56) era diventata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna: La Signora della lampada correva qua e là nella notte, al lume di una lampada, a fasciare una ferita, a confortare un moribondo…
Nel ’900 si ha l’esplosione del sapere1: Freud, Jung e la psicanalisi irrompono nel mondo scientifico medico; si realizzano l’elettrocardiogramma e l’elettroencefalogramma, sono scoperti l’elettroschock, l’insulina, la penicillina, i sulfamidici, i cortisonici; nella seconda metà del secolo il Talidomide è una tragedia dell’umanità, ma per fortuna compaiono la pillola anticoncezionale, la vaccinazione antipolio, la scoperta del DNA; Christian Barnard rivoluziona la chirurgia con il primo trapianto di cuore e così via.
Infine il 2000 rappresenta l’era della tecnologia; la sua applicazione in campo medico ha permesso importanti progressi sia diagnostici che terapeutici. L’Ecografia, la TAC, la RMN, la PET, l’Endoscopia consentono diagnosi più sicure e meno aggressive; la chirurgia mini-invasiva, la chirurgia robotica (il cosiddetto “robot Da Vinci”), la chirurgia endolaparoscopica permettono oggi ai chirurghi di operare con un livello di precisione impensabile fino a poco tempo fa e di evitare possibili complicanze post-intervento oltre a far diminuire i tempi di recupero del paziente operato.
Di conseguenza appare evidente che le cause di morte sono cambiate in questi ultimi 150 anni esaminati: mediante vaccinazioni e antibiotici ci siamo in parte liberati di pericolose malattie infettive (tubercolosi, epidemie di vaiolo o poliomielite ed altre) ma è aumentata la mortalità per malattie cardiovascolari e tumori in particolare.
Sono queste alcune delle sfide della medicina del futuro: in campo cardiologico la coronarografia e la cardiologia interventistica con l’applicazione di stent medicati, la chirurgia vascolare assieme all’uso di nuovi farmaci antiaggreganti e anticoagulanti costituiscono la moderna lotta contro infarto, ictus e malattie occlusive dei vasi sanguigni; la futura lotta alle malattie tumorali è rappresentata dalla terapia personalizzata, mirata cioè alle caratteristiche genetiche e molecolari di alcuni tumori e alla conoscenza sempre più aggiornata del genoma umano.
“Assistiamo oggi a grossi mutamenti in atto delle caratteristiche della popolazione, l’invecchiamento in primo luogo: una persona su cinque ha un’età superiore ai 75 anni e gli ultraottantenni sono in crescita più rapida rispetto ad altri gruppi di età; la demenza senile, la malattia di Halzheimer sono in continuo aumento e rappresentano un gravoso impegno per la sanità pubblica e per le famiglie… Le nuove epidemie sono rappresentate da obesità, sovrappeso e diabete, malattie sociali alla cui base sono la vita sedentaria e la sovralimentazione infantile.
Sfide lunghe e complesse che il nuovo medico dovrà affrontare con sacrificio e pazienza”.
(Prof. Carlo Patrono, Farmacologo, Accademico dei Lincei)
I medici paolani di quegli anni e i grandi avvenimenti dell’epoca
Nei primi decenni del ’900 l’attività sanitaria dei medici paolani era rivolta alla cura delle malattie allora più diffuse, quelle infettive in primo luogo, all’assistenza alle gestanti e partorienti, alle prestazioni di pronto soccorso (suture di ferite, traumi); ma la figura amica e compassionevole, familiare e consolatoria del medico era sempre presente in tutte le case e in tutti i momenti, buoni o cattivi, della vita quotidiana delle famiglie.
L’analfabetismo, la povertà diffusa, l’emigrazione forzata e la scarsa igiene contribuivano ad aggravare le precarie condizioni sociali e di salute della popolazione; la mortalità era molto alta anche per semplici malattie come un raffreddore o una tonsillite; i pochi farmaci a disposizione (tipo aspirina) erano scarsamente efficaci in caso di patologie più gravi e anche le pratiche mediche allora più diffuse (salassi, clisteri ecc.) erano del tutto i...