Archivio Storico della Calabria - Nuova Serie - Anno I. Numero 1
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ARCHIVIO STORICO DELLA CALABRIA NUOVA SERIE A CURA DI GIOVANNI PITITTO Direttori: Giovanni Pititto, Saverio Di Bella, Walter Pellegrini.
Continuazione dell'Archivio Storico della Calabria, fondato e diretto da Francesco Pititto e da Hettore Capialbi, già edito in Mileto (1912 - 1918).
ANNO I (2012)
Numero 1 Sommario SEZIONE I-II. NAPOLEONICA. CALABRIA. BATTAGLIA DI MILETO (1807). PRIMA PARTE: LE FONTI. SEZIONE III - IL REGNO. - Archeologia Medievale.
- Calabria: Bivona - Vibona.
- Calabria: Mileto.
- Mattia Preti.
- Monumenti Italia Meridionale.
- Murat. Gioacchino Murat.
- Napoli Museo Archeologico.
- Orsi. Palo Orsi.
- San Leucio. APPENDICI - LE ARTI - Alloati. Scultura.
- Bach. Figura ed opera.
- Calzabigi a Napoli. 1794.
- Estetica musicale.
- Gauguin. Pittura.
- Gluck. Orfeo ed Euridice.
- Preti. Mattia Preti (II). SEZIONE IV - SEZIONE BIBLIOGRAFICA.
APPARATI E NOTE

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788881019731
Argomento
History
Categoria
World History

Apparati e Note

[1] Giovanni Pititto: Corrispondenza con un uomo di studio e lettere ad un ecclesiastico. Francesco mons. Pititto. (già pubblicato in: Francesco Pititto, La Battaglia di Mileto (28 maggio 1807), Scritti di: Saverio Di Bella, Giovanni Pititto, Massimo Zanca, © by Pellegrini Editore - Cosenza – Italy, settembre 2011 per conto di Pellegrini Editore, ivi alle pp. 141-153).
[2] Per l'aspetto biografico nessun contributo ad oggi si rileva maggiormente idoneo del denso saggio a stampa di Vincenzo Francesco mons. Luzzi: L'Arciprete mons. Francesco Pititto, edito postumo a cura di Filippo rev. Ramondino nella pubblicazione miscellanea: AA.VV., Mileto nel contesto storico-culturale dell'Italia Meridionale, pubblicata dalla Pro Loco di Mileto per i tipi Rubbettino 1999, pp. 175-224. Cui compiutamente si rinvia. Se ne cita dalle pp. 177-8.
[3] In AA.VV., Nozze d'oro sacerdotali di mons. Francesco Pititto (1901-1951), Roma, La Tipografica, 1951, pp. 27-8. 3 Id., p. 28.
[4] Id., p. 28.
[5] Id., p. 36. – Paolo Albera, nato a Godiasco, diocesi di Tortona, il 24 agosto 1871; eletto vescovo di Bova il 27 maggio 1915; traslato alla chiesa titolare di Flaviopoli il 1° gennaio 1921; a Mileto il 9 maggio 1924. – Si traggono queste brevi note da: Francesco Pititto,Per la consacrazione della cattedrale di Mileto, Vibo Valentia, Tip. Foggio, 1930, pag. 5.
[6] Nozze..., cit., p. 45.
[7] L'Osservatore Romano del 20-21 gennaio 1964, n° 16, p. 3. – Cui si aggiunga una riproposizione in ASCL: Nell'Osservatore Romano del 20 gennaio 1964 è comparso un articolo di Vito Giuseppe Galati che riteniamo di dover ripubblicare, riveduto dall'autore, in memoria del venerando studioso ed a giusta, interessante rievocazione di episodi di storia della cultura calabrese...
[8] Francesco Pititto, Ancora una Poetessa nel secolo XVI (Anna Maria Edvige Pittarelli), Mileto, Tipografia A. Laruffa, 1907, pp. 3-4.
[9] Nozze..., cit., p. 13.
[10] Ibid.
[11] Ibid.
[12] Id., pp. 13-14. Ne riproduciamo la nota: La dotta e geniale monografia dal titolo Le monete del gran conte Ruggiero spettanti alla zecca di Mileto, è stata pubblicata nel II fasc. dell'Arch. Storico della Cal., anno 1913.
[13] Id., p. 14.
[14] Ibid.
[15] Pubblicato su La Difesa, Monteleone, numero del 5 gennaio 1913. (cfr. Nozze..., cit., p. 14. L'autore ne è indicato quale della R. Università di Palermo).
[16] Pubblicato su Vela Latina, Napoli, numero del 21 maggio 1914. (cfr. Nozze..., cit., p. 16. Ivi l'autore non è menzionato).
[17] Nozze..., cit., p. 16.
[18] F. Pititto così scrive: «Sulla famiglia De Luca, l'amico cav. dott. Diego Corso, di Nicotera, mi comunica: La famiglia De Luca si è estinta fin dall'anno 1852 (... ved. sopra) La tradizione che il maggiore De Luca sia stato vittima dell'ubriachezza di Philippsthal, che lo fulminò con un colpo di pistola durante l'inseguimento francese, è smentita in modo assoluto dai documenti. Così il colonnello Toro nel rapporto dell'11 giugno, afferma che egli vi morì nella ritirata dopo la carica dei due plotoni di cavalleria; e lo stesso Philippsthal, quando parla del movimento aggirante del nemico, dice: ... si fù allora, che ammazzato il coraggioso maggiore de Luca, e tenente Roberto, che portandosi in avanti, vennero abbandonati dalle loro truppe. (In F. P., La Battaglia di Mileto, p. 342, n. 2, edizione originaria in Archivio Storico della Calabria, anno 1916. Non è possibile determinare la data esatta perché l'ASC nel 1916 fu stampato in numero unico: Le gravi difficoltà che attraversiamo [belliche] ci hanno costretto a pubblicare nel presente unico volume tutti i quattro fascicoli per l'anno 1916. Cominceremo presto la stampa della nuova annata 1917. (Ivi, 3a di cop.) Vedasi, nella presente edizione, le note al Capitolo terzo.
[19] Ibid.
[20] Ibid.
[21] Id., p. 17.
[22] Ibid.
[23] Ibid.
[24] In AA.VV., Nozze d'oro sacerdotali di mons. Francesco Pititto (1901-1951), Roma, La Tipografica, 1951, pp. 27-8. 3 Id., p. 28.
[25] Id., p. 28.
[26] Id., p. 18.
[27] Id., p. 36. – Paolo Albera, nato a Godiasco, diocesi di Tortona, il 24 agosto 1871; eletto vescovo di Bova il 27 maggio 1915; traslato alla chiesa titolare di Flaviopoli il 1° gennaio 1921; a Mileto il 9 maggio 1924. – Si traggono queste brevi note da: Francesco Pititto, Per la consacrazione della cattedrale di Mileto, Vibo Valentia, Tip. Foggio, 1930, pag. 5.
[28] Nozze..., cit., p. 45.
[29] Giovanni Pititto: 12. Francesco Pititto. Battaglia di Mileto. Fonti. Sviluppi. Correlazioni. (già pubblicato in: Francesco Pititto, La Battaglia di Mileto (28 maggio 1807), Scritti di: Saverio Di Bella, Giovanni Pititto, Massimo Zanca, © by Pellegrini Editore - Cosenza – Italy, settembre 2011 per conto di Pellegrini Editore, ivi alle pp. 346-366).
[30] ||346, n. 1|| Le fonti manoscritte in gran parte distruttesi, la pubblicistica nel tempo rarefattasi, una certa disattenzione del territorio a conformarsi ad una generale sentita esigenza di maggior conoscenza delle Fonti Moderne, tutto ciò ha concorso ad un certo oblìo.
[31] ||346, n. 2|| Il saggio di Pititto risulta pubblicato per la prima volta ne il suo – e del condirettore Hettore Capialbi – Archivio Storico della Calabria, edito a Mileto, stampato a Napoli dalla Tip. Muca al 25 di via della Misericordiella, diffuso dalla Libreria Ardia in Napoli alla via Quercia, 23, nel numero unico relativo all'A. IV (1916), alle pp. 305-421. Venne ripubblicato in estratto quale F. Pititto, La battaglia di Mileto, Tip. A. Signoretta, Mileto, 1917, pp. 122.
[32] ||346, n. 3|| I documenti studiati e trascritti da F. Pititto attengono alla serie della di già Segreteria di Guerra e Marina, la cui consistenza originaria risulta gravemente alterata a motivo dei menzionati danni bellici. E quindi ogni referenza archivistica offertaci da quell'Autore, sicuramente valida sino al 1943, ad oggi non lo è più. Ed è sicuramente per questo che solo un'approfondita e specifica ricerca settoriale può rivelarci l'esatta mappatura di quale effettivamente ne sia la documentazione superstite relativa agli eventi della Battaglia di Mileto. Come anche, dal possibile riscontro con quella offertaci da F. Pititto ed altri, la designazione di quella distruttasi nelle circostanze dei bombardamenti ed incendi del 1943. In effetti almeno parte ne risulterebbe recuperata ed esistente. E particolarmente varia documentazione del d'Hassia. A tanto apportano elementi inventariali insiti nelle operazioni di recupero e ricognizione avvenuti in ambito ASN. Purtroppo tale riscontro capillare non è al momento possibile causa temporanea inagibilità della Sezione Militare d'ASN.
[33] ||347, n. 4|| Si ritiene pertanto di interesse qui riportare quanto ne scriveva Jole Mazzoleni: Segreteria di Guerra e Marina: - Creata nel 1734, fece parte della Iª Segreteria di Stato dal 30 luglio 1737; il 31 marzo 1806 assunse il titolo di Ministero, trasformato il 15 luglio 1815 in Supremo Consiglio di Guerra; mantenendo tutte le attribuzioni dell'ufficio precedente fu organizzato poi di nuovo come Segreteria di Guerra il 18 dicembre 1816. La documentazione elencata anche dal Trinchera non oltrepassa l'a. 1821. Il recupero avvenuto presso la sede centrale dell'Archivio e la ricostruzione della Segreteria d'Azienda ha portato alla identificazione in questo fondo di una cospicua parte della dispersa Segreteria che rientrerà al termine dell'ordinamento dell'Azienda, nell'ordinamento stesso della Segreteria predetta. (...) - La documentazione riguardante la storia militare del Regno delle Due Sicilie nel periodo borbonico, divenne parte integrante dell'archivio generale quando il 2 ottobre 1885 l'Archivio Militare conservato nell'edificio di Pizzofalcone, già palazzo Loffredo, divenne Sezione Militare di Guerra e Marina, assorbendo in questa dicitura non solo il materiale indicato dal Trinchera, ma carte anteriori e posteriori al periodo borbonico. Le successive aggregazioni al fondo sono documentate nella loro consistenza originaria dai verbali di versamento che in numero di 58 sono conservati, anche in funzione di inventari originali, presso la Sezione dall'a. 1885 all'a. 1935 con i titoli delle serie che si versavano e gli estremi cronologici a. 1736-1895. Diretta dal prof. Egildo Gentile, essa rappresenta fino al 1943, una delle fonti più ampie per la storia militare e per gli argomenti ad essa connessi. Per il bombardamento subito il 4 agosto 1943 che portò al crollo della parte dell'edificio di Pizzofalcone ov'erano conservate le carte e per le devastazioni prodotte dalle truppe d'occupazione, si ebbe più che per ogni altro fondo d'Archivio una quasi completa dispersione, da far lamentare al Filangieri la perdita complessiva di circa 55.000 unità del materiale archivistico ivi conservato. Il prof. Gentile iniziò il recupero della parte superstite, pur riconoscendo quasi impossibile l'immane impresa, per la dispersione caotica avvenuta e che solo una paziente opera d'identificazione poteva rendere realizzabile. Il lavoro da lui impostato, fu poi continuato e quasi completato dalla figlia Iolanda Donsì, che affiancandosi da sola alla revisione generale delle scritture che avveniva nella sede centrale, ha potuto ricostruire, anche se parzialmente, ma con preziosi risultati, non solo la struttura delle serie originarie sia della Segreteria che del successivo Ministero, ma anche quella degli altri organismi militari ad esso attinenti e di quei gruppi documentari identificati presso la sede centrale e successivamente ivi trasferiti, provvedendo contemporaneamente a revisionare gli inventari originari o a compilare ex novo inventari - indici completi, costituenti le attuali chiavi di ricerca esistenti, alla cui compilazione coadiuvarono poi i funzionari addetti successivamente alla sezione. Al quadro delle carte recuperate ed archiviate può offrirsi quindi il seguente schema per la parte della Segreteria, rimandando alla descrizione del Ministero e di tutti gli altri uffici, posteriori al decennio. (Da Jole Mazzoleni, Le fonti ||348, n.|| documentarie e bibliografiche dal sec. X al sec. XX, conservate presso l'Archivio di Stato di Napoli, ivi, Arte Tipografica, 1978, vol. II; si cita da pp. 53-56).
[34] ||348, n. 5|| In Archivio Storico della Calabria, A. VI (1918), pp. 3-232.
[35] ||349, n. 6|| <Ivi> Nota 4, ib.: Cuoco, op. cit. II pag. 239: Ad onta della porpora onde appariva rivestito non era che un capo di briganti. Ndr: Cuoco, ovviamente, dedica molte pagine al cardinale Ruffo. Nell'edizione da noi presa in esame: 127, 161, 238, 239, 243, 244, 251, 285-290, 294, 297, 298, 300, 304, 305, 307, 312. Di cui, sostanzialmente, da 238 a fine opera sono dedicate all'impresa di Reconquista del Ruffo. Ma pur con oculata ricerca, l'espressione denunciata da V. Ruffo non vi figura. Vi è se mai di più grave, ma non quella. Si rileva invece l'interessante definizione ed enucleazione politica del termine – poi divenuto categoria storiografica – d'insorgenza. Tale sin dalla organizzazione in Mileto (ivi indicata al 28 febbraio; - p. 238, n.), alla presa di Monteleone (caduta il 1° marzo ivi indicata quale senza... abbia opposto alcuna resistenza...; - p. 239, n.), alla lunga marcia verso la capitale.
[36] ||352, n. 7|| Nota 1 in Ruffo, ivi pp. 7-8: «Ab(ate) Domenico Sacchinelli, Memorie storiche sulla vita del cardinale Fabrizio Ruffo, Napoli, Tip. di Carlo Cataneo, 1836. Una seconda edizione di detta opera, fu fatta a Roma, Tipografia Poliglotta, 1895, con le Risposte alle osservazioni di un anonimo, ossia agli appunti fattigli nell'opuscolo stampato a Livorno dalla Tipografia Sardi nel 1837. Notizie sulla vita del Sacchinelli si possono rilevare da Francesco Filia, Breve monografia storico-critica sullo abate Domenico Sacchinelli segretario e biografo del card. Fabrizio Ruffo, Napoli, Tip. Lanciano e Veraldi, 1907. Il Sacchinelli nacque in Pizzoni il 18 aprile l766 da Francesco e da Serafina Conciatore. Vestito l'abito ecclesiastico, andò in Catanzaro e s'impiegò nella Cassa Sacra. Poi passò a Monteleone con l'uditore Carlo Pedicini, e fu fatto sacerdote nel 1794. Venuto nel 1799 il cardinale Ruffo a Monteleone, lo prese per suo secondo segretario, come sorge dalle Memorie storiche. Il Sacchinelli pare che sia rimasto segretario del // Ruffo fino alla morte di questo, ossia al 13 dicembre 1827. Nel 1823 il Sacchinelli andò a Roma col cardinale per il conclave di Leone XII e fu prescelto per conclavista. Dopo la morte del Ruffo il Sacchinelli restò in Napoli per l'educazione dei figli di suo fratello Nicola; e nel 1836 pubblicò ivi le Memorie, e nel 1838 le Risposte. Poi si ritirò a Pizzoni, ed in ultimo a Monteleone, ove fu intimo...

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  1. Colophon
  2. Presentazione
  3. Sezione I
  4. Sezione II
  5. Sezione III
  6. Sezione IV
  7. Apparati e Note