Déjà vu

Dante Penrose

• Editore: Aletti Editore
• Anno: 2019
• ISBN:
  9788859158820
• Argomento: Literature
• Categoria: Poetry

Un frammento di parola può descrivere tutto se è in grado di cogliere il nostro stato interiore. In tal senso la poesia è sublimazione della parola. Passando attraverso il tempo, evolvendosi in forme diverse per lessico ed argomenti, Dejà vu richiama i ricordi più reconditi scanditi in cinquanta momenti, cinquanta esperienze di vita comune, di emozione, di sofferenza ed infine, di amore. Proprio attraverso l'amore è possibile affrontare questa esistenza, saper cogliere le giornate perfette, saper ascoltare il ritmo della vita, in una poesia che è essenziale ed ermetica per poi divenire musicale, dialettale e sismica nel voler scuotere le certezze, nel voler essere umorismo rimato e nel voler trasmettere in versi la leggerezza e le difficoltà del quotidiano. Questa raccolta ambisce a toccare i diversi sensi, a riempire i silenzi, ad accogliere i vuoti fertili per avere un unico, ineluttabile, finale: mille strade e mille modi che portano, inevitabilmente, all'amore. Nato a Roma nel 1984, Carlo Perricone (alias Dante Penrose) è Dirigente Medico di Reumatologia alla "Sapienza Università di Roma", con la manifesta passione per la Scienza e la segreta passione per la scrittura. Autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche, Déjà vu è la sua prima raccolta di poesie.

* * *


1. Frammenti

Sgretolarsi

Raccolgo briciole

su cumuli di cenere.

Polvere

Dal sorriso

stillano lacrime,

triste peregrinare,

destino,

la morte;

vivere!

Polvere di farfalle.

Bottiglia

Riempio di

cocci taglienti

vino rosso dal sangue violaceo

acqua limpida, del Dio trasparente,

divisione indissolubile,

bevo trasecolo deviazione

trascendente.

Déjà vu

Ricordo d’altra vita,

futuro già passato,

brivido mi scuote

ombra dell’idea: follia.

è la morte

Caos incontrollo

fiamma insaziabile

scettro spettrale.

Male giovane suggello lascivo

frivolo volo futile al sole

esangue livore

nota accordo stonato

bronzo striato su

statue di latta.

Dimora la vanità.

Fortezza vorace,

guasta infamia

dello scandalo felice

divora.

Uomo sepolcro

consumo lo spirito

pietra incastono nella roccia.

Immorale

mi infrango

distesa argentea riluce.

Trasfigurazione immortale.

Disegno nervo dell’invidia al debole:

è la morte.

Paura

Un gemito lontano

Languisce

Nell’ebbrezza

Del mistero.

Pensieri su spume e schiaffi

Sergenti scarlatti,

Spargime...

Indice dei contenuti

• * * *
• Prefazione
• * * *1. Frammenti
• Sgretolarsi
• Polvere
• Bottiglia
• Déjà vu
• è la morte
• Paura
• Pensieri su spume e schiaffi
• Il tempo senza te
• 19
• * * *2. Suoni
• Greta
• La storia dei senza vocali
• Nella sera
• Il tempo del silenzio
• Gesù Bambino (sulle note di “Un medico”, di F. De Andrè)
• La camera gialla
• Acqua sporca
• Una volta ancora
• Mimosa
• * * *3. Tempo
• Pelle su Pelle
• Africa
• Vuoto fertile
• Ora e Poi (sulle note di “Ora” Jovanotti)
• Luci di città (sulle note di “luci di città d’agosto”, Jovanotti)
• Un dono
• Non importa (sulle note di “Ritornare” di L. Einaudi)
• Giornata perfetta
• La camera rosa (sulle note di “Donny Osmond - A Time For Us”)
• Oggi ho camminato piano
• Una sera
• Para Ti
• * * *4. Roma
• 8 Marzo
• San Valentino
• Er Contrappasso
• Roma ‘na buca aperta
• A Ma’
• Stefano
• * * *5. Finale
• A thousand ways