Come i tasti di un pianoforte
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Come i tasti di un pianoforte

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Informazioni sul libro

Emmanuelle, la protagonista, è una giovane wedding planner con la passione per la musica. E' sposata con Mirco, revisore contabile, con cui ha una figlia ancora piccola. Il loro matrimonio è in crisi e lei si innamora di Andrea, il suo insegnante di pianoforte più giovane di dieci anni. Far breccia nel cuore del ragazzo è davvero complicato: è pazza di lui e per confidare il segreto che tiene celato, e a cui nessuno può rivelare, decide di tenere un Diario. Grazie alla costanza riuscirà a sedurlo e con lui trascorrerà momenti di sesso intenso. Il romanzo offre spunti di riflessione, toccando temi universali e suggerendo motivi di crescita personale. Le dinamiche del rapporto di coppia, tra Mirco e la protagonista, vengono messe bene in luce. Mirco è a conoscenza del tradimento della moglie e per questo la trascina da uno specialista per la terapia di coppia. Un cancro alla mammella giunge inaspettato e solamente il marito le resta accanto ricoprendola di mille attenzioni; è proprio in questo istante che Emmanuelle decide di dare una seconda possibilità al suo matrimonio e lottare per il vero amore.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788868821654

Come i tasti di un pianoforte

Piacenza, sabato 18 maggio 2013
Ore 23:17
Caro Diario,
questa è la prima pagina che scrivo, o probabilmente l’ultima, perché devi sapere che non amo sviscerare ogni giorno le mie emozioni – come se il nostro appuntamento fosse un obbligo quotidiano – per poi rileggerle magari a distanza di anni, rievocando vecchi ricordi e riesumando sensazioni sopite.
Tenere un diario segreto un po' m’imbarazza, mi fa sembrare una ragazzina alla prima cotta – che appunta frasi di continuo attenta a non farsi scoprire dai genitori – ma soprattutto mi spaventa, dato che, esiste sempre il rischio tu possa finire in mani sbagliate, che potrebbero sottovalutare, giudicare e condannare quel che scrivo. E non vorrei che qualcuno compia il sacrilegio di annusare la tua carta e udire il rumore delle pagine voltate avidamente, con il solo scopo di rubare i miei sentimenti, gelosamente custoditi nel cuore e intrisi nell’inchiostro. Ho paura – e per questo forse preferirei che dentro me questi sentimenti rimanessero a lungo – straziandomi e logorandomi lentamente.
Su questo punto devo ancora riflettere, ma non prenderla come un diniego nei tuoi confronti, perché so quanto tu possa essere paziente, comprensivo e ascoltare senza chiedere nulla in cambio, solo per la gioia di essermi di sostegno. Con te posso essere franca, mettere a nudo completamente la mia anima e liberarmi dalle paure che mi aggrovigliano lo stomaco, lacerano il petto e stringono la gola sino a farmi soffocare.
Amico fedele, sono certa che non tradirai mai la mia fiducia e accoglierai i miei pensieri per quello che sono, senza giudicarmi o emettere sentenze. Questa è la tua grande forza, e mi rende libera di esprimere tutto quello che non posso dire – di scomodo e compromettente – in questo momento della mia vita. Mi sento in subbuglio, sconquassata e con la mente ubriaca al punto che, a stento, riesco a trovare le parole da scrivere.
La verità è che sono incasinata fino al collo e non so da dove iniziare...
Sapevo poteva succedere di nuovo, lo avevo messo in conto nel momento in cui ho deciso di digitare quel numero di telefono che mi hanno segnalato. Ti garantisco che non l’ho cercato io, è stato il destino a portarlo a me. E così, eccomi per l’ennesima volta a fare i conti con il passato, rivivendo, come un dejà vu, quello che è già successo.
É così doloroso, pensavo di essere riuscita a dimenticare quel rifiuto, perché ero davvero sul punto di farcela, ma il ripresentarsi della stessa identica situazione che per notti e giorni mi torturò, non mi dà pace. Sarà forse questione di karma? Deve essere così per forza se mi sento in questo modo...
Fottutissimo karma, perdona il francesismo, ma è l’unico termine che sono in grado di scovare, dal momento che mi sto innamorando, ancora una volta, della persona sbagliata. É vero, l'amore è un sentimento meraviglioso, non dovrei temerlo o vergognarmi di questo, ma è tagliente come la lama di un coltello affilato quando non è corrisposto.
Non capisco come sia successo, ti garantisco volevo stare alla larga da una situazione simile; ho provato a distrarmi e prendere in giro pure me stessa, ma ora non è più possibile, devo accettare la cosa. É difficile parlarne, credimi, ho riflettuto a lungo prima di scriverti questa breve pagina, ma è necessario farlo perché mi sento esplodere dentro: sono costretta a esternare il mio segreto per stare bene con me stessa. E ho scelto te per dichiarare tutto l’amore che posso, dal momento che non è possibile rivelarlo a nessuno.
Quello che provo ogni giorno cresce sempre di più ed è autentico. Sapessi quanto sacrificio mi costa stargli accanto, guardarlo negli occhi e non poter stringere forte le sue mani, accarezzarlo, abbracciarlo, baciarlo; che voglia assurda avrei!
Ti confesso che con la fantasia mi sono spinta oltre, e ho immaginato più volte di fare l’amore con lui, in tantissimi modi diversi che se solo ne fosse a conoscenza diventerebbe rosso come un peperone. Ma terrò tutto questo per me soltanto, lui non saprà mai nulla e farò finta di niente, lo depisterò, dando l’impressione che io sia completamente disinteressata. Fino ad ora sono stata bravissima a ingannarlo. Neppure gli è sfiorato per la mente il pensiero che io possa essere attratta da lui.
Caro Diario, so che muori dalla voglia di chiedermi come mai io non mi sia rivelata, per quale motivo non abbia deciso di farmi avanti. In effetti sto andando contro me stessa, in quanto sono una persona diretta, ma stavolta è differente. Non voglio creare problemi, non posso metterlo in difficoltà, devo avere rispetto di lui per non perderlo per sempre. Ma soprattutto m’impongo di avere la risolutezza necessaria per arrivare sino in fondo e sopportare questa sofferenza lasciandola fluire – come suggeriscono le filosofie orientali – se voglio scoprire cosa il destino ha in serbo per me. Non servirebbe a nulla scappare, devo essere tenace perché ho una grande lezione da imparare: dare un senso all’attesa.
Ti prometto che manterrò questo segreto, ma mai dentro di me cesserà la speranza che un domani lui possa cambiare idea e venire nella mia direzione.
Ora è arrivato il momento di salutarti. Questo è un addio, o forse chissà, un semplice arrivederci.
La tua Emmanuelle
Piacenza, martedì 21 maggio 2013
Ore 21:32
Caro Amico fedele,
se ti sto scrivendo ora significa che il mio era solo un arrivederci. Gli addii, in effetti, non mi sono mai piaciuti. Ma non aspettarti che io ti cerchi ogni sera, desidero che il nostro incontro sia davvero sentito.
I vincoli in questo periodo non li tollero, mi sta tutto stretto e voglio sentirmi libera, come uno sciame di farfalle tra i prati punteggiati da papaveri rossi. Oggi sono pervasa da una potente carica che mi scorre lungo il corpo e non so come gestirla, incanalarla; ho bisogno di scaricarmi in qualche modo, altrimenti potrei impazzire.
Lo farò parlandoti di lui, di come sia riuscito a conquistare lentamente la mia anima e a inebriare i miei sensi. Voglio raccontarti di quello che trovo così maledettamente interessante di questa persona. Ma non ti svelerò tutto subito, ogni giorno aggiungerò un particolare nuovo, perché si sa, ogni cosa presa a piccoli sorsi la si gusta più intensamente. Non ti specificherò la sua età, la terrò nascosta, perché reputo sia un dettaglio irrilevante quando si parla di Amore.
Il suo nome è Andrea Sartre. È abbastanza alto, di corporatura media, con capelli folti corti color mogano, la bocca piuttosto carnosa e ben definita, occhi piccoli color blu frastagliati da bianco nuvola, naso normale, la barba sfatta e un’intrigante aria da bravo ragazzo. Non è possibile definirlo bello, anzi è piuttosto bruttino, goffo nei movimenti, timido, impacciato, scostante e decisamente introverso. Ti domanderai, quindi, che cosa io ci trovi in lui di così attraente se lo descrivo in questo modo; sembra tutt’altro che un Adone dalle mie parole. In realtà la sua scorza esteriore è solamente un’apparenza e solo chi non ha barriere riesce a percepire quanta delicatezza ci sia nella sua anima: la sua sensibilità è fuori dal comune e tutto lo tocca nel profondo. La timidezza che lo incatena è disarmante al punto da non riuscire a reggere il mio sguardo per più di dieci secondi, diventando paonazzo ogni volta. M’induce talmente tenerezza – con quell’espressione da cucciolotto – che avrei persino la tentazione di coccolarlo un po' tra le mie braccia. Quello che mi colpisce di più in assoluto è la sua mente arguta: ha fame di conoscere ogni cosa, è interessato all’arte, alla musica, alla poesia e i calcoli complessi sono il suo pezzo forte. Potrei definirlo quasi un intellettuale. Ah, come sono seducenti i neuroni attivi! Sicuramente rientro in quella categoria di persone che ultimamente vengono definite “sapiosessuali”, ovvero che trovano nell’intelligenza altrui la caratteristica sessualmente più attraente.
Ti ho già accennato qualche giorno fa di quanta voglia avrei di fare l’amore con lui... Oramai, è diventato il mio sogno erotico che m’insegue insistentemente, distruggendomi il raziocinio; penso a come sarebbe appagante spogliarlo e dominarlo, come una vera femmina alfa. Sarei proprio curiosa di vedere come si comporterebbe in certe situazioni, magari mentre si destreggia nei preliminari... probabilmente non sarebbe in grado neppure di farmi raggiungere l’orgasmo. Ma il suo essere inadeguato mi eccita ancora di più perché potrei insegnargli così tante cose...
Il sesso per me, devi sapere, è fondamentale. E questo non significa che io sia la classica donna “da una botta e via”, non lo sono mai stata neppure a vent’anni. Fare l’amore con chi mi coinvolge mentalmente lo trovo sublime e mi sprona a sperimentare sempre cose nuove, senza tabù.
A volte, penso che Andrea sia così sciocco a non farsi avanti, non sa cosa si perde...
Diario, al ritmo di Beethoven ti saluto.
Tua Emmanuelle
Piacenza, domenica 02 giugno 2013
Ore 21:02
Sono diversi giorni che non avverto l’esigenza di scriverti, mi sto demoralizzando per quello che continua a non succedere. Avverto nei suoi occhi l’interessamento e il peccaminoso anelito di conoscermi ma anche la paura di lasciarsi andare.
Fino ad ora ti ho nascosto la sua età, ma inizio a sentirne il peso. Le comunicazioni sono difficili tra noi: parla a stento, è molto riservato e fa fatica a relazionarsi con le persone. Io, invece, sono esattamente il suo opposto: ho un carattere aperto e spontaneo, sono schietta, sincera, ma quando mi trovo difronte a persone distaccate mi chiudo sempre a riccio. E così, è facile dar adito a equivoci spiacevoli e cadere nei fraintendimenti. A volte sono confusa, non riesco a capire cosa prova realmente nei miei confronti e se c'è qualcosa che vada oltre il nostro rapporto professionale. Amico mio, sarò io a essermi costruita un film in testa e aver proiettato qualcosa che in realtà non esiste? Sono così avvilita, amareggiata, stordita. Ero convinta di essere ad un passo dalla vittoria. E invece eccomi ancora qui, con gli stessi enigmi, gli stessi timori di sempre. Un giorno abbozza un sorriso, il giorno dopo invece tiene il muso...
Non riesco proprio a comprenderlo. Lo sento sfuggire, con lo stesso sgomento che prova un bambino, vedendo il palloncino a elio appena comprato, scappargli dalle mani e allontanarsi in alto nel cielo.
Mi sento morire mentre lo scrivo, ho quasi pudore a farlo, ma devo confessarti che è giovanissimo. Ha appena superato la fase adolescenziale. Cavoli, è proprio un ragazzino ed io sono una donna con dieci anni in più di lui. I ragazzini non mi sono mai interessati, te lo assicuro. Li trovo così acerbi e talvolta superficiali. Ma devo farti un’altra confessione importante: è il mio maestro di pianoforte. E per questo sto iniziando persino a odiare la musica. Devo proprio incasinarmi in questo modo? Non è forse più opportuno dirigere le mie mire verso qualcuno di più maturo e soprattutto libero da qualsiasi vincolo professionale e affettivo?
Io voglio complicarmi la vita. Le sfide m’ingolosiscono, attizzano, trasmettono linfa vitale, perché senza stimoli costanti non sono contenta e soddisfatta.
Suonare il pianoforte e fare progressi nello studio è l’unica cosa che mi rende felice. É sempre stato un mio sogno sin da bambina quello di diventare una grande pianista. Mi divertivo sovente a comporre melodie quando andavo dai nonni per le vacanze estive. In un angolo c’era il vecchio pianoforte che mia madre suonò per anni, pieno di polvere e spartiti dimenticati. Chissà, se solo ci fossero state le condizioni economiche per prendere lezioni private sin da piccola, magari sarei diventata una concertista! Che peccato aver buttato tutti questi anni.
Non ti ho ancora parlato del mio rapporto tormentato con la musica, è complicato per me spiegarlo. In una vita passata, devi sapere, ero una pianista nella Francia dei primi novecento. Ho ancora vividi ricordi: indossavo abiti azzurro polvere dai tessuti pesanti, stretti sul petto e ampi sul fondo, stivaletti alti di pelle bianca allacciati sino al polpaccio e lunghi capelli castani, che raccolti in un impeccabile chignon mi conferivano un tocco di fierezza. Ero benestante e possedevo una villa imponente in Provenza con infinite stanze impreziosite da parquet pregiato, lampadari di cristallo finissimo. Mio marito, uomo geloso e autoritario, aveva scoperto la mia relazione extraconiugale con un pianista e mi aveva ucciso sparandomi al cuore. Intense erano le giornate trascorse a suonare le musiche di Beethoven davanti a quella grande finestra che si apriva sul verde dei prati e il viola dei campi di lavanda, che fondendosi con il blu dell’orizzonte in lontananza creavano tonalità mai viste.
Amico mio, il karma continua a inseguirmi e non mi dà tregua... Sarà forse lui il pianista con il quale ebbi una relazione tanto tempo addietro? É per questo che soffro in questo modo e mi sento annientare dentro? Non averlo mi sta facendo impazzire, la passione mi sta logorando e portando alla perdizione. É possibile diventare folli per amore?
Una raccomandazione, amico mio: custodisci scrupolosamente queste confessioni, se altre persone le leggessero mi additerebbero come una psicopatica, anche se devo dire che il giudizio altrui non mi è mai interessato: sono vera, genuina, acqua cristallina e non mi vergogno di mostrarmi per quella che sono. Perché mai dovrei essere giudicata per delle semplici affermazioni? Come mai tutti questi preconcetti, pregiudizi e non si guarda alla pura essenza delle cose e dell’animo umano? É così affascinante essere se stessi, svelare il proprio io interiore senza veli, senza preoccuparsi di quello che gli altri potrebbero pensare. Nessuno, o perlomeno in pochi, hanno il coraggio di farlo. Sì, ci vuole spina dorsale a essere se stessi; nella società attuale eliminare tutte le apparenze è cosa ardua, se non impossibile da fare.
Hai notato come nessuno sorride più spontaneamente – sono troppo stanchi per farlo uccisi dai pensieri e dalla fretta – ti stringe la mano con consapevolezza, s’interessa a come stai? E invece appena si accorgono che metti su qualche chiletto di troppo sono subito pronti a sottolinearlo, sbattertelo in faccia con un ghigno? Oppure, se sfoggi abiti, borse o scarpe firmate con che prontezza si prodigano in complimenti? Che tristezza infinita, impotente, disarmante, agghiacciante...
Dove sono finiti i rapporti umani, la volontà di costruire qualcosa insieme al prossimo, o semplicemente di stare insieme? Che fine hanno fatto i nostri vecchi valori? Ognuno oramai è solo concentrato su se stesso. Quanto sarebbe importante avvertire ancora una carezza, o la pacca istintiva sulla spalla data da uno sconosciuto per infonderci coraggio. Anche la visione di un fazzolettino – giunto in soccorso da mani straniere per raccogliere le lacrime in segno di comprensione – ora è diventato un miraggio. Siamo dei poveri diavoli spodestati persino dall’Inferno.
Diario, sono stanchissima questa sera, gli argomenti affrontati mi hanno annichilita. Sono costretta a salutarti, domani rischio di non riuscire neppure a reggermi in piedi.
Tua Emmanuelle
Piacenza, lunedì 03 giugno 2013
Ore 21:45
Nel pomeriggio sono andata ...

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  1. Come i tasti di un pianoforte