Quella parte di me che sto cercando
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Quella parte di me che sto cercando

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Quella parte di me che sto cercando

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Informazioni sul libro

Questa storia ha inizio a metà degli anni '90, e il protagonista, Fabio, poco dopo aver compiuto trent'anni, in seguito ad un banale controllo medico, scopre di avere una malattia renale di origine genetica, che lo porterà in poco tempo ad affrontare prima la dialisi, e successivamente il trapianto. Analizzando i ruoli coinvolti in un intervento chirurgico così specifico, il ricevente e il donatore, si evidenziano subito i due lati separati di questa delicata situazione, anche se poi per forza di cose queste distinzioni dovranno necessariamente convivere per lungo tempo nella stessa persona, specie se il trapianto è fatto da vivente, mentre nel caso sia fatto da cadavere, le persone coinvolte aumentano, implicando anche i relativi familiari. Ma come ci si può sentire se, a distanza di pochi anni, si recitano entrambi i ruoli in gioco, prima ricevendo un organo da un donatore sconosciuto deceduto, e poi diventando improvvisamente donatore, dovendo decidere per un proprio congiunto l'espianto dei suoi organi?

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788868823139

Capitolo 1

L’inizio della malattia
 
Tutto ha inizio dopo una normale partita di calcio, e un dolore al ginocchio che non vuole andare via, il piede messo male durante la corsa, la caduta a terra, una fitta, la borsa di ghiaccio a fine partita, ma il malessere che rimane anche dopo l’ arrivo a casa.
Fabio aveva trent’anni, una laurea in tasca, un lavoro in proprio ancora agli inizi, dopo varie esperienze saltuarie, una fidanzata, tutto insomma, e quindi, quel piccolo imprevisto, non era che un normalissimo incidente durante una partita di calcio, come ne accadono tanti, e la TAC successiva gli avrebbe chiarito la causa di quel fastidio al ginocchio destro.
Era piena estate, e in ospedale, la differenza di temperatura tra la sala di attesa e la stanza dove si effettuava l’esame era enorme, ma poi, una volta abituati a quello sbalzo climatico, la sensazione diventava piacevole, e quindi Fabio accettò di buon grado l’aria condizionata, anche perché il controllo sarebbe durato circa mezzora.
La diagnosi arrivò dopo una settimana, e parlava di sindrome meniscale mediale1 del ginocchio destro, con rottura del corno anteriore, e leggendo il referto, il suo medico curante gli consigliò l’intervento in artroscopia, cosa che era ormai una prassi semplicissima, poco invasiva, e soprattutto risolutiva, visto che Fabio praticava spesso sport, non a livello agonistico, ma abbastanza intensamente, alternando calcio, tennis, nuoto, insomma, un po’ di tutto, e siccome era ancora giovane, quell’operazione gli avrebbe restituito sicuramente la completa funzionalità dell’arto.
L’appuntamento in ospedale, per il ricovero, dopo una visita preliminare nel reparto di ortopedia, era fissato per la fine di ottobre, e la degenza sarebbe dovuta durare solo un paio di giorni.
Il giorno prima dell’intervento, si fece accompagnare in ospedale dalla sua fidanzata, Sandra, e per passare il tempo, si misero a giocare a carte seduti sul letto.
Poi dopo un po’, arrivò un infermiere, con l’occorrente per effettuare un prelievo , per le analisi preoperatorie, necessarie all’anestesista, normale procedura.
Tutto bene fin qui, tutto nella normalità, in fondo il problema si sarebbe risolto in un paio di giorni di ospedale, una settimana con le stampelle, poi un po’ di fisioterapia e quindi tutto sarebbe tornato come prima.
Ma dopo circa un’ora, tornò l’infermiere con l’occorrente per un nuovo prelievo.
“Mi scusi, ma dobbiamo ripetere gli esami, probabilmente i macchinari quando sono stati spenti stamattina a pranzo, non sono stati tarati con dei parametri esatti, e quindi i valori che sono risultati oggi pomeriggio dalle sue analisi sono completamente sballati, irreali, ripetiamo il prelievo”
Aspettò un’altra ora, e intanto continuò a giocare a carte, scherzando anche sul fatto che avrebbe dovuto guidare con il ginocchio fasciato per qualche giorno, e a Sandra questa cosa sembrava molto buffa e improbabile.
Questa volta, appena avuti i risultati, l’infermiere lo chiamò in disparte, perché era salito in reparto l’anestesista che gli voleva parlare.
“Senta, abbiamo dovuto ripetere gli esami perché pensavamo ad un difetto dei nostri macchinari, mentre invece, purtroppo per lei, i valori sono stati confermati … lei ha una gravissima insufficienza renale, da questi dati ha la creatinina a 4.2, l’azotemia addirittura a 160, indice di una funzionalità renale compromessa, ridotta al venti-trenta per cento, ma comunque sono proprio tutti i parametri fuori norma, potassio, zuccheri, uricemia, e quindi io non la posso far operare, anzi, in queste condizioni non la faccio nemmeno avvicinare al blocco operatorio, e perciò ho già disposto il suo trasferimento al reparto di nefrologia per gli accertamenti”
E adesso? Cosa faccio, cosa sta succedendo, io sto bene, è impossibile una cosa del genere, non ho nessun dolore, nessun malessere, mi sento benissimo, si tratterà di un errore, sicuramente quando mi trasferiranno in nefrologia, capiranno subito che si tratta di un errore ….
Questi sono i primi pensieri che affollano la mente di Fabio, spaventato, incredulo, attonito, come fosse stato investito, schiacciato da qualcosa di incredibilmente pesante, che gli toglieva il respiro.
Tornò in camera con lo sguardo fisso, avanzando lentamente, quasi barcollando, e vide Sandra che sorridente prima, poi seria, gli domandò cosa fosse successo, perché lo vedeva preoccupato, ma Fabio non riusciva nemmeno a parlare, a spiegargli bene il contenuto di quella conversazione, e comunque, mentre cercava almeno di farle capire il significato del colloquio appena avuto con l’anestesista, e cosa sarebbe successo, un infermiere della nefrologia lo era venuto a prendere.
“Salve, sono venuto a prenderla per accompagnarla al reparto di nefrologia, dovrebbe raccogliere tutte le sue cose e seguirmi, abbiamo già preparato il suo letto”
 

Capitolo 2

Il ricovero e le analisi
 
Appena arrivato in nefrologia, viene accolto dal dottore di turno, che lo indirizza subito nello studio di una collega, che lo prende in carico e lo fa accomodare, per stilare insieme a lui nella maniera più accurata possibile, l’anamnesi, per cercare di capire le possibili cause di quei valori indicativi di una funzionalità renale così bassa.
Prende dal cassetto una nuova cartella, e inizia ad inserire i dati, prima di tutto quelli anagrafici, poi rileva i primi parametri, come altezza, peso, pressione in piedi e sdraiato, battito cardiaco, eventuali allergie a farmaci, se beve o fuma, tutte domande a cui Fabio risponde con estrema precisione, tenendosi sempre per mano con Sandra, e incrociando spesso lo sguardo con lei, accennando talvolta un sorriso, quasi una speranza, che tutto questo maledetto imprevisto si risolva presto.
Dura più di un’ora quella specie di interrogatorio, molto dettagliato, forse lui non ha ancora capito la gravità della situazione, ma quando entra il dottore che si dovrà occupare per primo della sua insufficienza renale, e gli illustra con chiarezza come procederanno le cose, capisce subito che non sarà una cosa sbrigativa, di due giorni per intenderci.
“Allora, dovremo fare uno screening completo della sua funzionalità renale, attraverso tutta una serie di esami, alcuni saranno fatti per escludere in partenza patologie gravi del rene, o addirittura cause oncologiche, altre invece, per cercare di arrivare nel più breve tempo possibile ad una diagnosi esatta …. Partiremo con un’ecografia completa dell’addome, poi cistografia, scintigrafia renale, gastroscopia, fino ad arrivare al prelievo di un campione di tessuto di entrambi i reni, per poi farlo analizzare dal nostro istituto di anatomia patologica, nel frattempo, mentre è ricoverato qui, prenderemo quotidianamente campioni di sangue per monitorare la sua funzionalità , faremo anche prelievi arteriosi per analizzare i gas disciolti nel sangue, e dovrà raccogliere ogni giorno la sue urine in un contenitore apposito che le daremo, per vedere la quantità giornaliera, il suo bilancio idrico corporeo e il quantitativo di proteine che lei non filtra con i suoi reni, visto che la creatinina è così alta … ora può andare”
Fabio non sorride più, non riesce nemmeno a guardare Sandra, le lascia la mano, come se gli fossero cadute le braccia in segno di sconforto, raccoglie la sua borsa con gli effetti personali, e si avvia a testa bassa nella sua camera, in corsia, si siede sul letto, e non dice una parola.
“Vedrai” gli dice Sandra “sarà un po’ lunga, ma capiranno subito di cosa si tratta”
“Speriamo, tu intanto telefona a casa a papà e fatti venire a prendere, poi ci vediamo domani”
Fabio ha solo il padre a casa, la mamma l’ha persa parecchi anni prima, per un tumore, e il pensiero in questo momento va proprio a lei, sente tremendamente la sua mancanza, soprattutto in questo momento, avrebbe bisogno di una sua carezza di conforto, come faceva spesso quando era piccolo e stava male, vorrebbe sentirla vicina, invece che eternamente irraggiungibile.
“Tuo padre sta per arrivare, ma io non gli ho saputo spiegare molto bene cosa è successo, comunque, chiederà a te quando arriverà”
Sarà difficile anche spiegare al padre quello che sta accadendo, è molto ansioso per quell’unico figlio, a cui è molto legato, in fondo è l’ultimo tassello della sua famiglia che gli è rimasto, ma Fabio cercherà di tranquillizzarlo, per quanto è possibile, evitando di farlo preoccupare, senza riferire nessuno dei termini che hanno usato i dottori nella visita preliminare, cercando soprattutto di scongiurare in lui qualsiasi allarmismo ingiustificato.
Appena arrivato in reparto, il padre va subito da lui per sentire cosa è successo.
“Allora Fabio, che succede, perché ti hanno trasferito qui?”
“Non ti preoccupare papà, è solo questione di pochi giorni, hanno riscontrato un paio di valori leggermente alti, e quindi, prima di operarmi al ginocchio, vogliono accertarsi di cosa si tratta, ma non è nulla di preoccupante, tu invece domani mi dovresti portare qualche cambio in più di biancheria, perché io qui con me ne ho solo per due giorni”
“Va bene, sei sicuro che non hai bisogno di altro, posso stare tranquillo?”
“Tranquillissimo, vai pure a casa, io qui non ho bisogno di altro, ci vediamo domani … ciao Sandra, adesso papà ti riaccompagna a casa”
“Ciao amore, ci vediamo domani”
Adesso Fabio è solo, con i suoi pensieri e le sue paure, in corsia è con altri cinque pazienti, più anziani di lui, di solito quel tipo di patologie renali si manifestano in età avanzata, lui è il più giovane di tutto il reparto, ma questo non lo consola, anzi, gli fa pensare che quello che ha sia una cosa da non sottovalutare, e che i tempi del ricovero non saranno sicuramente brevi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Capitolo 3

La diagnosi
Fabio quella notte non chiude occhio, i rumori in corsia degli altri pazienti, il vociare sommesso delle infermiere, il caldo infernale, il letto scomodo, sono tutte situazioni nuove per lui, che oltretutto non è certamente nello stato d’animo ideale per riposare serenamente, visto come è stato travolto da una serie di avvenimenti e situazioni che fino al giorno prima sembravano impensabili.
E’ appena l’alba, quando l’infermiera di turno gli si avvicina accendendo la luce piccola sopra il letto, prima rileva la sua temperatura corporea, poi la pressione, quindi effettua due prelievi, il primo venoso, poi quello arterioso, molto doloroso, ed infine, gli consegna un contenitore sterile per l’esame delle urine.
Un’altra infermiera, che era rimasta vicino al carrello dei medicinali, gli si avvicina e lo informa su quello che sta succedendo.
“Buongiorno, queste sono le analisi di routine che effettueremo ogni mattina durante tutti i giorni del ricovero, in base ai risultati di oggi delle analisi, faremo venire una dietologa per un eventuale variazione della sua dieta alimentare, dalla colazione fino alla cena”
Come inizio di giornata non c’è male, pensò Fabio, ma in cuor suo sperava che già dai risultati delle analisi di quella mattina, si potesse capire qualcosa.
Dopo la colazione, un’altra infermiera lo viene a prendere, per l’ecografia dell’addome, e una volta effettuata, il dottore gli comunica subito il referto.
“I suoi reni sono ridotti di volume, molto piccoli e grinzi, e soprattutto sono presenti alcune cisti, su entrambi, e la più grande è di due centimetri circa di diametro”
E’ già il primo giorno, e da quell’esame comincia a venire a galla un quadro clinico che non lo tranquillizza assolutamente, mai aveva pensato di avere problemi di quel tipo, e comunque, arrivato a quel punto, era deciso a saperne assolutamente di più, perché ora cominciava ad essere veramente preoccupato.
Tornato sul suo letto, la caposala lo informa che tra poco sarebbe passato il primario per la visita odierna, con tutti i risultati delle analisi di quella mattina, e infatti, dopo poco, proprio il primario del reparto, insieme al dottore che aveva conosciuto il giorno prima, la caposala e due infermiere entrano in stanza chiudendo la porta, dando inizio così alla sua prima visita in nefrologia.
Fabio sente con curiosità tutte le diagnosi precedenti alla sua dei pazienti che sono con lui in corsia, è l’ultimo nel turno dei ricoverati ad essere esaminato, e apprende tutta una serie di sintomi e patologie, termini e terapie, che con il passare del tempo, spera non diventino comuni e familiari anche per lui.
Quando è il suo turno, il primario prende la cartella, esamina i dati, poi gli si rivolge con tono abbastanza serioso.
“Signor Bruni, la sua situazione non è tranquillizzante, gli esami di laboratorio di stamattina confermano il suo quadro clinico della giornata di ieri, i dati di creatinina, azotemia e uricemia, associati a colesterolo e trigliceridi, rafforzano la tesi di una insufficienza renale grave, assecondata in parte dall’ecografia di poco fa, che dovrebbero far propendere per una glomerulo nefrite, e quindi, per scoprirne le cause, vorrei inserire anche altri esami di studio, come visita oculistica, esame audiometrico, rx scheletro, con la conferma naturalmente della biopsia, oltretutto nelle urine raccolte nella nottata, la quantità di proteine è molto elevata, i suoi reni non ...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. Capitolo 1
  3. Capitolo 2
  4. Capitolo 3
  5. Capitolo 4
  6. Capitolo 5
  7. Capitolo 6
  8. Capitolo 7
  9. Capitolo 8
  10. Capitolo 9
  11. Capitolo 10
  12. Capitolo 11
  13. Capitolo 12
  14. Capitolo 13
  15. Capitolo 14
  16. Capitolo 15
  17. Capitolo 16
  18. Capitolo 17
  19. Capitolo 18
  20. Capitolo 19
  21. Capitolo 20
  22. Capitolo 21
  23. Capitolo 22
  24. NOTE