L'assistenza al parto fisiologico
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In quali luoghi si svolge il parto? Come assistere durante il travaglio di parto? Come deve essere accolta la donna in travaglio? Come va assistita la donna nella fase dilatante del travaglio? Come va assistita la donna nella fase espulsiva? Come si assiste la donna durante il secondamento e il post partum? Le risposte pratiche basate su oltre 60 voci bibliografiche selezionate.

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Informazioni

Editore
Zadig
Anno
2015
ISBN
9788888734361
Argomento
Medicine
Categoria
Nursing

Come va assistita la donna nella fase dilatante del travaglio?

Punti chiave
  • Le variabili del travaglio
  • L’assistenza durante il periodo dilatante
  • Il partogramma
In sintesi
Le variabili del travaglio riguardano l’evoluzione del travaglio, la condizione fetale e la condizione materna. L’ostetrica deve controllare il benessere materno e fetale. Le più recenti linee guida suggeriscono di utilizzare un partogramma con una linea di azione a 4 ore di distanza dalla linea di attenzione. In studi recenti la progressione della dilatazione non era lineare come descritto in passato. Il tempo per passare da una dilatazione di 4 cm a 5 cm raggiungeva anche 6 ore, 3 ore da 5 cm a 6 cm. Dopo 6 cm la dilatazione accelerava in modo deciso soprattutto nelle pluripare. Il mancato rispetto della fisiologia del travaglio di parto è una delle cause evitabili dell’aumento del ricorso al taglio cesareo. In un travaglio fisiologico la dilatazione mediana procede con un ritmo di circa 2 cm in 4 ore.
Durante il travaglio l’ostetrica deve controllare il benessere materno e fetale tenendo in considerazioni le variabili del travaglio, che riguardano:
  • l’evoluzione del travaglio (dilatazione cervicale, discesa della parte presentata, contrazioni uterine);
  • la condizione fetale (battito cardiaco, membrane e liquido amniotico, modellamento della testa);
  • la condizione materna (polso, pressione arteriosa, temperatura, diuresi).
L’ostetrica deve controllare la frequenza delle contrazioni uterine ogni 30 minuti e ogni 15 minuti il battito cardiaco fetale mediante l’ascoltazione intermittente. L’ascoltazione intermittente del battito cardiaco fetale si esegue ogni 15 minuti per 1 minuto dopo una contrazione. La frequenza media deve essere annotata in cartella. Nel travaglio di parto fisiologico l’ascoltazione intermittente del battito cardiaco fetale è efficace per accertare il benessere fetale. Non esiste grande differenza tra lo stetoscopio di Pinard e l’ascoltazione Doppler, con il cardiotocografo o il mini-Doppler.
Il motivo principale per eseguire il monitoraggio elettronico continuo è un battito cardiaco fetale non rassicurante, con una frequenza minore di 110 o maggiore di 160 battiti al minuto o il riscontro di una decelerazione dopo una contrazione uterina.
Le altre indicazioni sono l’ipertermia materna con un valore di più di 37,5 °C in 2 misurazioni ravvicinate o un valore maggiore di 38 °C, il liquido amniotico tinto di meconio, un sanguinamento di origine uterina e il potenziamento ossitocico.
I controlli materni comprendono il polso, che va valutato ogni ora, la pressione arteriosa, la temperatura (ogni 4 ore) e la verifica dello svuotamento della vescica a cadenze regolari. La temperatura media è di 37,1 °C e aumenta progressivamente fino a 37,4 °C nel corso del travaglio, senza essere un segno d’ipertermia.2
Durante la fase attiva del travaglio le più recenti linee guida suggeriscono un partogramma con una linea di azione a 4 ore di distanza dalla linea di attenzione.
In un travaglio fisiologico, alla luce delle linee guida più recenti, la dilatazione mediana procede con un ritmo di circa 2 cm in 4 ore. Tra 4 e 6 cm il ritmo di dilatazione può rallentare, mentre può aumentare dopo 6 cm.1
La valutazione della condizione della donna aiuta l’ostetrica a capire quando è utile eseguire l’amniorexi, il potenziamento ossitocico o la partoanalgesia.
In caso di una rottura intempestiva delle membrane con fuoriuscita di liquido chiaro l’ostetrica deve rassicurare la donna in quanto in termini assoluti il rischio di un’infezione neonatale aumenta di poco, da 0,5% a 1%, rispetto alla rottura tempestiva. L’esperienza dice che 2 pazienti su 3 entrano in travaglio entro 24 ore dalla rottura delle membrane. Trascorse 24 ore di attesa è preferibile indurre il travaglio di parto. Non è consigliata la profilassi antibiotica se sono assenti segni d’infezione materna o fetale, come un tampone vaginale o rettale positivo per lo streptococco beta emolitico.
Nel corso dell’attesa del travaglio l’ostetrica controlla ogni 2/4 ore la presenza di una regolare attività cardiaca e motoria e la temperatura materna ogni 4 ore. La doccia non è controindicata.
Dopo 24 ore è meglio indurre il parto in una struttura dotata di una neonatologia, lasciando alla pa...

Indice dei contenuti

  1. In quali luoghi si svolge il parto?
  2. Su quali principi si basa l’assistenza in travaglio di parto?
  3. Come deve essere accolta la donna in travaglio?
  4. Come va assistita la donna nella fase dilatante del travaglio?
  5. Come va assistita la donna nella fase espulsiva?
  6. Come si assiste la donna durante il secondamento e il postpartum?